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Autore: Nerospirito    17/08/2014    3 recensioni
Aqua è un emblema di speranza per un regno decadente, che assieme al gemello Terra combatte tra le fila del corpo di elite di Eraqus Nomunaga, legittimo erede al trono dell' Impero del Sole, per vincere la guerra civile e portare la pace in un regno ormai devastato per cui il comandante Eraqus potrebbe essere la sola speranza di rinascita.
Xeahnorth Nomunaga, il figlio minore dell' imperatore tetsuya Nomunaga torna dall' esilio al comando della sua temuta compagnia mercenaria, le Spade Nere, deciso a riprendersi il regno a costo di uccidere suo fratello maggiore.
Vanitas è un ladro e un bandito esperto nell' arte della spada e dell'inganno, discendente nientemeno che da Tsukuyomi.
Tra sanguinose battaglie in un impero dai toni del giappone feudale, intrighi di palazzo e brame di conquista la paladina della luce e il figlio della luna incroceranno spade e cuori nel grande gioco del Re..
(Note dell'autore: OOC e Lime possibili nel corso della storia. Xeahnort ha l'aspetto di "Ansem Seeker of Darkness"!)
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aqua, Terra, Vanitas, Xehanort
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Altro contesto
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Oriental Tale cap 5 (Gli intrecci dei sentieri)

Anche la seconda settimana di viaggio sarebbe terminata con l’alba seguente.
Per quella notte i fratelli avevano affittato una camera in una locanda nel distretto povero della città in cui si erano fermati dopo aver cavalcato per quasi un terzo del territorio della provincia che comprendeva il loro villaggio e aver potuto constatare le reali condizioni della gente: tutto o quasi distrutto, colonne di disperati che provavano ad emigrare con il poco che avevano, o che era rimasto loro, verso la capitale. E ovunque si raccontavano storie di morte e di guerra..


In quel momento Terra stava sdraiato su uno dei due letti della camera, rimuginando sulla vista raccapricciante di quello che avevano fatto i soldati a un gruppo di persone che si era riunito per attaccarli. Quei disgraziati ciondolavano sulle mura esterne della città, marcendo al cappio e facendo da banchetto per gli spazzini del cielo con il cartello “traditore” appeso al collo.

- Hanno sbagliato.. Questa gente è stremata dalla guerra che prosegue da ormai quasi dieci anni senza che nessuna delle due parti riesca a sopraffare l’ altra.. Questo regno sta andando a rotoli e i potenti cosa fanno? Giocano a dadi con le nostre vite..bah. - commentò con amarezza, voltandosi sulla schiena e fissando il soffitto dalle assi imbevute di condensa e nere di muffa. La paglia nel materasso scricchiolò a ogni più piccolo movimento.

Anche Aqua ci stava pensando, chiusa in un cupo silenzio in cui stringeva al petto Fiore d’Autunno come se potesse dargli qualche conforto. L’ esercito? Il generale? No.. Lo ricordava un uomo d’ onore, ed era impossibile che fosse stato lui ad ordinare l’ esecuzione di massa di tutti quei briganti per necessità.

Eppure erano lì, impiccati e bollati come traditori, con tanto di sigillo impresso a fuoco sul cartello..

- Questa è la guerra.. Non sono i potenti a decidere cosa fanno i soldati, Terra. In guerra esiste solo il peggio, solo il lato brutale del mondo.. - Se anche lei credeva a quelle parole, non pensava più di saperlo così bene, dopo quello spettacolo di orrori pieni di mosche…

- La guerra? Balle: la guerra c’è da dieci anni quasi, eppure è solo da poco che si sente parlare di queste stragi. Il tuo generale sta diventando quello che sono tutti i nobili: un mucchio di sterco in pelle umana.-

Il risentimento, l’ odio e la paura che si erano mischiate nella gola di Terra da quella camminata tra i banchetti dei corvi, aiutati dal fetore dolciastro delle carcasse putrescenti gli risalirono la gola con il sapore della bile. Ricordò di aver vomitato, a metà del tragitto mentre sua sorella era rimasta impassibile, dura come l’acciaio.
Non era mai stata così… Possibile? Possibile che quell’ arma la stesse cambiando..? Fiore d’ Autunno era un’ arma prodigiosa, nata dalle mani di Amaterasu per difendere l’ Impero dal male, ma era possibile che fosse essa stessa..Male..? Non avrebbe comunque avuto risposte ai suoi timori.. Ne una risposta al suo ultimo insulto: Aqua gli aveva dato la schiena, voltata su di un fianco, e stava già dormendo. Sognando  incubi tenebrosi e occhi del colore dell’ ambra.

