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Autore: SkyDream    19/08/2014    7 recensioni
(ep.349/350)(manga n°38)
Cosa sarebbe successo se quella notte Heiji e Kazuha non fossero riusciti a scappare dalle grinfie dell'avvocato?
E se Shinichi non fosse riuscito a evitare il peggio salvando Kazuha?
Ecco come, secondo me, sono andate le cose quel quella notte.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta storie su Heiji e Kazuha'
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In grave danger- Prigionieri in soffitta-
ispirato al manga n°38 (puntata349/350)

 

Sono uno stupido, un emerito stupido! Mi sono fatto fregare così facilmente e ora?
Ora siamo qui, bloccati e ammanettati l’uno contro l’altra. E’ assurdo!
“Ho paura Heiji, ti prego fa qualcosa.” Le tue spalle tremano e il tuo respiro è mozzato dai singhiozzi che si susseguono, sento le lacrime che percorrono il tuo viso, le sento nel mio cuore.
“K-Kazuha…” Ti sussurro mentre stringo le tue mani fra le mie senza poterti vedere in viso, siamo bloccati schiena contro schiena.
“S-sai, Heiji, la verità è che io non ho paura per me stessa…ho paura per te, perché io…io Heiji…” Il mio cuore batte forte di rabbia ed emozione, perché sentirti tremare in quel modo è un supplizio.
La porta della soffitta si apre di botto e davanti a me si scorge la figura di un uomo ridente, si avvicina a me e mi poggia davanti un foglio con scritte delle cifre e dei numeri complicati che, a colpo d’occhio, non hanno un senso.
“Sono sette cifre, scoprile o faccio saltare le cervella ad entrambi.” Le tue mani, bloccate ancora tra le mie, tremano ancor di più, poi l’uomo esce così com’è entrato.
“Stai calma, è una cavolata e riusciremo ad uscire senza intoppi…abbi fiducia in me.” Ti dico con fare scocciato mentre do una rapida occhiata ai codici.
La tua coda di cavallo mi solletica il collo, i tuoi singhiozzi sembrano calmarsi ma, ascoltandoli attentamente, si capisce che sono solo repressi dalla tua forza di volontà.
“S-si, c…ce la f-faremo.” Le tue parole non sono per nulla convinte e sono spezzate dalle lacrime, ma la tua forza di volontà è percepibile e ciò mi fa bene.
“Calmati, passerà tutto…te lo prometto.”
E’ passata più di un ora da quando quel tizio mi ha incatenato, il cielo promette tempesta e l’odore di pioggia sta invadendo tutta la mansarda.
“Kazuha? Ohi, sei sveglia?” Ti scuoto un po’ ma non mi rispondi, i tuoi piedi tremano a causa della temperatura che si è lievemente abbassata col cambiare del tempo, le scarpe gettate dall’altro lato della stanza.
“Mhhm, m-mi fa male terribilmente la testa…” La tua voce è pacata e lenta, come se stesse per spegnersi.
“Tu hai insistito per stare con le spalle scoperte! Se sei una sconsiderata non è colpa mia…vieni, ti scaldo un po’.” Mi stringo a te lateralmente - per quanto le manette acconsentano- e poggiò una guancia sulla tua fronte che mi appare lievemente calda.
Un citofonare insistente mi fa realizzare che la situazione in cui siamo non è delle migliori.
<< Kudo! E’ la sua voce! Ah, marmocchio…siamo quiii!” >> Prego mentalmente che lui riesca a sentire la mia preghiera che, però, non viene esaudita.
“K…KUD…”  Vado per gridare, ma un calcio mi arriva in piena faccia, sento il labbro sanguinare, nemmeno il tempo di capirlo che sono già a terra a causa di un destro ben assestato;  mi tieni le mani strette tra le tue e piangi forte.
“Allora, mi auguro che questi ragazzini si siano decisi a parlare, o devo ancora mostrare loro come finiranno?” Sussurra una donna di mezza età: caschetto biondo platino a incorniciare un viso troppo grosso.
Un altro uomo getta sul pavimento il cadavere del signor Kusukawa, ti sento respirare affannata e tremare come una foglia mentre balbetti qualcosa di incomprensibile, vorrei dirti che è tutto apposto e che va tutto bene, ma non ci riesco e l’unica cosa che riesco a fare è mettermi seduto…per mostrarti che ho ancora forza.
“…capito? Se non mi risolvi quella password…ucciderò prima lei e poi te, questo stupido topo di fogna che ha inventato il codice non è vissuto abbastanza per dircelo.” Continua la strega.
“Mi dispiace, ma ho le orecchie che ronzano e non ho ben capito chi di voi è il topo di fogna..”Sorrido beffardo ma un altro uomo mi assesta l’ennesimo pugno in pieno stomaco, un rivoletto di sangue scende lungo il mento e macchia leggermente il foglio con le cifre, le tue labbra emettono un gemito di dolore nel vedermi completamente tumefatto.
DLIIIIN, DLOOON. La riconosco, è la suonata di Shinichi.
La stessa suonata che ho udito una sacco di altre volte e che riconoscerei fra mille: lunga all’inizio, veloce l’intermezzo e lunga la fine. E’ la sua.
