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Autore: Bab1974    19/08/2014    7 recensioni
Il principe Arthur bacia Merlin all'improvviso e lo maltrattata subito dopo. Il mago è irritato e dispiaciuto dal suo comportamento.
Partecipa al contest di sango_79 'Kiss Contest Seconda Edizione - Slash, edite e inedite', indetto sia sul Forum di EFP che su 'Disegni e Parole'.
Sono giunta Terza! Soddisfazione!
Partecipante al “Kissing Booth Contest” indetto da Chappy_ sul Forum di EFP.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Questa fiction partecipa al contest Kiss Contest Seconda edizione – Contest ufficiale di Disegni e Parole. Potete trovare il topic dedicato al concorso su Disegni e Parole qui.

L'immagine cui è ispirata è la seguente

http://s1182.photobucket.com/user/DisegniParole/media/yukishimizu4_zps42ca4897.jpg.html

 

 

Due facce della stessa medaglia... non possono nemmeno sfiorarsi

 

 

 

Merlin entrò in casa sporco da capo a piedi e con gli occhi azzurri pieni di rabbia. Gaius, abituato a vederlo rientrare in casa nelle più svariate condizioni, sorrise, cercando di immaginarsi in quale situazione si fosse trovato quella volta.
Stava quasi per chiederglielo, ma Merlin, fuori di sé, lo anticipò.
"Non mi chiedete nulla!" sbottò, puntandogli addosso un dito sporco di qualcosa di puzzolente "Giuro che se dite anche solo mezza parola, uso tutti i miei poteri per incendiare questa baracca."
Gaius capì che non era il caso di insistere: non sapeva che cosa fosse successo, ma di sicuro doveva essere qualcosa di davvero grave e già doveva ringraziare che non avesse usato i suoi poteri per fulminare il colpevole, poiché di solito c'entravano re Uther o il principe Arthur.
Il ragazzo si rinchiuse nella sua stanza, sbattendo la porta.
Gaius scosse la testa: era davvero un destino ingrato che il salvatore di Camelot fosse così maltrattato!
Merlin si buttò sul letto com'era, mentre la sua mente ritornava in continuazione a ciò che era accaduto quel pomeriggio. Arthur lo aveva baciato, lasciandolo senza parole e senza fiato.

 

 

 


Era una giornata come tante altre. Merlin stava strigliando il cavallo del Principe, mentre quest'ultimo lo incitava a fare presto, pronto a montarci sopra.
"Mi chiedo che senso abbia, se poi quando rientra lo devo fare di nuovo." borbottò il mago, parlottando fra sé, come faceva spesso.
Un movimento improvviso del cavallo, causato da uno scatto impaziente di Arthur, lo fece cadere con la faccia a terra, in mezzo alla sporcizia della stalla. Il Principe cominciò a ridere, godendosi la scena.
"Su, avanti, rialzati. Datti una ripulita e metti la sella. Non voglio uscire a notte fonda." ordinò, senza nascondere la propria ilarità.
Merlin, deciso a vendicarsi per quello scherzo, anche se involontario, cominciò a massaggiarsi la caviglia, fingendo che gli dolesse. Arthur s'avvicinò per aiutarlo ad alzarsi, ma si ritrovò lui stesso nel fango, trascinatovi dallo stesso mago. Aveva dovuto usare tutta la sua forza, ma era riuscito a fargli perdere l'equilibrio e a rovinare anche lui in mezzo ai liquami del cavallo.
Merlin cominciò a ridere a sua volta, Arthur, cercando una maniera per farlo smettere, non trovò di meglio che tappargli la bocca con la propria.
Il mago si ritrovò con la lingua del Principe in bocca e, dopo un attimo di stupore ed esitazione, sentì un calore avvolgerlo, nonostante il luogo fosse piuttosto freddo. Le mani di Arthur, fino a quel momento abbandonate a terra, cinsero il corpo ossuto di Merlin, che si ritrovò a unire le proprie dietro al suo collo. Per approfondire di più il bacio, come se fosse possibile, cercava di unire il suo corpo a quello dell'altro, con movimenti frenetici. Arthur si staccò e lo bloccò con le braccia a terra, perpendicolari al corpo, lo fissò un attimo intensamente, poi si riabbassò su di lui, continuando a baciarlo, profondamente e senza pause. Merlin sperò che quell'istante non finisse mai. Non aveva mai sentito un particolare desiderio di attrazione verso altri uomini, ma il sapore della bocca di Arthur non era male. Peccato fosse rovinato dal gusto di melma che i due avevano addosso. Purtroppo un rumore di voci che si avvicinavano all'entrata della stalla, ruppe l'incantesimo. Arthur scattò in piedi appena in tempo prima che fossero visti.
"Merlin, sei il solito imbecille, guarda come mi hai ridotto!" esclamò, fingendo indignazione, e facendo ridere i garzoni di stalla. "Corri a prepararmi un bagno, anzi no." si corresse "Non voglio che mi appesti il castello, vattene da Gaius a ripulirti e non farti vedere fino a domani mattina. E mi raccomando, voglio una bella colazione abbondante."
Poi se n'era andato, lasciandolo in mezzo alla melma, fuori di sé.


