○ La morte è una grave disgrazia.
● La vita è ben peggiore...
○ Non farmi star male! Ricordati invece del nostro caro amico, che ci ha lasciati. Buon'anima...
● Non lo ricordo così...
○ E perché mai?
● Non era poi uno stinco di santo.
○ Tutto sommato... ma qualcosa di buono ce lo doveva pure avere!
● ...
○ Ecco! Suonava bene il piano!
● Suonava bene se il piano era accordato.
○ Perché? Se era stonato?
● Non era d'accordo.
○ ...
● ...
○ Ehh... Ricordo quando scordava pianoforti a suon di musichette, ballabili e lisci d'orchestra...
● E dove li scordava?
○ Cosa?
● I pianoforti, dove li scordava?
○ Ah! In giro, di qua, di là... purtroppo era sempre un po' distratto...
● Ehh, quella carogna! Se la spassava il bastardo con quelle puttanelle di musiche! Musiche facili, dicevano! Altroché se se l'è goduta il vecchio. Non c'è che dire!
○ Sono d'accordo.
● Aspetta! Non siamo intonati.
○ Perché?
● Mi sono scordato...
○ Ricorda, vecchio mio, perché?
● Ecco... mio padre... mi proibiva molte cose...
○ Cosa, vecchio mio, racconta.
● Mi ordinava di non essere felice per sempre.
○ Continua.
● Mi diceva: “Promettimi che non sarai felice per sempre.” Ed io: “Te lo prometto: non sarò per sempre felice!”
○ Essere sempre felici è una grande infelicità, mi fa quasi tristezza.
● Così dicono tutti.
○ Allora deve essere vero.
● Se sei felice ti pigliano per strano.
○ La gente ti piglia sempre per qualcosa... ma ti prego, continua.
● Mio padre... Mio padre mi diceva di non mangiarmi le unghie.
○ E quindi cosa facevi?
● Mi mangiavo le dita.
○ E quando finivano?
● C'era ancora la mano... A volte mi piaceva condirle con il moccio del naso. Era un'avventura ogni volta tuffarcelo dentro e estrarne ogni volta una meraviglia. Vedessi che colori che ne uscivano!
○ Quali erano i tuoi colori prediletti?
● Mi piaceva molto quando era ancora fluida, di un colore giallastro che ti si appiccicava alle dita, e poi facevi le palline da tirare ai compagni. Poi c'erano quelli verdini, ma erano già secchi, a volte con qualche sfumatura di grigio. Chissà quante schifezze respiriamo.
○ Dimmi, che sapore avevano?
● Erano salatine, di solito. A volte erano più pastose, con essenze e aromi più particolari che, nei casi delle mollicce, potevano anche diventare dolciastri.
○ Cos'altro ti diceva tuo padre?
● Mi prendeva in braccio e mi sputava in faccia. Mi prendeva a cavallino e mi diceva: “Chi è il bambino infelice? Chi è il bambino infelice?” Oppure, con le mani vicino alla faccia: “Fai la faccia triste a papà! Fai la faccia triste a papà!”
○ E tu gli obbedivi?
● Sissignore.
○ Tu sei il bambino infelice.
● Sissignore.
○ Non conoscerai che noia e tristezza nella tua vita, sei contento?
● Sissignore.
○ Bravo! Ora puoi andare a divertirti.
● Ma... Non so come si fa.
○ Vieni, ti insegno io. Questo è il mondo. Lo vedi? Un mucchio di ossa con sopra delle figurine. Vedi? Siamo noi.
● E quanto tempo fa?
○ Tanti, tanti anni fa, ricordi? Tu ancora non c'eri.
● Allora ricordo! Mi contavo ancora le penne sulle ali...
○ Ecco, questa invece è una porta.
● Non c'è la chiave.
○ È perché siamo prigionieri.
● Forse la parola-chiave è la risposta.
○ No, ormai anche i libri si sono fatti prigioni.
● Andiamo ad aprirla.
○ Non si può: si apre da fuori.
● Non c'è la maniglia.
○ Non si apre del tutto.
● Nasconde un segreto?
○ Ormai tutti sanno cosa c'è di là.
● Come mai io non lo so?
○ Perché nessuno te lo può dire.
● …Ho voglia di morire.
○ Anch'io. Vedrai, quando saremo grandi, allora, forse accadrà.
● Quanto grandi bisogna essere?
○ Almeno fino a quella casa.
● Ma la tengo tra le dita...
