Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Ricorda la storia  |      
Autore: MajesticWren    16/08/2014    2 recensioni
Ecco qui un'altra One Shot della mia fanfiction 'Will you stay away foREVer?' che racconta le avventure di Morgan e Zacky ad un appuntamento.
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zacky Vengeance
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ECCOMI QUI! Sono viva, sì, ehm, per modo di dire... :')
Lo stage mi sta uccidendo e per di più sono incespicata in un'orribile blocco dello scrittore... LOL sto lavorando al nuovo capitolo per la FF principale ma non sono sicura di quanto mi ci vorrà, potrebbe essere pronto in poco come in molto tempo; mi sento terribilmente in colpa nei confronti di chi aspetta che aggiorni perciò vi chiedo clemenza e un altro pò di pazienza, cercherò di non deludervi!
Bando alle ciance torniamo a parlare di questa OST, allora, inizialmente non doveva essere pubblicata, l'avevo scritta per la mia migliore amica la quale teneva molto a leggere di una scena tra la nostra Mor e Vee... Ho deciso di pubblicarla su consiglio di lei ed anche per il fatto che non so quanto mi ci vorrà a sbloccarmi sull'altra, perciò spero davvero che vi piaccia. Contatelo come un regalo affettuoso per tutti i miei lettori, vi adoro. <3
See ya soon!


Settembre 2001 – Huntington Beach

Morgan attende pazientemente l'arrivo di Zacky. 
Si sono dati appuntamento alle tre e mezza nel piazzale davanti all'albergo in cui lei e Jimmy alloggiano e, contando che lei si è svegliata alle due del pomeriggio e si è alzata dal letto solo mezz'ora fa, è sorprendentemente in orario per i suoi standard...
Neanche a farlo apposta, puntuale come al solito, ecco spuntare sulla strada la Plymouth verde petrolio di Zacky. 
Dalla vettura, i cui finestrini sono abbassati, Morgan riesce a sentire chiaramente i Sex Pistols scatenarsi al massimo delle loro capacità in 'Anarchy in U.K.', giusto perchè Zacky ascolta la musica a basso volume! 
L'auto svolta nel piazzale ed accosta esattamente davanti a lei mentre quel ragazzo dalla carnagione pallidissima, i capelli corvini sparati in aria in una pettinatura ad istrice tenuta su da chili di gel, i glaciali occhi di un limpido verde acqua talmente chiari da essere quasi trasparenti e l'enorme, dolcissimo, sorriso da ebete stampato sulle labbra si sporge dal finestrino, abbassando il volume dell'autoradio quel tanto che basta per parlare. -Serve un passaggio?-
Domanda ridacchiando. Morgan scoppia a ridere e gli prende il naso tra indice e pollice dandogli una strizzata giocosa. -No, sto aspettando quel coglione del mio migliore amico!-
Zacky scoppia in una fragorosa risata a sua volta ed agita il capo divincolandosi dalla presa di lei. -Forza, Reed, basta chiacchiere e sali!-
Morgan sorride e trotterella attorno all'auto prendendo posto sul sedile del passeggero. Mollando la borsa sul tappetino davanti al sedile, lei tira su i piedi appoggiandoli sul cofano, senza degnarsi di chiedere il permesso. 
D'altronde è un'abitudine e poi... Quella macchina è anche sua, senza il suo aiuto Zacky non sarebbe andato molto lontano nella riparazione!
Quando la ragazza si volta verso l'amico lo trova che la osserva con un sopracciglio alzato, per poi scoppiare a ridere da solo e tornare a guardare davanti a sé.
- Allora, ecco il piano: alle quattro danno, alla multisala in centro, The Fly, il film di Cronenberg, hai presente?-
Morgan riflette un momento pensando a quei pochi dati che Zacky le ha fornito... Non le viene in mente nulla, specialmente perché i film splatter che lei e lui hanno visto insieme sono, più o meno, tutti quelli esistenti. 
- Non in particolare...-
- Ma come! Dai, quello con il tizio che inventa le cabine per il teletrasporto, poi le prova e resta invischiato con una mosca!-
Morgan riflette cercando di ricordare picchiettandosi l'indice sul mento. -Mmh, quello con l'attore di Jurassic Park che mi piace?-
- Sì! -
- Oh! Quello! Sono secoli che non lo vedo!-
- Lo so!-
Esclama Zacky annuendo. Morgan sorride ed annuisce a sua volta. -Ok, mi piace!-
- La cosa migliore è che poi proiettano il secondo...-
- Il secondo? C'è un continuo?!-
- Oh sì! Non l'ho mai visto ma deve essere raccapricciante!-
Morgan sorride ed applaude contenta. -Mi piace, mi piace!-
- Grandioso!-
Zacky ingrana la prima e poi parte alla volta della piccola multisala della città.
