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Autore: The_winter_honey    15/08/2014    3 recensioni
"-Oh, bene! Ma tu sei messa proprio bene! Ti addormenti a lezione, perché di pomeriggio combini
chissà cosa a casa di DUE RAGAZZI, che per altro sono fratelli e tra cui uno è un playboy
e l’altro è un buon samaritano (che poi alla fine si rivelano i peggiori)! Ed io devo stare tranquilla! Ovviamente, giusto?
-Sì! - sorrise divertita dalla reazione dell’amica -Certo che sì!"
Se vi ho incuriosite leggete e per favore recensite,
per me questa storia è davvero importante...siate clementi! ;)
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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 FRAGILE 



Se quella mattina una pioggia torrenziale si era abbattuta sui paesi che si affacciavano sul calmo Lago Maggiore, quel
pomeriggio aveva sorpreso tutti con il sole. 
I raggi luminosi non erano certamente caldi come quelli estivi, ma davano una sensazione piacevole sulla pelle e non 
lasciava l’aria umida come la stagione avrebbe dovuto richiedere.
Una ragazza dai lunghi capelli castani stava rimuginando, seduta sull’altalena che tanto tempo prima suo padre aveva fatto
per lei in giardino. I suoi piedi penzolavano nel vuoto con leggeri movimenti che le permettevano di dondolare e le sue
mani tenevano in grembo un libro. Doveva leggerlo per scuola, eppure questa attività che lei solitamente adorava , in quel
momento non la dilettava neanche un poco… Pensava al voto che aveva ottenuto nell’interrogazione di inglese e fremeva
alla reazione di sua madre.  Non era il suo forte parlare, aveva paura di sbagliare e anche se era una paura stupida, nata per
motivi ancora ignoti per lei, non era ancora riuscita a scacciarla.
Jessica chiuse gli occhi e posò la testa sulla corda dell’altalena, ripensando al silenzio che era regnato per quei brevi attimi
nella sua classe prima che l’insegnasse le dicesse di portarle il libretto.  Aveva ancora la sensazione della bocca asciutta e la
gola stretta in una morsa invisibile, le parole che si accartocciavano nella sua mente…
Improvvisamente sentì qualcosa vibrare nella propria tasca ed estrasse il telefono dove lampeggiava l’icona di un
messaggio. In qualche modo sapeva perfettamente chi fosse il mittente e poteva pure immaginare il contenuto. Rimise a
posto il cellulare e tirò indietro il seggiolino, iniziando a oscillare nell’aria.
Amava quel gioco.
Le piaceva il vento che le gonfiava i capelli, la frescura sul viso e la sensazione di leggerezza che sempre le dava.
Il cellulare iniziò a suonare, interrompendo quel magico incanto che si stava impadronendo si lei lentamente.
-Pronto?
-Ehi! Dove sei? Guarda che questa sera ho gli allenamenti!
-Pensavo di restare a casa oggi…
Dall’altra parte il ragazzo sbuffò, poi rimase in silenzio un’istante prima di chiederle con voce seria:-Cos’è successo?
-Niente – la risposta fu troppo rapida per essere credibile e Jess si morse la lingua per questo, dandosi mentalmente della
stupida.
-Allora muovi quel tuo bel culetto e vieni qua!
Incredibile quanto fosse facile passarla liscia con un tipo come lui, però ora non sapeva come tirarsi fuori… Di certo doveva
scartare la possibilità di usare come scusa un eventuale mal di testa, o di non sentirsi bene. Anche se  aveva fatto finta di
rederci, con tutta probabilità non era così per questo insisteva a volere che andasse da lui.
-No, senti Gugu, non mi va proprio…- cercò di protestare, ma fu inutile. Sapeva già che sarebbe stato inutile fin da quando
aveva risposto, se lui si metteva in testa qualcosa la otteneva sempre.
-Se non vieni ti vengo a prendere io!
Ecco, lo sapeva.
Jessica alzò gli occhi al cielo, esasperata, ma alla fine acconsentì.
Poco male, si sarebbe chiusa in camera con Lele a fare i compiti in silenzio, conscia che a differenza del fratello gemello lui
non avrebbe insistito e l’avrebbe aiutata con la scuola. O almeno così aveva cercato di trovare un po’ di conforto.
Ormai convinta prese il proprio zaino e si incamminò verso la casa dei suoi migliori amici. Non vedeva l’ora che venisse
quella sera, era venerdì e anche se il giorno dopo avrebbe avuto scuola c’era il ritrovo in Oratorio per gli animatori quella
stessa sera.
 
 


