Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: Katty Fantasy    16/08/2014    3 recensioni
Sono passati pochi giorni sull'identità di Rei. Astral ha una strana macchia nera nella sua anima e le cose tra lui e Yuma non ritorneranno come erano prima.
A Heartland City giunge una ragazza, Natsumi Graziella Tenjo, la cugina di Kite. Farà amicizia con Yuma e Astral, con i loro amici, frequenterà la stessa scuola e una grande avventura mai vissuta che verrà coinvolta.
Il perfido Dio Bariano, Don Thousand, teme a una profezia che potrebbe realizzarsi: Cinque Prescelti sono in grado di salvare i due mondi dal Male stesso; l'ultima prescelta sarà lei.
conoscerà Vector in cui il loro lontano passato si incrociano ma non si ricordando a vicenda...
Duelli, amicizia, rivelazioni, segreti e un amore perduto si rincontrano.
Salve, questo è il mio primissimo racconto che pubblico. Non giudicatemi male, vi prego!! Buona lettura! Energia al Massimo!!!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Asutoraru /Astral, I Sette Imperatori Bariani, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yuma/Yuma
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Chapter 1: Tutto alla normalità… o quasi

Erano passati appena pochi giorni da quando Astral aveva scoperto che Yuma gli aveva mentito sull’identità di Rei che era in realtà un Bariano, noto come Vector, il più terribile dei sette imperatori del loro mondo, soprattutto al ragazzo di averli raccontato di essere uno della polizia con il crimine di Brarian.
Tutti si erano fidati definitamente di lui che diventarono amici, compreso Yuma.
Nessuno si era accorto del misterioso comportamento del ragazzo dai capelli arancioni, teneva l’espressione di un bambino infantile e con quei occhi viola da cerbiatto sembra di poter sciogliere il cuore di una persona qualsiasi; con Yuma, invece, avvolte diventa severo con lui e con un comportamento da caporale di polizia che il ragazzo dai occhi cremisi si metteva sull’attenti.
Ma da quello che era successo in quel episodio: Vector aveva rapito Rei con lo scopo di portarlo in un’altra dimensione, Yuma e i suoi amici partirono immediatamente a salvare il loro amico grazie per mezzo del dirigibile uscito dalla Chiave dell’Imperatore.
Ma una volta arrivati… Yuma accecato dalla rabbia non diede ascolto Astral.
Non voleva accettarlo.
Non riusciva a credere che abbiamo fatto del male a Rei.
Si scopre che era un trucco. Un inganno!
In realtà, il Rei che conoscevano era Vector. Tutti rimasero sconvolti dalla terribile rivela-zione di Rei.
Una strana macchia oscura aveva macchiato la sua anima durante la trasformazione, il potere Zexal. In quella macchia prese il sopravento: il comportamento di Astral diventava simile al Numero 96 e, con la volontà malvagia, lui e Yuma diffusero le loro anime per dare origine un potere oscuro: il Zexal dark.
Il Yuma oscuro continuava a duellare contro il Bariano con sfoga e rabbia come un pazzo ma fortunatamente il Yuma buono riesce a salvare Astral dalla sua crudeltà.
Ma fu in quel momento, che ogni speranza stava per spegnersi… una luce abbagliante che fece unire di nuovo i loro cuori per apparire un nuovo potere Zexal; grazie a questa nuova forza, i due riescono a vincere il duello e portarono in salvo i loro amici sulla Terra.
Astral sapeva che le cose non sarebbero più state come prima ma non poteva far altro che sperare che un giorno sarebbe riuscito a perdonare definitivamente Yuma, ma sapeva che non sarebbe mai successo.
Non dimenticò quel giorno… e non lo dimenticò mai.