- Poi andiamo a mangiarci qualcosa?-
- Sì! Jimmy non se la prenderà sa che sono con te ed è tranquillo!-
- Ah meno male!-
Commenta Zacky ridacchiando. Poi si schiarisce la voce. -...Dove hai lasciato quello psicopatico?-
- Si vede al Johnny's con Matt più tardi....-
- Ah, sì? Per cosa?-
- Bella domanda! Quando gliel'ho chiesto mi ha detto: 'affari da Sevenfold'-
- Affari...-
Zacky scoppia a ridere agitando il capo. Morgan si stringe nelle spalle. -Che vuoi che ti dica...-
- Beh, oggi potrebbe succedere qualunque cosa, ma non mi perderei la nostra giornata per nulla al mondo!-
Morgan sorride di più gli si avviluppa attorno al braccio destro facendolo sbandare lievemente sulla strada. -Che bello!-
Urla come una bambina col solo risultato di far ridere il ragazzo ancor di più. 
Alla radio una canzone dei Blink 182, una delle band più rappresentative dell'evoluzione della musica punk degli ultimi anni, sta terminando per lasciare il posto ad una canzone che a Morgan va molto più a genio: 'Die, Die My Darling' dei Misfits. 
Niente da togliere ai Blink, sono talentuosi ma, forse a causa dell'influenza di Zachary, Morgan preferisce di gran lunga il punk anni settanta e ottanta, piuttosto che quello moderno.
- Oh sì! I Misfits! -
Esclama Zacky alzando il volume al massimo, senza preoccuparsi troppo di disturbare la quiete pubblica. 
Morgan scoppia a ridere ed inizia a battere i piedi a tempo sul cofano seguendo la canzone. 
-Die, die, die my darling! Don't utter a single word… Die, die, die my darling! Just shut your pretty mouth. I'll be seeing you again…-
Cantano i due in coro ridendo come matti. 
Morgan si porta il pugno davanti alle labbra fingendo che sia un microfono e si scatena lasciandosi avvolgere dalla musica. -I'll be seeing you in Hell! Don't cry to me, oh baby, your future's in an oblong box, yeah. Don't cry to me, oh baby, should have seen it a-comin' on. Don't cry to me, oh baby, I don't know it was in your power. Don't cry to me, oh baby, dead-end girl for a dead-end guy. Don't cry to me, oh baby, now your life drains on the floor. Don't cry to me, oh baby.-
Morgan porge velocemente il pugno, o meglio, il ‘microfono’, a Zacky ponendoglielo davanti alla bocca ed i due continuano a cantare a squarciagola. -Die, die, die my darling, don't utter a single word. Die, die, die my darling, just shut your pretty mouth. I'll be seeing you again… I'll be seeing you in Hell!-
Zacky agita il capo e batte il ritmo della canzone sul volante, esattamente come lei fa con i piedi, mentre entrambi continuano a cantare quella canzone, un cult nella loro amicizia: la preferita di entrambi nonché la prima canzone dei Misfits che Zacky le abbia fatto sentire, corrompendo per sempre la sua anima con il fascino oscuro del punk.
I due continuano a duettare con entusiasmo, forse anche più del dovuto, almeno fino a ché non raggiungono il cinema.
Zacky accosta sul marciapiede pochi metri dopo l’entrata del cinema, sorridendo soddisfatto. –Il bello del cinema al pomeriggio nei giorni feriali? È vuoto!-
-Sei sicuro che sia aperto?-
Domanda Morgan guardando con circospezione l’entrata dell’edificio.
Le vetrate scure impediscono di vedere se all’interno ci sia movimento e nessuna delle tre porte d’entrata è aperta. Il botteghino per i biglietti esterno è chiuso e non c’è alcuna traccia dei programmi di trasmissione dei film pomeridiani, all’infuori delle locandine dei film appena usciti che vengono proiettati solo nelle sere dal venerdì alla domenica.
-Sta tranquilla, piccola. So per certo che è aperto… Ma, come ho detto, il pomeriggio è vuoto, quindi sembra chiuso.-
Dicendo questo il ragazzo smonta dall’auto e Morgan lo segue alzando gli occhi al cielo. –Per me è chiuso e siamo fregati… Sicuro che sia il giorno giusto?-
Zacky le si avvicina e poi sospira agitando il capo. –Se sei rompipalle, ma ci sarò venuto altre volte, cosa dici?! Conosco questo cinema meglio del suo proprietario!-
-Sei venuto al cinema da solo?-
-Beh, tu eri a New York, piccola e io non avevo molto da fare… Di tanto in tanto qualche replica pomeridiana ne valeva la pena!-
Morgan gli lancia un’occhiatina e poi scoppia a ridere. –Ma è deprimente!-
-Neanche tanto, su! Ora entriamo…-
Dicendo così la prende per mano e la trascina con sé verso l’entrata.
