Fanfic su artisti musicali > Papa Roach
Ricorda la storia  |      
Autore: TheScarecrow    24/08/2014    2 recensioni
[Tratto dal testo]
"- Posso baciarti? -
- L’hai già fatto mi pare - gli rispose lui, con un po’ di freddezza nella voce.
- No Jerry, non voglio farlo in quel modo… -
- E allora come? -
L’altro sbuffò e lasciò cadere la mano dal suo viso, fermandola sul suo collo che sfiorò con il pollice.
- Ci sono cose che non puoi spiegare a parole -"
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jacoby Shaddix, Jerry Horton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: L'intero racconto è frutto della mia fantasia, nulla di tutto ciò è reale, i personaggi da me descritti non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.



I will not repeat my mistake a second time



Si sedette al bancone insieme ai ragazzi ed ordinò una birra per tutti.
Quella sera, dopo il concerto, era più stanco del solito. Non era lo spettacolo in sé ad avergli tolto le forze ma bensì il caldo insopportabile che faceva in quel periodo in Messico.
Già, erano in Messico per fare un paio di tappe prima di chiudersi definitivamente in studio per registrare il loro nuovo album che sarebbe uscito agli inizi del prossimo anno, ma quella temperatura assurda non lo aiutava a fargli apprezzare le meraviglie di quel luogo.
A lui piaceva vivere di giorno e immortalare con la sua macchina fotografica i luoghi che visitava ma starsene chiuso tra le quattro mura di quel locale non gli permetteva di fare nulla di tutto ciò. E comunque sarebbe stata una perdita di tempo perché fuori era già notte fonda e per di più aveva solamente voglia di andare a dormire per acquisire almeno il minimo delle forze per il viaggio del giorno dopo.

Si decise a bere l’ultima birra prima di salutare il resto del gruppo, così ne ordinò una piccola che gli fu servita al volo insieme ad un bigliettino.
Lo spostò di lato con un leggero gesto della mano. Pensò che si trattasse del numero di telefono della barista o di qualche altra ragazza, per questo non lo lesse subito, non era poi così importante.

- Hey amico, è tutto a posto? -
Jacoby si sedette sullo sgabello accanto al suo e lo guardò con interesse mentre beveva un sorso dalla sua bottiglia.
- Non c’è male, sono solo stanco e questo caldo non aiuta per niente - rispose lui, allargandosi il colletto della maglia con due dita tanto per fare scena.
Il cantante sorrise poi dopo aver annuito distrattamente, gli mise una mano sulla spalla.
- Non mi sembra che tu ti stia divertendo molto -
- Te l’ho detto, sono solo stanco… - disse, bevendo l’ultimo sorso di birra - Adesso vi lascio e me ne vado a letto -
Si infilò il biglietto in tasca, poi abbracciò Jacoby dicendogli di non alzare troppo il gomito e salutò anche Tony e Tobin che erano ad un tavolo, occupati a cantare qualcosa in spagnolo.

Non appena arrivò sul tourbus andò a prendersi il cambio per la notte e con il malloppo di vestiti in mano, andò in bagno.
Si sfilò i jeans e prima di buttarli nella cesta dei vestiti sporchi, si ricordò del biglietto che aveva in tasca e lo prese.
“Una particolarità che amo di te è la sfumatura dei tuoi occhi. Sai che cambia in base al tuo umore? Quando sei felice diventa perfino verde, mentre di solito rimane sul grigio vivace”
- Ma cosa caz - - 
Jerry aggrottò le sopracciglia e bloccò la frase a metà, facendosi scappare una leggera risata.
Le persone intorno a lui non smettevano mai di sorprenderlo, soprattutto i fan. Dimostravamo il loro amore verso la band in svariati modi ma non gli era mai successo di ricevere quel tipo di attenzioni da loro. Insomma, lui era fidanzato con Jessica e non aveva mai prestato certe attenzioni ad altre persone all’infuori di lei, quindi era ovvio che si trattasse di qualche fan che si era presa una piccola cotta per lui.
Appallottolò il foglietto di carta e lo lanciò distrattamente a terra per poi continuare a spogliarsi.
Una doccia fresca era davvero quello che gli serviva per rimettersi in sesto anche se non completamente. Per quello sarebbe servita una bella dormita, cosa che aveva intenzione di fare una volta uscito dal bagno, però qualcosa deviò il suo piano di marcia.
Dopo aver indossato un paio di boxer puliti e la maglietta che teneva per dormire, si lavò i denti e proprio mentre si asciugava con l’asciugamano notò un biglietto sulla piccola mensola del bagno.
Lo prese si ricredette: nessun fan aveva accesso al tourbus, quindi non poteva esser stato uno di loro. Magari era uno dei ragazzi che gli stava facendo uno scherzo… non si sarebbe sorpreso se fosse stato così.