La signora scende con tono seccato e la sento dialogare con un marmocchio dalla voce acuta.
“S…stringimi a te e segui ogni mio movimento, chiaro?” Ti sussurro mentre avvicino il mio pugno al tuo, i due uomini sono distratti dalla voce del mio amico.
“Tre, due, uno…” Battiamo i pugni e provochiamo un rumore sordo e tremolante per tutto l’edificio.
“Che cosa è stato?” Esclama il bambino dal piano di sotto. Sì, finalmente sta ragionando! Eccolo il mio migliore amico!
Sono bloccato a terra, l’altro dei due uomini mi punta contro una pistola e poi la dirige verso di te, i tuoi occhi si sgranano e le tue labbra si curvano in un ovale, la pistola è vicino la tua pelle e, con un gesto deciso delle gambe riesco a farlo cedere.
“Vuoi farti proprio ammazzare…idiota!” I suoi occhi assassini sono nuovamente puntati su di me, sposto lo sguardo su di te e noto che non hai mutato espressione.
Cavolo, ti ci vorranno un bel po’ di giorni per riprenderti…o magari sarai così forte da dimenticare tutto con una bella dormita.
“Oh, scusi il disturbo allora.” C-che cosa? Shinichi se ne sta andando?! E’ idiota?!
Mi alzo di botto trovando quelle poche forze rimastami e ti trascino dietro, improvvisamente il tuo volto riacquista colorito e sento che quell’azione ha comunque fatto qualcosa di buono.
“Il verme! Si sta godendo l’abbraccio!” Sussurro mentre decido di sfondare la porta per attirare la sua attenzione.
“M-ma, a me sembra piuttosto concentrato.” Rispondi mentre ti stringi a me e io ricambio la tua vicinanza, perché sentire il tuo calore mi fa stare molto meglio e mi rasserena l’animo.
“Macché, quello sta ascoltando la corsa dei cavalli!” Dico riferendomi a Kogoro, dopodiché guardo fisso la finestra e mi rendo conto che ho un’unica possibilità: sfondare il vetro.
“Eh, no! Torna giù!” La donna è già salita e l’uomo di prima mi trascina a terra per i capelli,  arrivi a terra insieme a me e gemi leggermente mentre trattieni un mugolio  che riesco a sentire lo stesso: sei ferita.
Poco dopo sento qualcosa di caldo sulle mie mani, aspetto che la donna finisca di ripetere l’ennesima pappardella del “decifrate-o-vi-faccio-fuori”, e poi stringo la tua mano ormai scivolosa.
“Ti sei ferita, vero? Ti sta sanguinando il braccio?” Ti chiedo mentre sento a stento la tua voce che annuisce.
“Mi sono conficcata del legno rotto, queste assi non stanno più in piedi…” Allungo leggermente la mano e trovo il legno che dicevi, lo esco lentamente e lo butto per terra, con una mano ti stringo forte la ferita mentre con l’altra prendo il sangue che è scivolato fuori e lo faccio finire sulla parte inferiore del codice: se risulta siamo fuori.
La donna torna di nuovo giù e la sento parlare al telefono, perfetto.
“Kusukawa, può smetterla di fingere, la polvere attorno al suo naso continua a muoversi.”
L’altro sorride e apre lentamente gli occhi rivelandomi che fino a poco fa era veramente svenuto.
Rimaniamo a parlare un po’, e dopo avergli spiegato il piano ti chiedo nuovamente come ti senti.
Alcuni passi pesanti echeggiano fortemente, la luce che filtra dalla porticina per la soffitta è fastidiosa, chiudo gli occhi e prendo un lungo respiro per impormi calma, l’odore metallico di sangue è ovunque.
“Ti conviene sbrigarti se vuoi portare in salvo la tua amata, forza…chiama il detective Mori e spiegagli tutto, sarà entusiasta di aiutarti.”
La tua mano è ancora tra le mie, un uomo mi passa il telefono vicino l’orecchio e mi costringe a parlare, a dire un sacco di cavolate che però ho ben studiato: prego chiunque sia lassù che Kudo capisca! Che non sia idiota quanto lo…è…in…amore. Già, e come sono combinato io in amore? Potrei perderla per sempre, potrei vederla sorridere tra le braccia di un biondo, potrei vederla sorridere con una valigia nelle mani pronta a trasferirsi chissà dove, potrei vederla sorridere tra le fiamme di un edificio.
Perché? Perché le fiamme? Forse perché in questo momento- mentre il Tu Tu del telefonino mi occupa la mente- il mio sguardo vola su due bidoni di benzina che sono poggiati in un angolino.
“Pronto? H-HATTORI!?” Ran urla dall’altro lato del telefono, ma la voce dello ietto la sovrasta senza problemi.
Non stiamo molto a conversare, il minimo indispensabile, ora ci tocca fare la parte brutta: a me e a Kusukawa.
“Bene bene, ragazzino. Prima di dettare i numeri al detective dovrai ripetermeli. Forza, se ne sbagli solo uno di quelli non macchiati…ti macchierai del sangue della tua ragazza.”  La donna sorride beffarda e punta la pistola alla tua tempia.
“H-Heiji…” La tua voce è un mormorio sommesso.


