Prologo

“Qua! sono qua Val” feci un segno alla castana che stava salendo sul mezzo di trasporto.
“Allie…” seguì uno sguardo d’intesa.
Tutte le mattine ci lasciavamo condurre a scuola dal tram delle 7:30.
Non c’era tanta gente, quindi il viaggio era piacevole.
Niente era peggio della sensazione di sardine chiuse in una scatola di lattina quando la città cominciava a svegliarsi e i tram erano pieni zeppi di persone.
Ma in verità c’era un altro motivo per cui mi ostinavo ad arrivare a scuola così presto.
Era una persona, un lui se si vuole precisare.
Un ragazzo biondo, con gli occhi azzurri. Ma non era il tipico ragazzo tutto muscoli e zero cervello, o almeno dall’apparenza non sembrava. Non sapevo se le sue iridi erano di un azzurro oceano o di un azzurro ghiacciato.
Non gli avevo mai rivolto la parola, non ne avevo mai avuto il coraggio.
Lo osservavo ormai da 2 anni e mezzo e questo sarebbe stato l’ultimo, lui, Luke frequentava l’ultimo anno di liceo, mentre io ero un anno minore.
A dire il vero il modo in cui mi accorsi di lui fu alquanto strano anche ai miei occhi.
Il primo anno notavo che a volte prendevamo lo stesso tram, ma nessuna scintilla scoccò in me finché non lo reputai sosia di un ragazzo che partecipava un talent show.
Ciò successe durante il mio secondo anno. Non era ancora qualcosa di serio.
Volevo conoscerlo solo perché assomigliava al partecipante che piaceva a me.
Ma se all’inizio era una situazione platonica, piano piano diventò un sentimento sincero e concreto.
Cominciai ad osservarlo, seguirlo, non ero pedofila sia chiaro.
Manteneva sempre un’espressione impassibile. Sembrava che tutto ciò che lo circondava non gli interessasse.
E forse era vero perché non si accorse e non si sarebbe mai accorto di me.
“È seduto in fondo. Come stai?” sussurrai prima di farle una domanda per pura apparenza.
“Bene tesoro, è la prossima. Prenota la fermata” Val era da sempre una ragazza ansiosa, ma nonostante questo piccolo difetto la ragazza aveva un sacco di pregi.
Era simpatica e dolce, ma non era una gran consolatrice.
Le punte dei suoi capelli castano scuro cambiavano spesso colore, a volte come il suo umore. Oggi erano rosso fuoco.
Aveva uno stile da tumblr girl, se si poteva definire così la sua passione per le felpe giganti, leggins, shorts a vita alta e tank tops.
“Cammina più piano, lascia che ci sorpassi”
“Di’ la verità Al, vuoi vedergli il culo” intonò Val divertita.
“Beccata” risposi stando la suo gioco.
Ripetevamo la scena tutti i giorni, ma questa mattina c’era andata male. Ci aveva sentite.
Si girò e ci scrutò sempre con un’espressione impassibile e poi come se avesse sentito male si girò continuando a camminare.
Ci guardammo e ridemmo silenziosamente per evitare ulteriori figure imbarazzanti.
Avevo ancora otto mesi davanti a me, in qualche modo avrei cercato di conoscerlo e nella miglior ipotesi, avrei confessato i miei sentimenti.

Questa è la mia prima e ultima occasione, sono Allison Stones.

Ciao a tutte,
si so che è una pazzia cominciare un'altra ff quando non sono ancora a buon punto con l’altra, ma questa idea continuava a dirmi “scrivimi, scrivimi”
Ad essere sincera la storia è ispirata alla mia vita reale.
La situazione è quella che ho passato io, ma molte parti della storia saranno ovviamente diverse.
Non ho ancora idea di come finirà perché beh… nella vita reale non è né iniziato né finito a causa della mia vigliaccheria.
Spero vi intrighi questo prologo.
Un'ultima cosa, non so quando aggiornerò questa ff, ma non mollatemi per questo vi prego!
quest'anno avrò gli esami di maturità quindi in questo mese cercherò di aggiornare e scrivere il più possibile per voi.
Se volete contattarmi mi potete scrivere qui su efp o su twitter (@spongieluke)
Statemi bene.

Bye xx

spongieluke