Era una giornata di sole su Heartland City, la città super tecnologica del mondo, una delle città più famose del mondo. Senza nuvole in giro e un lieve soffio di vento che si alzava dal caldo calore di primavera, il riflesso del fiume che scorreva sotto i ponti.
La gente si muovevano di qua e là in giro per lavoro d’ufficio, servire ai tavoli in un bar o divertire con amici, compagni di scuola oppure di parenti o altro.
Insomma, la classica giornata tranquilla.
Beh… tranquilla non proprio…
-Ah! Allora!? Mi è andata bene, no!?- gridava di felicità un ragazzo dai capelli oltremare e
gli occhi cremisi.
-Sì, come no! La prossima volta dovresti essere più prudente!- lo sgridava la ragazza dai capelli verdi con aria preoccupata e seccata allo stesso tempo.
I due ragazzi camminavano per le strade della città, prima si erano imbattuti contro un duellante che aveva in possesso di una carta numero, uno dei pezzi della memoria di Astral, per poco non faceva del male a una bambina piccola indifesa.
Chi teneva in possesso di una carta numero, il suo potere si manifesta nella mente della persona che tiene con sé e faceva del male a chiunque passasse nella testa qualcosa di terribile, di minaccioso. Per questo che la missione principale di Yuma era quello di ricuperare quelle carte di ricordare la missione di Astral. Il suo vero scopo…
-Nah, dai! Me la sono cavata bene!- contradice Yuma, con il suo solito sorrisetto allegro.
Tori, il nome della ragazza, ebbe una crisi di nervi. Odiava mentre diceva così –E se invece non è andata “bene”, come lo speri!?- disse lei, alzando la mano in pugno e gridarlo.
Il ragazzo si protesse con le braccia e cercava di giustificarsi –Dai, Tori, non fare così…-
La Chiave dell’Imperatore al collo di Yuma brillò leggermente, ed al fianco del ragazzo si materializzò un essere dalle sembianze umanoidi e dal corpo trasparente, che fluttuava al suo fianco.
-Yuma.- disse lo spirito - …il duellante che hai sconfitto… sarebbe seriamente stato capace di batterti e posso esserne d’accordo con Tori-
Tori gli sorrise –Grazie, Astral- riusciva a vedere Astral solo dopo il duello di Yuma, Kite e Shark contro Vector.
-Ehi!!- contradice il ragazzo, offeso –Non ti ci mettere anche tu!!-
-Ho detto quello che ho pensato, Yuma. E non cercare di dire che non devi dire stupidaggini-
-Uff!! Non è giusto!!- concluse il ragazzo, offeso.

