Sin dall'alba di quel mattino
tiepido di primavera, Maleficent si era
alzata in volo con le maestose ali, spostandosi veloce fra le nuvole
sopra il
castello. Più erano tesi i suoi nervi, più le
riuscivano perfettamente le
acrobazie spericolate che faceva in aria, facendo spaventare a morte il
povero
Fosco. I suoi brillanti occhi verdi avevano captato i movimenti delle
guardie e
registrato qualunque avvenimento fuori posto, una possibile minaccia
per
Aurora, come ogni mattina da quando quest'ultima era diventata regina,
tuttavia
sollevata poté confermare di non aver avvistato nulla di
sospetto. Gironzolava
attorno alla torre Nord, dalle cui finestre era in grado di spiare di
tanto in
tanto la bionda, quando vide nel cortile sottostante due figure
conosciute intente
a passeggiare. In picchiata dalla vertiginosa altezza dove si trovava,
scese
per guardare meglio. Lo stomaco si attorcigliò nel
riconoscere la coppia: la
bella Aurora camminava per mano con Filippo. Quell'imbranato principe
dopotutto
ce l'aveva portato lei tra le mura del castello, pensò con
stizza verso sé
stessa; non lo sopportava, non reggeva la parlata timida e balbettante,
l'insicurezza e l'immaturità del giovane, non le reputava
meritevoli
dell'intrigante compagnia di Aurora. Come poteva affiancarla un
ragazzino che
non si teneva in piedi con un'armatura più pesante? No, la
sua bestiolina aveva
bisogno di qualcuno di forte e affidabile, pronto a difenderla sempre.
Gli
occhi le si riducevano inconsapevolmente a due fessure non appena
Filippo osava
accostarsi di un centimetro in più alla bionda. Con
silenziose virate macinò
altri metri in basso, smaniosa di capire cosa si stessero dicendo.
- A-aurora... volevo dirvi che... siete bellissima! -
Che banale
osservazione, stupido ragazzino!
Le gote della regina
si imporporano di rosso, ma comunque continuò a
guardarlo dritto in volto.
- Grazie, Filippo -
Il principe aveva la stessa età di Aurora, anche se sembrava
poco più
di un quindicenne, sbarbato e goffo. Ma la fata si era accorta che tra
i due
c'era assolutamente del tenero e questo la tormentava profondamente.
Che nome
doveva dare a quel fastidioso sentimento? Sapeva solamente dire che la
turbava
così tanto da essere diventato un pensiero fisso.
- Sono stato benissimo qui con voi, in questi due anni... siete la
fanciulla più interessante che abbia mai conosciuto nel mio
regno. S-siete
intelligente... -
Perspicace.
- Curiosa... -
Brillante.
- Comprensiva... -
Fin troppo
buona.
- Siete la donna che
ogni re vorrebbe accanto! Io so che il vostro
posto è qui e che dovete badare alle vostre terre, ma
è arrivato il momento di
farvi una proposta -
Maleficent osservò con trepidazione una mano del ragazzo
scendere
nelle pieghe del suo abito prezioso, tuttavia un istante prima che la
estraesse
e rivelasse l'oggetto che stringeva, la fata, stordita, sconfitta,
decise di
volare via. Le iridi le si erano accese di una minacciosa luce verde
che poteva
seriamente spingerla ad azioni irreparabili, perciò fu
costretta a fuggire,
immaginando però alla perfezione ciò che Filippo
stava per domandare e il
felice epilogo di quella storia.
- ... ti amo! -
Le orecchie ancora attente intercettarono la confessione che non
avrebbe mai voluto sentir uscire dalla bocca di Aurora. Strinse i denti
e i
pugni, le unghie le si conficcarono nella pelle diafana.
Forzò le splendide ali
a spingere quanta più aria potessero, perché alla
fine l'aveva avvertito.
Dentro di lei qualcosa si era davvero spezzato.
