Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: MartaAka97    16/08/2014    1 recensioni
In un futuro non lontano, ma completamente inverosimile, i BangtanBoys sono divisi e tutti sono a capo di una crew partecipante alla World Champion. Erika è una ragazza normale, con grande talento per ballo e canto, e questo non è passato inosservato agli occhi del Leader dei Black Blaze, Jungkook.
Inizia così la sua avventura tra scontri di ballo, nuove amicizie e un periodo di maturazione personale. Ma cosa succederà quando per colpa di un giorno di pioggia, conoscerà Suga, il Leader dei Red Flame, peggior nemico di Jungkook?
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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fanfiction BTS Suga stava guardando fuori dalla finestra della sua villa. Gli altri ragazzi erano seduti nei due grandi divani di pelle del salone principale. A parte quei due elementi, il resto della casa era arredato completamente in stile antico, con mobili ricercati. Le tonalità andavano dal rosso, al bordeaux, al marrone scuro che risaltavano sul pavimento color beige.
Era autunno e quel giorno sembrava che la pioggia non volesse smettere. -Mi sa che dovremmo rimandare, Suga- disse Joseph. -Già- fecero gli altri in coro. -Peccato! Ci tenevo davvero molto ad andare a trovare i Black Blaze! Sopratutto per vedere la faccia di Jungkook al nostro arrivo!- protestò Valerie, provocando risatine. La ragazza non era asiatica; aveva un caschetto di capelli biondi e gli occhi azzurri. Era bassa, superava appena il metro e cinquanta, ma era magra. Ed era un'ottima ballerina. Come il resto della crew. Suga strinse le spalle, solleticandosi il viso con il colletto del giubbottino di pelle. -Andiamo, avremo altre occasioni- tagliò corto. -Meglio andarci ad allenare: la World Champion non si vince da sola!-. Il gruppo borbottò qualcosa, poi si avviò verso la scala a chiocciola, finemente elaborata, che dava al piano superiore dove erano presenti le sale per le prove. Rimase solo Valerie indietro. -Tu che fai? Andrai a pensare a nuove canzoni e coreografie?- domandò sorridente. Il ragazzo si grattò la testa, poi annuì ridendo. -Li affido a te-.
Rimase chiuso nel suo studio fino a che Joseph non entrò ansimante. I capelli scuri erano incollati alla fronte. Alcune gocce di sudore scivolavano sul suo viso spigoloso, che presentava un'espressione preoccupata. Suga guardò i suoi occhi neri. -C'è qualcosa che non va?- chiese preoccupato, alzando la penna dal foglio. Il ragazzo respirò forte, poi annuì. -Dovresti vedere una cosa-.

Erano andati nella sala prove principale. Tutti i membri erano radunati intorno al computer e stavano guardando un video. Appena arrivato, si scostarono per farlo passare e lasciare che anche lui potesse vedere. -Cosa c'è di così preoccupante?- domandò, guardando Valerie. La ragazza non rispose, ma il suo sguardo diceva tutto: guai. Suga spostò il mouse sul tasto play. Intanto che caricava, lesse il titolo. Black Blaze: Nuovo membro Vincente! Storse le labbra. Appoggiò il mento sulle mani e aspettò.
Era un nuovo music video. Significava che volevano comunicare alle altre crew di avere un asso nella manica. La musica e il ritmo erano molto diversi dallo stile che usavano di solito. Dopo una breve introduzione, apparve Maia, iniziando a cantare. -Odio quella grassona- commentò Edgar, facendo ridere il gruppo. -Avanti ragazzi, un po' di rispetto- disse Suga. E poi, eccola lì. Il Nuovo membro Vincente. Una ragazza. Non troppo alta, dal fisico formoso, forse leggermente abbondante. Un viso rotondo, davvero grazioso, anche se nel video interpretava una guerriera amazzone. Aveva lunghi capelli castani legati in una coda che le ricadeva sulla schiena. La voce era bellissima, armoniosa, per non parlare di come si muoveva: forse la miglior ballerina che Suga avesse mai visto.