“Kazuha, hai capito? Quel codice apre la cassetta di sicurezza di Kusukawa…dentro di essa c’è una cassetta audio con la registrazione dell’avvocato, ed è abbastanza compromettente.” Ti vedo annuire, il respiro è quasi regolare, tutto sta andando secondo i miei piani.
“Certo, io al contrario di voi ho tutto il tempo che voglio per decifrare il codice…avete un ultimo desiderio immagino.” La strega ci guarda, ci fissa e dentro i suoi occhi leggo solo malvagità.
“Se proprio devo morire, non voglio farlo insieme a te.” Arriva come un soffio al mio orecchio, un soffio leggerissimo che mi strazia il cuore e che mi incendia il sangue.
Rimango in silenzio, penso a dove sia finito quel cretino di Shinichi.
“Oh, mi sbagliavo, nessun desiderio.” Ci riprende quella togliendo la sicura.
“No! No! Accipicchia se ce l’ho! Vorrei dire una cosa alla ragazza dietro le mie spalle, ma mi vien difficile con quell’arma puntata addosso.” Sento le tue mani irrigidirsi, il sangue della tua ferita continua a scendere e a bagnare le nostre braccia, una mia mano cerca continuamente di tamponare la piccola emorragia ma senza risultato.
La donna poggia la pistola, finge di essersi pentita della scarsa delicatezza.
La mano di Kusukawa si avvicina lentamente all’arma, sento i nervi cominciare a tremare.
“Devo trovare una di quelle splendide frasi da portare all’altro mondo, è da tanto che voglio dirle ciò che provo.” Chissà di che colore sei, chissà se queste parole ti stanno infondendo qualche emozione in grado di rassicurarti.
Io sono in grado di rassicurarti?
Le dita dell’uomo steso a terra giungono sul grilletto, ma immediatamente un uomo di quella maledetta avvocatessa interviene.
Sbuffi alle mie spalle, capisci che era tutto un piano.
“Quindi eri vivo?! Maledetto! Dicci il codice o facciamo saltare in aria i tuoi amici.” Stringi gli occhi stringi le mani e ti trattieni dal piangere, mi dici con le dita che hai bisogno di me, lo capisco da come cerchi le mie e da come le tieni strette nonostante il tremore.
“No, non farlo. Ci ammazzeranno lo stesso, non soddisfare queste carogne.” Dico a Kusukawa che nel frattempo nota le tue labbra, anche io ho sentito che parlavi da sola, forse stavi solo pregando.
“Non con lui, fammi morire ma non con lui…non lui, non ora e non così.” Spalanco gli occhi, i tuoi tremori e le tue lacrime sono solo per la paura di perdermi.
Non per la tua morte, ma per la mia.
Mi scaraventano nuovamente a terra, la tua mano scivola via dalla mia e la tua voce sibila un no, fuoriuscito dalle tue labbra con un po’ di troppa forza, e quindi udito anche dagli altri.
“Forse preferisci che sia lei a passare prima all’altro mondo.” La canna della pistola scivola via dalla mia tempia e finisce sulla tua maglietta, poco sotto il collo.
“Non fermarlo, Goro chiamerà a momenti…ci salverà, Heiji.” Le tue lacrime si infrangono sul pavimento e lasciano piccoli cerchi impolverati.
Le mie mani tremano, di rabbia e di paura, l’uomo toglie la sicura e ti guardo attentamente in quegli oceani di smeraldi.
Hai degli occhi splendidi, piccola.
“Volevo dirti veramente quella cosa, Kazuha…ho cercato tante volte le parole adatte.”
“Usciremo di qui, Heiji, non temere.”
Il cellulare vibra di botto, tu sorridi e –in altre circostanze- l’avrei letto come un “te l’avevo detto”, ora lo leggo solo come un  “per fortuna”.