Il biglietto diceva “E il tuo sguardo? Dimmi, lo sai che puoi apparire sexy ai miei occhi, quando mi guardi come solo tu sai fare? Non ti sto prendendo in giro, credimi se ti dico che sei affascinante anche con quei lunghi capelli. Soprattutto per quelli”
A quel tempo Jerry portava i capelli lunghi fino alle spalle e una specie di pizzetto gli ricopriva il meno. Lui aveva per natura i capelli lisci e tenendoli in quel modo, spesso gli ricadevano sul viso… poteva sembrare misterioso ma affascinante e sexy proprio no. Almeno non secondo lui, per questo scosse la testa aver lasciato quel biglietto accanto all’altro.
Era curioso di scoprire chi fosse questo ammiratore segreto che a quanto pare conosceva, visto che a detta sua, lui lo guardava in un modo particolare. Mah.
Però era stanco, questo non poteva negarlo e non volle nemmeno pensarci su molto: andò alla sua cuccetta con l’idea di coricarsi, invece trovò il terzo biglietto appoggiato al lenzuolo. 
“Ma vogliamo parlare del fatto che tu sei un fotografo ma che non hai mai fotografato quello che secondo me, è il soggetto migliore in assoluto?” 
Non afferrò subito il concetto, infatti finché non vide la freccia disegnata sul retro del foglio che stava ad indicare il cuscino e finché non trovò il quarto biglietto, non capì.
“Vogliamo parlare del fatto che non ti sei mai fatto un autoscatto?!” 
J
erry arrossì per davvero e non poteva credere di aver reagito così per un paio di frasette scritte da qualcuno che molto probabilmente stava ridendo di lui in quel momento.
Si guardò intorno ma a parte lui, non c’era nessun altro su quel bus.
Si sentiva un po’ preso in giro ma allo stesso tempo era esaltato all’idea di poter trovare quel suo ammiratore. Anche se era solo uno scherzo, una presa in giro magari fatta da quel cretino di Coby, voleva ugualmente dare un volto alla persona che aveva scritto quei bigliettini. 
Non poteva nemmeno riconoscere la calligrafia perché erano stati scritti al computer, gesto piuttosto furbo.
A proposito di Jacoby, forse una parte di Jetrry sperava che fosse lui l’artefice di tutto quello. Era davvero un’idiozia pensarlo, pensarci poi, peggio ancora.
Avevano superato quel periodo in cui si rincorrevano a vicenda, quella parte di relazione che nessuno dei due sapeva bene come gestire e che il più delle volte finiva con il diventare un tira e molla continuo.
Orami erano entrambi impegnati con delle donne, Coby era perfino sposato con un figlio! No, non poteva essere lui il mittente di quei messaggi.

Sbadigliò e dopo aver messo da parte i due biglietti spostò il lenzuolo con l’intenzione di andare a dormire ma trovò una nuova sorpresa.
Un altro biglietto.
“Probabilmente ora mi starai odiando e penserai che oltre ad impedirti di dormire, ti sto incasinando la vita perché ho deciso di tornare.
Se la pensi così non posso far a meno di darti ragione ma… - controlla nella scatola dei biscotti -”

Corse in cucina e nella scatola dei suoi biscotti preferiti trovò il biglietto.
Qualsiasi cosa ci fosse stata scritta, non aveva più dubbi: era Coby. 
Lui sapeva bene  i suoi punti deboli e i suoi gusti in fatto di cibo e a quanto pare, anche di sorprese.
“… Se vuoi darmi ancora una possibilità, vai alla stanza n°35 dell’hotel La Cucaracha e aspettami. Alle tre sarò lì da te.
Spero di non deludere le tue aspettative, non mi è mai piaciuto vederti star male”

Insieme a quella dichiarazione c’era anche la chiave della stanza d’albergo in cui sarebbe dovuto andare. 
In cui Jerry voleva andare a tutti i costi anche se la voglia di dormire si faceva sentire molto. 
Guardò l’orario dal suo cellulare: mancavano ben due ore all’appuntamento così impostò la sveglia e decise di mettersi a dormire per quel poco che poteva, almeno per riprendere un po’ di energie.

