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Autore: zinzuleddha    19/08/2014    1 recensioni
Una lacrima scivolò sul suo pallido viso- era la fine.
"Non ci prenderanno mai vivi" esclamò a denti stretti, ripetendolo tante volte quante le lacrime che in quel momento solcavano il suo viso; riuscivo quasi a sentire il rumore quando, cadendo sullo sterzo, finivano in mille pezzi, esattamente come lo stava finendo la mia speranza.
"Mi dispiace di averti messo in tutto questo" ammise, cercando con tutta la forza del mondo di trattenere i singhiozzi.
E l'avevo visto sotto innumerevoli aspetti, ma questo mi era decisamente sconosciuto.
"Ti amo" si lasciò sfuggire.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Frank, sbrigati" Mi distolsi dai pensieri non appena udì la voce di Gerard.
Aprì la porta del bagno, trovandomelo davanti, a testa bassa, "Devo parlarti" disse, dirigendosi verso il letto. Dei flashback si fecero spazio nella mia testa, ricordai la sera in cui ci incontrammo, successe praticamente la stessa cosa, solo che finii per essere interrogato dalla polizia mentre, adesso, avevo il brutto presentimento di non tornare nuovamente a casa.
Lo seguii, sedendomi sul letto.
"Frank, voglio che tu sappia che, questo colpo non sarà come gli altri. Dobbiamo agire senza un piano e, ci sono migliaia di guardie la dentro, stessa cosa per la polizia nei dintorni. Non ho intenzione di far fuori tutti, solo Jordison e la sua stretta compagnia, abbiamo a disposizione delle pistole silenziate per farlo e, penso sia meglio agire in fretta che cercare di passare all'occhio, capisci cosa intendo?"
Fui all'istante assalito dall'ansia, annuii, cominciando a martoriarmi le mani.
"Bene. Volevo dirti che, se non te la senti non devi farlo per forza" Quelle parole mi lasciarono di stucco, mi voltai per osservarlo meglio, i suoi occhi brillavano.
Sospirai, non dandogli alcuna risposta, era l'ultimo colpo, non avrei mollato, non adesso, oramai eravamo agli sgoccioli.
Aprii la valigia, tirando fuori una camicia nera e una giacca che andai ad indossare, notai allora che Gerard era già pronto e che sembrava terribilmente ansioso; non l'avevo mai visto in quelle condizioni, mi sentivo a disagio.
Ci lanciammo uno sguardo, capimmo che era arrivato il momento. Presto tutto sarebbe finito, questa poteva essere l'ultima volta che ci vedevamo.
Annuì, afferrando le chiavi della macchina e tirando fuori dal comodino due pistole, delle quali una aspettava a me.
Ne mise una nella giacca, lanciandomi l'altra e, in men che non si dica, ci ritrovammo in macchina, sfrecciando verso il casinò.
Un brivido mi percorse la schiena non appena fummo li davanti, lo stomaco mi si contorse, ma ignorai queste sensazioni, adesso avevo ben altro a cui pensare.
Scendemmo dalla macchina, un altro sguardo prima di cominciare a correre verso una meta a me sconosciuta.
Credo notò la mia confusione quando mi afferrò una mano, guidandomi.
"E' al piano di sopra" disse, nonostante il casino che si venne a creare riuscii a sentirlo, degli spari cominciarono a risuonare nell'aria.
"Spara a chiunque cerchi di aggredirti" continuò, cominciando a sparare contro le innumerevoli guardie che ci erano venute in contro, armate fino ai capelli. La sua voce terribilmente roca.
Tirai dalla giacca la pistola, cominciando a fare come mi era stato detto e, se Gerard non avesse avuto la prontezza di farmi finire a terra con uno spintone, mi sarei beccato una pallottola in faccia.
Continuavo a chiedermi cosa potesse essermi preso, tutto a un tratto sembrava essere nuovamente alle prime prese: ero in tilt. Non sapevo come agire, che fare e il panico mi stava assalendo, ma riuscii ad ignorare anche quella sensazione non appena Gerard mi prese nuovamente la mano, cominciando a correre su per le scale.
"Cazzo, aiutami" imprecò, continuando a sparare contro le guardie che continuavano a venirci incontro, cominciai così a sparare contro quelle alle nostre spalle, mentre lui continuava a sparare contro quelle che trovava lungo la strada.
