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Autore: Lunastorta_E_Glee    21/08/2014    0 recensioni
"Ci sono molte storie, riguardo agli Hunger Games, che non sono mai state raccontate. Giacciono solo nel tempo, senza una fine, un ricordo. Il tempo le ha trattenute, ma il respiro dei ricordi le ha spazzate via, come sabbia fina, al tramonto. Ad esempio, avete mai sentito parlare di Michigan Durkley? Oppure di Gaylles Hermin?
Oggi sono qui per raccontarvi la mia. Una storia dai dettagli specifici e ben rifiniti, con un po’ di polvere, certo, ma non da me scordata.
Non passa notte, non passa giorno, in cui il suo ricordo non venga a bussare alla mia porta. Forse, l’unico modo per scacciarla, è davvero raccontarla. Volete sapere com’è andata? Beh, allora seguitemi.. e guardatemi le spalle."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Ci sono molte storie, riguardo agli Hunger Games, che non sono mai state raccontate. Giacciono solo nel tempo, senza una fine, un ricordo. Il tempo le ha trattenute, ma il respiro dei ricordi le ha spazzate via, come sabbia fina, al tramonto. Ad esempio, avete mai sentito parlare di Michigan Durkley? Oppure di Gaylles Hermin?
Oggi sono qui per raccontarvi la mia. Una storia dai dettagli specifici e ben rifiniti, con un po’ di polvere, certo, ma non da me scordata.
Non passa notte, non passa giorno, in cui il suo ricordo non venga a bussare alla mia porta. Forse, l’unico modo per scacciarla, è davvero raccontarla. Volete sapere com’è andata? Beh, allora seguitemi.. e guardatemi le spalle.
 
L’aria mi accarezza lentamente le guance. Non è di norma, al Distretto 8, così tanto vento in una giornata soleggiata.
Ma oggi, d’altronde, non è un semplice giorno.
Minerva, la mia migliore amica, è ancora in casa, e sta finendo di spazzolarsi. Viviamo assieme da più o meno quattro anni, da quando  ha perso i suoi genitori, in un incidente. Fu strano : Nell’aria si vide un  monsone librarsi in aria, seguito da urla di avviso. Io uscii di casa e mi diressi di corsa a casa di Minerva. Tra le fiamme, la sua casa veniva divorata lentamente. Vidi uscire Manta, svenuta, su una barella con la faccia lercia e annerita dal fumo, e i suoi vestiti bruciati, fino all’ultimo filo. Poi, i suoi genitori, evidentemente morti, carbonizzati. Piansi per lei, perché anche io vissi lo stesso. I miei genitori morirono nello stesso modo, solo che io ero cosciente, ma non abbastanza grande per capire. Nessuno mi accolse : Dovetti occupare una casa abbandonata, metterla a posto e iniziare a vivere come un clandestino, spostando ciò che mi era rimasto, anche se era ben poco.
Minerva ora è uscita. Indossa un abito stretto, senza spalline, anche se giurerei che l’anno scorso le avesse. Poi, una cintura, che le ho regalato io. E’ di pelle di coniglio, non perfetta, ma addosso a lei è meravigliosa.
La guardo nei suoi occhi che non sono blu, ma quasi viola, come se glieli avessero dipinti con della grafite.
-Atlas… Andiamo?- domanda –Certo.-.
Cominciamo ad avviarci verso la piazza del paese. Noto che ora, il corpo di manta si sta facendo rigido : Cammina piuttosto impettita, con un aria triste, ma non stanca. Mi prende la mano e comincia a parlare. -
-C’è qualcosa che non va, Miva?- E’ così che la chiamo io.  –Hai… paura?- aggiungo. Minerva si blocca e appoggia la testa sulla mia spalla. –Vedrai, ce la scamperemo anche quest’anno.- gli risposi, con tono paterno. In effetti anche io sono preoccupato, perché quest’anno non mieteranno solo due tributi, ma quattro. Esatto, è la 2 Edizione della Memoria, dove saranno mietuti il doppio dei tributi.
