Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: lawlietismine    18/08/2014    4 recensioni
Sterek ~ 3973 parole.
Derek e Stiles stavano insieme ormai da un po', ma il più grande continuava a volte a comportarsi come il solito sourwolf di sempre anche con l'altro, che dunque negli ultimi tempi si era messo a studiarlo.
Cosa lo faceva arrabbiare?
Cosa lo faceva cedere?
Beh, ora Stiles lo sapeva: se quando lo aveva preso, però, qualcuno gli avesse dato anche le istruzioni per l'uso, avrebbe risparmiato un sacco di tempo.
Ma - sinceramente - il modo in cui era arrivato a certe conclusioni, non gli aveva procurato altro che piacere.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
 

  
 


Beacon Hills era il posto più assurdo del mondo, Stiles ne era certo: da fuori – e anche da dentro, se non eri nel giro giusto – poteva sembrare così tranquilla come cittadina, ma in realtà era una catastrofe naturale.
Licantropi, kanima, nogitsune, kitsune, banshee e chi più ne ha, più ne metta.
Poi c’era lui… L’umano del gruppo.
Ma in un certo senso, ripensandoci, gli sembrava impossibile adesso vivere una vita senza tutto ciò, tanto che spesso si chiedeva seriamente cosa fossero soliti fare lui e Scott prima che il secondo venisse trasformato in quella bizzarra nottata.
Tipo quell’angosciante momento in cui arrivi a chiederti cosa facevi prima di immergerti nel mondo della lettura, o in quello dei telefilm, oppure in quello dei fandom in generale: qualsiasi cosa fosse, doveva essere noiosa.
Spesso avrebbe voluto essere qualcosa anche lui, ma da quando aveva sperimentato la possessione-da-nogitsune, che lo aveva quasi portato a compiere una strage, aveva capito che al contrario gli andava bene così: era tutto apposto.
L’apice invece era giunto quando – finalmente, e in un modo che neanche avrebbe mai saputo spiegare – lui e Derek si erano… Messi insieme?
Sì, qualcosa del genere.
Già, proprio lui, Derek se-mi-tocchi-ti-strappo-la-gola-con-i-miei-denti Hale.
L’ex alfa mancato che spesso lo aveva minacciato, ma che altrettanto spesso gli aveva salvato la vita: Stiles poteva in un certo senso vantarsi di aver ricambiato, viste le volte in cui invece era stato lui a salvargliela.
Il figlio dello sceriffo non avrebbe saputo dire come, dopo tutto quel tempo, fosse uscito il discorso fra i due. Era semplicemente successo e un attimo dopo si era ritrovato spalmato contro l’anta dell’armadio di camera sua, con le labbra decisamente – e piacevolmente – occupate.
E dire che all’inizio tra di loro scorreva un odio reciproco difficile da fraintendere…
Ora che erano passati dei mesi, tutto andava per il verso giusto… O meglio, tutto tranne Derek se-non-faccio-il-duro-è-un-casino Hale.
Certamente Stiles non si era mai neanche lontanamente immaginato una relazione romantica da dolce e amoroso picnic sul prato con lui, ma neanche di mantenere le cose come erano sempre state: voleva avere degli attimi di pace, dove poter stare con il suo ragazzo senza doversi preoccupare per la sua gola.
Ma niente, il lupo sembrava voler mantenere quella farsa alla ‘io sono distaccato e non mi addolcisco mai’, nonostante la cosa riuscisse a mandarlo fuori di testa.
Ecco dunque come era nata la missione HIPU, nonché “Hale: istruzioni per l’uso”, infatti il più giovane aveva deciso di fare uno studio sul sourwolf: per un po’ aveva controllato ogni sua reazione, l’aveva trattato quasi come una cavia da laboratorio pur di scoprire come comportarsi.
Di cosa era certo? Derek era un tipo seriamente difficile, tanto che a volte si era ritrovato a sbuffare esasperato con le mani fra i capelli.

Ma a un certo punto – arrivando al dunque – era giunto il momento di mettere in atto le sue supposizioni.


