Fanfic su artisti musicali > The Vamps
Segui la storia  |       
Autore: ifeelconnection    18/08/2014    1 recensioni
Dal primo capitolo//
“Beh , a quanto pare le apparenze ingannano anche nel nostro caso.”
Mi fissò per un lungo istante e poi tornò a guardare il mio lavoro, o meglio il lavoro di Maya.
“È qui che ti sbagli,” replicò toccando l’erba del mistero, come a ricordarmi delle parole di Madame “io sono esattamente come mi vedi.”
//
Brianna Raynolds, campionessa di Trigonometria a livello nazionale.
Tristan Evans, campione in tutto, amore compreso.
La Dickinson High , scuola gioiello dell'intera New York City sembra troppo piccola per tutti e due.
Cosa succede quando due mondi uguali ma paralleli si scontrano?
Le rivalità imperversano tra i due, che hanno fin troppe cose in comune, e lo sanno.
Basteranno le profezie di un'aspirante maga a tenere lontana Brianna dal suo destino?
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tristan Evans
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The B Team
(Prologue)




 

The Author:

Ciao! Questa storia è su questo account, però l'autrice sono solo io, Tita. La Viola è la mia consigliera ufficiale, per così dire :)
La storia sarà incentrata su... Hey, vi sto spoilerando! Leggete per sapere :*
Fatemi sapere con una recensione !
Baci
Tita xx
Ps. La storia è anche su wattpad, siccome sono io l'autrice posso pubblicarla anche su efp :)

 

 



 









~Ed Sheeran é sempre stato il mio cantante preferito. La canzone non saprei sceglierla, ma di sicuro la mia playlist urla al mondo quanto mi piace, e per mondo intendo il mio povero fratellino di dieci anni, che ha giá imparato le canzoni a memoria. L'ho sempre considerato un poeta moderno, il più romantico , almeno.

La mattina non era molto diversa dalle altre, mi ritrovai come sempre a camminare verso la banchina n.10 per prendere il mio traghetto n.25 che andava dal New Jersey a New York, che tutte le mattine ci impiegava ventitré minuti esatti. Le mie mattine erano fatte di numeri, orari e lunghe camminate, perché io non ero mai in ritardo. Da quando la mattina mi sedevo in una delle mie classi di scuola, quasi tutte materie scientifiche , la mia vita era fatta di numeri. 'Campionessa di Trigonometria' diceva il titolo in cima al mio fascicolo , ed era una delle ragioni per cui a scuola ero considerata una rarità, e per cui i numeri erano così importanti nella mia vita. La mia scuola era nell'Upper East Side, il quartiere più alto di Manhattan , e come ogni altra mattina stavo camminando verso di essa, in attesa di entrare nel 'Covo dei finiti Poeti' , come mi ero abituata a chiamarlo. La Dickinson High prendeva il nome da una delle poetesse e scrittrici più famose di tutti i tempi e come tale non poteva che essere una specie di setta per più grandi giovani e ricchissimi talenti di New York . Chi usciva da lì, aveva un contratto editoriale assicurato, come se a procurarselo non bastasse il nome o una parola di papà. Per questo motivo, ero rimasta molto sorpresa quando il preside mi aveva invitata a studiare lì, con una borsa di studio, con Ia scusa che "un talento nelle materie scientifiche alzerà il prestigio della nostra scuola, ormai da troppo tempo famosa solo per i nostri giovani Shakespeare" . Io una ragazza del New Jersey , una provincialotta a detta di tutti, tra l'alta società newyorchese. La mia vita sarebbe stata il perfetto episodio di Gossip Girl , se mi fossi chiamata Serena e fossi stata popolare , ma l'unica cosa che avevo in comune con quella ragazza era la presenza di qualcuno che mi tormentava. Camminando lungo Battery Park verso la fermata della metropolitana , un'automobile nera e piuttosto sfigata mi sfrecció accanto , andando a prendere proprio la pozzanghera torbida che stavo superando e ovviamente , facendomi la seconda doccia della mattina.

