Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: SassaBestSongEver    23/08/2014    3 recensioni
lei è una ragazza di sedici anni di genova.
lui un ragazzo di diciotto anni di Roma.
Tra loro c'è un'amore diviso dalla distanza.
lei è impulsiva e una notte mentre è ubriaca e stanca di soffrire prende un treno...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sgattaiolo fuori dalla porta dell'appartamento dove vivo con mia madre e mio fratello, piangendo e mi dirigo verso un bar piuttosto famoso di Genova dove danno da bere anche ai ragazzi sotto i sedici anni. Io ho già compiuto 16 anni ma mi sono affezionata a quel bar ormai. Ci vado da un pezzo, da quando ho iniziato a stare così male per Davide. Lui ha 18 anni e abita a Roma, siamo in un gruppo su whatsapp di amici che non si sono mai incontrati. Andiamo molto d'accordo su quel gruppo perché anche se siamo lontani siamo riusciti a conoscerci grazie a questi mesi passati a sentirci per telefono. Io mi sono avvicinata a lui tanto da innamorarmene, a lui piacevo ma tra me e lui ci sono più di 450 chilometri di distanza ed è troppo per avere una relazione serena, lo ha detto lui e l'ho detto pure io, ma il problema è che io sto male lo stesso. Oh dimenticavo io mi chiamo Tea. Sono le due di notte io giro per Genova da sola, so che può essere pericoloso ma non mi importa. Entro, mi siedo al bancone, ordino un jack daniels e lo butto giù tutto di un fiato. Do i soldi al barista per diversi altri drink e li butto giù tutti, sento che l'alcool brucia e la testa mi gira. Non è la prima volta che mi riduco così ma non ce la faccio a sopportare tutto quello che mi sta succedendo. Sono ubriaca fradicia quando mi dirigo verso casa passando da una strada più lunga. Mentre ammiro le vetrine dei negozi spente qualcosa dall'altra parte della strada cattura la mia attenzione. La stazione. Il primo treno per Roma dovrebbero essere alle 4 di notte. Controllo l'ora nel mio telefono, sono le tre e quarantadue, mi dirigo verso la stazione e faccio il biglietto. "È una follia" continuo a ripetermi nella mia testa ma non mi importa, voglio vederlo, voglio essere con lui, voglio baciarlo almeno una volta nella mia vita, voglio sentirlo veramente. Appena arriva il treno ci salgo sopra e mi abbandono su un sedile addormentandomi.
Quando mi sveglio ho un forte mal di testa e non ricordo molto bene come sono arrivata qui. So solo che sono su un treno, mi sistemo meglio sul sedile e mi guardo in giro. Controllo l'ora ed è quasi mezzogiorno. Mia madre sarà preoccupata! Difatti trovo una trentina di chiamate da parte sua, ma non la richiamo, prima voglio sapere dove sto andando, anche se ho come l'impressione di saperlo già. Accanto a me c'è una signora sulla settantina che si guarda in giro tranquillamente.

-Scusi signora, dov'è diretto questo treno?- le chiedo cortesemente.
-A Roma.- Mi risponde lei sorridente.
-Fantastico- Dico sarcastica buttandomi scompostamente sul sedile. -E sa quanto manca?- continuo.
-Non tanto.- mi informa e mi sorride.
Nonostante la situazione ricambio cordialmente il sorriso poi decido di chiamare Davide per sapere se mi può venire a prendere alla stazione. Mi risponde dopo il secondo squillo.
-Ehi come mai mi hai chiamato a quest'ora?- domanda, dio solo sa quanto è bello il suo accento.
-Perché sono casualmente capitata a Roma e volevo sapere se magari ti andava di vederci così ti racconto.- 
-Ovvio che mi va, ma dove sei?- 
-Arrivo tra una decina di minuti alla stazione di Roma Termini.- Spiego e lui mi dice che sarà lì il prima possibile poi riattacca. 
