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Autore: Bukurae    19/08/2014    0 recensioni
Cosa faresti se potessi vedere le cose 15 minuti prima che accadano? Le cambieresti o le lasceresti svolgere per non metterti in pericolo?
Michael è un brav'uomo, con forti ideali e con un animo sensibile. Lui cambia le cose, lo ha sempre fatto. Le cambia perchè può farlo. Perchè può vedere cosa accadrà. Cosa accadrà un quarto d'ora dopo.
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Mia madre morì pochi mesi più tardi.

Ricordo che io e mio padre ci dirigemmo verso la sua stanza d'ospedale con la lentezza di chi non vuole proseguire, di chi già sa che sta andando verso il dolore. Entrammo e vidi che lei era lì, distesa sul candido letto, con le braccia vicino al corpo e il viso sbiancato. Non aveva più quei bellissimi riccioli biondi che le incorniciavano il viso, non aveva più le gote rosee e le labbra morbide, non aveva più i bellissimi occhi azzurri aperti che scrutavano tutto il mondo nei minimi dettagli. Non vi era più niente di tutto questo in lei. La fissai per un po', dopodiché alzai la testa e guardai fuori dalla finestra; dei piccoli fiocchi di neve stavano cadendo piano piano, in quella giornata tanto terribile quando gelida. Ebbi un improvviso brivido e strofinai le mie mani tra di loro nella speranza di darmi un po' di tepore.

Mio padre se ne stava seduto, immobile come una statua, e la fissava. Ad un tratto le prese la mano, la strinse e le sussurrò qualcosa che non compresi.

Il pomeriggio tornammo a casa; il giorno seguente ci fu il funerale.

 

* * * * * * * * * * * * * * * *

 

Dopo quel terribile fatto, il mio cervello rimosse quasi tutti i ricordi dei miei anni dell'infanzia e della prima adolescenza.

Ricordo solo vagamente alcune cose; mio padre cadde in un'assurda depressione che sfociò nell'alcool e nella droga, ma per fortuna nessuno oltre me se ne accorse, non aveva molti amici.

Io fui vittima di bullismo alle medie e non avevo voti molto alti.

 

Il solo ricordo più nitido dopo la morte di mia madre, è di quando mi diplomai. Ricordo ogni minimo dettaglio di quel giorno.

 

* * * * * * * * * * * * * * * *

 

-Illinois, 16 Giugno 2019

 

-E per concludere, cari figlioli, vi auguro di trovare tutta la felicità che avete sempre desiderato. Buoni festeggiamenti, ragazzi!-

 

Il preside finì di parlare e subito dopo seguì un fragoroso applauso da parte dei neo-diplomati e dai loro genitori, compreso mio padre; aveva gli occhi lucidi e le mani tremanti, intuivo che fremeva dalla gioia.

Ci alzammo tutti in piedi e andammo via con le nostre famiglie. Ricordo che io e mio padre, prima di entrare in macchina, ci guardammo negli occhi qualche secondo, dopodiché lui mi abbracciò fortissimo, e mi sussurrò all'orecchio le parole che non dimenticai mai nella mia vita.

-Sono fiero di te, Michael. Sei la mia benedizione, la mia forza, sei tutto ciò che mi ha tenuto in vita dopo la morte della mamma. Non cambiare mai figliolo, non cambiare mai neanche se in centomila ti dicono di cambiare; fai sempre quello che per te è giusto e ragiona con la tua testa. Ascolta i consigli, ma non esserne schiavo; informati, leggi, studia, fai tutto ciò che ti apra di più la mente. Fai tutto questo perchè ne sei in grado Michael, sei il migliore!-

Quando ci sciogliemmo dall'abbraccio, io non sapevo cosa dire, perciò sorrisi soltanto.

Mio padre ricambiò il sorriso e salimmo in macchina per festeggiare insieme ai nostri parenti.

 

Rimembro che il ristorante dove andammo era stato addobbato per me, con nastri verdi ovunque, che subito apprezzai visto il mio amore per il colore verde.

