Continuo a correre e sento avvicinarsi sempre più i passi dei Cercatori. Mi sento come un’animale in trappola , braccato, senza via di scampo...
One-shot sui pensieri di Melanie durante la fuga dai Cercatori a Chicago.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Melanie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
It's the fear
of the
dark
It's growing inside of
me They won they will hunt
tonight Have to save all the
love There is no escaping -
It’s the fear- Within Temptation
Corro nel buio.
Intorno ai miei piedi vorticano nuvolette di polvere sollevate dalla
velocità e sento dietro di me le voci dei Cercatori che mi
ingiungono di fermarmi. Li ignorò e accelero aumentando la
distanza che ci separa. Non mi avrebbero preso, non viva.
Ero la più veloce della mia classe, mio padre scherzando mi
diceva che correvo come un cavallo... ma questo apparteneva a
un’altra vita, un vita dove il mondo era ancora normale. Con
rabbia scacciai il pensiero di mio padre dalla mia mente. Mio padre
è morto, non esiste più da quando è
diventato uno di loro
e aveva messo i Cercatori sulle tracce mie e di mio fratello. Jamie.
Sarei tornata, c’è l’avrei fatta per
lui, glielo avevo promesso. Solo adesso mi rendevo conto quale pazzia
sia stata quella di lasciare Jamie e Jared per tornare a Chicago per
scoprire se Sharon era ancora viva. Era stata una decisione affrettata,
ma quando al telegiornale la intravidi con la sua inconfondibile chioma
fulva, muoversi furtivamente verso quel vecchio e ammuffito palazzo, lo
stesso dove ora mi ritrovavo a correre per la mia esistenza, mi era
sembrata la cosa giusta da fare.
Continuo a correre e sento avvicinarsi sempre più i passi
dei Cercatori. Mi sento come un’animale in trappola ,
braccato, senza via di scampo. Continuo a correre, cercando di evitare
che la paura si impossessi di me. Qualunque cosa fosse accaduta non
avrei messo in pericolo Jamie e Jared ed ero decisa a proteggerli a
tutti i costi anche nell’eventualità fossi
diventata una di loro.
A quel pensiero un brivido di disgusto mi percorre il corpo. La morte
sarebbe un destino migliore di quello di essere cancellata per sempre.
All’improvviso noto in fondo al corridoio, tra le zone
alternate di ombra e luce, una zona dove
l’oscurità era totale. Man mano che mi avvicino,
riconosco quella macchia nera : il vano dell’ascensore.
Per giorni lo avevo usato come rifugio durante la mia vana e disastrosa
ricerca di Sharon, e ora sarebbe diventato il mio rifugio eterno.
Mi volto ancora una volta e vedo accelerare i Cercatori. Hanno intuito
le
mie intenzioni, ma sono ancora troppo distanti per potermi fermare.
Corro, corro finché non sento più il terreno
sotto i piedi, ma l’aria che mi sferza il volto e il resto
del corpo e che mi accompagna nella mia inesorabile caduta.
Atterro con un tonfo sordo, che mi provoca un dolore tale che mi da
l’impressione di essermi rotta ogni singolo osso presente
nel corpo, ma il fatto che provassi ancora dolore indicava
che ero ancora viva .Con rabbia capìi che
l’altezza da cui mi ero buttata non era stata sufficiente.
Avevo fallito.
Il mio ultimo pensiero, prima che i sensi mi abbandonassero
andò a Jamie: non avevo mantenuto lapromessa.