Shark aspettava sua sorella che uscisse dal negozio, poco vicino all’ingresso e appoggiato alla moto con le braccia conserte.
“Beh, non poteva andare peggio di così!” si disse Shark, sospirando.
Socchiuse gli occhi: era da tempo che non passava con Rio, dopo quei anni in ospedale.
Anni prima, da piccolo non si interessava nei fatti della sorella e pensava solo a sé stesso e a duellare. Dopotutto, lui era il fratello maggiore da poterla occuparsene dopo la misteriosa scomparsa dei loro genitori ma gli voleva bene, anche se non lo voleva ammetterlo.
Dopo l'incidente della sorella aveva partecipato al torneo nazionale di Duel Monsters, man-tenendo la promessa fattale, quella di riuscire a vincere, ma viene squalificato durante la finale per aver guardato le carte dell'avversario prima dell'inizio del duello (ma si scopre che il duellante era Four e lo aveva fatto apposta).
Dopo questa delusione, si era unito a un gruppo di teppisti, ma si schiera dalla parte di Yu-ma e torna a scuola; faceva visita a Rio dopo la scuola quando era possibile.
Fortunatamente, si sentiva sollevato che sua sorella era guarita dopo il duello contro uno dei compagni di scuola (sotto controllo di una carta bariana) e vederla viva e salva. Alla fine si riprende e comincia a frequentare nella sua scuola.
In quei ultimi giorni, il ragazzo dai capelli viola era molto pensieroso su quello che era successo a Yuma.
Povero Yuma… sapere che qualcuno fingeva di essere un tuo migliore amico e scopri che in realtà faceva gioco… una cosa assurda!
Aveva assistito allo scontro contro Vector e alla trasformazione di Yuma e l’Astral oscuro, rimanendo sorpreso mentre duellava contro Durbe.
-Eccomi qua!- disse Rio, sorridendo al fratello-gemello, uscendo dal negozio con delle buste in mano –Mi andava proprio di fare delle compere- aggiunse, mettendo le buste dietro il sedile della moto.
Si accorse del silenzio inquietante del fratello che cominciava a preoccuparsi –Reginald… c’è qualcosa che non va?- chiese.
Reginald, il suo vero nome, ritorna alla realtà e guardava sua sorella con preoccupazione
–No, niente- disse, staccandosi dalla moto.
-Stai pensando a quello che è successo?- intuisce Rio, ricordandosi che era venuta con loro a salvare Rei.
Reginald sospirò –Hai capito. Se non fosse successo tutto questo, forse potevamo vivere tranquillamente- disse, salendo sulla moto e si mise il casco.
Rio lo guarda –Sai che non è possibile cambiare-
-Hai ragione- concluse il ragazzo.
Rio si mise il suo casco rosa e si sedette dietro il fratello. La moto comincia a rimbombare. In quel momento, Shark si era sempre domandato sul strano comportamento della sorella quando avverte il pericolo che i bariani entravano in azione –Mi domando una cosa, Rio: sei una indovina oppure solo tu quando ci sono i bariani in vista?- chiese con un tono scherzoso.
Rio si comincia ad arrabbiare –Reginald!-
Lui ridacchia divertito e parte con la moto, con il sorrisetto di nascosto sul casco.

Kite era rientrato nella grande residenza di Heartland City assieme a Orbital, il suo inseparabile robot-informatore, percorrendo il lungo corridoio della torre dal nastro trasportatore (un tempo residenza del Signor Heartland, il sindaco della città).
Kite Tenjo era un ragazzo dal carattere scontroso che non ama farsi aiutare, un cacciatore di Mostri Numero per conto del Dottor Faker, di cui suo figlio, perché voleva aiutare suo fratello malato Hart, al quale tiene molto. Viene aiutato del robot Orbital, con la capacità di fermare il tempo per chiunque, eccetto i possessori di Mostri Numero. A differenza di Astral, ogni volta che prende un Mostro Numero dall'avversario sconfitto gli ruba una parte della forza vitale, facendolo invecchiare. Decide di partecipare al Carnevale Mondiale di Duelli, dove batte Five e arriva in semifinale; affronta Tron per vendicare quello che ha fatto a Hart, ma viene sconfitto, perdendo tutte le Carte Numero e la sua forza vitale. Dopo il Carnevale Mondale di Duelli, affronta Yuma e riesce a sconfiggerlo; dopo questo diventano buoni amici e, poiché Yuma, sconfiggendo Tron, ha fatto tornare in vita Hart, Kite non raccolse più i Numeri e decise di aiutarlo a sconfiggere i bariani.
-Capo, secondo lei, perché il Dottor Faker ci vuole immediatamente?- chiese con una vocetta metallica Orbital; mentre lui e Kite era in volo per i grattacieli della città era arrivato una ricevuta di emergenza dal padre del ragazzo di rientrare subito alla torre ed è stato.
-Questo non lo so Orbital. Ce lo dirà lui- disse Kite.
L’ex-cacciatore di numeri e il robot si fermarono davanti a un enorme porta scorrevole ed entrarono: un enorme laboratorio in cui ci lavora il Dottor Faker per ricerche o esperimenti vari.
-Kite, sei arrivato- si volta l’uomo con un sorriso.
In passato, era un famoso scienziato, un tempo ha collaborato con Byron Arclight (Tron) e Kazuma Tsukumo, il padre di Yuma, per aprire un varco verso il Mondo Astrale ma a causa del suo tradimento, però, i due uomini sono finiti dall'altra parte del varco. Il suo scopo era controllare tutti i Mostri Numero per distruggere il Mondo Astrale per conto di Vector e alla fine controllare l'intero pianeta. A quel tempo era fortemente interessato ai poteri distruttivi di Hart, erano in grado di distruggere il Mondo Astrale con la spazzatura di Heartland City. Per ottenere altre carte numero decide di organizzare del Carnevale Mondiale di Duelli; poi, si scopre che era stato controllato da Vector e si scopre che ha fatto un patto con il bariano per guarire Hart ma viene sconfitto da Yuma, Shark e suo figlio ritornando alla normalità.
-Ciao, papà. È successo qualcosa?-
-Ti davo parlarti di una cosa importante con te-
Kite si guarda intorno –Dov’è Hart?- chiese.
-Nella sua camera. Non è uscito da lì tutto il giorno- rispose il padre, con un tono preoccu-
pato. Non era la prima volta che usciva dalla sua cameretta anche da quando era malato.
Faker, in tutta la sua vita, cercava in tutti i modi di tenere il figlio maggiore accanto a sé ma dopo la morte della madre e della malattia di Hart e con tutto ciò che era accaduto, non era riuscito ad averne una ultima possibilità di stare accanto ai figli…

