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Autore: Lucreziaaaas    15/08/2014    0 recensioni
Piove, c'è freddo e a Londra è già calato il buio. Aaron ha in mano il gelato alla nocciola e un film di fantascienza; sta chiudendo a chiave la porta di casa quando sente il rumore di un'altra porta aprirsi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Jane canta di continuo, canta per mettere a tacere tutti i suoi pensieri, canta per sovrastare quel rumore fastidioso che sente quando le macchine corrono velocemente sotto la sua finestra, canta perché le piace, la mette di buon umore e le rallegra il cuore. Aaron la ascolta sempre, un po perché gli piace il suono cristallino della sua voce e un po perché le parole delle canzoni gli fanno sempre uno strano effetto. Aaron ama ascoltare quelle poesie ricche di significato e si impegna per trovare il giusto collegamento con le loro vite. Jane e Aaron abitano vicini da tanti di quegli anni che ormai non si rendono nemmeno conto di darsi per scontati. Jane ha sempre pensato che lui ci fosse per lei, che se fosse rimasta senza riso o senza consigli intelligenti, la porta di Aaron sarebbe sempre stata aperta. Aaron ha da sempre avuto la convinzione che Avrebbe sposato Jane. Non sa come e non sa perché questa idea gli è sempre balenata in testa. Quando Jane esce di casa, fa un casino assurdo e Aaron non perde occasione per affacciarsi al balcone e augurarle buona giornata e Jane sorride, sì perché non ha mai avuto genitori che glielo dicessero e ora la sente come una novità. Aaron sa come renderla felice, sa i gusti del suo gelato preferito e sa anche che la pioggia atterra l'umore di Jane, per questo colleziona milioni di film sugli alieni, Aaron sa che Jane ama i film di fantascienza e sa che ogni volta che piove, lui deve andare da lei a guardarli. 

Jane a volte si chiede come mai Aaron sia in grado di renderla così felice e farla sentire speciale, nessuno l'ha mai fatto e lei continua a stupirsi. Jane si guarda poco allo specchio; dice che vedere il suo volto riflesso la rende triste. I suoi capelli rossi ed arruffati la fanno sentire sempre fuori posto e quelle lentiggini le fanno sembrare la pelle macchiata. Dice che i suoi occhi non le trasmettono nulla, che sono due pozzi blu terribilmente vuoti. Jane si lamenta un sacco di se stessa davanti ad Aaron e non capisce perché lui rida e le dica che spara un'immensità di cazzate. Forse entrambi non sanno di amarsi, forse ancora non lo capiscono, troppo intenti a pagare un affitto di un piccolo appartamento di periferia, troppo intenti a prendersi cura della loro vita per non diventare falliti come avevano previsto i loro genitori. Jane e Aaron si tengono un sacco di compagnia e forse dovrebbero rendersi conto che la loro costante presenza l'uno nei confronti dell'altra non è così scontata.  Jane una volta ha detto ad Aaron che non lo avrebbe mai rimpiazzato con nessuno, lui aveva giurato che le sarebbe sempre stato accanto. 


h. 17.34

Piove, c'è freddo e a Londra è già calato il buio. Aaron ha in mano il gelato alla nocciola e un film di fantascienza. Aaron sta chiudendo a chiave la porta di casa quando sente il rumore di un'altra porta aprirsi. 

'Pensavo non saresti venuto' gli dice Jane sbuffando.

'E io ero stupito del fatto che non fossi già venuta a chiamarmi' rispose lui.

'Muoviti dai' si limitò a riprenderlo lei mentre munita di coperte si sistemava sul piccolo divano del suo piccolo soggiorno. 

'The Abyss' cinguettò Jane stringendo tra le braccia il dvd con gli occhi che le brillavano.

'So che è il tuo preferito' ammise Aaron scrutandola e sentendosi felice per la sua reazione.

'Cos'altro sai di me?' Continuò curiosa Jane con aria di sfida.

'Beh so che ami cantare, che collezioni pacchetti di sigarette, so che a volte suoni il pianoforte e so anche che stai delle ore a giocare con il cellulare. So che sei timida ma sicura delle tue scelte, so che hai sempre le mani fredde e che non ti importa di quello che pensa la gente. So che non ti piaci esteticamente e so che vorresti essere un'astronauta.. Ti basta?' Chiese Aaron continuando a fissarla. 

'E cosa non sai di me?' Continuò Jane.

'Non so mai quello che pensi' ammise lui.

'Meglio così.. Sarebbe un gran casino se sapessi quello che penso' rispose Jane strategicamente.

'Perché?'

'Perché nella mia testa ci sono troppe tempeste e non riusciresti a gestirle' confessò Jane.

'Sai che a differenza tua, io amo la pioggia e ancora di più i temporali?' solo in quel momento Aaron si rese conto di averle confessato una delle cose più profonde in assoluto. Sì perché quei due sapevano insultarsi per i loro diversi gusti in fatto di cibo, sapevano odiarsi quando si rubavano le sigarette, sapevano urlare quando si dicevano la verità; ma non avrebbero mai e poi mai potuto fare a meno l'uno dell'altra. Loro si appartenevano, si amavano anche se ancora non lo sapevano.


 

   
 
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