La stanza era più luminosa e pulita di quel che si immaginava guardando l’hotel da fuori.
Non era sorpreso del fatto che Coby avesse scelto proprio quel posto per incontrarsi, già il nome voleva dire tanto per il loro gruppo.
Si guardò un po’ intorno, controllando che in bagno non ci fosse nessuno perché si sa mai che Jacoby gli avesse dato la chiave di una stanza già occupata… sì, a pensarci bene era capace di farlo per il sol gusto di fargli fare una figura di merda. Tipico di lui.

Si sedette sul letto e dopo essersi torlo la giacca in pelle, si tenne le mani in grembo ed aspettò che l’altro si facesse vivo.
Dopo nemmeno cinque minuti di attesa, la porta si spalancò andando a sbattere contro il muro e all’entrata della stanza comparve una figura.
Jerry per lo spavento scattò in piedi ma quando l’altro gli andò incontro, si rilassò un poco e rise nel vedere come si era conciato.
Coby portava un enorme cappello da messicano e lo teneva con una mano in modo da tenere coperto anche l’intero viso.
- Hai capito chi sono? - gli chiese, camuffando la sua voce in modo da non farsi riconoscere.
Jerry rise e scosse la testa, divertito.
- è impossibile non riconoscere la tua finezza - gli spostò il capello dal viso e rise ancora di più nel vedere che portava un paio di baffi finti - … Coby! - 
L’altro fece un saltello sul posto e gli mostrò il dito indice, fingendosi arrabbiato. 
- Ma cosa stai dicendo, il mio nome è Fernández! -
Il chitarrista lo lasciò perdere ed andò a chiudere la porta, dando un paio di mandate alla chiave.
Non aveva bisogno di chiederglielo, sapeva che quella sarebbe stata una lunga nottata o forse avrebbe fatto meglio a dire “mattinata” perché oramai era iniziato il nuovo giorno anche se fuori c’era ancora buio.
- Smettila di fare il pagliaccio - lo rimproverò Jerry, senza cattiveria.
Jacoby ritornò finalmente nei suoi panni e gli sorrise. 
- Dillo che ami vedermi così -
Lui scosse la testa ed abbassò lo sguardo.
Cosa aveva intenzione di fare, voleva fargli confessare i suoi sentimenti? 
Jerry sapeva di essere troppo vulnerabile sotto i suoi occhi e sapeva anche che non sarebbe riuscito a tenergli testa per molto tempo.
Anche se erano passati diversi anni e molti sentimenti erano andati sepolti, c’erano ancora e Coby stava semplicemente scavando.

Si avvicinò maggiormente a lui e si fece serio.
- Dillo che mi ami ancora - 
Jerry indietreggiò e provò a sostenere il suo sguardo anche se non era per niente facile specchiarsi nelle sue iridi celesti.
- Ti piacerebbe -
Non era una domanda ma Jacoby interpretò liberamente quella frase e sorrise storto, facendosi più vicino, quasi a far toccare i loro nasi.
- Oh, mi piacerebbe eccome! - 
Jerry socchiuse le labbra per dire qualcosa ma si bloccò. Lasciò cadere lo sguardo sulle labbra dell’altro e quando lo rialzò, ritrovando i suoi occhi, desiderò che Coby lo baciasse.
Quando il cantante si allontanò da lui ridendo nervosamente, si vergognò di aver desiderato le sue labbra e distolse lo sguardo da lui.
- Jerry, ti rendi conto anche tu di volerlo, vero? Te lo si legger negli occhi, nei movimenti… perché non lo ammetti? - 
- Di cosa stai parlando? -
Coby lo fulminò con lo sguardo e non gli lasciò nemmeno il tempo di replicare perché già lo stava baciando.
Era un bacio sbrigativo, solo labbra contro labbra. Solo per dimostrargli che aveva ragione.
- Di questo stavo parlando! - esclamò Coby una volta staccatosi da lui.
Aveva fatto centro un’altra volta, doveva ammetterlo. Lui lo conosceva troppo bene, sapeva bene dove andare a mirare quindi si poteva dire che Jerry era stato colpito e affondato.