Sento il sudore scivolare per la schiena. E se mi estrarranno? O peggio, se estrarranno Miva? Un brivido corre per la mia schiena. Non voglio che questo accada. E’ per questo, che un respiro fin troppo simile ad un affanno mi si blocca in gola.
Cammino con ansia verso la piazza del paese. E’ li che ogni anno si svolge la mietitura dei tributi. Sorge appena fuori dalle retrovie, tant’è che la nostra casa – L’unica disposta su due piani di tutto il distretto – pur essendo incastrata più delle altre, ci offre un’ottima visuale sulla piazza. Ora, in lontananza, si comincia a vedere un grumo di persone concentrarsi in due gruppi : Le probabili tributi femmina e i probabili tributi maschi.
Ora che vedo tutta questa folla, tutto questo trambusto, mi sento come schiacciato in una cassa di legno. Forse perché non sono tanto alto per la mia età, forse perché la folla mi ha sempre intimidito. Manta si separa da me e si posiziona facilmente nel gruppo dei tributi femmina. Io, alle mietiture, non ho mai trovato un posto preciso, finivo sempre vicino ad un ragazzo sconosciuto, dai capelli neri e sporchi, che tra l’altro un anno fa è stato anche sorteggiato.
C’è un piccolo spazio, tra Cas Middle e Malik Lanerton. Mi posiziono li, malgrado Cas sia uno di quelli che non sopporto di più in tutto il distretto. E’ un panettiere, si, è più ricco di altri, ma non credo ci sia un motivo di vanto, dato che siamo tutti poveri, e spesso il pane non ce lo possiamo permettere.
Di nuovo quel nodo alla gola mi prende impreparato : Stare lontano da Miva è una tortura, malgrado siamo a pochi metri di distanza. Lei è l’unica che mi capisce, non soffro mai con lei accanto, anche quando i ricordi si fanno fin troppo vividi per non lasciarmi senza fiato. -
I miei pensieri vengono poi interrotti da un tacchettare di scarpe munite di tacco dodici. Mittens Badge, arriva come sempre con un abito dalle perle scintillanti e colorate, come una notte stellata.
Non la sopporto, il suo profumo di cannella si sente fino all’ultima fila.
Non ci faccio molto caso, però, la paura ha un odore più acre.
Sempre con un sorriso stampato in faccia, la escort del nostro distretto ci mostra un video, che ogni anno viene trasmesso come spiegazione della nascita degli Hunger Games. Io non l’ascolto, come ho sempre fatto. Partecipo da tre anni, alla mietitura, ed ancora non capisco che significa tutto questo. Offrire due giovani vite? E per cosa? Per ripagare i morti nella guerra? Wow, che bel concetto di fraternità e uguaglianza. E per di più, quest’anno ne dobbiamo offrire quattro.
-Bene!- trilla l’accompagnatrice diamantata –E’ ora di pescare i tributi! Che quest’anno saranno quattro! Evviva!-. Nessuno sembra sorridere. –Prima le signore!- ripete Mittens la frase che ogni anno esclama con la totale forza del suo diaframma.
Non voglio pensare a nulla, ora. Non voglio pensare nemmeno a Manta. Voglio stare qui e basta, senza ascoltare, ad aspettare che la escort si sia portata via i tributi.
Mittens affonda la mano nella boccia, e pesca un bigliettino sul fondo. E’ avvolto in un nastro verde, probabilmente proveniente da una delle fabbriche del distretto. Lo apre con le unghie colorate d’azzurro, e dopo essersi schiarita la gola, esclama –Minerva Geneva-.
Il mio cervello non ha ancora connesso. Miva. Ho passato due interi mesi ad immaginarmela mentre veniva estratta, per prepararmi all’evenienza. Ma ora che è vero, sono pietrificato. Come se un chiodo dalla punta arrugginita fosse finito dritto nel mio stomaco, in uno scatto poco educato.