Come volevasi dimostrare, Zacky aveva ragione, il cinema è aperto, sembrava chiuso forse per scoraggiare visitatori rompipalle come loro che non hanno niente di meglio da fare che infilarsi in una sala cinematografica per ore a guardare vecchi film splatter!
Zacky e Morgan si avvicinano al botteghino interno per prendere i biglietti, solo una delle tre casse è aperta e dietro di essa è seduto un ragazzo, con una massa informe di capelli ricci, il viso spruzzato di efelidi ed occhiali dalla montatura spessa sul naso, il quale sta leggendo un manga giapponese e non pare averli nemmeno visti entrare.
-Ehm, scusami?-
Domanda Zacky attirando l’attenzione del tipo. Il ragazzo solleva lo sguardo annoiato dal fumetto a Zacky e non si degna nemmeno di rispondere, così Zacky gli sorride facendogli un cenno con il capo. –Due biglietti per The Fly e per The Fly due.-
Il tizio lo osserva stranito, con la bocca socchiusa, il viso leggermente sollevato verso l’alto e l’espressione da stupido.
Per un momento Morgan se lo immagina che si infila le dita nel naso e così, per evitare di scoppiargli a ridere in faccia, è costretta a voltare il capo dall’altra parte e fissare il bancone del bar, ma le numerose confezioni colorate di snack non sono una distrazione sufficiente e la ragazza non riesce a non sghignazzare sommessamente.
-Quindi quattro biglietti?-
-Due per ogni film…-
Specifica Zacky. Morgan si schiarisce la voce e torna a guardare verso il ragazzo, ricercando nella propria borsa il portafogli, ma Zacky la ferma con un gesto secco della mano. –Lascia stare, offro io!-
-Ma figurati!-
Esclama lei. Zacky reclina il capo all’indietro e sbuffa sonoramente. –Non iniziare a rompere le palle, piccola. Ho detto che offro io e non transigo.-
Morgan si stringe le labbra tra i denti e poi, sospirando, rimette via il portafoglio.
Come ogni volta che capita che qualcuno le offra qualcosa, quell’imbarazzo e quel vago senso di colpa la invadono facendola sentire una persona inutile, nonché una scippa-soldi.
-Come vuoi, ma io stasera offrirò la cena.-
Ribatte allora lei, sentendosi già meglio per quel compromesso.
Zacky le lancia un’occhiataccia e poi si schiarisce la voce agitando il capo. –Posso farti cambiare idea?-
-No.-
-Sempre la solita, eh?!-
Morgan gli fa un sorriso a trentadue denti e poi gli si avvicina prendendolo a braccetto.
Nel frattempo il ragazzo oltre il vetro sembra aver avuto successo nell’immane procedura di stampare i biglietti e glieli sta porgendo dalla fessura apposita. Zacky al contempo gli porge i soldi ed il ragazzo, dopo aver fissato per mezz’ora la banconota, stranito, si accinge a dare loro il resto.
Morgan sospira e solleva lo sguardo su Zacky, il quale a sua volta le lancia un’occhiatina d’intesa. Evidentemente lei non è l’unica ad essere infastidita dall’eccessiva lentezza del ragazzo…
Alla fine, però, riescono a raggiungere il loro obiettivo, anche se in parte perché ora manca la roba da mangiare. Perché non si può andare a vedere un film senza avere popcorn ed una bibita a portata di mano!
Zacky si volta verso il bar e poi torna a guardare il ragazzo. –Non c’è nessuno a servire?-
-Vi serve qualcosa?-
-Sì.-
Il ragazzo oltre il vetro annuisce, sospira e poi si alza dalla sedia sgranchendosi le gambe e la schiena. –Vi servo io.-
-Oh, bene! Forse il seguito riusciamo a fare in tempo a vederlo…-
Sussurra Morgan all’orecchio di Zacky con l’effetto di farlo sghignazzare come un matto.
Il ragazzo esce dalla cabina delle casse e si avvia verso il bancone del bar con i due amici al seguito.
-Allora, per me fai una confezione maxi di popcorn ed una Coca Cola.-
Dice Morgan sicura. Zacky ordina lo stesso con l’aggiunta di un pacchetto di M&M’s.
Molto lentamente, il ragazzo li serve, poi Zacky paga ed infine, finalmente, i due riescono ad avviarsi verso la sala in cui verrà proiettato il film.
Pronti a godersi un pomeriggio di sani film horror e chiacchiere.

Morgan esce dal cinema con Zacky al seguito, ridendo come una matta, ancora presa dal film appena visto, desiderosa di condividere le proprie impressioni ed i propri commenti a riguardo, nonostante lei e Zacky si siano scambiati pareri vari durante l’intero film in piena libertà, dato che la sala era vuota.