Derek Hale si arrabbiava quando Stiles:
- Non faceva ciò che voleva lui.



Come lo aveva capito? Beh…

A Beacon Hills, è risaputo, il giorno di luna piena è problematico, perché i lupi – allenati o meno – si alterano facilmente, molto facilmente.
E Liam non era di certo molto allenato, per questo Derek aveva categoricamente vietato a Stiles di giocare con la squadra quella sera, nonostante l’importante partita che lo aspettava: un passo falso e procurarsi solo una gamba rotta, secondo l’altro, sarebbe stato un miracolo.
   “Don’t be such a sourwolf, Derek” lo aveva superficialmente rimproverato Stiles, spaparanzato sul divano del loft per giocare con la sua psp, ma il ringhio che aveva invaso l’abitacolo subito dopo per poco non gliel’aveva fatta volare in terra.
Il lupo gli era piombato di fronte, guardandolo con quel suo sguardo truce e alla ‘ti spiezzo in due’ di Ivan Drago – che lo aveva fatto imbambolare sul posto – mentre stringeva le braccia al petto con quel suo essere tanto boss mafioso.
Stiles lo aveva fissato un attimo con le labbra schiuse e uno sguardo perso, probabilmente cercando di capire cosa sarebbe stato bene fare, poi – per il bene del suo esperimento – aveva annuito e “Va bene, come vuoi” aveva risposto, sperando che l’altro fosse troppo arrabbiato e pieno di sé per poter far caso al suo battito, oppure che lo fosse quel tanto da scambiarlo per timore nei suoi confronti.
Liam forse lo preoccupava perché – per ragioni ignote – aveva discusso con Scott: sicuramente una sciocchezza che si sarebbe risolta presto, ma non abbastanza presto per convincere Derek a lasciarlo giocare a quel gioco ‘violento quel tanto da poter far scattare il giovane licantropo’.
L’altro era sembrato convinto, perché – riportando le braccia lungo i fianchi – aveva annuito, quasi come se Stiles fosse stato un cagnolino ubbidiente, e poi era tornato verso la scrivania, scompigliandogli i capelli nel passargli dietro.

Inutile dire che la sera invece non era rimasto solo in panchina, perché il coach – proprio come lui aveva sperato – lo aveva fatto entrare in campo e quindi si era ritrovato fra Scott e Liam per giocare quell’aspettata partita.
Derek naturalmente non era andato fra gli spettatori, ma Stiles era stato consapevole del suo sguardo infuriato addosso per tutto il tempo, quasi avesse voluto dargli fuoco con quello, certo che – una volta finita – lui avrebbe dovuto aspettarsi qualcosa sicuramente poco gradevole.
Per fortuna non era successo niente, Liam non aveva dato di matto e lui ne era uscito senza ossa rotte, ma quando si era ritrovato solo nella sua amata jeep nel parcheggio e aveva sentito la portiera dalla parte del passeggiero aprirsi, prima di richiudersi con violenza, aveva capito che era arrivato il momento: un secondo dopo si era sentito afferrare per la nuca e la sua fronte aveva abbracciato il volante con un forte botto.
   “Cosa ti avevo detto?!” gli aveva ringhiato contro Derek, con gli occhi particolarmente illuminati e Stiles avrebbe riso di quella sua perdita di controllo se lui stesso non fosse stato vittima di quella furia.
Perciò si era limitato a massaggiarsi la testa con fare tremendamente dolorante, mentre l’altro – ancora con i canini digrignati – aveva continuato a rimproverarlo a suon di versi animaleschi.
   “Non lo farò più…” aveva mugugnato in un piagnucolio, prima di lanciargli un’occhiata dispiaciuta e sofferente che – dopo un po’ – lo aveva fatto calmare, i suoi occhi e i denti erano finalmente tornati normali, dunque Stiles si era goduto la mano dell’altro sul suo mento, occupata ad alzargli il viso per controllare di non avergli sbattuto troppo forte la testa, prima di mettere in moto e guidare fino al loft, facendo sapere allo sceriffo che ‘avrebbe dormito da Scott per festeggiare la vittoria’.
E l’aveva festeggiata davvero, ma non con il suo migliore amico.


