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Autore: disconnected    19/08/2014    2 recensioni
Lui comincia a ridere.
«Che c’è?»
«No, niente, è solo che sei così bella quando arrossisci.»
Mi guarda e io arrossisco di nuovo. Mi soffermo un attimo sui suoi occhi azzurri, che indugiano su di me.
Hanno lo stesso colore del ghiaccio.
Poi penso a me e ai miei capelli rossi: fuoco.
Io e lui come fuoco e ghiaccio.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Keep your blue eyes away from me,
I’m mesmerized.
Fire and ice.”

- Olivia Bray, Fire And Ice.


Lascio i piedi penzolare distrattamente dal cornicione del palazzo su cui sono salita forse due ore fa. Non lo so, in realtà, da quanto tempo sono qui. Alzo la testa e guardo il cielo che lentamente passa da un colore rossastro a uno violaceo; le prime stelle cominciano a farsi vedere, insieme alla luna. 
Guardo la città attorno a me. Se non ci fossero tutte quelle luci artificiali si vedrebbero molte più stelle.
Poi guardo giù. I miei capelli rosso rame mi sfiorano il viso e lo solleticano. Sotto di me il traffico non diminuisce, taxi e macchine diretti verso chissà dove, presi dalla fretta. Sicuramente nessuno di loro si rende conto di che cosa ha intorno, non come me ne rendo conto io, almeno. Da quassù è tutto più bello, meno reale. Una cosa quasi angelica. Un brivido mi corre lungo la schiena.
Non ho paura di cadere. Non ho paura.
Sento i passi di qualcuno salire le scale di corsa, ma non do peso alla cosa: chiunque sia, non ha niente a che fare con me. Nessuno sa che sono qui, nessuno, nemmeno il mio migliore amico, nemmeno mia madre.
I passi cessano. Mi volto per vedere chi apparirà dalla porta, ma la maniglia non si abbassa.
Incuriosita mi avvicino, silenziosa. Tendo la mano per raggiungere la maniglia e apro la porta.
Due familiari occhi azzurri s’incastrano ai miei, verdi.
Vorrei salutarlo, o dire qualcosa di carino, ma tutto quello che mi esce dalla bocca suona più come un ringhio.
«Cosa ci fai qui?»
Lui sembra sorpreso di vedermi, ma quello era il mio posto e non vi avevo mai incontrato nessun altro se non uno dei residenti del palazzo, una sola volta, e lui non abita lì. 
«A dire la verità, non lo so – esplode in una risata contagiosa, e io mi ritrovo a sorridere, poi torna serio – voglio dire, ero partito con l’idea di venirti a cercare e poi mi sono ricordato di quanto tempo passavo quassù anni fa e ho voluto salire. Alla fine tu hai trovato me.»
Vuol dire che questo era il suo posto prima che io sapessi della sua esistenza? E perché mi stava cercando?
«Tecnicamente, sei stato tu a trovarmi» dico ridendo.
«Sei impossibile» anche lui ride.
«Perché mi cercavi?»
Torna serio e non risponde. Si sposta dalla porta, si dirige verso il cornicione e si siede agilmente. Decido di raggiungerlo e mi siedo accanto a lui. Le nostre mani a un centimetro di distanza, i nostri corpi a non più di quindici centimetri.
Gli sono già stata vicina molte volte prima, l’ho già abbracciato, gli ho già stretto la mano, ma questa volta sento qualcosa di diverso in lui, tra noi. Una specie di tensione che non c’era mai stata prima. Ha la mascella contratta e i muscoli tesi. Li posso vedere sotto la pelle abbronzata delle braccia che la sua maglietta lascia scoperte.
«Non è bellissimo? – indica il panorama davanti a lui – Me l’ero dimenticato quanto mi facesse stare bene.»
Sapevo cosa voleva dire, provavo lo stesso ogni volta che stavo lì, di notte o di giorno, non aveva importanza. Mi sentivo meglio ogni volta.
«Sì, è.. magnifico» gli rispondo.
In realtà non è il panorama quello su cui sono concentrata. Sono concentrata su di lui, sulla tensione nei suoi movimenti e nella sua voce, nella strana luce che i suoi occhi azzurri hanno oggi.
«Ho letto il primo libro di quella trilogia che mi hai consigliato, sai?»
Lo guardo sorpresa, non pensavo avremmo cominciato a parlare di libri.
«Divergent?»
«Sì, è davvero bello. Penso che saremmo Intrepidi io e te, se esistessero le fazioni. Ci vedrei bene lì, insieme.»
