Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: Ysis Donahue    16/09/2008    7 recensioni
È una storia un po' particolare, che spero leggerete col cuore.I commenti sono graditi,ma non obbligatori XD. Semplicemente mi farebbe piacere che, se questa ficcy vi fa pensare, me lo scriveste
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono felice. Qui, rinchiusa in questo palazzetto assieme ad altre 13.000 persone, intenta ad urlare come una matta, ad agitarmi, a ridere e a ballare. Mi sento straordinariamente a mio agio, straordinariamente BENE. Sono una ragazza di 17 anni e oggi ho realizzato il mio sogno più grande! A pochi metri da me, sul loro palco, i Tokio Hotel stanno suonando Schrei!, una delle mie canzoni favorite. Improvvisamente la musica si ferma e così pure il mio cuore: Bill sta per chiamare qualcuno a cantare con lui. La tensione è percepibile, mi sembra quasi che il desiderio mio e di tutte le altre ragazze esca dai nostri corpi ed urli assieme a noi "Me, scegli me!!!!!!!!". Bill sorride, gentile e soddisfatto, poi scruta la folla e dice "La ragazza con la maglietta nera con la cravatta per favore". Osservo stralunata la mia maglietta, nera con la cravatta, poi alzo lo sguardo verso di lui, commossa e scioccata. Lui mi sorride e fa un cenno con la mano. "Vieni qui da me" sussurra. Ci vengo sì, ci vengo eccome!!! Saki si avvicina per scortarmi sul palco. Gli rivolgo un sorriso in tralice e poi lo seguo. Sono terrorizzata ed esaltata allo stesso tempo. Salgo sul palco. Mamma mia. Vedo tutti così bene, così distintamente!! Il pubblico che urla il mio nome o che si lamenta un po', Tom che mi scruta e ghigna, Georg e Gustav che mi sorridono aperti e incoraggianti. Bill mi tende la mano e mi chiede il nome. Rispondo, tremante. Sono ammaliata da lui, non riesco a smettere di guardarlo. La musica riprende e lui mi lascia cantare il ritornello, tutta sola. All'inizio pigolo un po', poi acquisto maggior sicurezza. Provo un moto di gratitudine nei confronti dei miei genitori: perché mi hanno concesso di venire al concerto, per il bene che mi vogliono. E anche, pensiero assolutamente superficiale, per la mia voce che è piena ed intonata. Vedo i "miei" ragazzi che mi osservano soddisfatti. Poi Bill si unisce al mio canto. Ci muoviamo assieme ed è indescrivibilmente bello. Le luci giocano sui nostri capelli e coi nostri ciondoli, i nostri piedi sono nascosti dal fumo. Sono felice. All'improvviso sento come un campanello d'allarme trillare nella mia testa. Un panico enorme, irrazionale ed ingiustificato s'impadronisce di me. Il cuore, che prima mi batteva a mille, ora mi sembra fermo. Sento il mio corpo muoversi a coprire Bill e, subito dopo, un tremendo boato. Come... come il frastuono di uno sparo. La musica cessa. Qualcuno urla. Io mi volto verso la band. Mi costringo ad osservarli uno ad uno, terrorizzata, temendo di vedere qualcuno a terra sanguinante. Invece stanno tutti bene. Sospiro, rilasciando la tensione accumulata, e sento un atroce dolore al ventre. Lo sfioro e sento la mia mano inumidirsi. Quando la ritraggo, stupita, la vedo rossa di sangue. Ora tutti, Tokio Hotel inclusi, urlano. Mi sento sempre più leggera e lontana da tutto. Percepisco altro sangue scorrere dal mio naso e dalla bocca in piccoli rivoli. Ad un tratto avverto il palco premere contro la mia schiena. Devo essere caduta. Bill, Tom, Gustav e Georg sono attorno a me. Bill mi scosta i capelli dal viso. Sta piangendo. "Perché?" Pigola "Non è giusto. Non è così che dovrebbe andare la vita!!!" Piange Bill, e con lui tutti gli altri. Io sorrido e, con le mie ultime forze, sollevo la mano e la poso sulla sua. "Non piangete" Li prego "Io... sono felice anche così... ". "La mano di Bill è fredda" mi ritrovo a pensare "E Tom ha perso il cappellino. Poveracci. Spero che catturino quel pazzo. Mamma, papà. Perdonatemi. Sono felice ma ho paura. Non ho rimpianti ma non vi voglio perdere. Grazie per avermi fatto andare al concerto. Vi voglio bene" Non capisco più se queste cose le ho solo pensate o anche dette. Gli occhi sono pesanti e si stanno chiudendo lentamente. Sento urla, lacrime e singhiozzi attorno a me. Sarà un’illusione ma mi sembra di vedere una luce bellissima davanti ai miei occhi. Una luce che mi chiama. "Non ho paura" mi dico. E mi sembra davvero di non averne più. SONO FELICE.
   
 
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