- Metteva qualcun altro prima di lui.


Questo punto lo divertiva particolarmente, perché lo aveva scoperto proprio in un modo che all’inizio aveva ritenuto bizzarro, ma che poi aveva piacevolmente catalogato come ‘tremenda gelosia nei suoi confronti’.
Dopo scuola si era subito fiondato dall’altro come ormai faceva sempre, cercando di ignorare gli sbuffi di Scott che ancora non ci si era particolarmente abituato alla loro relazione (e non perché erano due ragazzi, ma perché uno dei due era Derek) (il momento in cui glielo aveva raccontato, comunque, è un’altra lunga storia) e rifilando il solito ‘studio da Scott’ a suo padre.
Insomma, Scott c’entrava sempre in un modo o nell’altro.
Quando era arrivato, aveva spiacevolmente scoperto – o piacevolmente, dipende – che Derek si stava facendo una doccia, perciò – dopo dieci minuti buoni in cui aveva praticamente maltrattato il suo cervello per decidere se intrufolarsi nel bagno o meno – si era buttato sul solito divano in attesa.
Nella doccia avevano sperimentato già abbastanza cose, adesso era meglio lasciarlo lì senza tanti discorsi.
Ma si era maledetto mentalmente quando l’altro – sicuramente per farlo apposta visto che lo aveva sentito arrivare e ora voleva stuzzicarlo – non era uscito, mostrandosi spudoratamente come mamma lo aveva fatto.
E santa di una mamma, lo aveva fatto proprio bene!
Non c’era niente che Stiles non avesse già visto, naturalmente, ma quello era stato un dannato puro invito a guardarlo e a fare la prima mossa, perché l’altro invece aveva girato tranquillamente per la stanza come se niente fosse, completamente a suo agio.
E diamine, Stiles non poteva dargliele tutte vinte, perciò aveva cercato di non fissare troppo e pensare a un piano: la prima parte era fallita miseramente.
Ma a un certo punto si era alzato e gli era andato in contro, prima di allungarsi a stringerlo in un abbraccio laterale e di lasciargli qualche bacio sulla pelle umida e invitante della spalla.
Il maggiore aveva abbassato lo sguardo per incrociare il suo, rivelandogli una visione paradisiaca con quei capelli bagnati e gli occhi lucidi pieni di consapevole aspettativa, e “Che vuoi?” lo aveva quasi deriso, trattenendo un ghigno di fronte al modo in cui Stiles lo stava guardando.
L’altro aveva piegato le labbra in una calcolata smorfia, prima di ammettere che “Veramente volevo dirti che devo andare a studiare da Danny, quindi ci sentiamo stasera o domani” ed era vero, l’amico glielo aveva proposto e lui aveva lasciato la cosa in sospeso con un ‘ti faccio sapere’, ma vista la sfida che gli aveva lanciato Derek, la sua risposta sarebbe stata sì.
In quel momento invece lo aveva guardato cercando di trattenere la sorpresa e la confusione: come poteva andare da Danny con quello che aveva di fronte?
Ma Stiles si era limitato a fare spallucce, prima di lasciargli un altro veloce bacio e andarsene, mollandolo lì da solo e imbambolato.

Il giorno dopo – a dimostrazione del pensiero di Stiles – Derek era rimasto arrabbiato tutto il tempo, facendo finta di essere indifferente di fronte al messaggiare del suo ragazzo con il compagno di classe perché ‘avevano studiato così bene insieme, che volevano farlo più spesso’.
Certo, fino a quando non gli aveva strappato il telefono di mano e non lo aveva completamente trascinato fino alla camera da letto per distrarlo, ignaro del senso di vittoria che aveva pervaso l’altro già nel sentirsi togliere di mano il cellulare e nel sentirsi afferrare con forza.


- Si cacciava irrimediabilmente nei guai.


