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Autore: auroramyth    21/08/2014    6 recensioni
-Sono incinta, Bill.-
-Incinta?-
-Sì.-
-Sei sicura?-
-Sì... il test dice che sono incinta di sei settimane...-
Sei settimane...
-È mio?-
-Ma che razza di domande...?-
-RISPONDI! È MIO?-
Lei si mette a piangere.
-Mi dispiace, Bill! Mi dispiace!-
“Ti dispiace?! Sai cosa posso farmene del tuo dispiacere?!”
-Allora?-
-Non lo so se è tuo! Ormai non so più niente!-
-Non cercare di fare la vittima con me! Sei tu che mi hai tradito!-
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La voglio.
La amo e la voglio da morire, come sempre.
Mi è mancata oggi e ieri e non vedo l’ora di fare l’amore con lei e annullarmi in lei.
Le faccio scorrere le spalline del vestito lungo le spalle.
Lei fa un po’ di resistenza.
Forse stasera non vuole, oppure è in quel periodo del mese.
Meglio chiedere.
-Che hai?-
-Niente.-
Allora ricomincio a baciarle la gola, il collo, le spalle e la porto sotto di me.
Percorro con le mani il suo corpo ancora coperto dai vestiti e mi struscio su di lei per farle sentire quanto la desidero.
-N...No. B...Bill, fermati.- mi mormora mettendomi le mani sul petto per spingermi via.
-Che c’è? Hai le tue cose?-
-No.- mi risponde tremante.
-Allora cosa? Sei stanca? Vuoi solo dormire?-
Lei scoppia a piangere e si copre il viso con le mani.
-Ehi, che ti prende?- le domando mentre cerco di scostarle le mani dalla faccia.
-Bill, mi dispiace! Non so che mi è preso! Non avrei mai voluto! Non so cosa mi passava per la testa! Oh, Dio! Cosa ho fatto?!-
Non ho la minima idea di cosa stia parlando.
-Che stai dicendo? Che è successo?-
-Sono andata a letto con un altro.- sillaba.
Non credo a quello che sento.
-Come?-
-Sono andata a letto con un altro!- dice più forte.
-Eileen, stai scherzando, spero!- esclamo a metà tra lo scioccato e il risentito.
Lei scuote tristemente la testa.
Poi si zittisce e mi guarda negli occhi, mentre le lacrime le solcano il viso.
-Quando?-
-Ieri.-
-Da quanto va avanti?-
-È successo solo ieri. Te lo giuro! Ma non potevo far finta di niente e non dirtelo! Mi sentivo uno schifo a farmi toccare da te sapendo quello che ho fatto alle tue spalle!-
Io resto in silenzio per un po’.
Alla fine, da vero masochista, le pongo quella domanda che preme sulla punta della mia lingua.
-Lo ami?-
Devo saperlo! Devo sapere se il motivo per cui mi ha tradito è che non ama più me.
-No! Amo te, Bill! Davvero!-
Non so se crederci.
Ho sempre avuto il terrore che le ragazze stessero con me solo per i miei soldi, ed eccomi qua di nuovo a domandarmelo.
-Ti prego, Bill! Perdonami! È stato un momento di sconsideratezza. Voglio te e solo te! Perdonami! Non odiarmi! Non cacciarmi via!-
Ho un debole per lei e non riuscirò mai davvero ad odiarla, a smettere di amarla.
Nonostante tutto il male che mi ha fatto e continua a farne, non riesco a mandarla via, a farla uscire dalla mia casa e dal mio cuore... la sola idea mi uccide!
-Ho bisogno di...-
Di cosa? Di cosa ho bisogno?
-Di andare in bagno.-
L’acqua fredda mi aiuterà a ritrovare lucidità.
Quando esco dal bagno lei è sprofondata in un sonno agitato.
Le lascio un messaggio sul comodino dicendole che avrò bisogno di tempo per poter avere di nuovo fiducia in lei e per poter dimenticare questa storia, ma siccome la amo voglio fare questo tentativo per lei, se anche i suoi sentimenti sono sinceri.
Poi lascio la stanza e vado in salotto a distrarmi con la televisione.
Ormai mi è passato il sonno.
 
