Intro:
Prima di tutto, mi scuso perché ho in arretrato un sacco di recensioni bellissime a cui rispondere, ma in questo periodo mi sono presa proprio una pausa. Ho continuato a scrivere, più che altro Stydia - ma va! - ma non le ho volute pubblicare, perché Jeff Davis mi ha fatto salire una depressione assurda su questi due ahahahah Ma ora basta, me ne frego della mente contorta di quest'uomo che sta bruciando una carta davvero, davvero valida. Almeno per adesso. Poi magari si riprende. Speriamo.
Comunque, cercherò di rispondere alle varie recensioni arretrate, ma intanto ringrazio chiunque recensisca ♥
Questa storia è un po' campata in aria. Un Missing Moment ambientato non so dove di preciso.
Spero sia di vostro gradimento. Avevo bisogno di scrivere qualcosa su loro, ecco tutto.
S.
P.s: se vi va, guardate il mio video Stydia ♥ https://www.youtube.com/watch?v=570xK__u8xY
Prima di tutto, mi scuso perché ho in arretrato un sacco di recensioni bellissime a cui rispondere, ma in questo periodo mi sono presa proprio una pausa. Ho continuato a scrivere, più che altro Stydia - ma va! - ma non le ho volute pubblicare, perché Jeff Davis mi ha fatto salire una depressione assurda su questi due ahahahah Ma ora basta, me ne frego della mente contorta di quest'uomo che sta bruciando una carta davvero, davvero valida. Almeno per adesso. Poi magari si riprende. Speriamo.
Comunque, cercherò di rispondere alle varie recensioni arretrate, ma intanto ringrazio chiunque recensisca ♥
Questa storia è un po' campata in aria. Un Missing Moment ambientato non so dove di preciso.
Spero sia di vostro gradimento. Avevo bisogno di scrivere qualcosa su loro, ecco tutto.
S.
P.s: se vi va, guardate il mio video Stydia ♥ https://www.youtube.com/watch?v=570xK__u8xY
Siamo in vena di frecciatine
Scott esce dalla stanza con la sconfitta dipinta in volto. Scuote il capo e dà
una pacca sulla spalla di Stiles, facendogli cenno di entrare lui.
Se non ci riesce Stiles, probabilmente non ci riuscirà nessun altro. Sino a
qualche tempo fa, avrebbero sicuramente optato per far entrare Allison. Di
sicuro, lei ne sarebbe uscita vittoriosa dopo due o tre tentativi. Ma Allison
non c'è, e Lydia ha bisogno di loro.
Non apre bocca da quasi un giorno intero. Se ne sta chiusa in camera sua, ora
seduta davanti alla scrivania, ora con le gambe incrociate sul letto, come una
piccola indiana, ma, qualsiasi posizione assuma, un mucchio di fogli ancora
freschi di inchiostro e il computer portatile sempre aperto la seguono
costantemente.
La semplice parola 'vuoto' non renderebbe esattamente lo stato delle sue iridi
verde intenso. Non sono semplicemente vuote. Qualcuno vi ha scavato dentro e le
ha private di ogni riflesso naturale, di ogni scintilla di vita.
Lydia è un automa mentre tortura se stessa, mentre la testa le pulsa e lei
continua a sforzarsi di sentire qualcosa, di captare qualcosa leggendo più e
più volte le stesse pagine da quasi un giorno intero.
Deve esserci qualcos'altro. Qualcosa che le sfugge.
Stiles si chiude la porta alle spalle e si avvicina lentamente al letto,
sedendosi accanto a lei. Capisce che Lydia ha avvertito la sua presenza dal
rapido vibrare delle sue palpebre. Questa è la massima reazione che possa
aspettarsi da lei in questo momento.
Stiles fa tremare la gamba come suo solito, ma con più rapidità. Sa che
stimola i nervi e gli istinti omicidi di Lydia, quindi forse potrebbe stimolare
anche la sua voglia di parlare, anche solo per apostrofarlo poco carinamente.
Lydia, però, rimane imperterritamente zitta, le dita che scorrono febbrilmente
lungo le righe d'inchiostro, una ciocca di capelli che penzola davanti ai suoi
occhi, ma che Lydia è troppo concentrata per sistemare.