"Grazie tante, stronzo!"

Urlai dietro alla macchina che si allontanava velocemente, evidentemente qualcuno in ritardo. La giacca bianca adesso era più grigio sporco che altro e non potevo certo presentarmi davanti alla commissione della scuola in quello stato. Era il giorno della gara di biologia, materia in cui me la cavavo, nonostante i numeri non fossero molto presenti. L'importante era che non ci fosse troppa poesia, le materie letterarie erano l'unica cosa che non avrei mai compreso , mi sembrava che insegnassero troppe cose , troppo in fretta.

In preda ad una sottile rabbia cominciai a camminare velocemente verso l'emporio di Madame Renaude, una donna francese che vendeva di tutto, nella speranza che avesse una giacca simile alla mia , almeno qualcosa da mettermi, non avrei sopportato di essere chiamata di nuovo 'stracciona' dalle ragazze che avevano la fortuna di potersi vestire da Chanel. Dovetti affrettare il passo , non sarebbe stata quella la mia prima mattina di ritardo. Il campanello alla porta del negozio suonó con un chè di mistico, rivelando che la donna aveva cambiato il colore delle pareti, che adesso erano di un azzurro brillante, adornato dagli scaffali e dai quadri che testimoniavano la sua originalità.

"Madame?"

Nessuna risposta , solo un fruscio confuso.

"Madame Renaude? Sono io, Bri."

Conoscevo Madame da due anni, quando per caso ero in cerca di un regalo per mia madre , visto che nella sua bottega aveva praticamente tutto. La donna era anche una sottospecie di maga , ma io non mi ero mai fidata delle predizioni che leggeva nella foglie del té, ero una con i piedi per terra. Decisi di avvicinarmi al bancone , probabilmente la donna era chinata e non mi aveva sentito, visto che era mezza sorda. Era una brava donna, infondo ci volevano bene.

Sentivo delle fusa provenire dal dietro la porta che stava accanto al bancone , e non fui sorpresa di vedere Taddeus venire fuori con fare circospetto e sguardo vigile.

"Taddeus, vieni qui, sono Bri."

Il gatto nero si avvicinó a me rilassandosi e nell'esatto istante in cui mi chinai saltó sul mio ginocchio, permettendomi di sollevarmi con il felino in braccio. Aveva un orecchio mozzato e avevo imparato a mie spese a non accarezzare la cicatrice , come mi ricordava la striscia bianca sul dorso della mia mano. Dopo quell'episodio, tra me e lui era nata una sorta di amicizia , contratto sancito dalle fette di prosciutto che gli portavo ogni tanto.

Un altro fruscio, ma stavolta il gatto era con me , non poteva essere lui.

Rimasi in silenzio, aspettando che l'anziana signora uscisse dalla porta.

"La giacca la cerchi bianca o couleur de la nuit, jolie?"

Mi chiese una voce con un marcato accento francese. Dopo essere sobbalzata inizialmente , mi girai verso la donna , che era spuntata con in mano due modelli quasi identico a quello che avevo addosso, solo di due colori totalmente differenti.

"Blu notte?"

Ridacchió leggermente , facendo sobbalzare i piccoli occhialetti rotondi sul suo viso ossuto.

"Oui, con i tuoi pantaloni sta decisamente meglio.-"

Fece per avvicinarsi e io mi tolsi il capo sporco di dosso , facendolo cadere sul pavimento, dove Taddeus trovó subito una comoda nuova cuccia, del resto quella macchia era irrecuperabile, avrei anche potuto regalargliela. La donna mi posizionó la giacca sulle spalle e andò come un fulmine nel retro , evitando per un pelo il gatto, che le rivolse un guizzo con quegli occhi dorati. Quando tornó con uno specchio che praticamente la superava in altezza , l'immagine mi mostró una ragazza con un discreto senso dello stile , la cui giacca blu notte evidenziava il punto vita ed il colore grigio brillante degli occhi , che sembravano due piccoli brillanti . Il blu mi donava e devo ammettere che con i miei pantaloni marrone cioccolato stava decisamente bene , sembravo una matricola universitaria, ed era esattamente l'impressione che volevo dare alle facce grigie che erano i miei professori.

