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Autore: Naoko_chan    20/08/2014    6 recensioni
E lui si riteneva malvagio? Un genio, oltretutto? E allora lei era la fatina dei denti!
[lieve one-sided Scarlett/Max ♥]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Max, Scarlett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Scarlett si rialzò a fatica dal terreno, i capelli rossicci arruffati, gli abiti sporchi di terra. "Ci ero quasi.." gemette.
Era stata ad un passo dall'impossessarsi del milione di dollari.
Aveva organizzato tutto nei minimi particolari:
lei sarebbe passata per una ragazza timida e studiosa, avrebbe fatto amicizia con il membro più stupido della sua squadra, gli avrebbe fatto credere di essere dalla sua parte e lo avrebbe usato per arrivare al suo scopo, dopodiché lo avrebbe scaricato.
Aveva recitato da Oscar, aveva seguito tutti i punti della sua scaletta alla lettera, ma...

"Ma ci sono degli imprevisti che nemmeno un genio del male può calcolare."

Le avevano teso una trappola e lei ci era cascata come la migliore delle sciocche.
Era stata sparata del cannone della vergogna insieme a quell'impiastro di Max.
Caput, fine dei giochi.
Posò gli occhi verdi, iniettati di sangue, verso il suo 'socio', il quale era intento a sputare marshmallow e terriccio, squadrandolo disgustata.
E lui si riteneva malvagio? Un genio oltretutto? E allora lei era la fatina dei denti!
"Tutta colpa tua!" lo aggredì ribollendo di rabbia.
Lui alzò lo sguardo verso la giovane:
"Colpa mia? COLPA MIA?! Sei stata tu a ribellarti al tuo padrone!"
"CHIUDI IL BECCO!" sbraitò lei al colmo dell'esasperazione.
"Non sei il mio padrone, sottospecie di citrullo!" continuò puntandogli il dito contro.
Seguirono alcuni secondi di silenzio.
"Chissà dove ci troviamo." mugolò lui osservandosi intorno.
"Probabilmente in un parco." sentenziò Scarlett irritata.
"E a quanti chilometri o peggio, miglia da casa?" si lagnò Max.
L'altra in uno scatto d'ira lo afferrò per il bavero della giacca grigia.
"Piantala di frignare! Mi dai sui nervi!"
Lo vide sussultare ed abbassare lo sguardo, visibilmente spaventato, per poi arrossire di botto ed iniziare a boccheggiare.
"E ora cosa c'..."
La giovane guardò in basso, appurando con orrore che, durante la caduta, a causa del forte impatto col suolo, la sua maglia si era scucita all'altezza del seno.
Prese ad urlare isterica, attirando l'attenzione di due anziani seduti su di una panchina poco lontano, i quali si limitarono a borbottare qualcosa come "I giovani di oggi..." e "..maleducazione..".
Scaraventò l'altro a terra come un cencio, coprendosi alla bell'e meglio con le mani.
"E ora come faccio? Non ho soldi, altri vestiti, passaporti! E l'unica compagnia che mi ritrovo è un insulso sacco di patate!"
"Ehi!" esclamò Max offeso.
"Non potrebbe andare peggio di così."
In quel momento ci fu un boato.
Il cielo, già cosparso di nuvoloni grigi, si oscurò completamente, mentre delle piccole gocce d'acqua cominciavano a scendere verso il suolo, complice la forza di gravità.
"Come non detto."
"Ci mancava solo questa!" piagnucolò il compagno. "Io ho paura dei temporali.."
Scarlett si trattenne dal commentare acidamente quell'affermazione e, a passo svelto, si avviò vicino ad una piccola fontana di pietra, nella quale era adagiato un ombrello in condizioni abbastanza buone.

"Meglio di niente"

Gettò un'ultima occhiata al ragazzo; si stava dondolando avanti e indietro come un bambino.

"Patetico."

Ma allora perché, invece di andarsene, restava lì impalata a fissarlo?

E come mai, così, tutt'a un tratto, lo trovava così morbosamente adorabile?

Non aveva senso, così come non aveva senso il fatto che i suoi piedi, meccanicamente, avessero preso ad avanzare verso di lui.

Max era ancora raggomitolato con il pollice in bocca, quando lei gli si parò davanti.
Appena se ne accorse, rimase imbambolato a guardarla con un'espressione incredula/ebete stampata sul volto paffuto.
"Alzati." sibilò lei scocciata.
"Prima che cambi idea." aggiunse.
Dopo qualche attimo di smarrimento, l'altro si mise in piedi con un ghigno.
"Come vuoi tu."
Aveva recuperato in un nanosecondo tutta la sua baldanza.
Sicuramente stava pensando che lei si era resa conto di non essere niente senza di lui e lo stava pregando umilmente di tornare ad essere la sua assistente, sottomettendosi al suo 'immenso' potere.

La divertiva non poco il fatto che fosse così prevedibile.

I due si incamminarono all'uscita del parco, sotto lo stesso ombrello, senza spiccare una parola.
Scarlett sorrise lievemente.

In fondo poteva sempre aver bisogno di una spalla per i suoi piani.
  
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