Per lui e Scott di certo non era una novità, infondo era così che si erano imbattuti in Derek la prima volta nella foresta, per questo – quando ce n’era l’occasione – si buttavano in esperienze poco responsabili, quali intercettare le chiamate di suo padre e precederlo sul posto dell’omicidio.
Da quando si erano immersi in quel mondo sovrannaturale, non avevano più avuto lo stesso numero di avventure di quel tipo, ma loro due sapevano accontentarsi.
Per questo – quando seduti in camera di Stiles per giocare, avevano sentito lo sceriffo al telefono che ripeteva un ‘Cadavere? Vicino alla vecchia casa degli Hale?’ – si erano scambiati un’occhiata di intesa, prima di scattare in piedi e svignarsela dalla finestra in meno di cinque secondi.
Peccato che lo sceriffo non fosse stupido e l’avesse fatto solo per far loro uno scherzo, ma – forse il caso – di certo non si erano ritrovati da soli nel luogo indicato: quando avevano capito che il vecchio aveva giocato loro uno scherzo poco divertente, avevano fatto per ritornare indietro, ma un rumore inudibile a orecchio umano aveva bloccato Scott sul posto, imitato subito dopo dal suo migliore amico, che – quando aveva visto brillare di un rosso scarlatto gli occhi dell’altro – si era prontamente messo in allerta.
Quando entrambi avevano sentito qualcosa avvicinarsi, nonostante uno dei due fosse un fottuto alfa, avevano preso a correre dalla parte opposta a perdifiato, con Scott che trascinava l’altro per la manica così da fargli tenere il suo stesso passo – il che era tutto dire, eh.
Avevano superato chissà quanto, sfrecciando fra gli alberi quasi fino a sbatterci direttamente contro, mentre qualcosa li rincorreva, e Stiles aveva dovuto usare tutte le sue forze, perché avrebbe potuto giurare di morire solo per il fiato perso, fin quando Scott non lo aveva lasciato così velocemente che l’umano aveva slittato sulla terra per qualche metro, venendo per miracolo bloccato con un ringhio proprio sul bordo della caduta nel vuoto.
Quando – con un groppo in gola nel vedere l’immenso paesaggio sotto di lui – aveva trovato la forza di girarsi, si era trovato davanti uno Scott con il respiro trattenuto per lo spavento dello scampato salto nel vuoto del suo migliore amico, e Derek con uno sguardo di fuoco che – ci avrebbe giurato – voleva fargli intendere che l’avrebbe sbranato da un momento all’altro.
   “Siete per caso impazziti?!” li aveva sgridati, guardando però solo lui “Potevi cadere di sotto!” aveva continuato, come se Stiles non se ne fosse accorto da solo.
   “Quante volte vi ho detto di smetterla con queste stupidaggini, eh!?” non si era dato per vinto, continuando a stringere il suo ragazzo con forza per la felpa.
Stiles e Scott avevano chinato la testa e “Tante…” avevano risposto consapevoli, prima di sentirlo grugnire e sbuffare adirato, con il battito cardiaco a mille per lo spavento preso che solo l’alfa – fra i due – poteva sentire, ma non ne aveva fatto parola visto il momento poco opportuno, sennò in un altro caso gliel’avrebbe fatto notare divertito.
Derek lo aveva lasciato solo dopo averlo trascinato lontano dal dirupo, per poi indicare loro la foresta e “Tornate a casa” aveva sbottato, con dietro di sé il sole che iniziava a calare vista l’ora “Subito”.
Loro non se lo erano fatti ripetere due volte, prima di incamminarsi: Stiles gli aveva lanciato di sottecchi un’occhiata, vedendolo passarsi una mano sul volto con un lieve sospiro di sollievo, per poi seguirli.


Derek Hale invece cedeva quando Stiles:
- Sembrava un semplice ragazzo innocente.