《 Si può sapere che ti prende? 》 le chiede, sull'orlo dell'esasperazione.
Lydia scuote la testa. Affonda gli incisivi nel labbro inferiore e sospira
rumorosamente.
Stiles batte i palmi sulle proprie gambe e si alza rapidamente, iniziando a
camminare avanti e indietro per la stanza e rischiando - volontariamente, per
farla reagire - di inciampare nel tappeto al centro del pavimento.
Lydia soffoca uno sbuffo che alle orecchie di Stiles somiglia tanto a una
tiepida risata. Ha visto con la coda dell'occhio la sagoma sgraziata di Stiles
quasi razzolare per terra e non è sicura di potersi trattenere dal fargli
notare quando sia irrimediabilmente imbranato.
Ma ci riesce.
《 D'accordo. Se non parli, faccio un bel falò con i tuoi vestiti. 》
Lydia inarca un sopracciglio, mentre Stiles apre il suo guardaroba come se
fosse la cosa più naturale del mondo.
Se osa sgualcire i suoi abiti, Lydia non esiterà a farglieli stirare uno ad
uno. Davanti ai suoi occhi.
《 E ci aggiungo le scarpe. Sai che puzza di vernice ci sarà. 》
Lydia freme quando Stiles impugna i suoi tacchi preferiti, rossi e lucidi.
Non lo farebbe mai. No, non lo farebbe mai, perciò non vale la pena urlargli
contro.
《 E poi ci metto Prada. 》 conclude, annuendo con convinzione.
Lydia assottiglia gli occhi e sbuffa come un toro imbufalito. Ciononostante,
rimane completamente zitta. Prada sa difendersi. Azzannerebbe Stiles ancor
prima che lui possa sfiorarla. Le su minuscole dimensioni possono essere
ingannevoli, perché Prada sa essere anche più aggressiva della stessa Lydia.
Stiles si allontana dal guardaroba per impugnare la borsa che Lydia indossa
più frequentemente, con dei graziosi ricami cuciti nel cuoio robusto e rosso
scuro.
《 Se non dici una parola, ci metto anche questa. Com'è che dice la prima legge
della dinamica? Ad ogni azione corrisponde una reazione di eguale intensità ma
di verso opposto. In questo caso, la tua sarebbe una non-azione, visto che non
parli...》
《 Terza legge della dinamica. Quando ti metterai a studiare seriamente? 》 lo
corregge Lydia, accorgendosi troppo tardi di aver dato fiato alla bocca e di
averlo fatto vincere.
Stiles quasi salta per aria, un sorriso enorme in viso. Gesticola in maniera
infantile, festeggiando il proprio trionfo.
《 Bingo! 》esclama, sedendosi accanto a lei senza curarsi di essere piombato
sui fogli sparsi intorno a Lydia.
《 Dannazione, Stiles! 》lo rimbecca lei, che riesce a salvare solo un paio di
fogli, afferrandoli il più in fretta possibile.
Un sorrisetto vittorioso si fa spazio nel volto di Stiles, che è parecchio
sicuro che Lydia non sia infastidita perché ha sgualcito i suoi fascicoli,bensì
perché è riuscito a farla parlare.
《 Mi aspettavo qualcosa di più poetico, ma va bene così. 》
《 Penso sia molto poetico il fatto che ti voglia strangolare. 》 lo fredda
Lydia, alzando la mano come per colpirlo.
Stiles le blocca il polso prima che il suo palmo possa impattare sulla sua
spalla. Non lo avrebbe colpito con violenza, in ogni caso.
《 Ripeto: posso sapere cosa ti succede? 》
Lydia scuote la testa, decisa a non dire nulla.
Stiles sbuffa e si arruffa i capelli. Quanto ha intenzione di prolungare
questa messa in scena?
《 Lydia, non vorrei essere insensibile, ma c'è un gruppo di sicari che
vogliono uccidervi, là fuori, e l'ultima cosa che dovremmo fare è perdere tempo
a capire perché non parli invece di dedicarci a indagare su chi possa essere
questo pazzo assassino! 》
Ha alzato un po' troppo la voce. Se ne accorge solo dopo aver terminato di
parlare. Se ne pente subito, perché si passa una mano sulla fronte e scuote la
testa, la bocca che si apre e chiude più volte senza lasciar uscire nessuna
parola.