Finirono di vedere il video in silenzio. Il ragazzo respirò profondamente, poi guardò i suoi compagni. -Cosa ne pensi?- chiese Joseph. Lui annuì più volte, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. -E' brava- rispose, -E' davvero brava- si corresse, alzandosi in piedi. -Capisco perchè Jungkook l'abbia presa-. -Sarà l'ennesima smorfiosetta- fece Helen. -Beh, almeno lei potrà tirarsela per qualcosa: le altre ragazze sono solo oche incapaci di muoversi- continuò Max. Suga alzò le spalle. -Questo non cambia le cose- disse. -Come non cambia le cose?- domandò Valerie, incredula. -Noi continueremo ad allenarci e penseremo a nuove coreografie, nuove musiche, nuovi stili: se loro avranno una ballerina brava, noi avremo la performance migliore- concluse. -Adesso torno nel mio studio, ci vediamo più tardi-.


Eppure, lei non odiava la pioggia. Amava sentire il ticchettio delle gocce sui vetri e sulle strade, il suono ritmico che poteva calmarla. Ma in quel momento, maledisse ogni singola nuvola. Era bagnata fradicia e casa sua si trovava a più di mezz'ora da lì. Scorse una piccola tettoia davanti al cancello di una gigantesca villa. Non credo che i proprietari si offenderanno se mi riparo un po', si disse. Corse fino al suo punto di arrivo, e poi aspettò. Il temporale non sembrava voler smettere. Erika si strinse nella felpa ormai zuppa e starnutì più volte.
Dopo una decina di minuti, un vecchietto vestito di tutto punto, apparve dall'altra parte del cancello. -Signorina, mi scusi- disse gentilmente. Intuendo quello che le stava per dire, si scostò. -Sì, ora me ne vado Signore! Speravo solo smettesse per qualche minuto di piovere!- si giustificò. Il vecchietto sorrise. -In realtà, il mio padrone mi ha mandato a chiedervi se volete entrare per asciugarvi un po'-. Stupita da quella risposta, guardò oltre l'uomo, ma vide solo il giardino sconfinato, pieno di statue d'erba perfettamente potate. -Oh, ehm... d'accordo. Solo per qualche minuto- fece poco convinta. -Perfetto. Chiamami Ronald-. Le aprì il cancello e le offrì riparo sotto l'ombrello. -La ringrazio-. -Non dovete ringraziare me, bensì il mio padrone- concluse.
Il resto del tragitto lo passarono in silenzio. La ragazza continuava a guardare in ogni direzione, cercando di capire quanti soldi avesse questo padrone. L'entrata della villa, aveva due enormi scalinate che si univano dietro una fontana, ora piena d'acqua, e davano direttamente sul secondo piano della casa.
Rimase senza parole: c'era un enorme corridoio, pieno di porte chiuse. I mobili erano antichi o comunque ricercati. Il lungo tappetto che ricopriva tutta la superficie, era di un bordeaux spento. -Prego, di qua- fece Ronald, precedendola. Erika lo seguì imbarazzata fino a una scala a chiocciola che dava al piano di sotto. Vide due grossi divani in pelle, che stonavano abbastanza con il resto del mobilio. Sentì parecchie voci, segno che il padrone, non era da solo.
Arrivata nel salone, si ritrovò dodici paia di occhi che la fissavano incuriositi. O spaventati. O schifati. Non seppe dirlo. Da dietro il gruppo, apparve un ragazzo asiatico. Sembrava più grande di lei, forse di qualche anno. Aveva i capelli leggermente lunghi e spettinati. Indossava un giubotto di pelle sopra a una maglietta bianca senza scritte. Sotto aveva un paio di jeans chiari strappati e delle vans nere ai piedi. Si fissarono per diversi secondi. Era davvero bello. La colpì la carnagione: era bianca come lo zucchero.
