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Autore: inhoransarms_    23/08/2014    0 recensioni
'L'ansia e la paura mi laceravano l'anima, non potevo sopportare il pensiero che gli fosse successo qualcosa. Non sopportavo l'idea di un mondo senza Calum.'
STORIA SOSPESA.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Calum Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO.

Odiavo il lunedì, come odiavo la pioggia insistente di Londra, abitavo in una delle città più belle del mondo eppure non riuscivo ad amarla ed era per questo motivo che quando mia madre mi aveva annunciato che a causa del suo lavoro eravamo costrette a trasferirci a Sidney fui più che felice. Ed ecco che ora mi ritrovavo seduta su quello scomodo sedile, con affianco mia madre che leggeva un libro tranquilla e dove mi aspettavano 23 ore di viaggio.

Avrei lasciato tutto a Londra, ed ero pronta a cominciare una nuova vita.


‘Sono stanca morta!’ esclamai stiracchiandomi non appena scesi dal taxi, mia madre sbuffò e trascinò due delle quattro valigie enormi e pensanti che avevamo portato con noi vicino alla porta d’entrata.
‘Prendi le tue valigie Christal e entra in casa, tra poco pioverà’ mi avvisò mia madre, sbuffai facendo quello che mi era stato detto. Ero in Australia da nemmeno due ore e già stava per piovere, perfetto.
La casa era perfetta per me e mia madre, cucina stile americano con salotto attaccato e un largo corridoio che portava alla camera di mia madre e al bagno, mentre in taverna mia madre aveva fatto fare la mia camera con un bagno a sè.
Portai le valigie con molta fatica giù in camera mia e le buttai sul materasso rivestito da un telo bianco, come tutti i mobili che avevamo fatto spedire d’altronde. Diedi un’occhiata all’orario e notai che era ancora presto per pranzare, così mi decisi a rendere quella stanza più mia.

Avevo pulito tutta la stanza da cima a fondo e sistemato più cose possibili, ma mia madre aveva deciso di mandarmi a comprare qualcosa da mangiare con un imminente temporale alle porte.
‘Prendi tutto quello che ti ho scritto sul biglietto, mi raccomando’ mi disse Abigail aka mia madre, annuì e uscì di casa con la musica che rimbombava nelle mie orecchie. La cosa buffa era che io non sapevo nemmeno dove si trovasse un possibile supermercato, per lo più quello più vicino e così mi ritrovai a chiedere a ogni passante facendo figure su figure, ma alla fine dopo una buona ventina di minuti persi a capire dove fosse mi ritrovai davanti a un supermercato.
‘Quella donna la farò fuori prima o poi’ sussurrai entrando togliendomi le cuffie, fui accolta da un immenso calore che faceva contrasto con il fresco vento che soffiava fuori.
Mi guardai attorno e acchiappando un carrellino da mano andai in cerca di tutta quella marea di cibo.

Avevo preso quasi tutto, mancavano solo quegli stupidi yogurt alla vaniglia di mia madre, facevano schifo e non capivo come facesse ad amarli così tanto ma se non glieli prendevo mi avrebbe sicuramente ammazzata. Guardai in alto, dove c’erano ogni tipo di yogurt e alla fine li trovai all’ultimo ripiano, provai ad allungarmi alzandomi perfino sulle punte, ma il mio metro e sessantacinque non aiutava.
‘Oh e dai, non anche questo’ brontolai allungandomi ancora di più e quando ce la stavo facendo vidi la confezione volarmi via dalle mani, qualcuno si era permesso di prenderli al mio posto.
‘Ehi ma quelli li stavo prendendo io’ esclamai guardando il ragazzo più alto di me di ben dieci centimetri, era moro e sembrava asiatico. Mi rivolse un sorriso buffo sporgendosi per prendere un altro pacco e notai che era l’ultimo. Gli sorrisi e tesi le mani per prenderlo, ma quando notai che se lo mise nel cestino che aveva tra le mani aprì leggermente la bocca per lo stupore.
‘Scusa, ma mi servono tutti e due’ disse alzando le spalle, beccandosi una mia occhiata storta.
‘Oh no, non ci pensare nemmeno. Io sono arrivata qui prima di te e uno mi spetta’ gli dissi incrociando le braccia al petto.
‘Senti, mia madre senza questi diventa pazza quindi..’ lo fermai con un gesto della mano, fregandogliene velocemente un pacco dal cesto.
‘Pure la mia, quindi questo spetta a me’ spalancò gli occhi e fece per riprenderlo ma mi tirai indietro allontanandomi di poco da lui.
‘Ci vediamo e grazie’ lo salutai e raggiunsi velocemente la cassa, sentì il ragazzo che mi diceva qualcosa ma non gli diedi retta.