Ora, dopo averci ripensato, era più tranquillo. In fondo la reazione di Arthur era stata legittima e giusta. Aveva trovato una scusa per quella situazione imbarazzante, senza che ci rimettesse davvero qualcuno. Se li avessero beccati a fare certe cose in pubblico, lui non avrebbe rischiato il solito lancio di verdure, ma la vita.
Si alzò, si ripulì meglio possibile, poi mise in un catino anche il suo vestito avvolgendosi, per il momento, con la coperta.
Gaius venne a bussare alla porta.
"Il principe Arthur è qui, ha bisogno di parlarti." annunciò, scostando un attimo la porta.
"Non sono molto presentabile, ma fallo entrare comunque." disse Merlin, stringendosi ancora di più nel lenzuolo.
Arthur entrò, pulito e cambiato, con un'aria piuttosto imbarazzata. Osservò Merlin, che cercava di farsi più piccolo possibile.
"Non ti sei ancora cambiato?" chiese il Principe.
"Mi spiace ma non ho, come voi, la possibilità di cambiarmi sei volte al giorno. Il mio unico vestito è quello che avevo oggi e, poiché mi avete dispensato dalla vostra cura serale, ho pensato di lavarlo." Mostrò con un dito il catino in cui i suoi abiti sguazzavano nell'acqua ormai sporca.
"Uhm, interessante, credo che potrei darti dei miei vecchi abiti. Avevo più o meno la tua taglia a dodici anni." Intanto si era seduto al suo fianco.
Merlin cominciò a sentire caldo addosso, nonostante fosse ancora bagnato e la temperatura della stanza piuttosto bassa. Fece il movimento di scattare in piedi, per allontanarsi, ma Arthur lo trattenne.
"Non mi chiedi perché sono qui?"
Lo sguardo intenso con cui lo fissava valeva più di mille parole. I loro volti erano già vicinissimi.
"No, Arthur, è sbagliato." soffiò sulle sue labbra.
Non servì a fermarlo e forse in realtà non aveva neppure voglia di farlo. La bocca di Arthur si avvicinò ancora e Merlin pensava a una maniera per bloccarlo.
"Gaius potrebbe entrare da un momento all'altro." tentò come ultima difesa il mago, quasi sperando fosse annullata, separandosi un attimo dal bacio.
"Gli ho detto di non disturbarci per nessun motivo, se non gravissimo." sussurrò l'altro all'orecchio.
Merlin non trovò altre scuse da accampare e, quando Arthur si riavvicinò, decise di lasciarsi andare. Cominciò a rispondere subito, godendosi il contatto con la lingua del Principe, e il sapore di pulito che contrastava parecchio con il gusto di melma del pomeriggio.
Le mani di Arthur, calde e audaci, vagavano per la schiena ossuta del ragazzo, coperto solo dal ruvido lenzuolo, e cercavano uno spiraglio per infilarsi sotto. La testa di Merlin continuava a negare quello che stava succedendo, mentre il suo corpo reagiva in maniera opposta, inarcandosi a ogni movimento del ragazzo e cercando di aumentare il più possibile il contatto con l'altro.
-Ma che sto facendo?- si chiese -Già rischio la vita ogni giorno, per il fatto di essere un mago, e ora potrei essere cacciato da Camelot, o messo al rogo, per una cosa del genere. Che futuro avremo? Io sono destinato a stare al fianco di Arthur, ma non credo che gli antichi intendessero in questo senso.-
Ma ogni pensiero negativo veniva affogato dalla passione di quel bacio e dal pensiero di quello che sarebbe seguito. Appena cadde il lenzuolo ebbe un brivido e non di freddo. La bocca di Arthur si spostò al suo collo e capì che se non l'avesse fermato ora, sarebbe stato tardi.
Dalle sue labbra uscì solo un gemito di piacere. Si augurò che proprio in quel momento non accadesse nulla che avrebbe portato Gaius a disturbarli. Arthur schiacciò il corpo di Merlin sul proprio letto, continuando a baciarlo con ingordigia. Il moro non riusciva a credere che da un semplice incidente fosse nato tanto ardore. La passione non riusciva a spegnersi e solo il bussare insistente alla porta li interruppe. Non era possibile, non un'altra volta!

La voce di Gaius, allarmata ma come non mai, fece capire ai due che stava accadendo qualcosa di serio. A malincuore si rizzò in piedi, lasciando Merlin infreddolito e insoddisfatto. Appena aperta la porta, Gaius avvertì il principe che una delle ali del castello stava andando a fuoco e che re Uther lo stava cercando in ogni luogo.

“Vado a vedere se serve aiuto.” Prima di uscire tornò a voltarsi verso Merlin “Mi raccomando la colazione di domani.” gli ricordò prima di uscire.

Merlin fissò la porta a lungo, perso nei propri pensieri. Non era destino che si potessero appartare in pace.

“Certo che arrivare addirittura a bruciare il castello!” esclamò a mezza voce, rivolgendosi a qualche entità oscura che sembrava non volesse che lui e Arthur avessero rapporti così ravvicinati. Si chiese se potesse essere colpa del Drago rinchiuso nel sotterraneo, o se, semplicemente, alla fine, si trattava solo di sfortuna. Avrebbe sfidato anche l'indomani la sorte, sperando che anche Arthur fosse d'accordo. In caso contrario, beh era un mago, avrebbe improvvisato.

  
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