Lydia sbatte un paio di volte le palpebre. Il verde dei suoi occhi è più
luminoso, quasi scintillante.
Perdere tempo.
Sapeva di essere l'anello debole del branco, ormai. Ma non si aspettava che
Stiles la definisse indirettamente una perdita di tempo.
Prende un respiro profondo, forse troppo rumoroso.
《 Vedo che hai un cervello, a differenza di Scott che è rimasto qui un'ora per
farmi parlare. 》 la sua voce si rivela più sottile di quanto Lydia stessa
voglia, ma non può farci niente, è come se un meccanismo contorto la rendesse
più flebile man mano chd parla. 《 Quindi... vai, Stiles. Trovate questo pazzo,
perché è evidente che io non so fare altro che spingere la gente a suicidarsi.
》
Le ultime parole colpiscono Stiles come uno schiaffo in pieno viso.
Lydia sorride mestamente, l'amarezza che incupisce il suo volto di porcellana,
ma a Stiles quel surrogato di sorriso sembra più la cicatrice di una ferita che
sta per riaprirsi. In realtà, non ha mai visto Lydia sorridere per davvero,
mostrando i denti. Quasi mai. Adesso, il massimo che riesce a fare è sollevare
appena gli angoli della bocca e pressare le labbra fra loro.
《 Non volevo essere così brusco. 》 le confessa, guardandola come se le avesse
appena spezzato le ali, pestandole inavvertitamente.
Lydia annuisce, come per dire che non fa niente. Va bene così. Mi hanno detto
cose peggiori. Ed è vero, ma Stiles non le ha mai parlato così, e questo la
ferisce più di ogni altra cosa.
È un attimo, un millesimo di secondo. Lydia lascia cadere la sua maschera e i
suoi occhi sembrano lì lì per riempirsi di lacrime, ma poi passa.
Passa sempre. Lydia è brava a nascondersi. Ma Stiles, per sua sfortuna, è un
pizzico più bravo a trovarla, sebbene molte volte lei gli sfugga dalle mani
come sabbia bianca e sottile. Eppure, un granello rimane sempre incastrato tra
le dita di Stiles, e diventa la preziosa chiave per accedere alla vera Lydia.
《 Lydia, sai qualcosa? Ti hanno detto qualcosa e ti hanno minacciata? Come...
come Meredith? Perché lo sai che Scott non lascerebbe che ti facciano male. Io
non lo permetterei. 》
Lydia deglutisce e scuote il capo, poi guarda Stiles.
Se lo immagina, con quella stupida mazza da baseball tra le mani e il terrore
nel volto. Perché Stiles non è esattamente quello che si può definire un tipo
coraggioso. Trema alla vista degli aghi, a stento è riuscito a guardare Scott
mentre gli tatuavano quello stupido simbolo nel braccio, è diventato rosso come
un pomodoro quando Scott si è lasciato sfuggire che è svenuto per la paura
davanti a Lydia, ha dovuto distogliere lo sguardo quando ha visto il livido sul
collo di Lydia. No, Stiles non è coraggioso, non nel modo incondiziomato in cui
potrebbe esserlo un supereroe della TV. Ma se c'è una cosa di cui Lydia è
sicura, è che Stiles è in grado di dimenticare se stesso pur di fare da scudo
alle persone che ama. E lei ha avuto più volte la prova tangibile di essere una
di queste persone.
Quindi sì, ce lo vede proprio Stiles che brandisce la sua inutile e
assolutamente non minacciosa mazza da baseball per proteggerla. Anche se, deve
ammetterlo, ha i suoi dubbi su quanto possa essere efficace una difesa del
genere.
Tuttavia,il solo pensiero che questa inefficace, debole, quasi patetica difesa
ci sia, la fa sentire comunque meno esposta al pericolo.
Negli occhi di Lydia c'è puro terrore, impotenza, debolezza. Sembra una
bambina sperduta, priva dei suoi punti di appoggio, la bocca lievemente
dischiusa e le iridi dilatate.
《 E se dovessi urlare il vostro nome? 》chiede con voce tremante.