Mano a mano che i miei parenti arrivavano, notai sempre più frequentemente che non mi ricordavo quasi di nessuno di loro, e speravo non venissero a salutarmi così da evitare qualche brutta figura.

Quando finalmente tutti furono arrivati e potemmo incominciare il pranzo, non parlai con nessuno; ero troppo assorto nei miei pensieri.

Quei pensieri riguardanti Amanda, la creatura più dolce e bella che avessi mai incontrato.

Quella sera stessa, infatti, avremmo dovuto incontrarci per festeggiare il nostro primo mese insieme, che guardacaso coincideva anche con il giorno del mio diploma.

Pensavo a quanto fosse bella nella sua semplicità, in quei capelli scuri che spesso teneva raccolti in una coda di cavallo, in quegli grandi occhi color miele che si emozionavano per le più piccole cose, in quella morbida boccuccia a forma di cuore che spiccava sul suo bel viso. Ero davvero infatuato di lei, di ogni suo più piccolo particolare, di ogni minima parola che diceva.

 

Finito il pranzo salutai tutti molto timidamente, e, tornato a casa, iniziai a prepararmi per la serata: sarei andato a casa sua per cena, visto che i suoi genitori sarebbero stati fuori città per due giorni.

Ricordo che indossai la sua camicia preferita, un paio di jeans e un paio di scarpe nere e bianche.

Misi il profumo che le piaceva tanto, poi uscii di casa e le comprai un mazzo di fiori, i suoi preferiti: orchidee bianche e rose rosse.

Uscito dal fioraio guardai l'ora: erano le sei e mezza e dovevo sbrigarmi. Mi avviai verso casa sua con la mia macchina, che papà mi aveva regalato qualche mese prima.

Ci eravamo dati appuntamento per le sette, ed io alle sette in punto suonai il campanello.

Mi aprì all'istante.

Era meravigliosa: aveva un vestitino celeste che le arrivava fino al ginocchio, una collana di perle e diamanti e gli orecchini abbinati.

-Amore mio!- Mi saltò in braccio. -Mi sei mancato tantissimo! Dai portami dentro!-

La baciai ed entrammo.

Ricordo che ci mettemmo subito a sedere sul suo grandissimo divano blu, e mi chiese se avessi avuto fame. -A dire la verità per niente!- le dissi ridendo. -Nemmeno io amore...però ho preparato una cenetta buonissima, quando hai fame me lo dici così ti faccio sentire quanto sono brava a cucinare!- Mi prese per un braccio e mi baciò; fu un lungo bacio, al termine del quale tutto attorno a me si oscurò. Stavo avendo l'ennesimo balzo nel futuro, quel fatto tanto strano quanto inquietante che mi tormentava ormai da dodici anni. Stavo pensando ''cazzo no, non qui, non ora!'' ma quel fatto era più forte della mia ragione. La scena si proiettò nitida davanti a me: c'era Amanda stesa sul letto, io sopra di lei e la stavo baciando. Eravamo completamente nudi.

La visione pian piano svanì e tutto tornò normale. Non potevo crederci: avevo visto la scena della mia prima volta, che sarebbe avvenuta quindici minuti dopo. La sorpresa era stata rovinata da quella visione. Ero troppo incazzato, e Amanda se ne accorse.

-Amore, cosa c'è?- mi chiese preoccupata.

-Nulla amore, sono solo un po' stanco per i festeggiamenti di oggi, tutto qua..-

-Ah si?- mi disse lei alzandosi dal divano -Allora saliamo di sopra in camera mia, così ti sdrai e ti riposi-

La guardai un secondo e le sorrisi. Mi alzai svelto dal divano, salimmo in camera sua; ci stendemmo sul suo enorme letto, ci guardammo e cominciammo a baciarci. Io avevo un po' paura, lo ammetto, ero agitato, quasi in confusione. Non lo avevo mai fatto e avevo paura di sbagliare qualcosa e di fare una figuraccia. Prima che potessi pensare ad altro, lei cominciò a sbottonarmi la camicia.

Il mio cuore stava battendo sempre più veloce.

  
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