-Ehm... io sì, Ronald mi ha detto che... - balbettò imbarazzata. Sentiva le guance andare a fuoco. Si strinse ancora di più nella felpa, che adesso sembrava pesare tonnellate. L'asiatico le sorrise dolcemente, poi le si avvicinò. -Che ci facevi appostata fuori da casa mia?-. Casa sua?! È lui il padrone?! Pensò incredula. Come faceva un ragazzo così giovane ad avere una casa così grande e costosa? Cercò di non pensarci. -Mi riparavo dalla pioggia- spiegò, -Mentre tornavo a casa ha iniziato a piovere forte e così mi sono riparata dove ho trovato. Mi dispiace, me ne stavo giusto andando, ma il tuo... maggiordomo? Mi ha detto di entrare-. -Quindi tu eri qua fuori per caso- insistette. Erika sbuffò. -Mi sembra ovvio: neanche ti conosco, perchè dovrei appostarmi davanti a casa tua?-. Ci fu un lungo silenzio. -Sembra sincera- disse una ragazza bionda. Era molto più bassa di lei. -Sì, sembra anche a me- continuò un ragazzo dai capelli scuri. L'asiatico le si avvicinò e solo in quel momento Erika capì quanto fosse alto. Continuava a guardarla fissa negli occhi. Non riuscì a sostenere il suo sguardo, così lo abbassò, mentre le guance le andarono di nuovo a fuoco.  
-Quindi non ti ha mandata Jungkook- le disse. -Lo conosci?- domandò incredula. Lui annuì. -Vai ad asciugarti vicino al camino-. Erika notò solo adesso che nella parete destra della sala, c'era un grosso camino accesso. Non se lo fece ripetere e ci si inginocchiò davanti, lasciandosi cullare dalla sensazione del calore sulla pelle. Il ragazzo la raggiunse, appoggiandosi al muro in mattoni intorno alla struttura. Continuava a fissarla. Era dannatamente bello. Aveva sempre avuto un debole per gli asiatici: quei tratti eleganti e delicati, i fisici asciutti e slanciati. Un po' il contrario di lei. -Posso... posso fare qualcosa per te?- domandò imbarazzata. Lui scosse la testa, sorridendole. Arrossì di nuovo. -Quindi non ti ha mandata Jungkook- ripetè, cercando conferma. -Perchè avrebbe dovuto? Non capisco-. -Come non capisci? Ma sai chi siamo noi?- saltò su il moretto di prima. Erika scosse la testa, imbarazzata. Poi li guardò meglio, riportando lo sguardo sull'asiatico. Si alzò di scatto, sgranando gli occhi. -Siete i Red Flame! Ecco perchè avevate facce familiari!- disse, quasi scusandosi. -Tu sei Suga! Eri nei BTS prima che si sciogliessero!- continuò. L'asiatico alzò le mani, ridendo. -Beccato-. -Cavolo... scusatemi, veramente. Non sono da molto con i Black Blaze, per questo non vi ho riconosciuto subito- si giustificò, -So a malapena i nomi delle altre crew, figuriamoci se riconosco i membri-. -Signorino Suga, la cena è pronta-. Ronald era tornato, più impeccabile di prima. -Perfetto! Ragazzina è stato un piacere conoscerti! Addio!- la salutò la bionda, poi corse con il resto del gruppo al piano di sopra. Solo Suga rimase fermo. -Arrivo tra un attimo Ronald- informò. Il maggiordomo fece un piccolo inchino, poi scomparve. Rimasero soli. -Beh... grazie dell'ospitalità- disse la ragazza. -Capirai, per così poco... e così, tu sei il loro nuovo asso nella manica- fece, porgendole un braccio. Erika non capì bene le sue intenzioni, ma lo prese a braccetto. La condusse fino all'uscita, dove prese un ombrello. -Oh ma posso fare anche senza, davvero-. -Ti accompagno- la interruppe. Ne prese un altro, poi si avviarono verso il cancello.
-Beh... grazie ancora- gli disse. Suga sorrise, facendo spallette. -E' stato un piacere-. Le porse l'ombrello chiuso e aspettò che lo aprisse per spostarsi. -Allora ciao- la salutò. Erika fece un cenno con la mano. Lo guardò un'ultima volta, poi si avviò verso la sua abitazione. -Ah, sentì!- le urlò, facendola girare di scatto. -Non dire a Jungkook che sei stata qui, né che ci siamo conosciuti-. La ragazza annuì, forse un po' delusa. Come se avesse sentito i suoi pensieri, Suga sorrise. -Lo dico per te-.

  
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