Kite si diresse verso la camera del fratellino, entrando nell’enorme stanza in cima alla torre a forma di cuore, davanti si poteva ammirare un bel panorama dalla grande vetrata.
Almeno il bambino non poteva annoiarsi.
In quella stanza era riempita rispetto all’ultima volta da quando era malato; prima non c’era niente: niente giocatoli, niente pupazzi e neanche un disegno appeso alle pareti.
Tutto spoglio. Tutto triste.
Stava tutto il giorno ad ammirare la città sia di giorno che di notte, finché non veniva chiamato dal padre per i suoi piani di distruzione.
Hart aveva la capacità di creare sentieri verso altre realtà e usa la sua abilità per attaccare il Mondo Astrale; non aveva ricordi del suo passato, solo alcuni flashback di quando lui e il fratello maggiore vivevano in montagna con i genitori fino a che era colpito da quella male-detta malattia che tutto cambiò. Ora era guarito grazie all’aiuto di Yuma che decide di unir-si a lui e alla sua compagnia.
Ora la camera era piena di giocattoli di legno, elettronico, dei disegni appesi sulle pareti ero molto belli (almeno aveva scoperto di avere un talento nel disegno), una scrivania e un letto con le lenzuola azzurre.
Era più allegra come camera di un bambino.
Si volta a un lato e vide Hart vicino al comò dove teneva le fotografie da quando era nato fino ad oggi: un po’ di tempo fa, Hart si era fatto una foto con Yuma e i suoi amici con il fratello e il padre. Era così contento che non lo aveva avuto.
Teneva in mano una foto in silenzio che lui lo conosceva bene e anche Kite.
-Ehi, fratellino- lo saluta con affetto avvicinandosi –Papà mi ha detto che non sei uscito dalla camera per tutto il giorno…-
Con la coda nell’occhio, vide la foto con chiarezza: Hart era piccolino quando aveva tre anni, con la faccina felice e sorridente, alzava la mano come per salutare il fotografo. Era in braccio a una ragazzina che loro la conoscevano fin troppo bene… Aveva i capelli corti e mossi alla base, il viso tondo e roseo, gli occhi grandi e di un blu mai visto, un po’ come la galassia del suo Drago Occhi Galattici; si vestiva sempre in modo fantasioso: una T-shirt gialla corta preceduta da una giacca sbottonata azzurra con le maniche lunghe che gli copriva le mani, i pantaloncini neri con scalda muscoli dello stesso colore e dei scarponi da treking. Dall’altra parte lui che metteva una mano sulla spalla di lei e sorrise.
Quello scatto lo avevano fatto quando erano nella vecchia casa, in montagna.
Il ragazzo chiuse gli occhi e sospira. Sapeva che lui e suo fratello non la vedevano da un sacco di tempo ma con l’arrivo dei bariani a distruggere il Mondo Astrale, non avevano la possibilità di farlo.
S’inginocchia accanto a lui e mise la mano sulla spalla del fratellino. Hart alza lo sguardo verso di lui –Oh, ciao Kite. Non ti avevo sentito-
-Ti manca molto, vero?- chiese il fratello maggiore
Hart annuì con il visetto malinconico. Lui gli voleva molto bene a quella ragazza come se fosse una seconda sorella maggiore.
-Vedrai, quando tutto sarà tutto finito, la rivedremo- promise Kite, sorridendoli.
-E quando, fratellone?- chiese il piccolo.
-Presto, molto presto. Tranquillo- disse Kite in modo affettuoso.