-Non ci credo! Non. Ci. Credo. La scena del cane è stata troppo… Ah!-
Zacky ridacchia agitando il capo. –Guarda che ti ho vista piangere!-
-Cosa? Io non stavo piangendo! Avevo… Qualcosa nell’occhio!-
Mente la ragazza spudoratamente, infatti, nel film c’è una tristissima scena di un cane che degli scienziati utilizzano per testare il teletrasporto ma l’esperimento fallisce ed il cane si deforma gravemente. Gli scienziati non lo sopprimono ma lo tengono in vita per studiarne il comportamento. Ecco, quel cane è il personaggio cui Morgan si è più affezionata dell’intero film, pur essendo orribilmente deforme, bavoso, mutilato e chi più ne ha più ne metta, Morgan è riuscita a piangere per lui.
The Fly, già di per sé, fu uno di quei film talmente strani e senza senso che lei appena lo vide lo considerò epico. Insomma, Cronenberg è un regista con le contropalle, Morgan ha visto parecchi suoi film, tutti strani e tutti fantastici, ma The Fly, in assoluto, è il suo preferito, con quell’attore di cui lei non ricorda mai il nome, ma che comunque adora, con la sua trama equilibrata, la sua storia originale e le sue vagonate di sangue e pezzi di carne finti e con i suoi costumi orripilanti ma affascinanti.
Poi c’è stato il continuo, il secondo film non è stato diretto da Cronenberg e la differenza si vede: la trama è piuttosto scontata ma essendo il seguito è accettabile, il più si nota in tutto ciò che definisce quel film uno splatter, c’è davvero troppo di tutto, troppo sangue finto ma soprattutto troppi strani linquidi e trucchi e costumi troppo… Come dire, esagerati?
Nonostante tutto, comunque, il film riesce a catturare l’attenzione dello spettatore e Morgan, infatti, si è trovata coinvolta al punto giusto.
-Non mentirmi! Lo so che stavi piangendo!-
-Ok, ok! Hai vinto, è che era così… Insomma… Poverino!-
-Diciamocelo, quel povero cane andava soppresso.-
Morgan annuisce, completamente d’accordo con l’amico, poi però sospira e si stringe nelle spalle. –Se l’avessero soppresso non ci sarebbe stata una conclusione tanto figa!-
Lei nota Zacky rabbrividire e ridacchia attirando la sua attenzione. –Che c’è? È stata epica non lo metto in dubbio, il tripudio del trash alla sua ennesima potenza. Però mi vien la pelle d’oca solo a pensarci!-
Morgan scoppia a ridere, completamente d’accordo, poi fa per estrarre dalla borsa un pacchetto di Marlboro e ne offre una all’amico. –Ti và?-
-Oh, sì! Te ne avrei chiesta una comunque, le ho finite mentre venivo a prenderti!-
-Mentre andiamo a mangiare qualcosa possiamo benissimo fermarci a prenderne un pacchetto!-
Zacky annuisce verso di lei, dopo di ché si appoggia placidamente sul cofano della Plymouth portandosi la sigaretta alle labbra. –Mi dispiace solo di non aver fatto tappa al Ruby’s!-
Dice storcendo le labbra. Morgan annuisce portandosi alle labbra una sigaretta ed accendendola. –Sì, anche a me dispiace, potremmo andarci dopo cena…-
-Ti andrebbe?-
-Certo! Tanto… Sai com’è Jimmy, un pomeriggio al Johnny’s a base di musica diventa una serata al Johnny’s a base di birra!-
Zacky scoppia a ridere annuendo. –Vero. Però forse è tornato…-
-Boh!-
Dice lei stringendosi nelle spalle.
In effetti non sa dove Jimmy possa essere, non sa come lui si sia organizzato anche perché lei l’aveva avvertito che sarebbe rimasta con Zacky tutto il pomeriggio fino a sera, cena compresa, senza sapere a che ora sarebbe tornata, quindi nessuno dei due si è dato appuntamento da qualche parte.