L’ aria di quel luogo puzzava in modo terribile a causa delle pire: avevano annientato un’ altra roccaforte dell’ impero, disposta tra i Monti dell’ Alba, a Nord Ovest della capitale.
Era stata una battaglia cruenta e i suoi uomini erano periti a centinaia dando l’assalto diversivo mentre Shu e Vanitas si erano infiltrati attraverso i condotti di scolo della roccaforte e avevano fatto saltare i cancelli con la polvere nera. Ah! Che magnifica sinfonia era stata quella! Le urla dei soldati nemici colti dal terrore cieco, dopo le esplosioni, e il  grido di guerra della sua compagnia… Sì, era partito in testa al cuneo di sfondamento, la sua lancia nera che rifletteva con bagliori cupi i raggi solari, ridendo della distruzione che stavano per portare loro.
Perchè il mondo era diviso tra pecore e lupi, e Xehanorth era il capobranco più famelico mai visto su quella terra dai tempi del primo Nomunaga che impugnando Cosmos, una leggendaria arma nata dal cuore di una bestia mitica e dalla forma che ricordava vagamente quella di una chiave, aveva unificato l’ Impero del Sole in un tempo perso tra le leggende.  

Ne aveva impalati tre nella carica, sangue caldo che zampillava dalle loro gole schizzandogli gli abiti. Due balestrieri avevano azzoppato il suo stallone, costringendolo ad andare a piedi nel fango e nella neve sciolta, col caos della battaglia che infuriava tutto attorno a lui. E Lui ne era il centro: lo avevano circondato, sperando di ucciderlo e terminare la guerra lì. Di ricevere un’ onorificenza.. E invece avevano tutti ricevuto una lama nel collo. O nelle viscere.

Fu veloce, un fulmine dagli occhi ambra che schizzava tra le aste delle lance, impugando la sua con una tecnica superba: il primo cadde colpito dalla lama con un affondo al ginocchio, lo finì spezzandogli la trachea usando la parte finale dell’ asta, mentre ne impalava uno squarciandogli il ventre e rubandogli la lancia di mano per atterrarne altri due che pensavano di colpirlo alle spalle. Due pugnali avevano troncato la loro giugulare, che stillava rosso e insozzava il terreno calpestato dai compagni.. Il terrore aveva fatto il resto: si erano voltati e morirono da idioti, con il cranio mozzato dal tremendo filo di Belladonna, la sua lancia nera avvelenata da una magia antica che le impediva di perdere il taglio o arrugginire, nemmeno con tutto il sangue che aveva versato.

Il principe esiliato in quel momento si stava facendo medicare ferite sulle braccia e al costato, procurate chissà in che modo.. Tendeva a perdere la ragione durante una battaglia, lasciando fare al corpo quello per cui era stato allenato con perizia dall’ infanzia: uccidere.

Aspirò una boccata di quell’aria fetida.. No, non era fetore, perchè la carne umana che cuoceva sulle pire aveva un’ odore spaventosamente simile a quello del maiale arrostito.
Che ironia conteneva quell’ odore: non dava di per sè il volta stomaco,quello era l’ effetto che dava il pensiero che ad emanare un profumo simile era la carne di un altro uomo..

Rise tra sè, immaginando che presto quello sarebbe stato il destino del suo “adorato” fratello maggiore..

Ma solo se Vanitas avrebbe saputo adempiere al compito che gli avrebbe assegnato appena terminato il conto dei cadaveri e del bottino…

Perfino lì, nei condotti sotterranei che portavano all’ interno della roccaforte arrivavano i clangori assordanti della guerra, che rimbombavano cupamente nella cavità circolare e gli martellavano i timpani impedendogli di pensare velocemente come avrebbe voluto.

- Che spreco di buoni uomini.. - sentì mugugnare il suo maestro, un paio di passi avanti a lui, come li accucciato a strisciare nel liquame con una bomba di carta di riso e polvere pirica fissata sulla schiena: ne avevano una a testa e sarebbero servite a far esplodere i cardini inferiori del portone. Aprirlo poi sarebbe stato facile, con l’ ariete che attendeva fuori dalle mura.

- Qui si sale. Fuori le armi e non farti ammazzare, ragazzino. - gli sussurrò il maestro, sfilando dal fodero la sua amata daga curva. Vanitas fece lo stesso con Luna Crescente, che strusciò nel suo fodero nero producendo un suono rassicurante.

