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Autore: bluevelvet___    23/08/2014    8 recensioni
|Defan|Angst|Introspettivo|Child!Stefan|Child!|Damon|What if|Missing moment|
Nevicava.
Era un suono audioleso quello dei fiocchi di neve che si infrangevano contro i tronchi, le foglie e la lapide grigia.
[Questa storia si è classificata settima su dieci partecipanti al contest 'Tempo di...Tag! di Ili91 sul forum di Efp]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick (forum ed eventualmente sito): M i z u sul forum di Efp, __wonderwall sul sito.
Titolo: Cuore di neve
Fandom: The vampire diaries
Genere: Angst, Malinconico, Introspettivo
Rating: Giallo
Pairing/personaggi: Stefan, Damon
Pacchetto scelto: Angst [2]
Prompt utilizzato: Morte
Avvertimenti/Note: What if
Nda: Questa one-shot è una 'what if' su uno Stefan che non ha ancora superato la morte di Damon e che si reca ogni giorno al cimitero per ricordare qualcosa di lui.





Cuore di neve



Nevicava.
Era un suono audioleso quello dei fiocchi di neve che si infrangevano contro i tronchi, le foglie e la lapide grigia. Stefan se ne stava inginocchiato sull'erba ghiacciata, ad osservare il nome inciso sulla tomba. Sulla lapide iniziò a formarsi una patina ghiacciata e quei cristalli di neve parevano plasmare una costellazione; brillavano lucenti, e somigliavano agli occhi cielo di Damon. Sua madre era morta una notte di dicembre e — coincidenza — anche quel giorno c'erano il freddo e la neve.


«Com'era la mamma?» chiese Stefan.
A quella domanda, il volto di Damon si rabbuiò.
«Vorrei potermela ricordare» confessò il minore, chinando il capo e sorridendo amaro.
Damon posò la mano sulla testa di Stefan, scompigliandogli i capelli.
Ponderò le parole che sua madre gli aveva detto prima di morire: “Stefan è fragile, Damon. Stagli vicino, sempre.”
«Ti voleva bene, piccolo»
Stefan alzò il capo e rivolse lo sguardo al fratello.
«Allora, perché se n'è andata?»
Era un mormorio interrogativo quello del minore, la voglia di un bambino che voleva sapere tutto della madre che non aveva mai conosciuto.
Ma, a quella domanda, Damon non seppe davvero cosa rispondere ed era per questo che se ne restò in silenzio, a fissare il fratellino dolente.
Stefan schiuse le labbra, per accogliere i fiocchi di neve sulla lingua. Il cristallo di neve era soffice, ma lui non poté sentirne il sapore freddo sul palato perché era un vampiro e i non-morti non potevano sentirlo il freddo. E lui avrebbe voluto solo tornare ad essere bambino — umano — con il fratello ancora vivo; avrebbe volto tornare a rotolarsi con Damon nella neve; avrebbe voluto poter tornare a sentire il ghiaccio sul palato.

Stefan e Damon si adagiarono sulla coltre bianca, incrociando le braccia dietro il capo e spalancando la bocca per assaggiare la neve.
«È fredda, e sa di ghiaccio» asserì il più piccolo.
Damon volse la nuca verso di lui e sorrise
«Torniamo dentro, adesso».
«Non voglio».
«Ma ti ammalerai!»
«Ti prego», lo scongiurò Stefan, «papà non se la prenderà di nuovo con te»
«D'accordo»
Damon acconsentì lo stesso, e il volto di Stefan si illuminò a quelle parole.
«Damon?»
«Sì».
«Noi siamo come il ghiaccio e la neve» sussurrò.
E Damon annuì, mentre si dipinse un flebile sorriso all'angolo della sua bocca.
A Stefan gli occhi di Damon erano sempre piaciuti, e un po' lo invidiava per questo; perché sembravano frammenti luminescenti, due zaffiri incastonati negli occhi. E, quando piangeva, erano ancora più belli e luminosi. Se l'era sempre chiesto di che colore fossero gli occhi della mamma, invece: verdi come i suoi o azzurri come quelli di Damon?
«Perché non ho anche io gli occhi cielo?»
Damon si voltò a fissarlo, corrugando la fronte in un'espressione corrucciata.
«Di che colore ce li aveva la mamma?» domandò curioso.
Damon abbozzò un sorriso.
«Erano verde-azzurri, Stefan» proferì
«Davvero?» chiese un po' sorpreso.
Il bruno annuì, e Stefan pensò che, se aveva un po' degli occhi di sua madre, allora anche i suoi dovevano essere belli.
Stefan si allontanò dal cimitero e si avviò verso l'autostrada, in cerca di qualche ragazza da dissanguare. Vide una ragazza fuori dall'automobile, probabilmente il motore si era rotto e lei non sapeva come ripartire.
«Mi scusi...»
La ragazza si voltò immediatamente e fu terrorizzata dall'uomo che le si presentò davanti.
Dove erano finiti gli occhi verdi di Stefan? Erano occhi cremisi — brillanti come rubini non come smeraldi —: erano gli occhi di un vampiro; gli occhi di un mostro. Le vene nere si formarono all'improvviso sul suo volto diafano e, in un lampo, spalancò la bocca, rivelando i canini acuminati. La ragazza, terrorizzata, cercò invano di scappare ma Stefan scattò subito, raggiungendo la con un balzo. Si accasciò a terra, scongiurandolo di non farle del male. Stefan, però, ghignò malizioso e addentò i canini nel collo bianco della sua vittima; bevve tutto il suo sangue, non lasciandone nemmeno una goccia.
Una pozza rossa di sangue sprofondò nella neve, macchiandone il bianco puro. Poi, gettò il corpo inerme sul ciglio della strada e se ne andò, avviandosi chissà dove. Si leccò avidamente l'angolo della bocca ancora sporco di rosso: ne voleva ancora, e ancora, e ancora. L'odore di morte gli pizzicava le narici e lui non poteva farne a meno; non gli sarebbe mai bastato. Era così che stava affrontando la morte di Damon, che stava cercando di superare il dolore della sua perdita. E, anche se ricordarlo faceva male, la neve lo faceva pensare al fratello, ai suoi occhi azzurri, al suo cuore di neve: freddo, ma soffice allo stesso tempo.
«Eri come ghiaccio e neve, Damon» bisbigliò.
 
  
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