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Autore: ImBecky_99    19/08/2014    0 recensioni
Linda non poteva aspettarsi una cosa del genere; non poteva immaginare che, un giorno, presto o tardi, avrebbe trovato riparo in qualcuno così poco affidabile.
D'altra parte lui non aveva intenzione di cambiare, né per lei, né per nessun'altra ma un'improvvisa rivelazione, una bugia tenuta nascosta per troppo tempo, scatenerà ciò che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato.
Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta, oppure si, ma forse non nei tempi previsti.
"Cosa diamine ci faceva lui, qui? Com'era possibile?" Linda era tutta un tremolio.
"Uhm.. vorrei un tè alla menta e..si, da portar via" Disse lui, mentre cercava cinque dollari nel borsellino per pagare il conto.
Non si accorse di lei fino a quando non notò, mentre ancora aveva lo sguardo basso, che le mani della persona di fronte a lui erano immobili, scosse solo da fremiti.
Era lei.
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Storia presente anche su Wattpad.
Con il seguente scritto non intendo offendere o descrivere realisticamente il carattere di personaggi esistenti. La storia è quindi frutto della mia fervida immaginazione.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver passato la notte a cercare di gestire il terribile e doloroso mal di stomaco che non le aveva fatto chiudere occhio, Linda non era decisamente dell'umore adatto, 
quella mattina. Era il giorno in cui si sarebbe trasferita al college, ovvio, bene o male tutte le storie cominciano così, con la solita routine che viene sconvolta, nuovi incontri, nuova vita. E se da una parte voleva movimentare la sua, di vita, dall'altra non se la sentiva di creare nuove reti di amicizia, temeva di rimanere in disparte.

Uno scalpiccio veloce e irregolare sul corridoio e poi il brusco movimento della maniglia la riportarono alla realtà.

Una testolina riccia sbucò dalla porta della stanza, e qualche secondo dopo, il letto di Linda si abbassò leggermente sotto il peso del suo fratellino, Christian.

"Linda sveglia! Dai, svegliati! Apri gli occhi, oggi vai a scuola!"

Con il pollice e con l'indice della manina destra, Christian tentò di aprire uno degli occhi della sorella maggiore, senza successo.

"Chris, dove diamine trovi tutta questa energia al mattino presto?"
Obiettò Linda, prendendo il piccolo da sotto le ascelle e trascinandolo giù con lei, prendendo poi a grattargli la schiena.

Christian si accoccolò contro la sorella, assorbito da quel raro momento di tenerezza.
Nonostante la sua tenera età, infatti aveva tre anni e mezzo, quasi quattro, riusciva ad intavolare discorsi abbastanza arzigogolati anche appena sveglio, purtroppo per la sorella.
Infatti, incominciò subito:

"Lindina, ti rendi conto che oggi inizi la nuova scuola? La mamma dice che le maestre non impareranno nemmeno il tuo nome, ma non devi ascoltare, la maestra all'asilo ci ha fatto scrivere il nostro nome sui cartoncini colorati, noi li attacchiamo al collo con uno spago e lei si ricorda il nostro nome, è semplice, puoi dire anche alla tua maes-"
Venne interrotto da Linda.

"Chris, respira, parla piano perché non sto capendo, è così presto che non riesco a collegare il cervello"

Christian non si scoraggiò, ovviamente.

"Uffa, sei peggio di Squiddy con Spongebob. Comunque, la mamma ha detto che devi prepararti, o farai tardi"
Spiegò.

Sua sorella rise e poi si alzò, lasciando il bambino sul suo letto, che sembrava così grande in confronto a lui, ma in realtà era così piccolo.

Prese gli asciugamani e si diresse verso il bagno, pronta a lavarsi.

"Se entri, rimani girato"
Comandò.

"Certo"
Rispose Chris, che aveva capito a cosa la sorella si stava riferendo.

Quindi entrò in bagno con la sorella e attese che l'acqua finisse di scorrere con le mani a coprire gli occhioni marroni, tendenti al verde, seduto sul piccolo sgabello bianco.

La voce esile del fratello la distrasse dai suoi pensieri, ma la bocca dello stomaco era ancora chiusa, e cominciava a strizzarsi.

Dopo essersi lavata ed asciugata, la sua chioma scura e mossa si spostò verso l'armadio, dove indossò un paio di jeans a righe azzurrine e bianche, a vita alta; una maglietta abbastanza larga e una felpa bordeaux, la sua preferita. 
Si passò un leggero strato di mascara, ed era pronta.

"Sai che sei la più bella?"
Si complimentò Chris. Il tenero Chris.

Linda si limitò a ridere ed annuire, perché proprio i complimenti non riusciva a riceverli. Non era abituata.