-Facciamo così, dopo esserci presi il nostro frullato ti accompagno al Johnny’s, se Jimmy è ancora lì ci uniamo ai ragazzi e ci facciamo pure una birra, altrimenti ti riporto in albergo.-
-Ci sto!-
-A proposito di albergo, per quanto avete intenzione di restarci?-
-Domani lui torna da Brian e io vado dalle gemelle…-
-Torni da loro?-
-Sì, è meglio… Dovrò anche fare un salto dai miei, giusto per sembrare riconoscente per il loro gesto.-
Zacky sputa a terra. -Carogne.-
-Non potrei essere più d’accordo, ma d’altronde che ci posso fare? Devo sforzarmi di essere carina, almeno con mio padre, lui mi ha aiutata molto in questa cosa e perciò… E poi dipendo ancora economicamente da loro.-
-Non riesci a trovarti un lavoretto nel frattempo?-
-Non lo so… Ci avevo pensato, ma non ero certa del come fare. Pensavo di andare a sentire in officina, se per caso volessero riassumermi part-time, ma non sono così sicura che lo faranno, sono passati due anni da quando ho lasciato il posto e già allora lavoravo solo nei weekend!-
-Beh, è sempre un punto di partenza, no?-
-Senza dubbio!-
-Potresti anche cercare qualcosa a Los Angeles, così puoi lavorare appena stacchi dall’università e poi tornare a casa!-
-Sì, sempre part-time…-
-Beh, certo.-
Morgan annuisce riflettendo. L’idea del lavoro le piace parecchio, era qualcosa cui non aveva pensato, in effetti. Cioè, sì, aveva pensato al fatto che avrebbe dovuto trovarsi un impiego per rendere tutto più semplice e svincolarsi il più possibile dai suoi, però non aveva la piena intenzione di cercare qualcosa.
Invece Zacky le ha dato quella decisione che le mancava.
Un lavoro da accostare allo studio sarebbe l’ideale, avrebbe entrate proprie che potrebbe gestirsi da sola senza dover rendere conto a nessuno…
Sarebbe un po’ come tornare ai tempi del Liceo, anche se allora doveva comunque rendere un minimo conto ai suoi dei propri spostamenti e delle proprie spese e poi era un lavoretto che utilizzava più per avvicinarsi a ciò che voleva davvero fare, un modo per evadere dagli obblighi che la attendevano in casa, la cosa più vicina alla libertà che possedeva insieme ai propri amici prima che Jimmy entrasse nella sua vita.
-Poi sai… Noi stiamo guadagnando fan, voglio dire, la seconda edizione di Warmness, quella che abbiamo registrato anche con Gates, è andata a gonfie vele e con il tour che sta per iniziare speriamo tutti quanti di aumentare la nostra fama.-
-Dici che quei due si siano trovati per iniziare a decidere come impostare le esibizioni?-
Zacky si stringe nelle spalle. –Può essere, ma non credo. Cioè, voglio dire, lo decideremmo tutti insieme in una maxi riunione con Val e Larry al seguito…-
Morgan sospira ed annuisce, tutta quella segretezza per quanto riguarda il loro lavoro, specialmente quando sono nel periodo creativo, è snervante alle volte!
-Comunque, cercavo di dirti… Che volendo, una volta che avremo abbastanza pubblico da poterci permettere una sceneggiatura sul palco e dei tecnici fidati come hanno le grandi band al posto dei tizi che cambiano ad ogni tappa, tu potresti… Ecco, potresti lavorare per noi.-
Morgan aggrotta le sopracciglia curiosa e fa l’ultimo tiro, gettando poi la sigaretta a terra. –Di che parli?-
-Tu studi ingegneria, giusto? Quando ti laureerai sarai un’ingegnere e già solo così ne sai più tu di molti tecnici che io e i ragazzi ci siamo trovati davanti; sarebbe bello averti con noi in tour e sarebbe bello se tu potessi lavorare ai nostri palchi invece che degli sconosciuti che spesso non capiscono la nostra idea di progetto e fanno un po’ come gli pare…-
-Mi stai offrendo un lavoro?-
-È probabile!-
Commenta lui ridacchiando, per poi schiarirsi la voce e riprendere. -No, ora seriamente, prenderesti in considerazione di lavorare per noi?-
-Per i famigerati Avenged Sevenfold?-
-Oh, sì Piccola!-
Morgan scoppia a ridere ed annuisce vagamente, stringendosi nelle spalle. –Per me l’idea può andare, non so esattamente a cosa possa servirvi un ingegnere specializzato in meccanica e costruzioni, però ci si può pensare! Poi bisogna anche vedere se diventerete abbastanza famosi da permettervi un ingegnere di quel calibro!-
Dice Morgan inarcando le sopracciglia e stringendosi nelle spalle, dandosi arie giusto per stuzzicare un po’ l’amico.