Negli ultimi tempi gli era capitato spesso – anzi no, di più – di restare nel loft di Derek a dormire, fra una cosa e l’altra si faceva tardi e semplicemente crollava sul letto dell’altro, e che il lupo sbuffasse o meno, non si smuoveva mai da lì.
Quella mattina aveva dovuto affrontare la giornata verifiche a scuola, una di quelle che sei fortunato se sopravvivi senza diventare pazzo, perciò quando era arrivato stravolto fino al loft, si era catapultato con la faccia immersa nel cuscino e una posizione a stella sul materasso.
Derek aveva osservato tutto con un’espressione accigliata e le braccia incrociate al petto, seguendolo fino a poggiarsi malamente allo stipite della porta per capirci qualcosa: ma non avrebbe dovuto sorprendersi, erano più le volte in cui non lo comprendeva, rispetto a quelle in cui lo faceva.
   “Mmh…” aveva mugugnato contro la stoffa, cercando di immergersi sempre di più, quasi fino a farsi inglobare totalmente da quella, e Derek aveva inclinato la testa per guardarlo meglio.
Sinceramente non capitava spesso di trovarsi davanti uno Stiles silenzioso che non lo guardava nemmeno e si fiondava il più velocemente possibile sul letto, e in ogni caso gli sarebbe andato bene, se non fosse stato per il fatto che la permanenza sul materasso non lo comprendeva minimamente.
   “Stiles?” lo aveva richiamato piano e serio “Che hai?” ma niente, l’altro si era limitato a piagnucolare e mugugnare ancora senza neanche voltarsi, prima di trascinarsi su un fianco e abbracciare il cuscino con gli occhi chiusi.
Gli era sembrato così stanco che aveva dedotto fosse andato a letto molto tardi la sera prima, le guance erano leggermente arrossate, probabilmente per la fretta con cui era arrivato, mentre le labbra schiuse per far passare il respiro calmo.
Derek lo aveva guardato ancora un po’, seguendo con lo sguardo i suoi lineamenti che ormai portavano il suo marchio invisibile, quei nei che aveva baciato e baciato ancora, fino ad arrivare al collo, il petto poco visibile dalla t-shirt che – spiegazzata e incastrata sotto al corpo – invece scopriva la sua pancia, quella parte di pelle che aveva percorso infinite volte prima con le dita in un tocco leggero e poi con le labbra, con la lingua.
Quando poi aveva sentito il suo respiro regolare, come il battito, capendo così che si era addormentato, si era incantato ancora di più ad ammirarlo, tanto che neanche si era accorto – dopo un po’ - di essersi mosso fino a chinarsi di fronte a lui per poterlo scrutare da vicino.
Quando dormiva sembrava un’altra persona e a Derek piaceva anche questo.
Aveva allungato distrattamente una mano fino a posarla sulla sua fronte, accarezzandogli leggermente i capelli incasinati, fino a scendere sulla guancia e poi sulle labbra.
E diamine, che labbra!
Dire che le amava era poco, Derek era ossessionato da quelle labbra, avrebbe passato tutta la vita ad assaporarle.
Un attimo dopo le stava già riassaporando delicatamente, sporgendosi sul ragazzo senza far rumore: ma Stiles si era svegliato, nonostante l’altro – troppo distratto - non se ne fosse reso conto, e aveva ricambiato, con un mugolio di piacere che aveva riscosso Derek, prima di strusciarsi e battere la mano sul materasso, in un chiaro invito a sdraiarsi con lui.
Derek non se l’era fatto ripetere due volte, in un secondo lo aveva circondato e stretto fra le sue braccia, rivelando al più piccolo tutto il suo animo premuroso.


- Faceva l’audace.


 E sia ben chiaro, non capitava spesso: altro motivo per cui – quando succedeva – Derek andava fuori di testa.