Era al calar del sole che
cominciava il vero spettacolo in quel luogo
magico. L'immensa Brughiera florida e colorata, con le tenebre,
mostrava il suo
lato più stupefacente: la flora e la fauna incantata
affioravano nella loro
favolosa bellezza, piccole creature svolazzanti e fiori dai petali
giganti
cacciavano sfumature variopinte, illuminando la distesa già
bagnata dai freddi
raggi lunari. Alcune danzavano a filo d'acqua sui laghi, disegnando con
le loro
graziose movenze numerosi turbinii nei quali gli occhi volentieri si
perdevano.
Si udivano nell'aria i brusii delle foglie, i mormorii dei minuscoli
abitanti,
talvolta qualche albero che si spostava, provocando scosse nel terreno
per le
lunghissime e robuste radici. Ma la volta di un blu profondo era
sicuramente
l'ostentazione meglio riuscita della natura. Le stelle erano
così tante che era
impossibile anche solo racchiuderle tutte in uno sguardo. Maleficent
adorava
sedersi sull'erba umida, appoggiarsi ad un accogliente tronco e
guardare il
cielo che si specchiava sulla superficie dei laghetti, giocare con la
sua
magia, riempiendo il vuoto di incantesimi luminescenti. Dopo aver
soppresso la
graffiante sensazione che aveva provato di fronte ai due amanti, di
fronte alla
sua bestiolina che dichiarava il suo amore ad un
altro, si era
concentrata su dove portarla quella sera particolare. Avanzava con la
sua
camminata felina nella Brughiera che si schiudeva al suo passaggio, per
andare
incontro ad Aurora che probabilmente si era avviata molto prima di lei.
Si
incrociarono a metà strada. La bionda aveva indossato uno
degli abiti più
carini che aveva, candido come la sua anima e impreziosito da una
luccicante
polvere di gemme che la fata stessa le aveva regalato. La chioma era
stata in
parte legata in un'acconciatura complicata che lasciava comunque cadere
morbidi
sulle spalle i riccioli dorati. Maleficent si bloccò a
guardarla per un attimo,
notando con nostalgia e allo stesso tempo compiacimento che i
lineamenti del
suo viso non erano più quelli di una bambina, ma di una
giovane donna. L'unica
parte che non era affatto cambiata da quando Aurora era in fasce, erano
gli
innocenti occhi cerulei.
- Oh eccoti, Maleficent! -
Le labbra rosee si aprirono in un sorriso spontaneo per la fata.
- Sei in ritardo, come al tuo solito -
Al rimprovero seguì un abbraccio inaspettato.
- Mi sei mancata -
Maleficent s'impietrì al tenero contatto con la ragazza, ma
riuscì
ugualmente a sussurrarle:
- Anche tu, bestiolina -
Restarono avvinghiate per qualche secondo, poi la regina si
staccò,
guardandosi attorno stupita.
- Dov'è Fosco? -
- In giro -
Ghignò, pensando alla fatica fatta per liberarsi dalla
presenza a
volte ingombrante del petulante corvo. Anche lui naturalmente sapeva
del
compleanno di Aurora, per questo era stato spedito lontano alla ricerca
di un
raro fiore, al di là delle montagne alle spalle del
castello, ancora più avanti
della foresta sterminata dove spesso si era perso. Un fiore tanto bello
quanto
difficile da trovare, già, perché in
realtà... non esisteva.
- Andiamo adesso. Vieni, tieniti forte a me -
Lo sguardo preoccupato di Aurora le strappò un sorriso
divertito.
- Avanti, prometto che non farò la spericolata -
La ragazza scettica circondò il busto di Maleficent,
stringendolo al
punto di toglierle quasi il respiro. La fata chiuse gli occhi,
inspirando
l'odore floreale che emanavano i suoi capelli. Spalancò con
orgoglio le ali
estese e partì velocemente verso l'alto, mentre le sue
braccia corsero a
reggere il corpo leggero di Aurora, che aveva nascosto il viso nel suo
collo.