Zacky le lancia un’occhiataccia e butta la sigaretta centrando in pieno il tombino lì accanto. –Reed, non allarghiamoci troppo, eh! Vedrai, io lo so, alla fine tu lavorerai per me.-
-…Con te. Baker, non allarghiamoci troppo, eh!-
Il ragazzo scoppia a ridere e poi le da un buffetto sulla testa. –Ok, ok! Andiamo a mangiare qualcosa và!-

-Ho troppa fame! Ma quando arrivano i nostri nachos?!-
-Sei un cazzo di pozzo senza fondo tu, eh?! Hai mangiato talmente tanti popcorn al cinema da poter mandare in fallimento un’azienda che produce mais!-
Morgan lancia all’amico un’occhiataccia mentre mangiucchia con calma un grissino. –Si vede anche che mangio tanto!-
Zacky le lancia un’occhiata contrariata. –Come?! Sarebbe un modo educato per dire che sei grassa?!-
-Sarebbe un modo educato di essere realista!-
Commenta Morgan stringendosi nelle spalle, come se ciò che ha appena detto fosse ovvio. Zacky sospira e le lancia un’occhiata contrariata. –Reed, smettila subito.-
Morgan osserva l’amico con i propri occhi color Morgan, corrugando le sopracciglia, dopo di ché scoppia a ridere agitando il capo. –Oh, per Dio! Non sto dicendo niente di male!-
-Senti, di ragazze piene di paranoie ne vedo già abbastanza, non mi serve che anche la mia migliore amica sia complessata!-
-Ma io sono sempre stata complessata!-
Esclama Morgan sollevando le mani in aria.
Come se fosse un mistero che lei si ritiene un po’ troppo bassa e con qualche chilo in più, che comunque è il prezzo da pagare visto che non fa attività fisica, se potesse mangerebbe sempre e dato che spesso e volentieri non è in grado di dire di no ad una birra.
Zacky, in ogni caso, tenta di ammonirla nuovamente con un’occhiataccia severa e così la ragazza scoppia a ridere liquidando l’argomento con un gesto della mano. –Hey, non si può neanche scherzare? Perché prendi tutto sul serio?!-
Esclama sperando di buttarla sul ridere.
Non le piace parlare delle proprie piccole e stupide insicurezze. Specialmente perché da quando sta con Jimmy ha acquistato molta più fiducia in sé stessa ed ora riesce ad apprezzare anche quei piccoli dettagli che una volta non le piacevano.
Ora riesce a ridere dei propri difetti, sia fisici che caratteriali, non come qualche anno fa, quando stava persino male per la sua pelle un po’ troppo scura, o per la sua altezza, o il suo corpo un po’ troppo ‘normale’,  ma, chissà perché, Zacky non sembra essersene ancora abituato.
Per Dio! Non sono più ai tempi del Liceo, quando erano i due sfigati della scuola che si incontravano durante gli allenamenti di baseball per raccontarsi gli avvenimenti della giornata, spettegolare come due ragazzine e scherzare sugli amabili commenti di certe persone o sulle voci che giravano all’epoca a scuola sul loro conto.
Zacky le lancia un’occhiatina storcendo il naso. –Scusa, sono ancora abituato alla piccola Morgan paranoica!-
-Io sono paranoica e complessata, lo sarò sempre, ma ora mi butto anche sull’ironia!-
-Accidenti, è proprio tanto tempo che non ti vedo!-
Esclama il ragazzo inarcando un sopracciglio. Morgan scoppia a ridere e gli tira una pacca sulla spalla, spingendolo via. –Non così tanto!-
Zacky, allora, le sorride agitando appena il capo.
Anche se ora le da un po’ fastidio, il fatto che Zacky non capisca che lei non ha più molte paranoie che riescano ad abbatterla, lui resta comunque uno dei pochi con cui lei riuscirebbe a parlarne, se ne sentisse il bisogno; come tutto il resto, d’altronde. Lui è anche l’unico da cui accetta i pareri senza riuscire a discuterci su.
Perché?
Perché sa che lui non mente. Non è nella sua natura dire bugie, Zacky non è abituato a dirle e non ne sente il bisogno, almeno non con lei, per questo lei sa al cento per cento che è sincero in quello che dice, specialmente quando la riguarda.
Zachary è la sua coscienza, la sua voce della verità, lo è sempre stato da quando si conoscono, lui riesce a capire le cose ancora prima che lei stessa ci arrivi, o le ammetta. È sorprendente, si tratta di quel tipo di amicizia raro da trovare, il genere di rapporto da conservare come un tesoro d’inestimabile valore per tutta la vita.
-Vuoi davvero provare a dare fiducia ai tuoi?-
-Loro ne stanno dando a me.-
-Loro… Loro ti hanno solo concesso di tornare a casa! Cosa che comunque non si dovrebbe nemmeno chiedere in ginocchio, come hai fatto tu.-
Morgan si stringe nelle spalle. –Per loro è sempre stato così ed io mi accontento, va bene com’è ora, la situazione. Potrebbe migliorare, no?-
Zacky sorride e si allunga verso di lei prendendole le mani tra le proprie in una salda, ma leggera, presa calda. –Tu metti sempre troppa speranza nelle cose. Sei ingenua, Piccola. Spero davvero per te di riuscire a raggiungere quell’obiettivo in cui non sei mai riuscita, so quanto significherebbe per te essere approvata dai tuoi, ma spero che non ti ferisca troppo se le cose non cambiano.-
Morgan aggrotta le sopracciglia. –Preferisco sperare che cambino, che non dare per scontato che non succeda.-
Zacky sospira ed annuisce accarezzandole il dorso della mano con il pollice. –Qualunque cosa succeda io ci sarò.-
La ragazza gli sorride ed annuisce, colma di gratitudine nei confronti dell’amico.
