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Autore: vero_91    22/08/2014    2 recensioni
Il modo in cui John capì di essere innamorato di Sherlock fu paradossale.
In realtà l'aveva sempre saputo, ma negarlo ad alta voce gli rendeva più facile il compito di ignorare quell'impronunciabile verità.
[Vincitrice del premio speciale "Cuore Spezzato" al contest "Tempo di... tag" indetto da Ili91]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Partecipa al contest “Tempo di... tag (Contest Multifandom a Pacchetti)” indetto da Ili91]

Nick (forum ed eventualmente sito): vero_91 / vero_91@EFP
Titolo: Negazione
Fandom: Sherlock BBC
Genere: Introspettivo, Sentimentale
Rating: Verde
Pairing/personaggi: Slash / John Watson, Sherlock Holmes
Pacchetto scelto: Fake/Pretends 2
Prompt utilizzato: amicizia
Avvertimenti/Note: Nessuno / Note inutili a fine capitolo come sempre

 

Il modo in cui John capì di essere innamorato di Sherlock fu paradossale.
In realtà l'aveva sempre saputo, ma negarlo ad alta voce gli rendeva più facile il compito di ignorare quell'impronunciabile verità. Ogni volta che la gente intorno a loro dava per scontato che erano una coppia, John metteva in scena il suo siparietto: alzava gli occhi al cielo, sbuffava, e infine negava. Questo gli permetteva di mantenere intatta la sua flebile convinzione di non essere affatto innamorato di Sherlock Holmes, come se il riuscire a pronunciarlo automaticamente lo rendesse vero. Fu quando Sherlock gli rubò il ruolo che John si ritrovò spiazzato: il non poter negare ad alta voce lo costrinse a fare i conti con quella verità.