Il volo non durò molto, anche se fu parecchio faticoso,
visto che il posticino
che aveva ricercato con cura per la bestiolina era situato in un'area
impervia
della Brughiera. Dovettero passare in mezzo a colossali megaliti che
ostacolavano la strada verso l'interno della distesa erbosa,
disseminati gli
uni vicini agli altri, a distanze molto ridotte, per questo motivo
Maleficent
rallentò, non volendo mettere in pericolo la bionda. Quel
pomeriggio, vagando
nel cielo con lo sguardo rivolto a terra, aveva individuato
un'insenatura
sepolta fra le rocce da cui sgorgava una piccola cascata che nella sua
discesa
veniva interrotta da un masso. Si era creata una zona franca, dove se
ne
stavano immobili delle farfalle di un blu fosforescente,
così da tingere il
flusso normalmente trasparente. Aveva subito pensato di essersi
imbattuta
nell'anfratto più straordinario che avesse mai visto,
proprio quello che le
occorreva per una nottata irripetibile.
- Siamo arrivate? -
- Sì -
Aurora rimase ancora per qualche attimo incollata alla fata, che
esasperata, afferrandola per le spalle, la fece finalmente staccare.
Con
soddisfazione osservò il suo sguardo scintillare alla vista
della cascata tanto
singolare.
- Ma... ma... è stupendo, Maleficent! -
Sicura di aver fatto colpo sulla curiosità spropositata di
quella
ragazzina, le strizzò l'occhio.
Superato il disagio iniziale
dovuto alla ragazza giustamente sorpresa
che le aveva rivolto mille domande - quasi tutte senza risposta - sul
come e il
perché avesse trovato un luogo del genere, se l'avesse fatto
per lei, la serata
si stava rivelando più che piacevole. Spesso Maleficent
temeva le occasioni in
cui si ritrovava sola con la giovane, per via della sua reticenza al
contatto
umano, ma scopriva ogni volta di non doversi preoccupare in alcun modo:
la loro
relazione era del tutto immediata; Aurora e la sua gioia di vivere,
talora
esuberante, si univano alla perfezione con il carattere schivo della
fata. Le
due si completavano a vicenda.
- Nessuno mi aveva mai portata qui, eppure molti conoscono bene la
Brughiera... -
Nonostante avesse cercato di dissuaderla dal pensiero che si fosse
innalzata in volo appositamente per lei, la bionda aveva provato
diverse volte
a estorcerle di bocca le parole che desiderava sentire. Con nonchalance
cadeva
ripetutamente sullo stesso argomento, ma Maleficent era troppo
maliziosa per
non accorgersene. Lasciò che la sfidasse, sicura della sua
maggiore scaltrezza.
- E' nascosto in mezzo a queste rocce, secondo me è
impossibile
notarlo a piedi... -
Non
provocarmi, bestiolina.
- Magari con un paio
d'ali... -
Con le sopracciglia inarcate abbassò lo sguardo incrociando
quello di
Aurora. La ragazzina stava sfruttando i suoi commoventi occhioni per
convincerla.
Conosco fin
troppo bene quelle occhiate, le hai sempre usate per
farmela sotto al naso.
- Di certo gli
studiosi che vivono nel tuo castello non si saranno
fatti sfuggire la possibilità di analizzare lo strano
comportamento di queste
farfalle. Chiedi a qualcuno domani, vedrai che sapranno portarti anche
loro -
L'espressione delusa della dolce regina quasi la
persuase.
- Ho freddo -
Aveva piano piano appreso che quelle due semplici parole nascondevano
una richiesta molto precisa.
- Le tue ali sono così calde, non è che...? -
Rimanendo in silenzio ma con un sonoro fruscio allargò gli
arti
piumati e li richiuse accogliendo Aurora in una calorosa stretta. La
sentì
strusciarsi sulla superficie morbida e sfiorarla con i polpastrelli.
- Non mi hai più raccontato la loro storia, di come le hai
perse -
Aurora gliele aveva restituite, perciò aveva pensato che
fosse giusto
dirle la verità a proposito di suo padre, del suo
tradimento. Tuttavia malgrado
l'intenzione, la sua lingua si rifiutava puntualmente di articolare un
qualsiasi discorso sui dolorosi eventi passati.
- E' il tuo compleanno, non bisogna rovinarlo -
La regina tacque per un momento, poi ricominciò a parlare.
- Erano chiuse in una teca, nel castello... nella stanza di mio padre,
perché? -
Maleficent non trattenne un lungo sospiro significativo. Si domandava
se fosse il caso di rivelarle la natura di quell'uomo ambizioso e
avido,
essendo consapevole che l'idea di Aurora sul suo conto era un'altra.