Stiles si prende un paio di secondi per rispondere. Non sa cosa dire. Lydia fa
sul serio? Gli basta guardarla fisso per un secondo per capire che sì, parla
seriamente.
《 Scott ti sentirebbe. Sai, tutta la storia del super udito e roba varia... e
correremmo in tuo aiuto. Anche se sussurrassi, ti sentirebbe. 》replica lui,
anche se non sembra molto convinto di ciò che dice.
Lydia rotea gli occhi.
《 No che non correreste in mio aiuto, visto che sareste voi quelli in punto di
morte. Smettila di fingere di non aver capito. 》
《 D'accordo, ho capito. Ho capito benissimo. 》 ammette lui, alzando le braccia
in segno di resa. 《Ma, scusa se te lo dico, il tuo piano fa schifo, se consiste
nel non parlare per evitare di... insomma, hai capito. 》
《 Cosi come tutti i tuoi piani che includano la tua stupida mazza da baseball!
》
《 Okay, siamo in vena di frecciatine. 》constata Stiles, annuendo come per
accettare la sfida.
Ma, con sua grande sorpresa, Lydia non ribatte. Piuttosto, china il capo e si
tortura le dita.
《 È che non voglio farlo più. Okay? Non di nuovo. 》ammette, più a se stessa
che a Stiles.
Lui si passa una mano sul viso, sorpreso e al contempo devastato dalla visone
che gli si para davanti. Lydia si autodistruggerà, se continua così.
《 Non siamo un branco di ragazzini indifesi. Non tutti. Più o meno. In ogni
caso, non succederà più, va bene? Non di nuovo. So che non è molto, voglio
dire... te l'avranno detto cento volte, ma davvero, Lydia, nessuno di noi
lascerà che succeda ancora. Devi fidarti, va bene? 》
Lydia solleva il capo giusto quanto basta per guardare Stiles negli occhi.
Decide che sì, si fiderà. Così come si è fidata quando è rimasta incastrata
nella trappola e poi lui l'ha salvata. Perché Stiles le istruzioni non le usa
mai,ma sa sempre come prenderla per il verso giusto.
E forse nemmeno lui è convinto di poter mantenere la promessa che le ha appena
fatto. Perché è solo un ragazzino. Sono tutti solo dei ragazzini, anche se sul
viso hanno già la maturità di adulti che portano negli occhi le tracce
inestinguibili di tutto ciò che hanno perso. Ma a volte, tutto ciò che possiamo
fare è aggrapparci a qualcosa.
Trovare una distrazione, se si parla di Lydia. E le parole di Stiles sembrano
essere un buon diversivo per concedersi il lusso di non pensare più a niente,
per un attimo.
《 E, se ti trovi nei guai, butta un urlo e... sì, insomma, hai capito. Oh
Dio. 》
Stiles ride di sé, della propria goffaggine, la testa fra le mani.
《 Dimmi che era una battuta, ti prego. 》 replica Lydia con una voce a metà fra
il divertito e lo sconvolto.
Dall'altro lato della porta, Scott sorride e tira un sospiro di sollievo.
Sapeva che Stiles ci sarebbe riuscito.
una pacca sulla spalla di Stiles, facendogli cenno di entrare lui.
Se non ci riesce Stiles, probabilmente non ci riuscirà nessun altro. Sino a
qualche tempo fa, avrebbero sicuramente optato per far entrare Allison. Di
sicuro, lei ne sarebbe uscita vittoriosa dopo due o tre tentativi. Ma Allison
non c'è, e Lydia ha bisogno di loro.
Non apre bocca da quasi un giorno intero. Se ne sta chiusa in camera sua, ora
seduta davanti alla scrivania, ora con le gambe incrociate sul letto, come una
piccola indiana, ma, qualsiasi posizione assuma, un mucchio di fogli ancora
freschi di inchiostro e il computer portatile sempre aperto la seguono
costantemente.
La semplice parola 'vuoto' non renderebbe esattamente lo stato delle sue iridi
verde intenso. Non sono semplicemente vuote. Qualcuno vi ha scavato dentro e le
ha private di ogni riflesso naturale, di ogni scintilla di vita.