○ Allora non possiamo più.
● Non possiamo più cosa?
○ Morire, tornare indietro, sognare, boh? Chi sa che cosa...
● Ogni volta mi stupisci.
○ Perché?
● Ricordo di rivivere le stesse sensazioni di una volta, come se avessi già vissuto questo momento... È strano...
○ Si chiama deja vù. Significa che tu l'hai già vissuta.
● Dove?
○ In un'altra vita?
● Quando?
○ In una vita precedente.
● E in una vita futura?
○ Nella vita che stai vivendo.
● Che razza di vita è... La gente vive senza chiedersi i perché. Perché?
○ La gente non vuole domande fastidiose. Domande che occupano troppo tempo per cercare una risposta. Alla gente interessa vivere senza farsi problemi.
● Ma che problemi ha la gente?
○ Gli stessi problemi di tutti: il lavoro, la famiglia, i soldi, la salute, la carriera, la fede, la macchina, l'amante,...
● Ecco la felicità!
○ L'hai trovata? L'hai vista? Dov'é?
● È stato... È stato un'attimo, ma giuro, giuro di aver sentito qualcosa... Cosa fosse la felicità!
○ Com'era? Com'era? Dimmi, com'era?
● Una cosa dolce e calda, ma tremenda. Gaia, strabiliante, serena e spaventosa... era... era come...
○ Come cosa?
● Come... Sì, come, come qualcosa...
○ Qualcosa? Che cosa? Che genere di cosa?
● Ma sì, qualcosa di facile, semplice...
○ Cosa? Cosa?
● Qualcosa di bello!
○ Non ho mai provato nulla di simile.
● Nemmeno io, fino ad ora.
○ E dimmi: come hai fatto?
● È bastato... non so, pensare, forse?
○ Pensare, pensare... Qualcosa di bello?
● A me sembrava, poi... ora non so...
○ Bello, bello, bello... Qualcosa di bello? Dimmi qualcosa di bello!
● Hm… La luce di un lampione?
○ No…
● … il cappello di una strega?
○ No…
● … le caramelle della nonna?
○ No…
● … il profumo del divano nuovo?
○ NO…
● … il pelo del cane al parco?
○ No…
● … le stelle di Orione le sere d'inverno?
○ No…
● … il Natale di vent'anni fa?
○ Aspetta! No...
● … la musica che suonava il nostro vecchio?
○ Oh, sì! Sì!!!… No…
● Non affliggerti, vecchio mio, ci sarà amche il tuo momento.
○ Non lo so, non lo so, …
● Sù, sù. Vedrai vedrai.
○ Mi dici come farò?
● Ci vuole pazienza, tanta pazienza.
○ Io sono stanco...
● Vieni, appoggiati a me.
○ Mi sento stanco. Forse è troppo tardi...
● Troppo tardi per cosa?
○ Forse non avrò mai un momento felice...
● Non pensarci, sù.
○ Forse siamo già grandi?
● Vieni, siediti qua. Ti ricordi quando suonava il vecchio? Quelle vecchie canzonacce da osteria? Come ballava battendo i piedi?
○ Oh, sì! Il vecchio con le calze a righe!
● Già! Con i buchi sulle punte delle scarpe!
○ Oddio! I buchi delle scarpe!
● Hai visto? Sei contento?
○ Oh, grazie. Non ce l'avrei fatta senza di te. Grazie. Ora sono stanco... Tanto stanco...
● Ecco sdraiati qui.
○ Vuoi rimanere ad aspettare, qui con me?
● Cosa devi aspettare?
○ Qualcosa, qualcuno, un dono, un passaggio? Quando arriverà lo capirò.
● Cosa?
○ Vedi, tutti aspettiamo qualcosa dalla vita. C'è chi la riceve prima e chi più tardi. C'è chi se la deve cercare, e chi se la ritrova e basta. Ti prego: stai qui, non andartene. Qui, con me, vicino. Aspettiamo insieme. Non durerà tanto... Basta aspettare: tra un po', forse... un attimo e arriva...
● Sono qui, non aver paura. Sono vicino a te.
○ Non andare via, ho paura. Ho aspettato troppo a lungo, non sapendo cosa aspettare...
● Vieni qui: è arrivato il momento di andare.
○ Solo un attimo... Adesso arrivo.
● Addio.
○ Cosa? No, no! Aspetta!
● Addio!
○ No... No... No...
● Addio...
○ No... No... No...