È vero. Ci vedo nel Pozzo, a ridere e fare casino con tutti gli altri, ci vedo a saltare da un treno e a fare tutte quelle cose che fanno gli intrepidi. È coraggioso, e, per quanto ne so, ha meno paure di Quattro. Vorrei poter dire la stessa cosa di me, ma ne ho una cosa tipo cento. 
«No, aspetta, adesso che ci penso bene io, forse, sarei un Intrepido, ma tu saresti una Divergente, voglio dire, ci sono così tanti lati di te che sicuramente non potrebbe prevalerne soltanto uno. Sei forte e coraggiosa, ma anche intelligente, e sincera, e altruista.» 
Mi guarda e mi sento le guance avvampare e non so nemmeno perché. Abbasso lo sguardo per poi rialzarlo su di lui quando trovo il coraggio di parlare di nuovo.
«Davvero pensi queste cose di me?»
«Sì, perché?»
«Non credevo di avere questi pregi.»
«Oh, ne hai più di quanti credi.»
Inevitabilmente arrossisco di nuovo, e mi chiedo che cosa mi porti ad avvampare ogni volta che mi fa un complimento. Non è la prima volta che mi dice cose del genere, ma oggi c’è qualcosa di strano, diverso.
Non rispondo, non so cosa dire.
Lui comincia a ridere.
«Che c’è?»
«No, niente, è solo che sei così bella quando arrossisci.»
Mi guarda e io arrossisco di nuovo. Mi soffermo un attimo sui suoi occhi azzurri, che indugiano su di me.
Hanno lo stesso colore del ghiaccio.
Poi penso a me e ai miei capelli rossi: fuoco.
Io e lui come fuoco e ghiaccio.
Era strano pensarci, e non sapevo nemmeno perché stavo pensando a me e lui come a un noi.
Scuoto la testa per scacciare il pensiero; è il mio migliore amico.
Schiude le labbra e lascia intravedere una fila di denti bianchi.
«Vedi, lo stai facendo ancora!»
«Che cosa?»
«Stai arrossendo»
Mi mette un braccio attorno alle spalle e io mi appoggio a lui.
«Sei sicura di non essere un angelo o una cosa del genere?» mi sussurra all’orecchio.
Una serie di brividi mi percorre la schiena e il cuore comincia a battere più forte. Comincia a disegnare dei cerchi sul mio braccio. Il suo tocco era leggero come una piuma. Pensavo di sapere cosa si provava ad essere sfiorata da lui, invece provavo sensazioni del tutto nuove: era come se le mie vene fossero percorse da fuoco, non sangue. Abbassa lo sguardo su di me, i nostri occhi s’incontrano per pochi millesimi di secondo, poi lui ritorna a guardare l’orizzonte e io mi sento gelare e senza fiato.
«Tu vedi delle ali?»
«Probabilmente non puoi farmele vedere.»
E quando lo guardo di nuovo, sento il suo calore su di me, le sue dita sul mio braccio e capisco.
Lo amo.
Lo amo.
Mi ha fatto ridere, asciugato le lacrime, abbracciata, ascoltata, e io ho fatto lo stesso con lui.
Non avevo mai pensato a lui in questo modo, ma solo ora mi rendo conto della realtà.
Ma non posso amarlo, è sbagliato; è il mio migliore amico.
Quando alzo lo sguardo su di lui, lui lo abbassa su di me, e all’improvviso i nostri volti sono spaventosamente e meravigliosamente vicini.
«Se ti dicessi che ti amo mi crederesti?» mi sussurra senza smettere di guardarmi negli occhi.
Non importa se è sbagliato, non m’interessa.
«E se te lo dicessi io?»
Si avvicina lentamente a me, gli occhi che indugiano sulle mie labbra e poi tornano ai miei occhi, come a chiedere il permesso. Annuisco piano e le nostre labbra si incontrano. Sento la sua mano spostarsi sul mio viso, e poi l’altra sul collo. Gli metto le mani dietro al collo e all’improvviso mi dimentico di essere a più di cinquanta metri d’altezza. L'amore rende stupidi e deboli.
Lui si stacca da me e scende dal cornicione. Lo guardo mentre, a metà strada si gira verso di me per controllare se lo stavo seguendo. Sorride e io voglio solo corrergli incontro e saltargli in braccio, e lasciare che le sue dita mi sfiorino le guance.
Adesso sono debole, e felice.

 
Questa storia è stata ispirata da una bellissima canzone di Olivia Bray, ovvero "Fire And Ice" (basata su The Infernal Devices, che devo assolutamente leggere) come potete dedurre dal titolo e dalla citazione all'inizio. E' una canzone meravigliosa che vi consiglio di ascoltare anche se non avete letto i libri perché è qualcosa di magnifico.
Comunque la chiudo qui. Grazie di aver letto e vi sarei grata se lasciaste una piccola recensione dove mi date un parere.
Baci,
Giulia.
  
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