"D'accordo, piccolo gentleman, adesso andiamo a fare colazione"

Quando Linda aveva saputo della gravidanza di sua madre, aveva ormai quasi quattordici anni, e si trovò del tutto spiazzata. Era così abituata ad essere figlia unica, che improvvisamente si sentì tradita dai suoi stessi genitori. 
Ma, pochi mesi dopo, quando Christian venne al mondo, non poteva negare di essere la persona più felice della Terra. 
Costruì fin da subito un buon rapporto con quel piccolo fagotto nato dalla sua stessa mamma e dal suo stesso papà, prova di un amore che, anche con il passare degli anni, non si era scalfito.

"Buongiorno tata"
Esordì Beatrice, la mamma dei due.

"Oggi mi trasferisco al college e tu ti ostini a chiamarmi 'tata'? Buongiorno anche a te, mamma"
Linda parlò con un sorriso.

"Non sei mai troppo grande"
Replicò sua mamma.

Nel frattempo i pensieri presero il sopravvento sulla ragazza: al college, la sua vita sarebbe rimasta la solita vita noiosa di sempre?

"Linda, la colazione può andare?"

La domanda di sua mamma la fece tornare alla realtà.

"Uhm... uh, si, va benissimo"
Rispose, cacciandosi in bocca un pezzo di muffin ai mirtilli, il suo preferito.

Soltanto dopo un intero muffin e un caffè, Linda fu libera di andare a rifinire le valigie.

Mentre saliva le scale, non poté fare a meno di pensare che avrebbe anche potuto scegliere di non trasferirsi nel dormitorio del college, dato che la New York University non dista così tanto. 
Però il costo del tunnel che segna l'ingresso di New York non è proprio minimo, se si conta che dovrebbe pagarlo due o più volte al giorno. 
Il dormitorio è sicuramente la soluzione, dal momento che nemmeno ha una macchina.

Infilò nella tasca più esterna della valigia qualche penna, il mascara, e qualsiasi altra cosa che ritenne utile, o quasi.

Due colpi alla porta della sua stanza avvertirono l'imminente entrata di qualcuno.

"Buongiorno amore, sei pronta?"
Chiese suo papà, ridacchiando.

"Mh, buongiorno papi. Certo, sono pronta"

Le valige erano pronte. Lei no. 
Ma questi sono dettagli.

Così, dopo aver caricato sul suv grigio, tutti e quattro partirono in direzione NYU.

"Mi raccomando, Linda, ricordati quello che ti abbiamo detto io e papà, studia sempre con attenzione e non dare retta agli scono-"

Ma Linda aveva già smesso di ascoltare; quelle cose se l'era già sentite ripetere numerose volte soltanto in quella settimana: non dare retta agli sconosciuti; non prendere parte alle feste dove girano droga e altro; partecipare sempre alle lezioni; consegnare per tempo gli assegni.

Davvero pensavano che la figlia avrebbe avuto il desiderio di partecipare a festini del genere? Per l'amore del cielo, no.

Linda era così timida, così bambina, sotto certi punti di vista. Sapeva che avrebbe fatto fatica ad inserirsi, tra i comportamenti da donne vissute delle sue coetanee, e l'atteggiamento da spacconi dei ragazzi. Sapeva che sarebbe stata la solita emarginata; sapeva che non sarebbe entrata nel giro dei 'vip', per così dire, cioè le persone che riuscivano a farsi strada e guadagnavano popolarità all'interno del college. Non che ci tenesse, a mettersi in mostra, in quel modo, poi. 


Di certo non sapeva quello che le stava per accadere; non poteva nemmeno sapere come una certa persona sarebbe entrata nella sua vita come un tornado, come un treno in corsa, come qualcosa che arriva, indipendentemente dalla nostra volontà, e sconvolge gli schemi.

E sarebbe stato un uragano davvero, davvero, davvero bizzarro. 




NOTA AUTRICE:

Ciao a tutti, eccomi ancora qua, come vedete. Era davvero molto tempo che non pubblicavo una storia su EFP, e sono davvero felice di aver ricominciato. So benissimo di aver lasciato l'altra storia in sospeso senza avervi almeno avvisato, però non mi piaceva più né la trama, né il modo in cui scrivevo.
Infatti, il mio stile di scrittura è cambiato molto e, in generale, anche le mie idee. 
Spero comunque che questa storia vi piaccia e vi appassioni proprio quando a me sta appassionando scriverla. La troverete anche su Wattpad, come già ho detto, con lo stesso titolo. Il mio nick su Wattpad è >>  Im_Rebe. Passate se ne avete voglia o se trovate il sito più comodo. 

Recensite e ditemi cosa ne pensate, fatemi sapere!

Alla prossima, ImBecky_99.
  
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