L’istante dopo decide di interrompere quel momento eccessivamente serio calato tra loro, quella serata non deve essere dedicata a cose tanto serie!
-Perché parliamo di queste cose?! Voglio i miei nachos!-
Esclama lei tanto all’improvviso da causare la risata di Zacky, il quale si solleva ed inizia a guardarsi attorno nel locale messicano pullulante di persone alla ricerca disperata di un cameriere.
Il ristorante in cui i due si sono rintanati è un piccolo angolo di Messico; proprietari, cuochi e camerieri sono tutti messicani, le ricette tipiche del loro Paese d’origine affollano il menù e la cucina di quel posto ha qualcosa in più rispetto a tutti i ristoranti messicani della zona, per questo è sempre tanto gremito di persone!
Quella sera non fa eccezione, è immerso in una generale cacofonia che arriva un po’ dal chiacchiericcio diffuso tra gli occupanti dei vari tavoli e un po’ dalla cucina mentre l’aria è talmente satura dell’odore di cipolle, fritto e piccante da far bruciare le narici, però è buono.
-Ora arrivano, vedrai… Non penso siano andati in Messico a prenderli!-
-Io non ne sarei tanto sicura!-
Commenta Morgan vedendo con la coda dell’occhio un cameriere che si avvicina a loro con un vassoio in mano.
-Hey! Hey! Cibo in avvicinamento!-
Esclama lei iniziando a saltellare sul divanetto come una bambina.
Zacky scoppia a ridere e le lancia un’occhiatina, prima di voltarsi seguendo lo sguardo di lei ed osservando quel cameriere con sguardo speranzoso.
Il ragazzo si avvicina proprio a loro, appoggiando il vassoio sul tavolo e depositando prima i loro bicchieri di limonata e poi l’enorme vaschetta traboccante di nachos su cui è placidamente adagiata un’indefinibile quantità di formaggio fumante.
Morgan fissa quel ben di Dio con gli occhi luccicanti, bramosa di mangiarne a manate più per golosità che non per vera e propria fame.
-Ecco a voi!-
Dice il ragazzo lasciando anche la ricevuta sul tavolo per poi allontanarsi.
Zacky lo ringrazia vagamente e poi torna a fissare i nachos, improvvisamente affamato a sua volta.
Classico esempio del bue che dà del cornuto all’asino!
Lui era quello che si lamentava perché lei era impaziente?! Beh, ora sembra quasi che non mangi da secoli, dallo sguardo che ha, come se il profumo del formaggio fuso avesse risvegliato in lui il lato oscuro.
Morgan ridacchia riflettendo sull’assurdità dei propri pensieri, distraendo Zacky dall’ammirare i nachos. –Che c’è?-
-Niente! Mangiamo?-
Lui annuisce e così, lei, sorridendo, si avventa sulla vaschetta prendendo la prima patatina triangolare ed assicurandosi di affogarla per bene nel formaggio fuso prima di portarsela alle labbra. Infischiandosene completamente del fatto che la sua temperatura, al momento, si avvicini a quella del sole.
Zacky non sembra essere tanto avventato e prima di addentare la propria patatina ci soffia saggiamente su.
Dopo i primi morsi e la guerra per scegliere le patatine migliori con più formaggio, sempre più rare da trovare mano a mano che i due ragazzi si servono, i due si calmano e rimangono a chiacchierare e a sgranocchiare placidamente le altre patatine di mais.
-Allora, per la UCLA?-
-Che?-
Domanda Morgan leggermente disorientata per quell’improvviso cambio di argomento, da precedente che riguardava il fatto che Zacky pensava di vendere la Plymouth per comprarsi un’auto nuova.