‘Sono 38 e 70’ mi disse la cassiera porgendomi lo scontrino, controllai i soldi che mi aveva dato mia madre e mi mancavano esattamente 70 cent, guardai la cassiera sorridendole falsamente, era più rifatta di Pamela Anderson.
‘Ecco.. io non ho i 70 cent..’ le dissi porgendole le altre banconote, lei mi guardò sorridendomi da stronza.
‘Ecco a lei, arrivederci’ il ragazzo di prima porse i soldi alla commessa che non appena lo vide si sistemò i capelli e la camicetta fin troppo scollata ma lui parve nemmeno guardarla e mi tirò per un braccio intimandomi a uscire di lì.
‘Perchè mi hai pagato tu?’ gli chiesi faticando a portare le buste fin troppo pesanti, lui vide il mio disagio e me ne prese una dalle mani.
‘Sei in debito con me’ disse alzando le spalle avvicinandosi ad una Kia Sportage nera.
‘Appena posso te li rido, non preoccuparti e grazie’ lui mi sorrise e aprendo il cofano ci posò dentro sia la sua che la mia di busta, ma lo fermai in partenza.
‘Ti ringrazio, ma posso andare anche a piedi abito qui vicino’ annunciai riprendendo la busta, lui cercò di fermarmi ma mi allontanai solamente.
‘Sta per venire giù un bell’acquazzone, sali non ti mangio’ disse ridendo leggermente e solo in quel momento mi lasciai andare a fissare attentamente il suo viso. Era un bel ragazzo, non si poteva dire il contrario; gli occhi leggermente allungati che quando rideva sembrava scomparissero, la bocca carnosa si abbinava perfettamente al naso e i capelli scuri coperti dal cappuccio della felpa gli davano l’aria di un ragazzo che non volesse avere a che fare con nessuno.
‘No veramente, grazie ma..’ non mi fece finire che chiuse di botto il cofano.
‘Stai tranquilla, ho capito. Ci si vede in giro’ esclamò prima di entrare nell’auto e chiudersi la portiera dietro, ma quando sentì il rumore di un tuono spaccare in due il cielo e sovrastare i rumori attorno a me, le mie gambe si mossero automaticamente in avanti. Vidi il moro sporsi dal finestrino facendomi segno di entrare e feci velocemente il giro della macchina entrando al posto del passeggero davanti.
‘Cambiato idea?’ mi chiese beffardo il ragazzo una volta che mi ero seduta sistemandomi ai piedi le buste, lo guardai male e questo lo portò a ridere.
‘Come ti chiami?’ mi chiese nuovamente mentre accendeva il motore, mi guardai le mani per poi girarmi a fissarlo.
‘Christal’
‘Bene Christal, io sono Calum’ disse prima di ingranare la marcia e partire.

Non sapevo che quell’incontro mi avrebbe cambiato la vita.

 

 

 

EHI (:

Eccomi qui con una nuova storia, questa volta su Calum ahahah

Questa è una storia diversa dalle altre, ma si scoprirà tutto più avanti (:

Fatemi sapere che ne pensate e magari passate anche dall’altra mia ff su Ashton ‘possession’ (:

Baci, Sof xx

  
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