Quando il treno annuncia l'ultima fermata "Roma termini"mi alzo, mi dirigo fuori dal treno e poi lo vedo. È lì in tutta la sua bellezza e non mi trattengo dall'impulso di corrergli incontro e buttarmi tra le sue braccia. Lui mi stringe a se per un po' poi si stacca da me e mi guarda. Non è questo il modo in cui volevo farmi vedere per la prima volta da lui. Ho i capelli biondi cenere tutti scompigliati, i miei jeans corti, la maglia rosa e il cardigan nero sono spiegazzati e non mi sorprenderei se sotto i miei occhi marroni ci fossero delle occhiaie, ma lui non mi sta guardando come se fossi impresentabile, mi sta guardando come se mi fossi presentata qui in un abito da sera, con una pettinatura perfetta e truccata benissimo. Dopo che mi ha osservata per un po' mi abbraccia di nuovo e io non posso fare a meno di respirare il suo profumo. Non è come me lo ero immaginato, è molto meglio, è dolce e intenso. 
-Dov'è la tua valigia?- mi chiede staccandosi. 
-Non ce l'ho.- dico e poi mentre camminiamo verso casa sua mi lancio nel racconto di come sono arrivata qui, saltando la parte del perché ero ubriaca. 
-E adesso come torni a casa?- Domanda.
-Non lo so. Chiamerò mia mamma e gli dirò di venire a prendermi anche se probabilmente ha già chiamato "chi l'ha visto" perché non mi sono fatta sentire prima.- Ironizzo.
-Ora la chiami e gli dici che stai bene che sei da una tua amica e che torni domani, non dirgli dove sei veramente perché si spaventerebbe solo di più. Dormi da me, mia madre capirà. Ti darò un po' dei miei soldi per tornare a Genova.- Spiega ma io scuoto la testa.
-Non posso prendere i tuoi soldi solo per non farmi sgridare da mia mamma.- 
-Si che puoi, mica li rubi, me li dirai la prossima volta che prendi il treno alle 4 di notte e vieni fino qui.- Insiste e io accetto. 
Dopo essermi beccata una strigliata da mia madre gli dico la scusa come Davide mi ha detto di dirgli e riaggancio. Lui mi prende per mano e mi porta in casa sua. È un appartamento abbastanza grande, ma piccolo per la sua numerosa famiglia.
-Mamma lei è Tea. Sai quella ragazza di cui ti ho parlato? Ieri sera aveva bevuto troppo e adesso è finita qui e non sa come tornare a casa, può rimanere fino a domani?.- Chiede Davide alla madre che sta preparando da mangiare, lo guarda e sospira.
-Beh ciao Tea, si può rimanere ma tu dormi sul divano letto che è tutto rotto in salotto e a lei gli lasci il tuo letto.- Risponde lei.
-Oh non fa nulla posso anche dormire io lì.- Dico io.
-No tu dormi nel mio letto non discutere.- Replica.
Annuisco lentamente e subito dopo mi porta in camera sua e chiude la porta. La camera contiene due letti e su uno di quelli c'è un bambino di circa sette anni che guarda la televisione dalla parte opposta della stanza.
-Nicola, lei è Tea, dormirà nel letto accanto al tuo stanotte, non dargli noia. Tea lui è mio fratello Nicola.- lo saluto con un sorriso prima di seguire Davide in un'altra stanza. Mi presenta le sue sorelle Camilla e Olivia che hanno 15
e 6 anni, poi dice sua mamma che a pranzo non ci siamo e mi porta fuori.

-Dove andiamo?- Chiedo mentre mi prende una mano e mi porta verso l'ascensore.
-A fare un giro. Sei a Roma non vorrai mica stare in casa tutto il giorno?- Mi chiede come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Va bene e dove mangiamo?- Domando mentre mi tocco la pancia affamata.
-McDonald?- Mi propone e io annuisco.

Passiamo la giornata in giro per Roma, visitando i vari monumenti. Quando siamo passati dalla piazza della fontana di trevi lui mi ha dato 10 centesimi e mi ha detto di buttarli in acqua, ma mi sono rifiutata per diversi motivi: (a) perché non credo che se butto nella fontana torno a Roma e se non li butto invece no, sono molto realista; (b) perché non avrei speso più nemmeno mezzo centesimo che fosse di Davide. Aveva insistito per pagarmi il pranzo e non voglio avere altri debiti con lui. Adesso stiamo tornando a casa sua, lui mi tiene la mano e io passeggio tranquillamente guardando per terra. Arriviamo al palazzo e prendiamo l'ascensore, poi entriamo in casa. Noto un orologio appeso al muro che segna le otto e mezza. Andiamo in cucina e la tavola è già apparecchiata, seduto a capotavola c'è un uomo che legge il giornale, deve essere il padre di Davide. Sposta gli occhi dal giornale a me e mi sorride, io ricambio in imbarazzo.