Kite si ritira in camera sua. Era stanco di sorvegliare la città a percepire una presenza bariana all’attacco ma in quei ultimi giorni non era successo niente.
Almeno si poteva permettersi un po’ di riposo.
Si sedette sul letto e guardò verso il comodino accanto.
Teneva la foto di lui e Hart che giocavano sull’altalena, l’altra uguale a quella di Hart di poco fa e l’ultima fotografia era molto vecchia, lo prese per guardarlo e ridacchia.
Erano lui e ragazza da quando erano piccoli: lui aveva otto anni con un vestito montanaro della sua misura e i suoi occhietti celesti pieni di dolcezza e curiosi, girati verso alla bambina con la faccina felice e allegra, con gli occhi chiusi per la felicità, abbracciava lui dietro il collo con un salto: aveva due codini alti ai lati con dei fiocchetti di color rosa, una maglietta bianca come il latte e una gonnellina rosa con dei stivaletti gialli.
Kite se lo ricordava benissimo da quel giorno che lo avevano fatto: era il loro primo giorno che si sono conosciuti.
La sua unica cugina in famiglia che riusciva a capire gli stati d’animo delle persone e l’unica a dare una mano a chi ne ha bisogno.
“Forse... presto ci rincontreremo…” si disse tra sé e sé, nella sua mente.

L’aereo-porto di Heartland City era stracolmo di gente provenienti da tutto il mondo. Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli di quell’anno, molti duellanti erano partiti verso il Giappo-ne per nuove sfide e qualcuno che vorrebbe sfidare il campione Yuma Tsukumo.
L’aereo della Norvegia era arrivato con dieci minuti di anticipo.
I passeggeri scesero dall’aereo per mettere i piedi in quella città piena di sfide ad affrontare.
Natsumi era eccitata di andare in Giappone per la prima volta in vita sua.
Uscendo dalla stazione con lo zaino in spalla e la testa alta, con aria entusiasta e felice. Il leggero vento che accarezzava i capelli corti e neri come la pece, ammira la grande città.
Natsumi allargò le braccia e gridò –Bene! Natsumi Graziella Tenjo e tornata a sfidarti, Heartland City!!-




Angolo Autrice:
Salve!!! *sorriso ampio* Questo è il mio primissimo capitolo dopo il prologo! E' qui che sbuca la mia Natsumi! Ve la presento.
Natsumi: Salve!! *faccina sorridente* Sorpresa!!! Ci divertiremo insieme in questa avventura!!
Io: Ben detto, amica mia. *battono il cinque*
Yuma: Ehi! Natsumi! Andiamo che faremo tardi! *gli sfentola la mano*
Natsumi: Arrivo!!! Ci vediamo!! *la saluta*
Io: Va bene! Non perdete il prossimo capitolo: "Incontro parentale... a sorpresa!"!
Tutti: Energia al massimo!!!
   
 
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