 
Eileen è inquieta oggi.
Continua a guardarmi di sottecchi e morsicarsi un labbro insicura.
Mi chiedo cosa le prenda.
Ieri sera abbiamo fatto l’amore, così come la sera prima e quella prima ancora.
E mi sembrava che fosse sempre andata bene.
Ormai quell’episodio funesto è dimenticato.
Metto da parte la rivista che sto sfogliando e mi rivolgo a lei.
-Eileen, che hai?-
Lei si muove a disagio sul divano, poi prende un respiro profondo ed infine parla.
-Sono incinta, Bill.-
-Incinta?-
-Sì.-
So benissimo che quando si fa sesso il rischio di una gravidanza è sempre in agguato. Avevo messo in conto che prima o poi sarebbe successo.
Avrei sperato più poi che prima.
Ma non è importante il quando.
-Sei sicura?-
-Sì... il test dice che sono incinta di sei settimane...-
Sei settimane...
Sei settimane... quasi il tempo trascorso da quando mi ha tradito... Oddio! Vuoi vedere che...?
-È mio?-
-Ma che razza di domande...?-
Ha pure il coraggio di fare l’offesa! È ridicolo!
-RISPONDI! È MIO?- le urlo.
Lei si mette a piangere.
-Mi dispiace, Bill! Mi dispiace! -
“Ti dispiace?! Sai cosa posso farmene del tuo dispiacere?!” vorrei risponderle, ma la amo troppo, cazzo!
-Allora?-
-Non lo so se è tuo! Ormai non so più niente!-
-Non cercare di fare la vittima con me! Sei tu che mi hai tradito!-
-Sì, ma ti ho chiesto scusa! Ti ho detto che non si sarebbe ripetuto mai più e tu mi hai perdonato!-
-L’ho fatto. Ma non si tratta più solo di una scappatella, come l’hai definita tu! Qua c’è di mezzo un bambino! Un bambino che potrebbe non essere mio! Insomma, ma cosa vuoi da me?!-
-Io ti amo, Bill!- replica glissando la mia domanda.
-Ah, certo! Mi ami così tanto che hai sentito l’esigenza di andare a farti sbattere da un altro!-
-Bill, non essere volgare! E poi è successo solo una volta! Ti giuro che ti amo e voglio passare con te il resto della mia vita!-
-Con me e con un bambino che potrebbe non essere mio!-
-Cristo santo, Bill! Ti sto chiedendo di essere TU il padre del bambino! Sei un uomo fantastico e lo saresti anche come padre. Ti sto chiedendo di dare al bambino che arriverà una dignità e una stabilità affettiva, cose che potrebbe avere solo con te.-
Belle parole, ma non mi incantano.
Lei vuole che gli faccia io da padre perché sono ricco, a differenza di quello che si è scopata quando mi ha messo le corna.
Non cascherò nel suo giochetto.
-Voglio il test del dna.-
-E quand’anche l’avessi ottenuto?-
-Allora deciderò il da farsi, in base al responso del test di paternità. Non prima. Per ora puoi continuare a stare qui, ma ti trasferisci in un’altra camera. Non ti voglio nel mio letto. Non ora. Non più. E continueremo a fingere di stare insieme per gli amici e la stampa, poi vedremo.-
Lei assume un’espressione stupita e ferita insieme.
-Mi stai lasciando, Bill?-
-No. Mi sto solo prendendo una stramaledettissima pausa di riflessione! Ho molto da riflettere dopo tutta questa merda che mi hai lanciato addosso stasera!-
-Un bambino è merda?!-
-No! Lo è il fatto che non sai nemmeno di chi è figlio! Lo è il fatto che continui a saltar fuori la storia che mi hai tradito, come se l’umiliazione non fosse sufficiente a tormentarmi tutti i fottutissimi giorni. Lo è il fatto che tu voglia che gli faccia io da padre anche nel caso in cui non lo fossi solo perché vuoi assicurarti che abbia la vita di agi che tu da piccola non hai mai avuto!-
Lei si infuria, lo capisco da come le si gonfiano le vene del collo e dal rossore sulle sue guance. Oltre che dagli occhi che lanciano scintille.
-Sei proprio uno stronzo a rivangare il mio passato e la mia infanzia! Lo hai fatto apposta per farmi del male!-
“Sì, tanto quanto ne hai fatto e stai facendo tu a me!” mi viene voglia di urlarle.
Ma taccio.
E lei si infuria di più.
-Sai che ti dico? Non sei tu che mi mandi in un’altra stsnza, sono io che ci vado! E ci rimarrò ben poco! Tempo di trovare un’alternativa e sparirò!-
Si alza in piedi ed inveisce ancor più contro di me.
-Come diavolo ho fatto a credere di poter contare su di te?! A credere che saresti stato un buon padre per il piccolo e un ottimo compagno per me?! Come?!-
Se ne va sbattendo la porta.
Io sono troppo annichilito per poter parlarle o anche solo muovermi e inseguirla.
Merda, la situazione mi è scappata di mano...
 
