Film > Altro - Disney/animazione
Ricorda la storia  |       
Autore: The Wretched And Divine    23/08/2014    2 recensioni
[Disney/Dreamworks]
'E vissero per sempre felici e contenti.'
E' la frase alla fine di ogni storia. E se invece non vivessero felici e contenti?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Neverland
 

Caspita!  Pensò Wendy, è stata la settimana più bella della mia vita.
Ed era vero. Fino ad allora non si era mai divertita tanto. Certo, aveva sempre creduto nell’Isola Che Non C’è e in Peter Pan: tutte le sere raccontava le sue avventure a Gianni e Michele.
Era sempre stata una bambina dotata di grande inventiva e fantasia. Le capitava non di rado di essere ripresa dagli adulti. ‘E’ ora di crescere, Wendy!’ Ma a lei non importava. Non voleva crescere. Non voleva entrare nel noiosissimo mondo degli adulti. Lei voleva continuare a dormire nella Stanza dei Bambini, farsi rimboccare le coperte da Nana e raccontare le avventure di Peter Pan. Essendo dotata di grande fantasia, era sempre stata capace di immaginare anche i più piccoli ed insignificanti dettagli dell’Isola Che Non C’è. Il numero di cannoni sul vascello di Capitan Uncino, il numero di rocce sulla Laguna delle Sirene, i nomi di tutta la Tribù degli Indiani, l’altezza di Trilli, e mancava poco che la sua memoria non riuscisse a ricordare perfino il numero delle foglie della Tana dei Bimbi Sperduti.
Nella sua fantasia era tutto così ben definito da sembrare quasi reale, quasi toccabile con mano.
Ma per quanto buona potesse essere la sua immaginazione, vedere l’Isola dal vivo fu quasi uno shock per lei.
Era tutto perfettamente identico a come l’aveva sempre immaginato.
Le Sirene erano bellissime e dispettose –avevano cercato di affogarla!-, la ciurma di Capitan Uncino incredibilmente crudele –era stata costretta a camminare sull’asse-, gli Indiani affascinanti e misteriosi –ma non le andava molto a genio Giglio Tigrato, la figlia del Capo Tribù-.
Era tutto meraviglioso.
Eppure la cosa che la affascinò di più fu Peter.
Ogni notte lasciava la finestra aperta. Se l’avesse chiusa e Peter fosse venuto a riprendersi l’ombra, da dove sarebbe entrato? Di certo non dal camino o dalla porta. Tutti sanno che Peter Pan entra dalla finestra della Stanza dei Bambini.
Alla fine, le storie –o ‘frottole’, come le chiamava suo padre- si rivelarono vere. In fondo, tutte le storie sono vere. No?
Wendy stava tranquillamente dormendo nel suo letto a baldacchino, beandosi del calore emanato dalle coperte, quando si accorse di un’ombra. Era difficile dire se fosse l’ombra di una persona o solo un gioco di luci della fievole lanterna a muro, ma Wendy decise di controllare.
Si trovò di fronte un ragazzo dai capelli color carota, le orecchie leggermente a punta, e un ghigno che non prometteva nulla di buono. Avrebbe potuto far paura, se non fosse stato per l’ombra che aveva in mano e che apparentemente cercava di fissare al piede con una saponetta.
«Peter Pan?» Esclamò Wendy.
E si rivelò essere davvero Peter Pan. Il ragazzo spiegò che tutte le sere rimaneva fuori dalla finestra ad ascoltare le storie di Wendy. Poi promise che l’avrebbe portata sull’Isola, per mostrargliela; ovviamente portò con sé anche Gianni e Michele.
Mantenne la promessa.
Peter le aveva anche spiegato che un giorno nella realtà equivaleva a tutto il tempo che si desidera nell’Isola.
Wendy sarebbe potuta rimanere nell’Isola per dieci minuti, dieci giorni, dieci mesi, dieci anni, e nel mondo reale sarebbe passato soltanto un giorno.
Sarebbe bellissimo, pensò. Ma devo tornare a casa. Mi manca la mia famiglia, mi manca Nana…
«Eih Wendy!» Peter entrò nella ‘stanza’. Non era la parola più adatta per definire una tana, ma era allestita come una stanza da letto. «E’ ora di raccontare la storia ai Bimbi Sperduti.» Sorrise.
«Peter…c’è una cosa che devo dirti.» Wendy quasi non riusciva a trovare le parole: lui era talmente contento di aver trovato una Mamma. Come l’avrebbe presa? Si fece coraggio. «Sarebbe ora che tornassimo a casa. A me manca la mia famiglia…e Michele quasi non ricorda più il viso di nostra madre. Vorrei tornare a casa.»
Aspettò la risposta del ragazzo. Ma questa non arrivò. Peter la guardava ad occhi sbarrati e bocca aperta. Wendy era sull’Isola Che Non C’è. Come poteva desiderare di tornare a casa? Era una cosa che andava oltre le sue capacità di comprensione.