Ci ritrovammo così, dopo una lunga mezz'ora e centinaia di cadaveri, difronte una porta che Gerard, prima di caricare nuovamente la pistola in fretta, spalancò con un calcio violento, cominciando poi a sparare nuovamente.
Ricaricai anch'io, impacciatamente, la pistola. La caricai giusto in tempo per sparare contro delle guardie che stavano salendo su per le scale e che, nel giro di un secondo mi avevano già puntato le pistole contro.
"Frank" l'urlo di Gerard mi fece raggelare il sangue, mi precipitai nella stanza, "lanciati" mi urlò, afferrandomi per un braccio e lanciandosi dalla finestra, tirandomi poi con se.
Fui assalito nuovamente dai flashback, più quel giorno trascorreva, più mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo, alla prima volta in cui lo incontrai.
Andai a sbattere violentemente con lo stomaco contro una ringhiera di ferro, qualche metro più sotto di noi, mentre Gerard cadde perfettamente in piedi. Era abilissimo, peggio dei gatti e, poi c'ero io, che finivo sempre per cadere, farmi male o mandare mezzo piano a puttane.
Non ebbi nemmeno un secondo di tempo per cercare di riprendere fiato che, dolorante, mi trovai nuovamente a correre, questa volta verso la macchina.
Non feci nemmeno caso se riuscimmo ad uccidere Jordison & Co.
Notai delle macchine venirci incontro, capii solo allora che questa volta non sarebbe stato per niente facile uscirne vivi: avevo sottovalutato fin troppo le parole di Gerard. Ci sarebbe stato un inseguimento, mi sentii morire. Sarebbe significato che avremmo dovuto guidare a velocità doppia delle altre volte e, guidare a quella velocità non portava a nulla di buono.
Salii in macchina, feci per allacciare la cintura ma Gerard mi fermò, mettendo poi in modo e sgommando nuovamente verso una meta a me sconosciuta.
"Abbiamo bisogno di muoverci, sarebbe pericoloso mettere la cintura" disse a denti stretti, sistemandosi sul sedile.
Annuii, voltandomi in dietro, vidi tre auto inseguirci.
La macchina aumentava di velocità, esattamente come i miei battiti cardiaci.
Mi accucciai nel sedile, sentii un bisogno che non sentivo ormai da mesi: sentivo il bisogno di piangere.
Fui assalito da una strana sensazione mai provata prima ma, sapevo una cosa: quella sensazione non significava nulla di buono, esattamente come gli spari che cominciarono a risuonare nell'aria, mentre Gerard continuava a scendere il pedale dell'acceleratore.
Afferrai la pistola, cominciando a sparare contro le macchine quando Gerard frenò di colpo. Andai a sbattere contro il parabrezza, poi feci per voltarmi, ma Gerard mi scaraventò giù dal sedile.
"Stai giù" mi urlò, prima di sfrecciare a sinistra e frenare nuovamente di colpo.
Alzai lo sguardo, eravamo circondati da auto dalle quali cominciarono a scendere degli uomini.
Ingranò la retromarcia scontrandosi contro una macchina, per poi sfrecciare, mentre ulteriori macchine sbucavano dappertutto.
Una lacrima scivolò sul suo pallido viso.
Era la fine.
'Non ci prenderanno mai vivi' esclamò a denti stretti.
Lo ripeté tante volte quante le lacrime che in quel momento stavano lasciando il suo viso; riuscivo quasi a sentire il rumore quando cadevano sullo sterzo e si riducevano in mille pezzi, esattamente come la mia speranza.
Era la fine.
Tese una mano tremante verso di me.
Mi sarei aspettato di tutto in quell'istante ma non un gesto del genere.
Non era una persona del genere e, fu allora che capì che proprio come le sue lacrime e la mia speranza, anche il suo orgoglio era finito in pezzi.
Mi tirò verso se, con lo sguardo fisso nel vuoto mentre spingeva sempre di più il pedale. Sarebbe presto finito anch'esso in pezzi, esattamente come i nostri corpi.
Mi abbracciò disperatamente facendomi quasi perdere il respiro. Potevo sentire le sue lacrime scorrermi lungo le spalle.
Mi lasciò un lieve bacio sulla nuca, accarezzandomi la schiena con la mano libera, mentre la macchina non faceva che aumentare di velocità.
"Mi dispiace di averti messo in tutto questo" ammise, cercando con tutta la forza del mondo di trattenere i singhiozzi.
L'avevo visto sotto innumerevoli aspetti, ma questo mi era decisamente sconosciuto. "Ti amo" si lasciò sfuggire.