Lei stessa
si era presa l'incarico di darle spiegazioni sulla sua morte, per
risalire
all'antico diverbio tra uomini e abitanti della Brughiera, tra il
sovrano e la
fata più abile che si era erta a difesa della sua terra.
Aveva mentito,
rifilandole una versione inventata dalla sua mente diabolica, in cui
Stefano
non era stato affatto descritto come la persona che era stata
veramente.
D'altronde, come avrebbe potuto parlare ad una ragazzina di soli sedici
anni
della falsità senza riguardi del papà? La piccola
aveva a stento trascorso i
suoi primi giorni con lui. Maleficent non era stata sincera, per
l'ennesima
volta e lo aveva fatto per salvarla da una terribile verità.
- Te l'ho detto: lui le conservava lì
in attesa che io venissi
a prenderle -
- Il vecchio re te le aveva fatte tagliare perché non volevi
farlo
entrare nella Brughiera -
La fata annuì.
- Non mi hai detto comunque chi è stato a togliertele -
Nuovamente Maleficent evitò la risposta.
- Tu sei furba e i tuoi incantesimi sono incontrastabili,
com'è
possibile che un uomo ti abbia portato via le ali!?
-
- Hai ragione, bestiolina -
Aurora alzò il capo per guardarla, sbalordita da
quell'ammissione. Di
rado dalla bocca di Maleficent uscivano frasi simili.
- I miei incantesimi sono incontrastabili -
Disse in un sussurro, prima di puntare un dito sulle sue labbra.
- Adesso potrei farti qualsiasi cosa, sai? -
La bionda provò a parlare, ma dalla sua gola non veniva
fuori nemmeno
un filo di voce. Spaventata, la guardò con occhi sbarrati,
mentre Maleficent
scoppiò sfacciatamente a ridere. Si arrese dopo poco.
- Se prometti di fare la brava, ti restituisco la tua deliziosa vocina
-
La giovane buttò gli occhi al cielo, esasperata dai soliti
sortilegi
che le scagliava contro quando faceva troppe domande. Improvvisamente
balzò in
piedi, scansando le ali della fata. Maleficent non riuscì a
capire cosa volesse
fare, finché non la vide spostarsi alle sue spalle.
Non farlo,
non toccare...
Le mani calde della
ragazza finirono sulle corna di Maleficent. Non
fece in tempo a reagire che Aurora tirò indietro il suo
capo. I riccioli chiari
le solleticavano il volto, le iridi verdi immerse nelle azzurre. Rimase
senza
parole. Avrebbe voluto liberarsi dalla presa fastidiosa, ma
l'intensità dello
sguardo dell'altra la paralizzò. Con gli occhi
disegnò il profilo della bella
regina, appurando che le sue labbra vermiglie erano sempre
più vicine. Senza
dubbio le loro bocche si sarebbero incontrate se Maleficent...
- E va bene, va bene! -
... non l'avesse allontanata per ridare potere alle sue corde vocali.
Visibilmente appagata, Aurora se ne tornò a sedere accanto
alla fata ancora in
preda al panico per il bacio che le stava per rubare.
- Anche io conosco i tuoi punti deboli, Maleficent! -
La canzonò divertita, beccandosi un'occhiataccia piuttosto
inquietante.
- Sai, in circostanze come queste sei uguale a Filippo! -
La bruna s'irrigidì, la memoria piena delle sgradevoli
immagini del
pomeriggio.
"E' arrivato
il momento di farvi una proposta"...
- Siete gli esseri
viventi più discreti della Terra! -
- Suvvia, bestiolina, non vorrai mica paragonarmi a quello smidollato?
-
Aurora si accigliò, rifilandole una gomitata.
- Non è uno smidollato! Oggi abbiamo passato un po' di tempo
insieme,
abbiamo chiacchierato... -
- Ah sì? -
Cercò di sembrare neutra, pur sentendosi ribollire
all'interno.
- Sì, mi ha detto tante cose carine, è un ragazzo
davvero gentile e
premuroso -
Smidollato.