Lydia è un automa mentre tortura se stessa, mentre la testa le pulsa e lei
continua a sforzarsi di sentire qualcosa, di captare qualcosa leggendo più e
più volte le stesse pagine da quasi un giorno intero.
Deve esserci qualcos'altro. Qualcosa che le sfugge.
Stiles si chiude la porta alle spalle e si avvicina lentamente al letto,
sedendosi accanto a lei. Capisce che Lydia ha avvertito la sua presenza dal
rapido vibrare delle sue palpebre. Questa è la massima reazione che possa
aspettarsi da lei in questo momento.
Stiles fa tremare la gamba come suo solito, ma con più rapidità. Sa che
stimola i nervi e gli istinti omicidi di Lydia, quindi forse potrebbe stimolare
anche la sua voglia di parlare, anche solo per apostrofarlo poco carinamente.
Lydia, però, rimane imperterritamente zitta, le dita che scorrono febbrilmente
lungo le righe d'inchiostro, una ciocca di capelli che penzola davanti ai suoi
occhi, ma che Lydia è troppo concentrata per sistemare.
《 Si può sapere che ti prende? 》 le chiede, sull'orlo dell'esasperazione.
Lydia scuote la testa. Affonda gli incisivi nel labbro inferiore e sospira
rumorosamente.
Stiles batte i palmi sulle proprie gambe e si alza rapidamente, iniziando a
camminare avanti e indietro per la stanza e rischiando - volontariamente, per
farla reagire - di inciampare nel tappeto al centro del pavimento.
Lydia soffoca uno sbuffo che alle orecchie di Stiles somiglia tanto a una
tiepida risata. Ha visto con la coda dell'occhio la sagoma sgraziata di Stiles
quasi razzolare per terra e non è sicura di potersi trattenere dal fargli
notare quando sia irrimediabilmente imbranato.
Ma ci riesce.
《 D'accordo. Se non parli, faccio un bel falò con i tuoi vestiti. 》
Lydia inarca un sopracciglio, mentre Stiles apre il suo guardaroba come se
fosse la cosa più naturale del mondo.
Se osa sgualcire i suoi abiti, Lydia non esiterà a farglieli stirare uno ad
uno. Davanti ai suoi occhi.
《 E ci aggiungo le scarpe. Sai che puzza di vernice ci sarà. 》
Lydia freme quando Stiles impugna i suoi tacchi preferiti, rossi e lucidi.
Non lo farebbe mai. No, non lo farebbe mai, perciò non vale la pena urlargli
contro.
《 E poi ci metto Prada. 》 conclude, annuendo con convinzione.
Lydia assottiglia gli occhi e sbuffa come un toro imbufalito. Ciononostante,
rimane completamente zitta. Prada sa difendersi. Azzannerebbe Stiles ancor
prima che lui possa sfiorarla. Le su minuscole dimensioni possono essere
ingannevoli, perché Prada sa essere anche più aggressiva della stessa Lydia.
Stiles si allontana dal guardaroba per impugnare la borsa che Lydia indossa
più frequentemente, con dei graziosi ricami cuciti nel cuoio robusto e rosso
scuro.
《 Se non dici una parola, ci metto anche questa. Com'è che dice la prima legge
della dinamica? Ad ogni azione corrisponde una reazione di eguale intensità ma
di verso opposto. In questo caso, la tua sarebbe una non-azione, visto che non
parli...》
《 Terza legge della dinamica. Quando ti metterai a studiare seriamente? 》 lo
corregge Lydia, accorgendosi troppo tardi di aver dato fiato alla bocca e di
averlo fatto vincere.
Stiles quasi salta per aria, un sorriso enorme in viso. Gesticola in maniera
infantile, festeggiando il proprio trionfo.
《 Bingo! 》esclama, sedendosi accanto a lei senza curarsi di essere piombato
sui fogli sparsi intorno a Lydia.
《 Dannazione, Stiles! 》lo rimbecca lei, che riesce a salvare solo un paio di
fogli, afferrandoli il più in fretta possibile.
Un sorrisetto vittorioso si fa spazio nel volto di Stiles, che è parecchio
sicuro che Lydia non sia infastidita perché ha sgualcito i suoi fascicoli,bensì
perché è riuscito a farla parlare.