Durante la settimana avevano avuto fra tutti qualche problemino con il sovrannaturale e nonostante nessuno si fosse fermato un attimo per raccontarlo a Stiles, lui se ne era accorto, soprattutto dagli atteggiamenti di Derek: così distratto, corrucciato, distaccato.
Più del solito, si intende.
Quando il più piccolo era andato da lui dopo scuola, non si era neanche premurato di aprirgli e salutarlo, Stiles era dovuto entrare da solo – con la chiave che per di più gli aveva dato Peter e non l’altro – per poi trovarsi a passare il tempo sul divano, mentre Derek armeggiava con scartoffie e schemi vari alla scrivania.
Non che fosse una grandissima novità, ma anche Scott non gli aveva prestato molta attenzione e tra un po’ nemmeno Lydia, perciò aveva iniziato a sentirsi fin troppo escluso, ed era ancora più stressante per lui avere il suo ragazzo a pochi metri ma non ricevere neanche un’occhiata da parte sua: insomma, nessuno avrebbe apprezzato una cosa così, no?
Motivo che lo aveva portato a scrutarlo un po’, prima di tirarsi su e andargli in contro, per abbracciarlo da dietro e poggiare la guancia sulla sua schiena sfortunatamente coperta dalla maglietta.
Inutile dire che non era servito a niente, nada de nada, neanche il suo strusciarla contro di essa, dunque Stiles era arrivato alla conclusione che l’unico modo sarebbe stato renderlo troppo occupato per pensare a qualsiasi cosa stesse pensando, che sicuramente non era lui. 
Si era intrufolato con le mani sotto alla sua maglietta, prendendo ad accarezzargli gli addominali con un tocco leggero ma sicuro, che come sapeva bene – date esperienze passate – apprezzava molto, per poi far aderire il petto alla sua schiena e alzarsi sulle punte per raggiungere il collo con le labbra.
   “Derek?” gli aveva sussurrato con la voce un po’ roca sfiorandogli l’orecchio, visto che il tutto stava facendo più effetto a lui che all’altro, ma il lupo si era fermato all’improvviso a quel suono rauco e sensuale, forse resosi conto della situazione.
Beccato.
Stiles – approfittando dell’attenzione conquistata – aveva dunque continuato il suo percorso con le mani, salendo fino al suo petto, per poi riscendere per stuzzicare il bordo dei jeans, nel quale si era poi immerso leggermente: non abbastanza secondo l’altro, che con un gemito mischiato a un ringhio animalesco gli aveva fatto intendere di dover procedere più in basso.
Ma non si era spinto oltre, Stiles, che – con le mani ancora a formare una ‘v’ sul bassoventre dell’altro, ora un po’ nascoste dalla stoffa ruvida – aveva dedicato le sue attenzioni al lobo e al collo, portando a Derek una scarica di brividi che non era poi riuscito a trattenere.
Il più grande doveva aver apprezzato molto quelle attenzioni, perché aveva subito chinato indietro la testa fino a poggiarla sulla spalla dell’altro, con un sospiro compiaciuto mentre socchiudeva gli occhi: non importava quanto sembrasse impossibile, il ragazzino ci sapeva proprio fare e Derek era sempre stato contento di poter essere l’unico a saperlo.
   “Va bene così?” gli aveva mormorato piano, continuando a inarcarsi per strusciare maggiormente i loro corpi in movimenti continui e lenti che avevano portato poi l’altro a muovere con uno scatto la mano per portarla a stringere la nuca di Stiles dietro di sé, a immergere le mani fra i suoi capelli come per trattenerlo lì e non farlo andare via.
Così aveva annuito con un ‘mmh’ gutturale e roco che  aveva fatto intendere al più piccolo che la sua missione si stava compiendo alla perfezione.
Quando poi aveva fatto scivolare le mani un po’ più giù, ma sempre non abbastanza, succhiando e accarezzando con la lingua la pelle del collo, aveva piacevolmente sentito il respiro del ragazzo davanti a lui bloccarsi quasi a strozzo, mentre quella stretta sui suoi capelli lo aveva quasi spinto più verso di sé.
Stiles amava fargli quell’effetto, proprio come Derek amava ricevere quei trattamenti da lui.
Il limite era stato superato quando – facendo forza sulla parte su cui le sue mani erano ben poggiate – aveva mosso il bacino verso di lui, sostituendo alla lingua i denti per un leggero morso, e Derek aveva praticamente tremato tra le sue braccia, prima di girarsi di scatto e afferrarlo con impazienza, così da stringergli i fianchi e baciarlo con fare esasperato: Stiles lo mandava fuori di testa, l’aveva già detto?
   “Der-” aveva tentato – divertito quanto eccitato – nel secondo in cui gli era stato concesso di riprendere fiato, ma l’altro era subito tornato sulle sue labbra senza farlo continuare.
L’attimo dopo la sua schiena si era schiantata contro i cuscini del divano e il suo corpo era stato sopraffatto da quello del lupo: la missione era stata decisamente compiuta con gran successo.



