Avevano perso.
Erano troppo forti, troppo superiori, troppo veri…
Avevano perso contro quelle numerose e leggendarie creature.
Avevano rasato al suolo innumerevoli città, distrutto montagne e colline, fatto a pezzi la loro gilda con un soffio e spezzato come fossero ramoscelli un mucchio di vite.
Avevano perso.
“Non ce la possiamo fare” sussurrò con il fiato spezzato Wendy le cui ginocchia non la tennero più e la fecero scivolare lentamente a terra.
Le lacrime le inondavano quel piccolo e dolce visino sporco di terra e di un liquido rosso che lentamente le usciva da profondi tagli.
“Non mollare! Forza possiamo ancora fargli vedere chi siamo!” gridò l’azzurra accanto a lei cercando di sollevarla prendendola da un braccio. Tutto inutile.
Levy non aveva più forze, una gamba non le permetteva di correre e la paura della bimba era talmente intensa che non c’era altro che vuoto davanti ai suoi occhi color cioccolato.
Si inginocchiò, le accarezzò la testa e se la portò al petto.
“Devi aver fiducia negli altri, vedrai che riusciremo a sopravvivere. Non credi in Natsu? Ci ha sempre tirato fuori dai guai e in questo momento non vorrebbe vederti ridotta così” le sussurrò in un orecchio mentre faceva scivolare i polpastrelli sulla sua guancia. Charle giaceva immobile fra le braccia dell’azzurra, probabilmente senza respiro. Se ci fosse stata lei forse Wendy riusciva a riprendere un po’ di coscienza cosa che Levy non riusciva a farle riprendere.
La piccola osservava il cielo, con gli occhi vuoti e privi di speranza. Lacrime che non smettevano di scendere erano l’unica cosa che si muoveva sul suo viso.
Levy la prese di forza, alzandola con gran fatica e se la mise sulle spalle.
Prese a correre.
Corse come non aveva mai fatto.
Purtroppo la gamba ferita non le permetteva di correre a pieno delle sue energie ma in quel momento al posto suo ci stava l’adrenalina.
Un’ondata di fuoco le rincorse e dopo pochi secondi un’ esplosione le fece saltare in aria.
Wendy cadde qualche metro più in là e si rialzò lentamente sentendo la voce di Lucy che la chiamava. La bionda la stava raggiungendo insieme al resto della gilda.
“WENDY! Ti abbiamo ritrovato!” gridò la maga degli spiriti regalandole un dolce sorriso.
“Lu-lucy-san…” sussurrò la blu stringendo più forte al petto l’amica “…Siete vivi?”
“Abbiamo la pellaccia dura!” rispose sta volta il drago del fuoco mentre tutti la circondavano.
I suoi occhi ripresero a brillare. Erano vivi, Levy aveva ragione.
“Levy…” sussurrò voltando la testa per ringraziarla del conforto ma ai suoi occhi apparve l’ombra di un drago. Un drago familiare. Un drago che li voleva morti.
Acnologia.
Tutta la gilda si ritirò indietro di qualche passo e Lucy prese in braccio la bambina.
Un enorme drago li minacciava dall’alto, spalancando le ali e osservandoli con la bocca aperta.
“LEEEEEEVY!!” gridò Jluvia sbucando da un punto del gruppo non appena si accorse della gracile figura a terra proprio sotto il drago.
Non fecero a tempo.
I loro cuori si spezzarono, i loro respiri si bloccarono e i loro occhi persero qualcosa di molto caro davanti a loro.
Il drago planò, schiacciandola.
“Le….” non riuscì nemmeno a chiamarla, Lucy aveva perso completamente la voce e le sue gambe scivolarono proprio come quelle di Wendy poco prima.
Wendy cadde nel vortice della colpa. Si sentiva colpevole. Se fosse stata più forte, se avesse corso invece di bloccarsi, forse Levy era ancora lì.
Ma tra tutti i dolori ne sbocciò uno ancora più grande.
“LEVY!”
La voce del drago di ferro si spanse nell’aria mentre a spintoni si faceva avanti tra la folla.
Laxus non riuscì a bloccarlo.
Il moro prese a correre, andando frontalmente al drago senza paura. Gridava il suo nome, la follia negli occhi lo accecava.
“LEVYY!”
Gridava sempre più forte tanto che anche il drago ne fu inquietato e con un battito d’ali riprese a volare scostandosi un po’ da quel punto e lasciando così il corpo della giovane.
Si buttò su di lei, cadendo con le ginocchia sulla terra e prese tra le braccia quel corpicino esile e privo di anima.
La chiamò, la scosse, la portò al petto ma niente uscì dalle sue labbra. Nemmeno un respiro.
“LEVYYY!” gridò più forte mentre le lacrime presero il sopravvento, rigando le guance vergini del dragone. Guance che mai avevano visto dell’acqua scorrere da quegli occhi rosso sangue.
La portò vicino al viso, le passò il dorso della mano su una tempia, scostandole dagli occhi un ciuffo ribelle, e poi appoggiò le sue labbra su quelle di lei.
Fredde e immobili.
“Ti amo” le sussurrò stringendola al petto e piangendo anche l’anima.
Tutti piangevano ma in quel momento la priorità era un’altra: Acnologia era ancora sopra di loro e adesso puntava su Gajeel.
“GAJEEL!! ATTENTO!” gridò Erza nel pieno panico, restando ferma dove era. Erano tutti immobilizzati dal terrore.