《 Mi aspettavo qualcosa di più poetico, ma va bene così. 》
《 Penso sia molto poetico il fatto che ti voglia strangolare. 》 lo fredda
Lydia, alzando la mano come per colpirlo.
Stiles le blocca il polso prima che il suo palmo possa impattare sulla sua
spalla. Non lo avrebbe colpito con violenza, in ogni caso.
《 Ripeto: posso sapere cosa ti succede? 》
Lydia scuote la testa, decisa a non dire nulla.
Stiles sbuffa e si arruffa i capelli. Quanto ha intenzione di prolungare
questa messa in scena?
《 Lydia, non vorrei essere insensibile, ma c'è un gruppo di sicari che
vogliono uccidervi, là fuori, e l'ultima cosa che dovremmo fare è perdere tempo
a capire perché non parli invece di dedicarci a indagare su chi possa essere
questo pazzo assassino! 》
Ha alzato un po' troppo la voce. Se ne accorge solo dopo aver terminato di
parlare. Se ne pente subito, perché si passa una mano sulla fronte e scuote la
testa, la bocca che si apre e chiude più volte senza lasciar uscire nessuna
parola.
Lydia sbatte un paio di volte le palpebre. Il verde dei suoi occhi è più
luminoso, quasi scintillante.
Perdere tempo.
Sapeva di essere l'anello debole del branco, ormai. Ma non si aspettava che
Stiles la definisse indirettamente una perdita di tempo.
Prende un respiro profondo, forse troppo rumoroso.
《 Vedo che hai un cervello, a differenza di Scott che è rimasto qui un'ora per
farmi parlare. 》 la sua voce si rivela più sottile di quanto Lydia stessa
voglia, ma non può farci niente, è come se un meccanismo contorto la rendesse
più flebile man mano chd parla. 《 Quindi... vai, Stiles. Trovate questo pazzo,
perché è evidente che io non so fare altro che spingere la gente a suicidarsi.
》
Le ultime parole colpiscono Stiles come uno schiaffo in pieno viso.
Lydia sorride mestamente, l'amarezza che incupisce il suo volto di porcellana,
ma a Stiles quel surrogato di sorriso sembra più la cicatrice di una ferita che
sta per riaprirsi. In realtà, non ha mai visto Lydia sorridere per davvero,
mostrando i denti. Quasi mai. Adesso, il massimo che riesce a fare è sollevare
appena gli angoli della bocca e pressare le labbra fra loro.
《 Non volevo essere così brusco. 》 le confessa, guardandola come se le avesse
appena spezzato le ali, pestandole inavvertitamente.
Lydia annuisce, come per dire che non fa niente. Va bene così. Mi hanno detto
cose peggiori. Ed è vero, ma Stiles non le ha mai parlato così, e questo la
ferisce più di ogni altra cosa.
È un attimo, un millesimo di secondo. Lydia lascia cadere la sua maschera e i
suoi occhi sembrano lì lì per riempirsi di lacrime, ma poi passa.
Passa sempre. Lydia è brava a nascondersi. Ma Stiles, per sua sfortuna, è un
pizzico più bravo a trovarla, sebbene molte volte lei gli sfugga dalle mani
come sabbia bianca e sottile. Eppure, un granello rimane sempre incastrato tra
le dita di Stiles, e diventa la preziosa chiave per accedere alla vera Lydia.
《 Lydia, sai qualcosa? Ti hanno detto qualcosa e ti hanno minacciata? Come...
come Meredith? Perché lo sai che Scott non lascerebbe che ti facciano male. Io
non lo permetterei. 》
Lydia deglutisce e scuote il capo, poi guarda Stiles.
Se lo immagina, con quella stupida mazza da baseball tra le mani e il terrore
nel volto. Perché Stiles non è esattamente quello che si può definire un tipo
coraggioso. Trema alla vista degli aghi, a stento è riuscito a guardare Scott
mentre gli tatuavano quello stupido simbolo nel braccio, è diventato rosso come
un pomodoro quando Scott si è lasciato sfuggire che è svenuto per la paura
davanti a Lydia, ha dovuto distogliere lo sguardo quando ha visto il livido sul
collo di Lydia. No, Stiles non è coraggioso, non nel modo incondiziomato in cui
potrebbe esserlo un supereroe della TV. Ma se c'è una cosa di cui Lydia è
sicura, è che Stiles è in grado di dimenticare se stesso pur di fare da scudo
alle persone che ama. E lei ha avuto più volte la prova tangibile di essere una
di queste persone.
