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Autore: lasognatricenerd    21/08/2014    1 recensioni
9x1.
Sam è in coma a causa delle tre prove che doveva compiere per chiudere le porte dell'inferno. Ma Dean non può sopportare di perderlo. Così fa di tutto per farlo vivere..
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Ezekiel, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Fight, Sam, fight. Please.

Gli occhi arrossati. Il corpo piegato in avanti e seduto su una sedia. Lo sguardo fisso sul suo corpo immobile. Le mani a tenere su il viso. Le labbra tremanti. La tristezza nel cuore. Quel rumore straziante del cuore di Sam che riempiva la stanza d’ospedale. Girai lo sguardo verso la tv accesa, il volume al minimo. “ PIOGGIA DI METEORITI SULLA TERRA.”
Certo, era proprio così: meteoriti. Meteoriti di sto cazzo, avrei voluto urlare. In realtà volevo fare tantissime cose in quel momento, come ad esempio spaccare qualsiasi cosa mi si parasse davanti. Urlare. Piangere a dirotto, ancora e ancora, finchè Sam non si fosse alzato. Non lo avrei lasciato morire, no. Non sarebbe dovuta succedere una cosa tanto grave da fare morire anche me.
Ritornai a guardare Sam, sospirai e mi posai le mani sugli occhi, strizzandomeli con le dita. Disperazione. Si leggeva solamente questa sulla mia faccia. Una disperazione che andava oltre quella normale. Mi sentivo così male senza di lui. Mi sentivo fuori dal mondo. Estraniato, come se non conoscessi più nessuno. Io non avevo bisogno di nessuno se lui non era con me. Non avevo bisogno di cacciare, ne di parlare. Non avevo semplicemente bisogno di vivere.
Il dottore mi aveva detto che aveva subito delle ustioni interne che, cazzo, avevano colpito addirittura gli organi vitali. Il cervello aveva sofferto per una mancanza di ossigeno. Mentre mi parlava, ogni parola che usciva fuori da quelle fottutissime labbra, mi faceva a pezzi. Parlava di macchine che potevano tenerlo in vita ma che non potevano salvarlo. – Non si riprenderà mai più? –
Era l’unica cosa che ero riuscito a dire da quando aveva cominciato a parlare. Troppo bloccato dalla paura di chiedere, non volevo pensare minimamente a quello che sarebbe potuto succedere. Faceva troppo male. – Non c’è speranza? – Avevo aggiunto. Perché doveva esserci, sempre. Soprattutto per noi cacciatori. Niente era mai perduto, nessuno era mai morto davvero, niente di niente. La speranza faceva parte del nostro lavoro. Ed infine quella frase che non avrebbe mai dovuto pronunciare. – Temo che oramai sia nelle mani di Dio. – Ma che cazzo ne sapeva lui, di Dio? Che ne sapeva lui del bene e del fottuto male che faceva ogni giorno alle persone? Che ne sapeva degli angeli che erano degli stronzi madornali?!
- Lei è un dottore. E’ un medico professionista. E mi viene a dire che la vita di mio fratello è nelle mani di Dio?! E questo dovrebbe darmi conforto?! –
Non avevo ancora cominciato ad urlare, ma c’ero quasi. Il mio cuore si stava frantumando, e la mia pazienza con lui. Non potevo sopportare davvero l’idea di perderlo per sempre. C’era sempre qualcuno che poteva salvarci. Sempre qualcuno che poteva farci capire che valeva la pena di vivere. Se solo ci fosse stato Bobby… sarebbe stato tutto diverso.
- No, Dio non ha niente a che fare con tutto questo! –
Uscii dalla stanza nervoso ed irritato. Come poteva, un dottore, dire una fesseria del genere?! Cazzo, ma c’era qualcuno di normale in quel mondo di merda? Esisteva? Restai immobile davanti alla porta per svariati secondi che parvero un’eternità. I miei occhi erano ancora lucidi e le mani mi tremavano. Mi tremavano a causa della paura e della distruzione che provavo dentro di me.  Avevo anche paura di spaccare la faccia a qualcuno se mi avessero parlato. Il mio sguardo fu vago, cominciando a guardarmi intorno, circospetto. Fui preso alla sprovvista da un cartello: cappella. C’era una chiesa, lì, in ospedale. Pregare non era da me. Pregare era da Sam. Lui ci credeva. Ma io… Io ero Dean Winchester. Non appena misi piede dentro la piccola chiesetta, mi sedetti infondo. Il labbro inferiore che continuava a tremare ed il silenzio della stanza. – Cass, mi senti? -  Era l’unico che potevo chiamare. L’unico che poteva aiutarmi. L’unico di cui mi fidavo nonostante tutti i casini successi in precedenza. – Sammy sta male. Sta male… Sta molto male.  – Mi uscivano a fatica le parole mentre cercavo di esprimermi. Mentre cercavo di non scoppiare a piangere. – E… So che credi che io ce l’abbia con te, ok? Ma non mi importa della caduta degli angeli. Quindi qualsiasi cosa tu abbia fatto, o… non abbia fatto, non importa. Possiamo risolverlo. Ti prego, ho bisogno di te qui. – Chiusi gli occhi per un attimo, sperando con tutto me stesso che potesse raggiungermi. Che mi ascoltasse e portasse il suo culo vicino a me. Ci sperai, fino all’ultimo secondo. Ma non successo nulla. – Fanculo. – Ansimai incazzato. Fanculo, sul serio. Dovevo salvare Sammy con o senza Castiel. – Okay, ascoltatemi bene. Parlo con qualsiasi angelo sia in ascolto. Mi chiamo Dean Winchester… ed ho bisogno del vostro aiuto. –
 
[….]
 