- Questo dovrei dirtelo io, vecchiaccio - rispose a tono Vanitas, prima che il suo maestro scivolasse fuori dal condotto con una facilità assurda, pensando a quanti anni avesse in realtà; il ragazzo lo seguì, cercando di escludere i suoni del combattimento come aveva faticosamente imparato negli ultimi anni di addestramento letale, e poi furono fuori, alla luce del sole. Nell’ area di tiro degli arcieri.

Corsero tra le frecce che piovevano, nascondendosi ovunque potevano e squarciando le gole degli uomini che li venivano a stanare, usando i loro corpi come scudo. A Vanitas sembrò una corsa infinita, ma alla fine riuscirono a mettersi al riparo dalle frecce nascodendosi dietro un gruppo di barili accatastato vicino al portone. Perfetto. Con agilità il ragazzo sgusciò fuori e piazzò la bomba, tuffandosi un momento dopo al riparo: accesa la miccia bastavano pochi secondi e.. Il riverbero dell’ esplosione spense tutti gli altri suoni e frammenti di legno, ferro e pietra gli piovvero addosso come dardi, ferendolo superficialmente, alcuni anche gravemente, sulla schiena e alle gambe. Riuscì comunque a muoversi per tornare nelle retrovie, mentre il loro capo, Xehanorth, partiva alla carica finale… “Spero tu muoia qui, infame di un principe.. Anzi, spero tu sopravviva. La tua testa è mia, Morto.”

Comunque, gli ordini erano di ritirarsi all’accampamento e raggiungere il principe quando lo scontro fosse stato vinto e così fece.

Xehanorth lo stava aspettando seduto su un ceppo, la sua lunga lancia d’ ebano conficcata nel terreno come una promessa di morte che contaminava con la sua presenza perfino l’ aria festante dei bricconi che brindavano al saccheggio e alla vittoria. Lui non brindava: non lo faceva mai dopo una vittoria di così poco conto, sostenendo che avrebbe festeggiato solo quando avrebbe potuto sedere tranquillo sul trono. Inutile dire che questo significava “mai”.

- Vanitas.. Hai appreso bene le arti delle tenebre dal suo maestro e sei diventato uno splendido sottoposto. Ora ho bisogno di testare le tue abilità: viaggerai fino alla capitale e ti presenterai come un giovane contadino desideroso di arruolarsi per il proprio paese. Con le tue capacità ti sarà facile scalare i ranghi ed entrare nelle grazie di mio fratello. La tua missione è entrare nella guardia personale di Eraqus e fornire tutto ciò che potrai sapere sui suoi piani di guerra. Ci siamo capiti? -

Vanitas lo stette ad ascoltare in silenzio: una missione di spionaggio, in più senza avere le spalle coperte. In pratica era un “vai e parati il culo da solo.'' Oh giusto, sarai nella tana del lupo con addosso delle bistecche fresche e sanguinolente. Buona fortuna”.

- Con tutto il rispetto, signore, potrei ucciderlo appena possibile invece che fare la semplice spia. Sono stato addestrato per questo, giusto?-

Il principe emise un sbuffo rabbioso e infastidito - Moccioso, mio fratello non è una preda adatta alle tue zanne. Limitati a seguire gli ordini e a tenere un profilo basso. Ti incontrerai con un contatto ogni tre giorni, non mancare l’ appuntamento o sarai considerato morto. Non deludermi.-

Detto ciò lo congedò con un gesto e il ragazzo dagli occhi dorati andò a preparare l’ occorrente per il viaggio fino al centro di reclutamento, alla capitale, giurando che sarebbe stato l’ ultimo oltraggio che avrebbe ingoiato da parte di quella serpe.  

Angolo Autore: Anche stavolta è passato un sacco di tempo dall’ ultimo aggiornamento (Bigboss mi tirerebbe il collo se sapesse dove abito, ma non lo sa bwahahahah); comunque, mi scuso ma questa volta la Maturità aveva tutte le priorità possibili e mi scuso anche se il capitolo era un po’ sottotono, ma devo ingranare di nuovo dopo questa lunga pausa/vacanza. Bene, il primo arco narrativo è veramente finito, dal prossimo inizia l’ arco dell’ addestramento militare: Che succederà ad Aqua, la nostra coraggiosa e determinata eroina? E a Vanitas, l’ oscuro discendente del dio della notte?

  
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