L’amore del drago, invece, mosse le gambe di esso più veloci di quanto la paura potesse fare.
Acnologia ricoprì l’uomo con in braccio la donna con la sua ombra e paurosamente si avvicinava. Una risata sinistra, profonda e irraggiungibile si espanse intorno a loro.
Il drago rideva. Rideva alla vista di quei patetici umani, rideva alla vista di lui: così stupido e cieco di un sentimento inutile da farlo morire.
“Cieco umano, cieco amore” sussurrò nella loro lingua mostrando i denti bianchi e aguzzi.
Gajeel non lo osservò, stringeva ancora il corpo della sua amata tenendo la testa bassa.
La risata non cessò, nemmeno quando il drago toccò terra davanti ai due.
Fairy Tail era immobile, quasi senza respiro.
Neppure Natsu riuscì a muovere un muscolo, neppure il Master.
Era la loro fine.
Era questo il loro destino.
Rasi al suolo dal più grande drago di tutti tempi.
Sta volta Mavis non li avrebbe salvati.
“Sta zitto”
La risata cessò. Il drago abbassò la testa e puntò con i suoi occhi glaciali la figura del ragazzo che piano piano si stava alzando, abbandonando a terra la propria amata.
“Cosa hai detto, umano?”
Pronunciò così lentamente quell’ultima parola che il mondo dietro di lui si era ghiacciato.
Gajeel se ne restava fermo, davanti a lui, con la testa bassa e i pugni chiusi.
Un’aura nera si stava alzando da lui, un'aura omicida che persino Acnologia percepì.
“Ma cosa sta succedendo?” si chiese terrorizzato Freed non appena alzò la testa.
Tutti fecero lo stesso e restarono immobilizzati.
Un’ondata di draghi iniziarono a volare sopra le loro teste. Ruggivano e i loro occhi erano tutti uguali. Migliaia di paia di occhi rossi come il sangue si puntavano sul drago e sull’uomo che poco più in là si fronteggiavano. Migliaia di paia di occhi rossi li osservavano, eppure c’era qualcosa che non andava.
Acnologia indietreggiò, sotto gli sguardi sbalorditi di tutta Fairy Tail.
Gajeel avanzò.
“Anche tu… sei un fottuto umano, impostore” sussurrò il moro tenendo la testa bassa e avanzando verso di lui. 
L’ultima parola fu sussurrata lentamente, scandendo l' astio su ogni sillaba.
“Non è possibile” sussurrò il drago non nascondendo una punta di paura.
Gli occhi di Gajeel si sollevarono, mostrando il loro scintillio. Occhi rossi e luminosi carichi di odio. La pupilla allungata era sempre più sottile e un alone azzurro la circondava.
“Ma….cosa…” sussurrò ancora il drago prima di iniziare a tremare.
Il Dragon Slayer alzò un braccio, lentamente.
I Draghi si misero in posizione.
“Aspetta” sussurrò nuovamente il re dei draghi.
Il braccio adesso era eretto in aria.
Chiunque stava osservando la scena trattenne il respiro. In quel momento un uomo era riuscito in qualcosa di impossibile.
“NON SEI TU IL PRINCIPE!” gridò terrorizzato Acnologia rendendosi conto della sua posizione.
I Draghi che prima erano sotto il suo controllo adesso lo puntavano. Non erano più incantati da lui, adesso non era più lui il principe. Un odio più grande, un potere più esteso e un’energia più pura gli aveva soffiato il ruolo portandoglieli contro.
“Oh sì” sussurrò divertito l’umano davanti a lui prima di abbassare il braccio ed esser travolto da uno stormo di draghi.
 




 
Giaceva immobile, la carcassa più grande e potente di tutto l’universo. Giaceva davanti ai suoi piedi e lui la osservava con il ghiaccio negli occhi e l’odio nel cuore.
Le aveva strappato la cosa più preziosa che aveva e adesso lui gli aveva strappato vita e potere dagli artigli.
Eppure si sentiva così vuoto.
Adesso era il principe dei draghi, eppure si sentiva povero.
La ragazza che amava non c’era più e questo non sarebbe servito a riportarla indietro.
“Gajeel”
Voltò lo sguardo, quel poco che bastava per osservarsi dietro le spalle.
Il master lo chiamava con le lacrime agli occhi e un sorriso in volto.
“Hai vinto” gli sussurrò orgogliosamente mentre il resto della gilda annuiva dietro di lui.
Gajeel si voltò. Osservò i draghi che adesso erano distesi davanti a lui, pronti per obbedirgli cecamente e infine portò lo sguardo verso Levy.
Mosse due passi e subito la strada verso il corpo della giovane era libera.
La raggiunse e la strinse al petto.
Non l’aveva mai ringraziata per tutto quello che gli aveva fatto.
Non l’aveva mai accompagnata in biblioteca per aiutarla a prendere i libri più in alto.
Non l’aveva mai abbracciata quando aveva paura.
Non le aveva mai detto quanto l’amasse.
“No, ho perso”







Angolo Autrice:
Non so perchè ma dopo aver visto Dragon Trainer 2 mi è apparsa questa in testa.
Vi giuro, ho lasciato un pezzo del mio cuora al cinema T_T
Chi non vuole un drago?? Io voglio un drago.
Lo chiederò per Natale.
Comunque è talmente triste la cosa che ora mi rifarò con un capitolo per la mia raccolta.
Quindi probabilmente tra oggi o domani uscirà un altro capitolo di "Iron Book's Family"
Alla prossima!