C’era stato un casino dietro l’altro: avevo beccato un angelo stronzo che aveva cercato di uccidermi, avevo salvato un angelo, degli angeli mi avevano massacrato di botte ed infine ero rientrato nella stanza dove Sam era in coma, scoprendo che l’angelo che doveva aiutarmi… Non poteva aiutare Sam. Per salvarlo c’era un’unica possibilità: far sì che Sam facesse da tramite. Lui non avrebbe mai accettato. Non avrebbe mai voluto che qualcuno lo possedesse. Ma … IO come potevo fare senza di lui? Come poteva sperare che lo lasciassi andare libero? Come poteva anche solo pensare per un secondo che avrei permesso che lui morisse? Avrei fatto di tutto, di tutto. Perché era così che andava fra me e lui.
- Devi dimostrarmi che la situazione è davvero disperata. –
Era un motivo valido per farmi dire di sì a lui… contro la volontà di Sam. Dovevo capire che l’avrei perso davvero se non l’avessi fatto, nonostante lui non volesse. Dovevo capire che sarebbe morto ed io, di certo, non potevo tirarlo fuori dall’inferno. Mi appoggiò una mano sulla fronte, una su Sam… E poi entrai nella sua testa, terrorizzato.
- Devo ammettere che quando ho sentito che si trattava di te, sono dovuto venire di persona. – Morte. Lo riconoscevo, era lì e stava parlando con Sam. Significava che era seriamente vicino alla morte. Cristo, no, cazzo, no. – Scommetto che starai avendo un bell’orgasmo. – Non diedi molto ascolto alla frase di Sam , anche se in una situazione normale l’avrei fatto. Continuavo a guardare il suo viso consumato, le sue occhiaie, il suo corpo tremante ed il suo sguardo vacuo. Era distrutto. – Forse sì. Ma non nel modo in cui credi. Lo considero un grande onore prelevare Sam Winchester. –
- Ho bisogno di sentire una cosa. Se vengo con te mi puoi garantire che questa volta … sarà definitiva? Che se sono morto rimango… morto. Nessuno può annullarlo, nessuno può fare un patto e a nessun altro capiterà qualcosa di male a causa mia. –
- Te lo garantisco. –
 
Tornai alla realtà nel modo più brusco della mia vita. Non potevo crederci che lo stesso Sam avesse detto quelle parole. Che lo stesso Sam le avesse pronunciate. Non poteva abbandonarmi. Non poteva lasciarmi qui da solo. Cazzo, non poteva. Ero disperato. Non sapevo cosa fare. Il sangue che gli angeli mi avevano provocato sul viso continuava a colare e le ferite mi facevano un male atroce, ma non importava. – Ma che diavolo fai, Sam? – Ansimai a voce bassa, strozzata, quasi forzata. Non avevo più le forze di reggermi in piedi.
- Come farà a funzionare? – Dovevo chiedere, ma sapevo quale sarebbe stata la mia risposta. Sapevo che andavo contro mio fratello e che probabilmente mi avrebbe ammazzato, sapevo che.. Cazzo, lui non avrebbe voluto. Ma io non potevo lasciarlo andare. – Tramite un giovamento reciproco, immagino.  Guarisco Sam mentre guarisco me stesso. –
- E quando guarisce? –
- Me ne vado. –
Era un piano di merda, potevano andare male un sacco di cose, come al solito. Lui poteva mentirmi. Ma io quale altre possibilità avevo?
- E’ la soluzione migliore per una brutta situazione , Dean. –
Restai in silenzio, lo sguardo su mio fratello: era in coma, eppure il viso era scavato, consumato e la sua pelle bianca da morire. Non avrei mai sopportato l’idea di.. seppellirlo come avevo fatto con Bobby poco tempo fa. Non potevo perderlo. Non anche lui.
- Sam non direbbe mai sì, non a te. –
- Ma direbbe sì a te. –
E quelle parole fecero scattare una molla in me, dentro al mio corpo, che mi fece capire che ero uno stronzo ed un egoista di prima categoria, ma che io non potevo lasciarlo andare. Dovevo farlo combattere, ancora e ancora. Lui non sarebbe morto. Lui doveva avere una vita migliore. Doveva avere una vita normale. Alzai lo sguardo verso l’angelo e annuii. Sam non sarebbe morto. Sam doveva vivere. Sam doveva restare. Con me. Sam Winchester non sarebbe morto quel giorno, perché gli avevo insegnato a combattere. E così sarebbe stato. 
   
 
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