Si gratto la testa.
«Wendy…noi abbiamo bisogno di una Mamma. I Bimbi sperduti hanno bisogno di te. Io ho bisogno di te. Rimani con noi, e non dovrai mai crescere. Rimani con noi, non tornare a casa.»
«Oh, Peter…» Wendy si rendeva perfettamente conto che il ragazzo non riusciva a comprendere il suo desiderio. Ma lei doveva tornare a casa. «Non mi aspetto che tu capisca. Ti chiedo solo di riportarci a casa. Solo questo.»
Il volto di Peter Pan si rabbuiò, ma sorrise. «D’accordo Wendy. Se è quello che desideri, ti riporterò a casa. Ma niente polvere di fata per te. Viaggerai con me.»
Wendy acconsentì, quindi preparò tutte le sue cose, chiamò Gianni e Michele,  salutò gli Indiani, i Bimbi Sperduti e le Sirene. Dubitava che Capitan Uncino e la sua ciurma avrebbero apprezzato un addio da parte sua.
Peter cosparse Gianni e Michele di polvere di fata, poi prese Wendy in braccio, e iniziarono a volare.
Era una sensazione stupenda starsene accoccolata tra le braccia di Peter, e per un momento rimpianse la sua scelta. Ma fu solo un momento.
«Gianni! Michele! Potreste farmi il favore di andare avanti? Fermatevi all’Accampamento degli Indiani, io e Wendy vi raggiungiamo tra due minuti. Voglio salutare vostra sorella come si deve.» Disse Peter, con un sorriso smagliante.
I due bambini fecero come richiesto e si avviarono. Quando furono fuori dalla visuale di Peter, questo si fermò in aria e puntò i vispi occhi neri su Wendy, che era ancora tra le sue braccia ma aveva assunto un’espressione interrogativa.
«Peter, cosa succede? Perché ci siamo fermati?» chiese.
«Oh, Wendy.» Sussurrò. «Vedi…non ho mai conosciuto un Umano come te. Tu sei speciale.»
Wendy arrossì.
«Ma c’è un piccolo problema.» continuò il ragazzo. «Tu vuoi andartene. Vuoi abbandonarmi.»
«Santi numi, no!» Esclamò Wendy. «Non potrei mai, io non…» Ma si interruppe. Se fosse tornata nel mondo reale, sarebbe cresciuta, si sarebbe sposata, avrebbe messo su famiglia. E sarebbe invecchiata.
Peter no. Lui sarebbe rimasto sull’Isola, immutabile nel tempo e per sempre bambino.
«Esatto Wendy.» Esordì Peter, come se avesse letto i suoi pensieri. «Se torni nel mondo reale, non ci rivedremo mai più. Mi abbandonerai. E questo non posso permetterlo.»
Wendy fu attraversata da un brivido. Una sensazione di panico le si stava diffondendo per tutto il corpo, e lentamente una raccapricciante consapevolezza si fece largo nella sua mente.
«Peter, ti prego…» Stava singhiozzando.
«Oh, lo so…lo so. Sssh, non piangere.» La cullò tra le braccia. «Tu non mi lasci altra scelta!»
«Rimarrò. Rimarrò qui con te. Ci prenderemo cura dei Bimbi Sperduti insieme. Sarò la loro Mamma. Farò tutto quello che vuoi e…»
«Wendy, mia dolce, piccola, ingenua Wendy. Questo è quello che avresti dovuto dire prima. Ormai non ha più importanza. Capiscimi: io non voglio farlo, ma tu mi costringi.»
«Peter no, ti prego!» Ormai le lacrime rigavano il viso della ragazza e le mani del ragazzo.
«Non rendere le cose più difficili. E dopo tutto…la morte non è che un’altra fantastica avventura! Avrò una nuova storia da raccontare ai Bimbi.»
Wendy aveva un nodo in gola, non riusciva a parlare. Si limitava a guardare Peter con due occhioni imploranti pieni di lacrime.
Ma le suppliche non servirono. Piano piano Peter lasciò scivolare il corpo di Wendy, godendosi la sensazione che provocava la camicia da notte che passava attraverso le sue dita.
Abbassò lo sguardo per poter ammirare una Wendy scalciante che precipitava a tutta velocità verso gli scogli nella Laguna delle Sirene.
Un solo grido, poi il nulla. Solo il vento che soffiava sulle foglie.
In effetti, pensò Peter, è da un po’ che le Sirene non fanno un pasto decente. Beh, adesso potranno rifarsi.
E volò via verso il tramonto, verso nuove terre da esplorare. Verso il mondo reale.
Alla ricerca di una nuova Mamma.
 
 
 
 
*Angolo Autrice*
Saaaaaalve!
Vi spiego più o meno l’idea della Fan Fiction: ogni capitolo tratta una favola.
Consideratelo un ‘Dark Side’delle fiabe, ‘Finale alternativo Creepy’ o come volete.
Spero vi piaccia...se vi va di recensire ne sarò più che felice! Grazie per l’attenzione.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro - Disney/animazione / Vai alla pagina dell'autore: The Wretched And Divine