- Mi ha chiesto di
sposarlo -
Uno sbuffo verdastro scappò dalle dita di Maleficent.
- Stai bene!? -
- Oh, certo! E tu... tu hai accettato? -
In quei pochi secondi d'attesa la fata giurò di sentirsi
morire.
- Potrebbe essere il mio vero amore... -
- Il vero amore non esiste -
Allora perché con un suo bacio la bionda si era risvegliata?
- Forse non l'hai ancora trovato... -
- Sei ancora una ragazzina, Aurora -
La provocazione sortì un cattivo effetto sulla regina.
Offesa da quel
pensiero, la giovane si sollevò e questa volta fu il turno
della fata di
sorbirsi uno sguardo
torvo.
- Quando cerco di parlare d'amore e di sentimenti, sono sempre una
ragazzina, vero!? Sono stufa di questo tuo atteggiamento -
Maleficent fece per controbattere, ma infine restò muta.
- Solamente perché tu non hai mai provato amore verso
un uomo,
non è detto che sia lo stesso per tutti gli altri! -
- Che ne sai? Che ne sai di quello che ho vissuto? -
- Non so nulla di te, è questo il problema! -
La crocchia di Aurora si rovesciò totalmente sulle sue
spalle per il
gesticolare frenetico e il respiro ansante. Era furente, il petto si
alzava e
abbassava a ritmo sostenuto.
- Non ascolterò più neanche una parola da te!
Sei... sei una... -
Arrestò lo sfogo, cercando di riprendere il controllo delle
sue
emozioni.
- A volte penso di detestarti, Maleficent! -
Come era avvenuto ore prima dopo aver udito quel "ti amo"
non destinato a lei, la bruna dalle iridi saettanti percepì
un tonfo sordo nel
petto che la fece scattare all'insù. Quel "ti detesto"
invece, era
stato chiaramente rivolto a lei. Un tumulto di sensazioni la mise in
agitazione.
Collera.
Frustrazione.
Amarezza.
Livore.
Afflizione.
Al drizzarsi della
figura slanciata ed energica della fata, ali
leggermente aperte e busto in fuori, Aurora indietreggiò di
qualche passo,
sentendosi microscopica al confronto.
- Tu sei la più stupefacente creatura a cui un mostro
possa mai
aver dato vita! -
L'espressione dubbiosa della ragazza l'istigò a continuare.
- Tuo padre mi ha tagliato le ali! -
- Ma cosa...? -
- E lui è stato il mio primo amore! Mi ha ingannata, ha
usato i miei
sentimenti per ottenere il trono! Quella dannata notte credevo di aver
ritrovato
un amico, un
amante, l'unico essere umano di cui potermi fidare e invece mi
sbagliavo! -
Con dolore la vide portarsi le mani alla bocca, in un gesto
esterrefatto.
- La mattina dopo mi sono risvegliata con delle fitte lancinanti alla
schiena... le mie ali non c'erano più! -
Una lacrima scese dagli occhi della più grande.
- Il mio cuore non c'era più -
- Io non... -
Si girò per nascondere alla sua vista le altre stille che
ormai le
rigavano il volto cinereo.
- Tu non puoi odiarmi, l'ho già fatto io
prima di te -
Pensò che quella serata magica volgesse al termine - una
fine
inaspettata e non desiderata -, fu sul punto di volare via. Un paio di
braccia
esili lasciate nude dall'abito la circondarono da dietro, impedendole
qualsiasi
movimento.
- Maleficent... -
Scosse i lunghi arti ma la presa era molto salda.
- Non ho accettato la proposta di Filippo -
Le depositò un bacio lieve sul collo.
- I nostri regni si uniranno, non le nostre vite -
Un altro appena sotto l'orecchio. I suoi sussurri sommessi le stavano
facendo venire la pelle d'oca.
- Ti ho vista sbirciare di nascosto, eri poco sopra
di noi. So
che hai sentito tutto. E' vero, gli ho detto che lo amo... lo amo come
un
fratello -
Maleficent si fece coraggio, si voltò per guardarla in
faccia.