Questi erano dunque i risultati più importanti, non tutti certo, perché Stiles aveva sperimentato tanto prima di giungere alle sue conclusioni e ogni situazione era finita più o meno in modi decisamente piacevoli per lui quanto per Derek, ma le sue preferite erano quelle.
Le aveva trascritte man mano sul suo portatile nel documento crittografato da password e chiamato ‘HIPU’, aggiungendoci qualche volta le sue opinioni e qualche appunto sparso, per poi chiuderlo – giunto al termine – con un sospiro soddisfatto, accompagnato da un ghigno divertito.
Di certo non l’aveva fatto per i posteri, perché a nessuno – ed era bene sottolineare il nessunosarebbe lontanamente stato permesso di provare qualcosa del genere, a nessuno oltre lui sarebbero dovute servire le istruzioni per l’uso di Derek Hale. Mai.
Solo lui doveva sapere come provocare certe reazioni nel lupo, come farlo distrarre o arrabbiare, addolcire o tremare, come farlo eccitare.
Solo e solamente lui poteva mettere in pratica quei consigli e quelle informazioni che – in fondo – aveva scritto solo ed esclusivamente per sé.
Gli esperimenti erano finiti, ora non gli restava che continuare con le prove e riprove per accertarsi giorno dopo giorno della loro affidabilità.
Fu per questo che, colpito da un’idea improvvisa – quando Derek entrò furtivamente dalla sua finestra come al solito  – chiuse distrattamente il portatile, per poi girarsi verso l’altro con uno sguardo estasiato e quasi folle.
Il più grande lo aveva guardato incuriosito e accigliato: di certo non gli era sfuggito come negli ultimi tempi la situazione si fosse animata un po’ più del solito fra loro, cosa che gli aveva fatto capire che il suo ragazzo doveva star progettando qualcosa nella sua testolina.
Qualcosa di interessante che lo vedeva coinvolto.  
Ghignò dunque con le braccia strette al petto, aspettando qualsiasi proposta l’altro fosse lì lì per fargli.
   “Mi aiuteresti con un esperimento?” parlò infatti Stiles con fare perso, studiandolo dalla testa ai piedi.
Derek annuì piano, in attesa del continuo, sicuro che non gli sarebbe affatto dispiaciuto.
   “Avrei bisogno di panna…” aggiunse il ragazzino, prima di soffermarsi a fissarlo negli occhi e “…Tanta panna” si corresse, prima di scambiarsi con il sourwolf un sorrisetto eloquente.


 
 
Ehilà gente! 
*esce dal nulla* 
Sì, dovrei pensare all'epilogo di best gift of fate - sterek. 
No, non lo sto facendo. 
, lo farò. 

Lo giuro! 
Lo scriverò e pubblicherò in settimana, lo prometto, ma questa idea mi è piombata in testa e... SBAM! Non potevo pensare a niente che non fosse questa OS. 
(La più lunga che abbia mai scritto,
omg! E la prima su TW! )
Vabbuò... Spero davvero che vi sia piaciuta, perchè io mi sono divertita un sacco a scriverla! 
*non interessa a nessuno* 
VI PREGO (nah, scherzo, ma se lo fate, mi rendete moooolto felice), fatemi sapere cosa ne pensate! 
Accetto tutto, soprattutto ditemi se ci sono errori o se ho scritto qualche stronzata. 
SPERO DAVVERO di non aver stravolto i personaggi ç_ç e di avervi strappato almeno un sorriso. 
Non so che altro aggiungere, alla prossima! 


Lawlietismine.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: lawlietismine