-Fantastico!- parlotta la donna dalla parrucca arancione, mentre Miva sale sul palco come una bambola di legno, che si muove rigidamente ed impettita dalla paura. Mittens la prende sotto il braccio, e gli chiede quanti anni ha. Timidamente, Minerva risponde che ne ha quattordici, mentre cerca il mio sguardo tra gli spettatori.
Trattengo le lacrime. Mi sta chiedendo di aiutarla, di portarla via, solo con dei movimenti delle pupille e degli iridi. I nostri sguardi si interrompono quando l’accompagnatrice si muove di nuovo verso la boccia delle ragazze. Sta volta prende uno dei primi bigliettini, quello più in alto, che spunta fuori per solo un angolo. Lo prende e va al microfono, di nuovo. –E il secondo tributo femmina per i 45esimi Hunger Games è...- lascia un momento di respiro –Cassie Bridges.-
Conosco Cassie. E’ la figlia di uno dei proprietari della fabbrica di vestiti, per questo porta sempre vestiti molto più colorati degli altri. Ha una rosa tra i capelli ed un vestito di frange rosso brillante, che risalta i suoi capelli di color castano chiaro. E’ più spaventata di Miva : Cominciò a scorgere delle lacrime fin da metà passerella, che cadono sul terreno in gocce consistenti. Dovrebbe avere due anni in più di noi.
Le due ragazze ora sono sul palco, e la donna si dirige verso la boccia parallela pronunciando –Ora andiamo dai signori!- e ridacchiandoci sopra. Non so cosa ci trovi da ridere, se fosse stato per me l’avrei già picchiata. Tuttavia non ne ho l’umore ne la forza.
Pesca un biglietto che non riesco a vedere, talmente è imboscato. Fa fatica a scartarlo, dato che al nastrino verde è stato applicato un doppio nodo. Tuttavia, dopo due minuti all’incirca, odiamo il nome del tributo maschio. All’inizio non lo comprendo, ma riuscirò a capire che si tratta di Zam Edelveis, quando Mittens dovrà richiamarlo per lo sbaglio di lettura del nome. Non ho mai sentito parlare di Zam, non ricordo il suo nome. Forse perché sarà un po’ solitario, ma che importa? Tanto tra poco morirà.
E’ li che poi, un altro nodo alla gola mi coglie impreparato, perché mi accorgo che non posso lasciare Minerva li, così. Mi faccio un esame di coscienza, respiro, mentre il sudore comincia a scivolare per la schiena. Mittens pesca un biglietto dalla boccia, mentre le mie mani tremano. Lo apre con cura.
E’ ora di farlo. Sto per farlo.
-Mi offro volontario- urlo.
Mittens sorride a questa sorpresa, mentre Miva sgrana gli occhi nel vedermi camminare verso il palco.
-Bene! Abbiamo i nostri quattro tributi di quest’anno, Distretto 8!- dice con enfasi –Minerva Geneva, Zam Edelveis, Cassie Bridges e Atlas Proud! Ed ora, Felici Hunger Games, e che possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!- ridacchia Mittens, mentre il mondo che tenevo fra le mani, va in mille pezzi.
 
Angolo Autore
Ciao Fans! Allora, inizio dicendo che questa storia l’avevo già scritta, ma era quasi completamente diversa. Il protagonista si chiamava Teardrop e non Atlas, lei era Manta e non Minerva, e insomma, i tributi erano solo due per ogni distretto. La storia è una specie di What If, perché è ambientata in una situazione simile a quella di Haymitch (Ovvero i 48 tributi ecc ecc) ma non è ambientata nell’edizione della memoria dove Haymitch ha partecipato. Si è difficile capacitarsi di questa cosa, ma avevo sete di scrivere morti di personaggi a caso, giusto per distruggere i feels dei miei lettori :’)
Insomma, questo è il primo a capitolo. Il secondo arriverà la settimana prossima! Spero vi sia piaciuto e ci sentiamo alla prossima ;)
Nayaholic_ (Lunastorta_E_HG)
 
  
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