Alzai lo sguardo per tentare di scoprire il suo. Avemmo mezzo secondo di contatto visivo, ma questa volta non come i precedenti. Questa volta era diverso.
Non esprimeva rabbia, confusione, delusione, tristezza, orgoglio o felicità.
Dentro quello sguardo ti ci perdevi, dentro quello sguardo potevi vedere la sua anima.
E fu solo allora che capì che, la persona con cui avevo trascorso gli ultimi 5 mesi della mia vita non era quella che credevo.
Non era pazzo. Non era presuntuoso. Non era cattivo.
Era una persona umile che era stata costretta a nascondersi dietro una falsa personalità per cercare di andare avanti e, ciò lo aveva portato all'autodistruzione. In quel momento, avevo davanti il vero lui: non quello che si era costruito e che aveva lottato per tenere vivo, ma quello che nessuno aveva mai conosciuto e che, in quel preciso momento, io stavo avendo la fortuna di osservare.
Portò gli occhi alla strada e in quel preciso istante il suo sguardo divenne vuoto.
La mia attenzione fu catturata dal finestrino posteriore che nel giro di mezzo secondo si ridusse in pezzi e dagli innumerevoli spari che risuonavano nell'aria, come il mio respiro pesante.
L'ansia si impossessò di me per l'ennesima volta non appena realizzai che erano di nuovo dietro di noi, ci stavano raggiungendo.
Abbassò nuovamente lo sguardo verso di me che, adesso, stavo stretto contro il suo petto ricoperto di sangue nella speranza di non udire gli spari.
I nostri sguardi si incrociarono ulteriormente.
''Ti amo anch'io'' sussurrai con quel poco di voce che mi era rimasta.
L'idea che sarei morto con chissà quante pallottole in testa mi terrorizzava. Era doloroso, non mi piaceva il dolore.
Mise su un sorriso sghembo, stringendomi più forte a se.
''Ti amo'' ripeté, prima di sterzare di colpo.
Si girò di scatto facendomi finire contro il sedile, abbracciandomi come per proteggermi, abbracciandomi come se ciò potesse rendere la morte meno dolorosa.
Un rumore assordante, dopo, tutto nero.
Non riuscivo a vedere, ma capivo perfettamente ciò che stava accadendo.
Un rumore assordante e poi, poi un colpo in piena faccia su quello che sembrava l'asfalto.
Raccolsi tutte le forze che mi erano rimaste e che lentamente sentivo scivolare via dal mio corpo e mi capovolsi.
Sentivo il sangue scorrermi lungo il viso e le braccia e un calore terrificante.
Pensai per un attimo di essere andato a finire all'inferno ma, una spiegazione più logica si fece spazio nella mia mente: la macchina aveva preso fuoco e, presto sarebbe esplosa.
Mi distolsi dai miei pensieri non appena percepii un fastidioso formicolio alla testa che si spinse fino alle braccia, per poi arrivare ai piedi.
Realizzai solo in quel momento di essere totalmente paralizzato.
Il mio corpo non rispondeva più agli impulsi celebrali, la testa sembrava esplodermi.
Ebbi ripetuti conati di vomito; mi era impossibile muovermi e, adesso anche respirare ma mi fu però possibile percepire un peso morto sulla mia mano adesso gelida e una leggera stretta.
La stretta aumento, capì solo allora ciò che stava accadendo.
Potei udire un 'Non ci prenderanno mai vivi'
Dopo, uno scoppio.






- Ed ecco l'ultimo capitolo ma, LA STORIA NON E' ANCORA FINITA.
Cercherò al più presto possibile di pubblicare l'epilogo e, si, ci sarà un sequel ricco di colpi di scena.
Che dire, se siete arrivati fin qui, vi ringrazio dal più profondo del cuore e, vorrei ringranziare anche tutte quelle persone che mi supportano, recensiscono e seguono la storia. Spero continuerete a seguirmi perchè ho in serbo una bella sorpresa.
Il sequel, se non cambierò nuovamente idea, dovrebbe intitolarsi "I brought you my bullets, you brought me your love" e vi ricordo sarà narrato sotto il punto di vista di Gerard.
Vi invito, come sempre, a lasciare una recensione e dirmi che ve ne pare e, se avete domande o non avete capito qualcosa della storia, non esitate a scrivere, risponderò a tutti!
Vi ringrazio ancora una volta per l'attenzione -

A presto
- Danny x
   
 
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