"Et voilà! Che ne pensi , cherie?"

Ero impegnata a fissare il mio riflesso , così ci misi un attimo per rispondere

"È fantastica , ha sempre avuto gusto Madame."

La donna fece un sorriso compiaciuto , mostrando una dentatura perfetta , nonostante l'età.

"Prima che tu possa dire quelque chose , puoi pagarmi facendoti leggere le foglie di té, sono un po' arrugginita nel farlo."

"D'accordo"

Mi rassegnai a sorbire una predizione alquanto priva di senso. Mi prese per un braccio e mi trascinó con entusiasmo verso un tavolino posto nell'angolo del negozio , sul quale erano appoggiati dei vasetti e un servizio da té in ceramica inglese , o perlomeno lo sembrava. Mi sedetti su una delle sedie messe ai lati del tavolino e vidi con stupore che quando Madame sollevó il coperchio , l'acqua nella teiera era bollente , nonostante non fosse su un fornello.

"Scegli un' essence per l'infuso."

Mi disse aprendo i vasetti uno ad uno . Presi ad annusarli e mi fermai davanti a un'erba dal colore verde brillante. Vidi lo sguardo della donna guizzare di eccitazione , forse fare le predizioni la faceva sentire davvero la maga che credeva di essere.

"Uh la la. Passiflora. L'herbe del mistero."

Mise un cucchiaio di essenza nella tazza e poi vi versó l'acqua . L'infuso prese a emanare un odore fresco ma rilassante, che invase la stanza.

"Allez, bonbon . Bevi "

Mi incitó con voce materna ma impaziente. L'acqua era fumante ma piacevolmente calda, riuscii a bere l'intera tazza in poco tempo senza scottarmi, sotto lo sguardo vigile di Madame. Le consegnai la tazza e dopo qualche secondo di silenzio la vidi fare un'espressione a metà tra il compiaciuto e il divertito. Aspettai qualche altro secondo.

"Vede qualcosa?"

"Mes oui! Hai incontrato qualcuno di interessante questa mattina , uh?"

"Veramente no, cosa ved..."

"Shh! Le foglie dicono verità, jolie."

Mi zittii improvvisamente, contenta di sentire che forse , la mattinata sarebbe stata diversa, che magari le foglie mi dicevano di ciò che stava per accadere. Decisi di non illudermi troppo, ero sempre stata una con i piedi per terra e la mia mente matematica mi aiutava a non farmi fantasie su incontri improvvisi che mi avrebbero cambiato la vita , o almeno, la giornata.

"Bri, je suis desolee, non è da me fare predizioni così affrettate e veloci , ma prevedo che sarai in ritardo per la gara di biologia."

Mi disse indicando l'orologio tondo attaccato alla parete. Le 8:00. La gara iniziava alle 8:20. E io avrei avuto 20 minuti di metropolitana da fare per arrivare a scuola , sempre che non ci fossero stati ritardi. Presi lo zaino che avevo abbandonato sul pavimento e mi lanciai in un

"Grazie mille Madame! Bonne journèe!"

Prima di uscire di corsa dalla porta , accompagnata dai miagolii offesi di Taddeus , che non avevo salutato.

'Chissà' pensai tra me e me mentre scendevo di corsa le scale della fermata del World Trade Center , che avevo raggiunto alla velocità della luce 'stamattina la predizione di Madame potrebbe avverarsi.'

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Vamps / Vai alla pagina dell'autore: ifeelconnection