Erano seduti al tavolo di un lussuoso ristorante, così che il detective potesse osservare il sospettato seduto a due tavoli di distanza, senza dare nell'occhio. Sherlock, come al solito, non aveva degnato di uno sguardo il menù, gli occhi che saettavano dalla figura del sospettato allo schermo del suo cellulare.
Così, quando il cameriere arrivò al loro tavolo, John ordinò i piatti più economici, mentre Sherlock si limitò semplicemente a ignorarlo. Il cameriere a quel punto, ticchettando nervosamente con la penna sul foglietto, decise di rivolgersi di nuovo a John:“Il suo compagno non desidera nulla?” chiese, alternando uno sguardo cordiale a lui e uno innervosito al detective.
John scosse la testa, rassegnato, sulla lingua già pronta la sua battuta.
“Non sono il suo compagno. E no, non voglio nulla. Grazie.” Sherlock accompagnò quest'ultima parola con un movimento stizzito della mano, liquidandolo. Il cameriere a quel punto si congedò con un mezzo inchino, sul viso un'espressione perplessa.
John aveva assistito alla scena in silenzio, le parole erano ancora lì, pronte per essere pronunciate ma senza più un reale motivo per farlo. Sherlock non aveva mai negato prima d'ora, lasciava che fosse John a farlo; lui fino a quel momento era sempre rimasto in silenzio, sordo a ogni insinuazione che la gente faceva su di loro, la maggior parte delle volte occupato in qualcosa che riteneva più interessante.
Questa volta però, Sherlock aveva negato, e faceva male. Oh, eccome se faceva male. Ora che le parti erano state invertite, ora che era John a essere stato rifiutato, il tutto acquisiva una nuova prospettiva.
“Non credo ci voglia un detective per notare che tu hai la fede e io no. Persino Anderson ci sarebbe riuscito” continuò Sherlock con uno sbuffo infastidito, quello che di solito significava - perché sono perennemente circondato da idioti?
Però potresti essere il mio amante. John si morse la lingua, prima che il pensiero prendesse vita, portando la conversazione su quello che sarebbe stato un campo minato, e a quel punto difficilmente John ne sarebbe uscito illeso.
“Già” mormorò dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua, la gola improvvisamente secca.
John si guardò la fede all'anulare sinistro, rigirandosela un paio di volte tra le dita. E' per questo che Sherlock aveva negato? Perché ora è sposato con Mary? Per rispetto nei suoi confronti?
Non sono il suo compagno. No, non lo era. Era Mary la sua compagna di vita. Era a Mary che aveva giurato eterno amore e fedeltà.
Alzò lo sguardo su Sherlock, che ora stava fissando il sospettato, e sentì qualcosa dentro di sé spezzarsi, mentre una consapevolezza lo invadeva.
“Cosa c'è?” chiese Sherlock all'improvviso, posando gli occhi su di lui, che prima si spalancarono per la sorpresa, poi si ridussero a due fessure. “Sembri sconvolto, John” mormorò, sul viso un'espressione che John conosceva bene, stava deducendo.
E quello, quello John non poteva proprio permetterlo.
Si alzò di scatto dalla sedia, il tovagliolo scivolò a terra. “Non è niente, è solo che non mi sento molto bene. Saranno state le cozze” disse, indicando il piatto che non aveva nemmeno assaggiato.
Sherlock sembrava... confuso. John ringraziò mentalmente un Dio a cui non credeva, per non essere ancora un libro così aperto per il detective. “E' per qualcosa che ho detto?” tentò quest'ultimo, ancora incerto riguardo ciò che lui definiva errori umani.
Però c'era vicino, così dannatamente vicino.
John scosse la testa, mentre lasciava una manciata di soldi sul tavolo. “Tu non c'entri, ti ho detto che non mi sento bene”.
Sapeva che si stava comportando in modo assurdo, era un uomo adulto cazzo, ma aveva bisogno di stare da solo, di metabolizzare quella rivelazione senza avere accanto l'oggetto dei suoi desideri fino ad ora magistralmente repressi. In quel momento i sentimenti che provava per lui gli si erano palesati in tutta la loro ovvietà, e ignorarli risultava impossibile. John ancora non sapeva che farsene di quell'emozione, ma la paura gli suggerì che avrebbe dovuto guardarlo, accettarlo, e poi nasconderlo nell'anfratto più buio e isolato della sua mente, così né l'intuito di Mary né l'intelligenza di Sherlock potessero trovarlo.
“John...” Il dottore sentì le bianche dita del detective chiudersi intorno al suo polso, e un improvviso calore gli invase il petto. Anche Sherlock fece per alzarsi, e il dottore notò che i loro occhi erano alla stessa altezza. Li abbassò subito, perché già quel contatto fisico risultava difficile da sopportare, non avrebbe retto anche a quello visivo; perché Sherlock vi avrebbe letto sicuramente la verità, e lui non poteva permetterselo; perché ora che aveva smesso di negarlo, quegli occhi gli tolsero il respiro.
“Non è colpa tua, Sherlock” disse infine, posando la mano su quella che il detective aveva sul suo polso. Il contatto gli provocò una brivido lungo la colonna vertebrale.
Oh no non lo era, era solo colpa sua.
Sherlock guardò le loro mani posate una sopra l'altra, poi scrutò l'espressione di John. Il dottore trattenne il fiato, in attesa, come un imputato che sta aspettando dal giudice la sua assoluzione o la condanna a morte. Alla fine il detective lasciò lentamente la presa, distogliendo gli occhi dal viso di John. Il dottore non seppe cosa il detective vi lesse, né se avesse capito, l'unica cosa che sapeva era che Sherlock l'aveva lasciato andare, e questo gli bastò.
“Ti chiamo io” disse, anche se non avrebbe saputo dire quanto tempo gli ci sarebbe voluto.
Sherlock annuì, gli occhi puntati sulla tovaglia, sul viso un'espressione indecifrabile. John gli diede le spalle e uscì di fretta dal ristorante; avrebbe dovuto sentirsi sollevato, ma in realtà la mano di Sherlock che si allontanava suonava per lui come una condanna.

Quello fu il momento in cui John scoprì la verità che stava cercando di nascondere, ovvero di essere irrimediabilmente, fottutamente innamorato di lui.
E quello fu il momento in cui John capì che era troppo tardi.

 

 

--- angolo autrice ---

Salve! E' da un po' che questa storia gira sul mio pc, e finalmente grazie al contest sono riuscita a trovare il coraggio per finirla! L'idea mi è venuta leggendo un post su tumblr (che ora ovviamente non trovo più -.-) in cui diceva che John capiva di essere innamorato di Sherlock quando lui negava per la prima volta la loro relazione. Non appena l'ho letto nella mia mente si era già formata questa storia, anche se la parte finale lievemente angst è stata un'aggiunta, inizialmente John doveva solo fuggire dal ristorante. :D Spero non stoni e di non aver rovinato il momento, ma per me con questi due risulta impossibile non inserirci un po' di sana sofferenza (Moffat è tutta colpa tua, sappilo).
Ok, credo di aver detto tutto, in realtà ho un paio di altre idee su come Sherlock capisce di essere innamorato di John e John capisce che Sherlock è innamorato di lui, quindi potrei fare una raccolta, ma non ho ancora scritto nulla al riguardo e non voglio illudere già i miei pochi lettori, quindi prendetela per ora così com'è, poi più avanti, chissà! XD
Grazie davvero a chi è arrivato fin qui, commenti – recensioni – insulti sono sempre ben accetti!
A presto spero

Vero

 

 

  
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