 
Quando rientro a casa la vedo seduta sul divano che si accarezza teneramente la pancia ancora piatta con lo sguardo dolce perso nel vuoto.
Chissà su cosa sta fantasticando...
Sono giorni che non mi parla e mi ignora nel modo più assoluto.
Mi chiedo quanto ancora starà qui prima di andarsene.
Attraverso la stanza passandole volutamente davanti.
Cerco di incrociare il suo sguardo ma lei non mi considera.
Vedo una cartellina bianca, di quelle dell’ospedale accanto a lei e mi chiedo se è per caso il risultato del test di paternità che ho preteso venisse fatto il giorno subito dopo la nostra litigata.
Mi rifugio nel mio studio e mi siedo alla scrivania a analizzare alcune tracce al computer, ma la mia attenzione scema e la mente divaga.
Il rumore della porta che viene aperta e sbattuta mi ridesta.
Lei avanza a passo di carica verso di me e lancia la cartellina sulla mia scrivania.
-Eccoti il test di paternità. Io non ho guardato il risultato, non mi interessa sapere chi è dei due il padre di mio figlio. Mi avete deluso entrambi.-
Detto questo gira sui tacchi e se ne va.
Io resto a fissare la busta per un po’ cercando di trovare il coraggio di aprirla.
E quando finalmente mi sono fatto forza e sto per strappare la linguetta sigillata mi rendo che in fondo non mi importa davvero di chi è il padre.
Ho sempre desiderato un bambino da poter chiamare figlio e ora potrei averlo, poco importa che magari non è carne della mia carne e sangue del mio sangue.
Gli vorrei bene come se fosse mio!
Prendo la cartellina ancora chiusa e vado alla ricerca di Eileen.
La trovo nella camera dove si è trasferita in questi giorni che prepara le valigie.
-Dove vai?- le domando stupito.
-Me ne vado, non posso più stare qui. E nemmeno lo voglio.-
-Eileen, aspetta!- le dico strappandole di mano il borsone e gettandolo di lato.
La invito a sedersi sul letto sfatto.
Le restituisco la cartellina.
-Hai visto di chi è figlio?- mi domanda con astio.
-No. E nemmeno mi interessa.-
-Oh, davvero?- mi replica sarcasticamente.
-Sono stato stupido ed orgoglioso. Mi dispiace. Ma se non è troppo tardi sarei onorato di essere il padre del bambino che cresce dentro di te. Ti amo e vorrei avere la possibilità di essere una famiglia. Serena e agiata, già che ci siamo.- concludo con una battutina.
-Non saremo mai sereni se su di noi incomberà sempre l’ombra del tradimento, lo sai, vero?-
-Sì. Lo so.-
-Io ti ho chiesto scusa, ti ho detto che ti amo e che sarai sempre il solo per me da adesso in poi. Il resto deve venire da te.-
-È già venuto da me. Ti ho detto che voglio il bambino! Il MIO bambino.-
Lei mi scruta negli occhi per qualche attimo, poi prende la busta del test che sta in mezzo a noi e strappa la linguetta per aprirla.
-Buttala via e non guardare il risultato.- le intimo.
-Io voglio sapere che cosa dice il test.-
-Non voglio che se per caso non fosse figlio mio lo venga a sapere.-
-Non lo saprà mai perché non glielo diremo. Ma voglio sapere se quell’unico errore ha avuto ripercussioni così grandi sulla mia vita. Mi rifiuto di credere che sia così.-
Preleva i fogli e li spiega, poi legge qualche riga e mi passa i fogli.
La sua espressione è imperscrutabile.
Abbasso lo sguardo sui fogli poggiati sul mio grembo e con mani tremanti li prendo.
Scorro sui referti fino all’esito finale.
Non ci posso credere...
Sono IO il padre! Il bambino è mio!
Sono stato un coglione! Ho fatto tanto casino per un nonnulla!
 
 
Due mesi fa è nato mio figlio.
È un bambino incredibilmente vivace e curioso, ma se non altro di notte ci lascia abbastanza dormire.
È un’impresa prendersi cura di lui e anche dedicarmi al mio lavoro, ma per ora me la cavo.
Il tour è quasi concluso e poi potrò prendermi cura di mio figlio senza scadenze da rispettare e aerei da prendere per vederlo anche solo per un pomeriggio prima della nuova data.
La mia famiglia e i miei amici stravedono per il mio cucciolo che per ora non ha ancora lasciato il suolo americano.
Anche le mie fans l’hanno presa quasi bene.
E tutti dicono che mi somigli.
Beh, certo, gli occhi sono i miei. Stesso taglio e stesso colore.
Un vero piccolo Kaulitz insomma.
Lo amo così tanto che sento che sarei disposto a morire per lui.
Credo che sarò un padre migliore del mio per questo piccolo miracolo che quando mi vede mi riconosce già.
Che emozione quando scruta in giro e non appena incrocia il mio sguardo si apre in un sorriso sdentato e agita braccine e gambette all’aria per essere preso in braccio da me.
Eileen è un molto accorta con lui.
Si assicura che quando si addormenti abbia la testolina appoggiata bene sul cuscino e le orecchiette spiegate all’indietro, così che non gli vengano a sventola, dice.
Sono meravigliosi insieme e il legame tra mamma e figlio è quasi tangibile.
Li amo entrambi alla follia. So che faranno sempre parte della mia vita e che li amerò per sempre.


My Space: questa cosina è nata mentre ero in vacanza in Germania... respirare la stessa aria dei nostri begnamini deve avermi ispirato ;-) Che ne pensate? Vi piace?
Ringrazio infinitamente la mia compare, Thea, per avermi preparato questo delizioso banner... ragazza mia, sei ancora giovanissima ma hai molto talento per la grafica, sei una vera creativa! Farai strada in questo campo, me lo sento!
Non mi dilungo troppo in note che non interessano a nessuno, ringrazio tutti coloro che leggeranno e magari mi lasceranno anche un piccolo commentino con il loro parere!
Ricordo come sempre la mia pagina facebook per note e aggiornamenti: Dark Blue Horizon
  
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