- Sapevo che c'era qualcosa di strano nel tuo racconto... aspettavo da
tanto tempo che mi dicessi la verità... -
Aurora avanzò fino a trovarsi a pochissimi centimetri di
distanza dal
suo viso spigoloso. Alzò un braccio, con esitazione
posò una mano sulla guancia
umida, regalandole una carezza delicata.
- Non sono come lui. Non ti farò del
male, non ne sarei
capace... -
Fissò un secondo i due purissimi smeraldi, come a chiederle
il
permesso di ciò che stava per prendersi. Lasciò
un bacio all'angolo della bocca
carnosa.
- Ora capisci perché insisto se ti dico che il vero
amore esiste?
-
Maleficent liberò la baraonda delle sue emozioni annullando
il
distacco tra le loro labbra. La prese per i fianchi, la
schiacciò contro il suo
corpo, sentendosi finalmente viva. Aurora sorrise
per l'impeto di quel
contatto e rispose con ardore, portando entrambe le mani sul viso della
fata.
Si baciarono a lungo, mordendosi, facendo scontrare le bocche, fino a
che
l'ossigeno le obbligò a separarsi. La bruna notò
che la più piccola non era mai
apparsa tanto rassicurante e risoluta come in quel frangente. Non
poté che
abbandonarsi completamente al suo volere, permettendole di farla
distendere sul
manto erboso.
- Mi hai già donato così tanto, stanotte
sarò io a donarmi a te
-
Si tolse il mantello che le copriva le spalle, allentò i
bottoni del
vestito e si mise sopra la fata. Maleficent rimase impressionata
dall'audacia
della ragazzina. Passò una mano nella chioma dorata, poi
l'artigliò e si portò
giù il visino pulito della regina.
Cosa devo
fare adesso con te...?
- Ti prego, non farmi
aspettare ancora -
Ti amo,
bestiolina.
Probabilmente Fosco avrebbe
dovuto farsi catturare da quell'uomo,
piuttosto che seguire quella fata spregiudicata! Dopo aver volato per
miglia e
miglia, aver rischiato di essere mangiato dalle creature aggressive
della
foresta, dopo aver cercato il raro fiore nella
caverna del lupo grigio
dalle zanne affilate, il corvo era stato avvisato da un gruppo di
folletti di
passaggio nel bosco che non esisteva alcuna pianta che corrispondeva
alla
descrizione fornitagli con minuzia da Maleficent.
Grazie mille,
strega che non sei altro!
Ah ma questa volta,
questa volta Fosco si sarebbe riscattato. Era
fermamente deciso ad andarsene via e vivere libero. Arrabbiato per la
presa in
giro, volò a massima velocità per tornare dalla
fata e licenziarsi. Non
aveva neanche potuto procurarsi un regalo per la piccola Aurora.
Non trovò nessuno nel rifugio di Maleficent, né
gli abitanti della
Brughiera seppero dargli notizie utili. Si recò al castello
e scoprì attraverso
la servitù che Aurora si era dileguata da diverse ore.
Chissà
perché ho il sentore che siano insieme.
Il corvo ci aveva
visto bene sin dall'inizio di quella faccenda. La
figlia di Stefano - per quanto fosse stata intenzionata ad odiarla - le
aveva
ridato un pizzico di felicità, forza per affrontare una vita
provata da episodi
tremendi. Le aveva ridato speranza. Le aveva fatto conoscere l'amore.
L'aveva indissolubilmente cambiata.
Con il corpicino flessibile esplorò le zone più
remote dell'immensa
distesa, raggiunse la parte rocciosa. Addentrandosi oltre un complesso
di
megaliti, Fosco individuò con il suo sguardo attento un
elemento che cozzava
col paesaggio.
Si posò su una roccia, non volendo violare
l'intimità del groviglio
che si trovò davanti.
Si lasciò andare in un sospiro di sollievo, commosso dalla
scena.
Maleficent riposava serena, avvolgendo con le sue ali marrone scuro i
corpi nudi di entrambe. Le gambe perfettamente intrecciate, le mani
congiunte e
le loro labbra a sfiorarsi, a cercarsi bramose.
Finalmente Maleficent sorride.
Finalmente Aurora si sente al
sicuro.