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Autore: Scarlett Rose    17/08/2014    1 recensioni
Il Dottore ha lasciato la sua copia mortale a Rose e i due si sono costruiti una vita insieme.
Ma il Dottore si è anche lasciato dietro rimpianti e speranze. E al suo doppio il compito di sedare i primi e alimentare le seconde.
Solo che John Smith non è il Dottore. E le sue scelte le compie da solo. Anche se fanno male e a volte è difficile.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Solo una nota prima di cominciare: dopo luuuuuuunghe riflessioni e prove di svariati nomi alla fine ho deciso che la “copia” del Dottore ha scelto di chiamarsi con lo pseudonimo che quest'ultimo usa ogni tanto: John Smith. Per me, da qui in poi, questo sarà il suo nome.

Tuttavia, nelle storie passate ho deciso di lasciare Jonathan, come ad esempio in questa drabble , da cui è nata la one shot che vi apprestate a leggere (graziegraziegrazie)!

Solite note legali: Doctor Who appartiene in toto ai suoi creatori che ne detengono tutti i diritti.

Questa è un'opera di fantasia senza alcuno scopo di lucro.

 


 

 

 

John la sente muoversi nel buio. Dev'essersi svegliata a causa della schiena che le fa male. O magari delle gambe gonfie, si lamenta spesso che sono pesanti durante la gravidanza.

È bravissimo a raccontarsi queste storie per non affrontare una verità che ha il sapore amaro dei sogni ridotti in cenere.

Sa perfettamente che Rose si sveglia dopo aver sognato di lui.

Del Dottore.

L'originale, si ripete per l'ennesima volta tra sé e sé, mentre sente la mano di lei scivolare dentro la sua e stringerla.

Lei è convinta che John dorma profondamente e che la stretta con cui la ricambia sia un riflesso involontario. Non sa che non è tanto lei ad aggrapparsi a qualcuno, quanto piuttosto John che cerca di afferrarla prima che gli sfugga.

Rose è sua moglie e porta in grembo suo figlio.

È sicuro che in un certo qual modo lo ami. Ma l'amore che gli dona è quello perfetto per uno come lui: solo un'ombra di ciò che l'ha originato.

Rose non tarda a scivolare nuovamente nelle maglie del sonno, probabilmente è risalita a bordo del TARDIS ancora una volta, e a quel pensiero John teme di spezzarsi in due. È impossibile restare integri sotto il peso di tutto quel terribile dolore.

Perchè lui la ama.

Da quando è nato fino a quando morirà ha saputo che il suo tutto era Rose e non poterle dare ciò che anela, non essere abbastanza ed al contempo troppo somigliante al sogno irrealizzabile, gli toglie il fiato.

Vorrebbe scuoterla, svegliarla, riportarla da sé e lontano dall'altro.

Anche se, sorride amaramente voltandosi su un fianco per accarezzarle piano i capelli sparsi sul cuscino, in questo caso l'intruso nella storia è lui.

“Guardami.” vorrebbe dirle, se avesse il coraggio di farlo. E lei alzerebbe gli occhi color del cielo e sorriderebbe perplessa inclinando la testa, forse pensando a chissà quale strano scherzo.

E, sempre se avesse il coraggio, John proseguirebbe “Guardami, Rose. Io sono qui. Sono di carne e sangue, non un sogno evanescente alla luce dell'alba. Sarò un bravo marito ed un buon padre.”.

In realtà quest'ultima frase gliel'ha già detta.

Quando lei gli ha annunciato di essere incinta.

Quando lei gli è volata tra le braccia, euforica, e sono finiti a fare l'amore sul divano.

Quando ha rivisto nel suo sguardo quella scintilla di selvaggia vitalità che aveva scorto nei ricordi dell'altro sè

In quell'attimo, sono stati vicinissimi.

È per questo che John non molla e rimane accanto a lei.

In quell'attimo ha capito che forse per loro due c'è una speranza.

Deve solo ripeterselo più spesso quando le cose si fanno difficili.


 

  
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