-Farai il test?-
-Oh, sì! Non mi spaventa…-
-No? Vuoi… Ecco, compagnia?-
-No, Zacky, andrò sola. Preferisco così, sai che sono ansiogena e se ci foste anche voi… Impazzirei.-
-Nemmeno Jimmy vuoi attorno?-
-Ben che meno Jimmy! In una situazione del genere mi agiterebbe di più!-
-Ah. Niente allora!-
Esclama lui scoppiando a ridere e bevendo poi un po’ di limonata fresca. Morgan sgranocchia un nachos e poi gli lancia un’occhiatina. –Vorresti venire fin a Los Angeles solo per restare ad aspettarmi ore fuori da un college a caso mentre io faccio l’esame?-
-Sì, se a te servisse il supporto di un amico!-
Morgan sorride intenerita ed inclina lievemente il capo. –Se non mi rendesse più agitata ti direi di sì, ma è peggio.-
-Potremmo venire tutti a prenderti dopo a Los Angeles!-
Morgan si tappa le orecchie agitando il capo. –No! Ecco! Ora starò a pensare che voi venite dopo e mi deconcentrerò!-
Zacky scoppia a ridere e le tira un tovagliolino ti carta appallottolato. –Sarai una rompipalle!-
Lei si stringe nelle spalle con noncuranza, recuperando il tovagliolino appallottolato e sistemandolo al centro del tavolo. –Che vuoi farci? No, a parte gli scherzi, preferisco evitare di agitarmi ancora di più…-
-Ma non avevi detto di essere preparata?! Non l’hai fatto tu tutto quel discorso su quando sei secchiona per via della NYU?!-
-Sì! Ma è pur sempre un test d’ingresso Zack! In una scuola nuova dove non conosco nessuno, dove sarò una matricola al secondo anno…-
-Oh, ma senti un po’! Quante palle, non vorrai farti abbattere da questo, vero?-
-Nah! Sarebbe solo un modo come un altro per ricordarmi che devo aspettare un po’ prima di distruggere la scuola!-
Zacky scoppia a ridere sonoramente. –Sì, forse sarebbe meglio! Non siamo più al Liceo!-
-Già… Dici che dovrei stare buona e tranquilla da brava studentessa modello?-
-Magari… Non sono il genere di persona che consiglierebbe uno stile di vita noioso e calmo, ma immagino che a te sarebbe d’aiuto!-
Morgan sorride ed agita il capo annuendo. –Sì, a parte tutto, lo so… Alla NYU ero una brava studentessa ed una brava ragazza, forse anche perché non giravano tutti quei pregiudizi che c’erano all’Huntington Hugh sul mio conto, sai, laggiù ognuno faceva un po’ come gli pareva, si vestiva come gli pareva e nessuno giudicava… Spero sia così anche alla UCLA!-
-Perché non dovrebbe esserlo?-
-Perché ci sono un sacco di nostri ex compagni di Liceo, lì.-
Zacky si fa improvvisamente serio, anzi, l’espressione del suo viso è quasi inquietante, mentre lui allarga le spalle, si solleva sul divanetto e poi sbatte il pugno nel palmo aperto dell’altra mano con forza. –Significa che farò prendere un po’ d’aria alla mia mazza da baseball.-
Morgan scoppia a ridere. –In memoria dei vecchi tempi in cui scorrazzavi in giro per il diamante bruciando le basi?-
-No, per preannunciare il tempo in cui spaccherò la faccia a chiunque ti rompa le palle.-
La ragazza sorride portandosi una mano sul cuore. –Oh, Zacky, grazie! Sei il mio salvatore!-
Il ragazzo, allora, annuisce e le sorride facendole l’occhiolino. –Puoi scommetterci! Ricordi, Hyde?-
-Certo, Jekyll!-
Ridacchia lei.
Dio, era un’eternità che non usavano quei soprannomi. Risalgono a secoli prima, fa quasi impressione pensare a quanto tempo sia passato!
Agli arbori della loro amicizia, i due si sono fatti una maratona di vecchi film in bianco e nero e tra questi c’era anche il Dr. Jekyll e Mr. Hyde, di cui Morgan ha letto e adorato anche il libro, dopo aver visto il film insieme, i due hanno passato un po’ di tempo a soprannominarsi di conseguenza, ancora prima che Zacky prendesse l’abitudine a chiamarla ‘piccola’.
Il fatto che abbia rivangato quel ricordo dopo tanto tempo le fa venire voglia di abbracciarlo, non per una questione di ruffianeggio selvaggio, ma per vero affetto.
Un po’ il sentimento che nasce quando due amici d’infanzia si ritrovano a parlare dei ricordi che possiedono sui giochi che facevano da bambini!
Morgan prende un fazzolettino di carta per pulirsi le dita e poi si alza dal divanetto, scivolando accanto a Zacky e, prima che lui possa trasformare in parole il proprio sguardo confuso, lei gli avvolge le braccia attorno alle spalle stringendosi contro di lui ed appoggiandogli il capo sulla spalla, con l’esito di farlo scoppiare a ridere.
Zacky le avvolge le mani attorno ad un braccio appoggiando il capo a quello di lei. –A cosa devo queste coccole?-
-Al fatto che ti voglio bene, e mi mancavi davvero.-
-Anche tu, piccola. Ti adoro.-
Dice lui stampandole un lieve bacio tra i capelli.
Morgan sorride contenta.
Ora sì che si sente davvero a casa, dopo aver ritrovato quelle piccole abitudini che era solita dare per scontate prima, si accorge di quanto le mancassero quei pomeriggi passati con il proprio migliore amico a parlare di tutto e di niente.
Bello essere di nuovo a casa e questa volta, per parecchio tempo!

 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: MajesticWren