Quindi sì, ce lo vede proprio Stiles che brandisce la sua inutile e
assolutamente non minacciosa mazza da baseball per proteggerla. Anche se, deve
ammetterlo, ha i suoi dubbi su quanto possa essere efficace una difesa del
genere.
Tuttavia,il solo pensiero che questa inefficace, debole, quasi patetica difesa
ci sia, la fa sentire comunque meno esposta al pericolo.
Negli occhi di Lydia c'è puro terrore, impotenza, debolezza. Sembra una
bambina sperduta, priva dei suoi punti di appoggio, la bocca lievemente
dischiusa e le iridi dilatate.
《 E se dovessi urlare il vostro nome? 》chiede con voce tremante.
Stiles si prende un paio di secondi per rispondere. Non sa cosa dire. Lydia fa
sul serio? Gli basta guardarla fisso per un secondo per capire che sì, parla
seriamente.
《 Scott ti sentirebbe. Sai, tutta la storia del super udito e roba varia... e
correremmo in tuo aiuto. Anche se sussurrassi, ti sentirebbe. 》replica lui,
anche se non sembra molto convinto di ciò che dice.
Lydia rotea gli occhi.
《 No che non correreste in mio aiuto, visto che sareste voi quelli in punto di
morte. Smettila di fingere di non aver capito. 》
《 D'accordo, ho capito. Ho capito benissimo. 》 ammette lui, alzando le braccia
in segno di resa. 《Ma, scusa se te lo dico, il tuo piano fa schifo, se consiste
nel non parlare per evitare di... insomma, hai capito. 》
《 Cosi come tutti i tuoi piani che includano la tua stupida mazza da baseball!
》
《 Okay, siamo in vena di frecciatine. 》constata Stiles, annuendo come per
accettare la sfida.
Ma, con sua grande sorpresa, Lydia non ribatte. Piuttosto, china il capo e si
tortura le dita.
《 È che non voglio farlo più. Okay? Non di nuovo. 》ammette, più a se stessa
che a Stiles.
Lui si passa una mano sul viso, sorpreso e al contempo devastato dalla visone
che gli si para davanti. Lydia si autodistruggerà, se continua così.
《 Non siamo un branco di ragazzini indifesi. Non tutti. Più o meno. In ogni
caso, non succederà più, va bene? Non di nuovo. So che non è molto, voglio
dire... te l'avranno detto cento volte, ma davvero, Lydia, nessuno di noi
lascerà che succeda ancora. Devi fidarti, va bene? 》
Lydia solleva il capo giusto quanto basta per guardare Stiles negli occhi.
Decide che sì, si fiderà. Così come si è fidata quando è rimasta incastrata
nella trappola e poi lui l'ha salvata. Perché Stiles le istruzioni non le usa
mai,ma sa sempre come prenderla per il verso giusto.
E forse nemmeno lui è convinto di poter mantenere la promessa che le ha appena
fatto. Perché è solo un ragazzino. Sono tutti solo dei ragazzini, anche se sul
viso hanno già la maturità di adulti che portano negli occhi le tracce
inestinguibili di tutto ciò che hanno perso. Ma a volte, tutto ciò che possiamo
fare è aggrapparci a qualcosa.
Trovare una distrazione, se si parla di Lydia. E le parole di Stiles sembrano
essere un buon diversivo per concedersi il lusso di non pensare più a niente,
per un attimo.
《 E, se ti trovi nei guai, butta un urlo e... sì, insomma, hai capito. Oh
Dio. 》
Stiles ride di sé, della propria goffaggine, la testa fra le mani.
《 Dimmi che era una battuta, ti prego. 》 replica Lydia con una voce a metà fra
il divertito e lo sconvolto.
Dall'altro lato della porta, Scott sorride e tira un sospiro di sollievo.
Sapeva che Stiles ci sarebbe riuscito.