-Tu devi essere Tea. Piacere di conoscerti io sono Matteo, il padre di Davide.- Dice posando il giornale in un tavolo più piccolo li vicino.
Davide mi fa sedere e poi si mette accanto a me, vicino al padre, poco dopo arrivano anche suo fratello, le sue sorelle e sua mamma con un pollo arrosto in mano. 
-Spero ti piacerà.- Dice con gentilezza.
Mangiamo conversando e poi mentre il fratello e le sorelle di Davide sono in salotto lui mi porta in camera e mi da una delle sue magliette.
-Puoi mettere una di queste per dormire.- Lo ringrazio e mi siedo sul suo letto mentre lui si mette vicino a me. 
-Ascolta, io non voglio illuderti, tra noi c'è troppa distanza, ma posso baciarti? È da mesi che voglio farlo.- Mi chiede e io sorrido.
-Non dovevi nemmeno chiedere.- Ammetto mentre lui si avvicina e posa lentamente le labbra sulle mie.
Quel bacio a stampo presto diventa di più, lui fa scivolare lentamente la lingua nella mia bocca. Mi fa stendere sul letto e lui viene giù con me. Continua a baciarmi fino a che sulla porta non compare la sua sorella più grande che ci guarda con un'espressione che dice "vi ho colti sul fatto." 
-vi ho visti. Vi ho visti.- esulta. -Stavate per farlo Ammettetelo.- io arrossisco e mi sistemo a sedere sul letto e Davide fa lo stesso.
-No Camilla non rompere.- dice lui. -dai lei è bellissima, non la spoglierei mai quando altri la possono vedere.- ridacchia e le mie guance diventano rosse.
-sei uno stupido- ammetto ridendo e dandogli delle pacche sulla schiena. Lui non è grande, non ha muscoli ma a me piace così, lui è intelligente, guarda gli anime e legge i libri, per me lui è perfetto. 
Sua sorella va via e io è lui ci mettiamo a guardare la televisione e a farci le coccole, quando arriva l'ora di andare a dormire io mi cambio e mi stendo nel letto. Poco dopo arriva anche il fratello di Davide che incomincia a raccontarmi dei cartoni animati e del suo nuovo gioco per il DS.
-tu ci giochi con il Nintendo DS?- mi chiede.
-si mi piacciono i videogiochi.- rispondo sinceramente.
-Sei perfetta allora. Vuoi essere la mia ragazza? Te lo devo chiedere prima che lo faccia mio fratello.- mi dice mettendosi a sedere sul letto.
-sei dolcissimo, ma tu sei troppo piccolo.- dico, poi scendo dal letto, lo faccio coricare e gli rimbocco le coperte.
Gli di un bacio sulla fronte prima di uscire dalla camera e andare in salotto. Sono tutti a dormire ma Davide è sveglio e guarda la TV, quando mi vede mi fa segno di stendermi accanto a lui. Mi abbraccia e mi accarezza un fianco con le sue dita grandi.
-Davide ti devo chiedere una cosa.- 
-Dimmi pure.- acconsente mentre mi lascia un bacio all'angolo della bocca.
-Fai l'amore con me?- chiedo e lui mi sorride buttandosi sulle mie labbra. 
Facciamo l'amore più volte, lentamente, godendoci ogni momento che ci resta da passare insieme. Poi la mattina presto io torno in camera e mi addormento. Mi sveglio alle 9 di mattina perché Nicola mi sta scuotendo il braccio. 
-È quasi ora di partire.-annuncia prima di darmi un bacino sulla guancia e andare via. 
Mi preparo in silenzio, assonnata e faccio colazione. Prendo il mio telefono, saluto e ringrazio tutti per l'ospitalità poi esco e mi dirigo verso la stazione seguita da Davide. Lui acquista il biglietto, poi insieme ci dirigiamo al binario 3 dove sta per partire il treno diretto per Genova. Prima di salire lui mi da un lungo bacio e mi sussurra un "ti amo" con le lacrime agli occhi. Io piangendo gli asciugo le lacrime. 
-Ti amo anche io.- gli confesso prima di salire vagone e vederlo sparire mentre il treno prende velocità.

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: SassaBestSongEver