Sono riuscito a convincere quella strega ad andare alla banca di Toto, così potrò rivelare il codice cifrato in cambio della nostra libertà, lei potrà avere la sua cassetta e vivremo tutti felici e contenti.
No, non è così che andrà, Shinichi sa tutto e verrà a salvarti.
C’è solo una cosa che temo, quei bidoni di benzina…ho paura che lui non possa arrivare in tempo.
Se lui non arrivasse in tempo, non so come reagirei.
Digito il codice, esco la cassetta e subito fuori la banca ci sono dei poliziotti pronti ad arrestarla.
Quest’incubo ha finalmente fine.
O almeno così credevo.
Il telefono vibra dentro la mia giacca, sul display compare il nome del mio migliore amico.
“Hattori! Sono arrivato tardi, la casa è in fiamme.” * Sento qualcosa –come una strana energia che non posso descrivere- che comincia a salire e poi a scendere per le gambe, scaravento il cellulare sul pavimento lucido della banca e comincio a correre fino ad arrivare all’incendio.
Una folla di curiosi mi fa passare a stento, un poliziotto cerca di fermarmi inutilmente.
“Abbiamo recuperato il signor Kusukawa, era davanti l’atrio, dice che c’è una ragazza ma non riusciamo a trovarla.”
Entro dentro, salgo le scale e mi fiondo nella terrazza, il tuo viso è annerito dal fumo.
Cerco di tirarti via da lì, ma le tue braccia sono ancora incatenate a una trave abbastanza resistente, non riesco a liberarti e mi dispero…non sono in grado di proteggerti…sono un incapace.
“Cosa dovevi dirmi?” Apri lentamente gli occhi e li scopro terribilmente arrossati e feriti dal fumo che ci circonda senza pietà.
“Ma sei pazza? Devo dirtelo fuori da qui, è una cosa troppo importante. Resisti che ti libero, piccola.” Tossisci ancora e prendo una decisione alla svelta, strappo un lembo dei miei pantaloni e lo bagno in tubo sporgente– invecchiato dal tempo e bucato leggermente- in cui esce dell’acqua.
“Parla Heiji, lo voglio sapere prima…prima di..” Ti tappo naso e bocca col fazzoletto e poi ti vedo perdere i sensi, il fumo è nero…troppo nero.
Trovo una forcina nei tuoi capelli, la prendo e riesco a staccarti le manette di dosso, ti carico su una spalla e cerco di scendere nonostante le scale della terrazza siano completamente inutilizzabili.
Ti tengo stretta, grandi fasci rossastri e arancio ci avvolgono col loro calore terrificante, per terra vedo una foto che comincia a bruciarsi e a sciogliersi, dei volti felici sembrano essere spenti dalle fiamme.
Non permetterò che queste fiamme ci avvolgano e che spengano i nostri sorrisi, non lo permetterò per nessun motivo al mondo.
“Heiji! Kazuha!” La voce del mio amico è lontana, il respiro mi manca di botto…il tuo volto è irriconoscibile, sfigurato da fumo e ferite, insieme alle parole di Shinichi sento un’altra voce.
“Non con lui…non ora e non così.”
E’ la tua voce, la voce spezzata dal pianto e dal tremore.
E’ finito tutto Kazuha, ho perso.
Per sempre.


Una trave, l’ennesima, mi sbarra la strada.
Il fumo mi opprime i polmoni.
Ti stringo, non sento più nulla.
Sento solo la tua pelle screpolata sotto le dita.
E in quel momento mi rendo conto che è stata colpa mia, che io dovevo proteggerti ma che non l’ho fatto.
Che avrei dovuto stare attento, che non avrei dovuto portarti con me.
Che avrei dovuto dirti quanto ti amo, ma non ci sono riuscito.
Ti ho deluso.
Ne sono consapevole.
E ora, siamo solo cenere.

* Nel manga (precisamente file 10) i due scagnozzi dell'avvocatessa vogliono mandare a fuoco la casa, ma Conan (nel manga) va a salvarli.
Angolo dell'autrice.
Come iniziare (dopo una pausa di due mesi) se non con una bella HeijixKazuha?
Bella...oddio, li ho uccisi D:
Non mi era ancora morto nessuno in un incendio...quindi u.u
Sono perdonata ♥
Bacino a tutti ♥
 

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