-Finalmente sei arrivata!- sorrise il mio migliore amico, aprendo la porta di casa e aspettando che entrassi mentre
tratteneva la Cucciola, il suo pastore tedesco che continuava a cercare di saltare addosso alla ragazza –Muoviti, vai in
camera mia che ho già preparato tutto!
Jess sbuffò, capendo che difficilmente sarebbe riuscita a  mettere in pratica le sue buone intenzioni, e si avvicinò al
corridoio su cui si aprivano le varie stanze. Prima di andare in quella di Gugu, bussò alla camera del gemello. Il viso di Lele
fece capolinea di fronte a lei e sii aprì in un sorriso timido, mentre lei gli cingeva le spalle con le braccia stampandogli un
bacio sulla guancia ricambiato.
-Ehi! Credevo non saresti venuta, non dovevi studiare?
La ragazza sospirò al ricordo dell’interrogazione e nascose il viso nell’incavo del collo dell’amico, stringendolo più forte.
Lele le accarezzò i capelli, sorpreso e poi la fece entrare con sé nella propria camera, chiudendole la porta alle spalle.
-Jess…stai…stai bene?- le chiese, esitando e sapendo che non era così.
-Io…io…- la ragazza trattenne il fiato, borbottando qualcos’altro che l’amico non riuscì a udire, essendo le parole soffocate
dalla stoffa.
Lui la prese delicatamente e la fece sedere di fianco a sé sul suo letto, accarezzandole una guancia in un gesto d’affetto un
po’ goffo. Lei sospirò cercando di calmarsi di nuovo, di non pensarci, sempre sotto lo sguardo attento di Lele.
-Ne vuoi parlare?
Lei scosse la testa e mormorò:-Tranquillo, fra poco passa…sono solo stanca…
-Sicura? Lo sai che io non sono mio fratello, con me puoi parlare.
Annuì, sorridendogli e abbracciandolo di nuovo:
-Ho solo…i soliti problemi con la scuola…
-Ah…- rimase pensieroso  a osservare il soffitto per un lungo istante, poi si tirò su gli occhiali con il dito medio e respirò
affondo, accarezzandosi il mento, per poi tornare a guardarla di nuovo. –Se vuoi potrei cercare di darti una mano, se vaia
vanti così…sai…-
-Sì sì, so cosa vuoi dire…- si alzò Jessica, tirandosi indietro i capelli e avvicinandosi alla porta –Meglio che vada prima che
tuo fratello…-
-Non scappare.- le mani del ragazzo le presero dolcemente un braccio e la avvicinò di nuovo a sé, accarezzandole una
guancia -Resta qua e ti darò una mano a studiare, così domani potresti provare a…-
-EHI! Dannazione piccola non dovevi aspettarmi in cam…- Gugu spalancò la porta partendo in quarta, per poi
interrompersi e osservarli con uno sguardo malizioso –Ho interrotto qualcosa?
-Nono, niente!- esclamarono in coro mentre Lele allontanò di scatto le mani da Jess, diventando rosso e facendo arrossire
a sua volta la ragazza, anche se non vi era alcun motivo. Ma era lo stesso sguardo di Gugu a farle quel effetto ogni volta.
-Ah, bene! Perché se no col cavolo che ti aiutavo con un certo spilungone di nostra conoscenza a spezzare il cuore al mio
fratellino!- le fece l’occhiolino e le guance della ragazza divennero ancora più accese, causando la sua risata.
Jess fu trascinata nella stanza di Guglielmo, ritrovandosi di fronte una marea di cartacce che ricoprivano il pavimento di
legno e il tappeto, mentre sul letto era stata abbandonata una chitarra classica e una palla da basket.
Insomma l’ordine regna sovrano in questo posto!” pensò, ridendo fra sé e sé.
-Aaallora! Beatles! Cosa ne pensi di loro?
-Mi piacciono molto, e non mi hanno stufato anche se mi hai fatto sentire canzoni su canzoni a riguardo!- sorrise,
stringendosi nelle spalle.
-Bene, sono soddisfatto…ora ti presenterò uno dei miei tesori…ma prima una storia generale sulla musica, ok?
-Ho bisogno di prendere appunti, prof?- lo prese in giro la ragazza, incrociando le braccia, mentre lui spostava la palla
facendola rimbalzare sulla parete e finire nel cestino vicino alla scrivania, per poi prendere in mano la chitarra. Si sedettero
uno di fianco all’altra e Gugu si inumidì le labbra, saggiando l’accordatura del suo strumento.
-Tranquilla, signorina Camarin, mi presti solo le sue orecchie.- continuò il gioco, sorridendo divertito -E se fa la brava sta
sera farò in modo che il suo aspirante fidanzato rimarrà solo con lei!-
Le fece l’occhiolino, strimpellando qualche accordo prima di iniziare la sua adorata lezione.
 



Arrivarono all’oratorio con Yesterday che suonava dolcemente in tutto l’abitacolo della macchina dei gemelli, mentre Gugu
la canticchiava, muovendo lentamente la testa e Lele faceva lo stesso, ridendo delle stonate della sua amica mentre cercava
di imitare Paul McCartney. Gugu storse la bocca, fulminandola con un’occhiataccia.
-Mi stai rovinando una canzone fantastica!
-Scusa…- si morse il labbro inferiore la ragazza, abbassando lo sguardo, ma poi avvertì la sua mano accarezzarle la testa con
fare affettuoso.
-Non importa…dai, se la canti vuol dire che ti piace proprio! Ne sono contento- il volto dorato del suo migliore amico si aprì
in un dolce sorriso, raro, senza ombra di malizia.
Lele posteggiò la macchina vicino al muricciolo, scendendo velocemente ridendo. Jess gli diede un colpetto ancora seduta
in macchina, abbassando il finestrino, facendo la finta offesa, mentre Gugu scuoteva la testa.
Attraversarono il cancelletto, prendendosi in giro e  rincorrendosi, Jess si voleva vendicare di Lele, ma lui le sfuggì e lo
sguardo di lei  fu catturato da una figura che giocava a calcio insieme a un altro ragazzo.
Quella figura le comparve controluce, più scura, abbagliata dagli ultimi raggi dorati del sole morente, mentre lei rimaneva
abbagliata dagli occhi scuri che incrociavano il suo sguardo e le sorridevano.
Quegli occhi castani, profondi in cui si sarebbe persa mille volte, in cui avrebbe voluto immergersi ogni giorno della sua
vita.
-Leo…- mormorò in un soffio, incantata.

 
 
 
 
 
 
 






*****ANGOLO AUTRICE*****
Ok, non uccidetemi data la mia scomparsa...
Scusate scusate...se c'è qualcuno che segue
ancora la mia storia sarai felicissima se mi lasciasse un commento!

Un abbraccio J 

Ps. Grazie mille per aver letto fino a qui ;) 
  
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