*la storia riportata qui di seguito è un testo autobiografico nato dalla mia fantasia. I personaggi non sono mai esistiti realemente*
 
Io sono Bridgette, piacere di conoscervi.
Volevo raccontarvi la mia storia, in modo tale da provare a dar forza a tutti coloro che vivono ciò che io sono stata costretta a sopportare per anni.
Avevo 17 anni quando decisi, con le mie due amiche Adelaide e Nikky, di fare un bel viaggio in Italia.
Eravamo in primavera ed ero a conoscenza del fatto che il Sud Italia vanta degli splendidi paesaggi marini da visitare, così proposi la mia fantastica idea alle due ragazze.
Adelaide, come al solito, disse che non voleva sentir parlare di mare.
Nikky, invece, gioì quando sentì cosa pensavo di fare io.
Eravamo due contro una, così tentammo in tutti i modi di convincerla a cambiare idea.
Adelaide disse esplicitamente che non aveva la minima intenzione di trascorrere due settimane in quell’orrido posto chiamato “mare”.
Io e Nikky eravamo sconfortate, ci tenevamo tanto a fare una vacanza insieme.
Fu proprio in quel momento che pensai:”Perché non andiamo noi due?”
“Sul serio?” Ribatté lei.
“Certo! Ti sembro la tipa che scherza? Andiamo noi due. Ci divertiremo ugualmente!”
“Va bene! Però avvertiamo Adelaide, peggio per lei.”
Mentre Nikky cercava qualche bel posto in Italia su internet, io ero impegnata a chiamare la nostra amica.
“Bridgitte, che c’è?”
“Adelaide, io volevo solo avvisarti del fatto che io e Nikky abbiamo deciso di scendere.”
“Voi due da sole? Ma siete pazze?”
“No, non siamo pazze. Tu non vuoi venire, quindi andiamo noi due.”
“Beh..forse..”
“Che cosa?”
“Se andate voi due voglio venire anche io. Non amo il mare, però..”
“Allora amica mia, se vuoi venire devi darmi immediatamente conferma, per il semplice fatto che Nikky deve fare la prenotazione!”
“Mh, allora okay! Ci sto. Vengo anche io!”
“Va bene, ti faccio sapere i dettagli non appena ne sarò a conoscenza io. Ci sentiamo!”
Chiusi la telefonata ed aggiornai Nikky.
Il giorno dopo andammo in un’agenzia di viaggi e prenotammo un viaggio di due settimane in Calabria.
Eravamo contentissimme.
Due mesi e saremmo partite.
Io, Adelaide e Nikky azionammo i nostri “conti alla rovescia” sugli smartphone.


Un mese dopo, la scuola finì e demmo finalmente il via allo shopping sfrenato prima della partenza.
Comprammo ogni genere di cosa: dai costumi per il mare ai più costosi prodotti per il make up.

-20, -15, -10..
Ormai mancava poco più di una settimana e non vedevamo l’ora di partire.
-7, - 4, -1..


Finalmente quel giorno tanto atteso arrivò.
Alle 10 eravamo in aeroporto, più pronte che mai.

Non riuscivo a non far caso ad Adelaide e Nikky che non facevano altro che scrivere una miriade di messaggi ai loro fidanzati.
Robe del tipo “Mi mancherai”, “Ti amo”, “Spero di vederti presto!”.
Io non avevo nessuno a cui scrivere questo genere di cose.
Mi sentivo dannatamente sola, ma proprio nel momento in cui  stavo per perdermi nei miei soliti e tristi pensieri, Adelaide mi spinse dicendo: “Ti va di salire sull’aereo o resti qui?”.
Salimmo sull’aereo, non vedevo l’ora di arrivare.
Era la prima volta che Nikky prendeva l’aereo e fui costretta a sopportare le sue paranoie tutto il tempo, che fortunatamente, volò in un attimo.


Scendemmo dall’aereo e mi sembrava già di poter sentire il rumore del mare (cose folle, ma alquanto vera!).
Io, Nikky e Adelaide vivevamo a Milano e dopo un inverno di pioggia continua non vedevamo l’ora di correre in spiaggia a divertirci (sperando che anche Adelaide fosse contenta di andare ad avventurarsi sugli scogli!).