- Perché hai fatto quei biglietti? Perché fai tutto questo? - 
- Per dimostrarti che valgo ancora, che non sono cartastraccia… - 
Jerry sorrise ed inclinò la testa di lato - Sei un esibizionista - 
- Sono romantico a modo mio - disse Coby, riferendosi al giochino dei biglietti.
Il chitarrista gli si avvicinò e con gli occhi bassi, sorrise imbarazzato. La rabbia che aveva provato poco prima, quando aveva discusso con lui era scomparsa, ed aveva lasciato posto alla rassegnazione e alla voglia di riprovarci con lui. In fondo, ancora provava qualcosa.
- Anche io se voglio, posso esserlo! - 
- Sì… sei speciale a modo tuo - 
Non erano molti i passi che li dividevano ma ogni volta che Jerry ne faceva uno nella sua direzione, si sentiva sempre più agitato. Come se fosse la prima volta che si trovava a quella distanza da Coby e in quelle circostanze!
Oh beh, in passato avevano fatto di peggio, si erano spinti oltre. Dovevano solo riprenderci la mano… altro che guardarsi negli occhi a mezzo metro di distanza! 
Per la prima volta da quando era in quella stanza, Coby gli dava l’impressione di essere vulnerabile. 
Non era più il tipo giocherellone che aveva visto appena era entrato in stanza e nemmeno quello serio e leggermente incazzato che si era mostrato quando lui aveva cercato di tenergli testa… in quel momento si mostrava sensibile.
Era quel lato di Coby che lui conosceva benissimo perché lo mostrava solo in intimità e mai in pubblico.
Gli era mancato, doveva ammetterlo.
Jacoby gli si fece più vicino e gli accarezzò il contorno del viso, fermandosi all’altezza dello zigomo sinistro.
- Posso baciarti? -
- L’hai già fatto mi pare - gli rispose lui, con un po’ di freddezza nella voce.
- No Jerry, non voglio farlo in quel modo… - 
- E allora come? - 
L’altro sbuffò e lasciò cadere la mano dal suo viso, fermandola sul suo collo che sfiorò con il pollice.
- Ci sono cose che non puoi spiegare a parole -
- E allora fallo -
Jacoby lo guardò negli occhi. 
Sembrava sorpreso ma felice di quella risposta.
- Posso? - 
- Devi -


Gli era mancato tutto di lui e a quel punto della situazione, non provava nemmeno più a negarlo a se stesso perché sarebbe stato un gesto troppo codardo da commettere.
Le sue braccia forti che lo facevano sentire al sicuro, i suoi sorrisi timidi ma spontanei, la vista dei suoi tatuaggi più nascosti, la morbidezza dei suoi baci proibiti, la limpidezza dei suoi occhi celesti e la melodia che producevano i suoi ansimi e sospiri strozzati erano solamente alcune delle cose che Jerry aveva desiderato riavere solo per se per tutti quegli anni e che proprio in quella stanza d’hotel, poté riavere.
Lui e Coby avevano fatto l’amore, si erano fusi insieme fino a formare un unico corpo, mischiando la pelle, le anime e le ossa dopo che quelli che ai loro occhi parevano decenni ma che secondo i loro ricordi, ea questione di poco tempo, tanto erano vividi nella loro memoria. 
Ed ora stavano entrambi bene.
Erano ancora coricati a letto, abbracciati ai loro corpi sudati e ricoperti dai loro più grandi sbagli ed errori che però li avevano portati ad arrivare a quel punto della loro vita da non desiderare altro che stare insieme.
Avevano raggiunto quel gradino sulla scala della sopravvivenza che li aveva obbligati a sbagliare nuovamente e l’avrebbero fatto di continuo se fossero stati sicuri che così facendo, avrebbero ritrovato l’altro.
Era quel gradino chiamato disperazione che li avrebbe portati anche a commettere delle sciocchezze per poter  avere almeno un pezzetto di cuore dell’altro… sicuramente Coby lo avrebbe fatto perché aveva perso una volta, si era lasciato sfuggire la situazione dalle mani, aveva dimenticato la gabbia aperta, lasciando che il corvo selvatico scappasse proprio sotto i suoi occhi ma dopo quella notte, dopo quel nuovo scambio di promesse, avrebbe chiuso la gabbia a chiave per evitare di perdere qualcosa a lui molto caro. E poi avrebbe buttato via la chiave solamente dopo esser entrato anche lui nella gabbia, così non avrebbe più rischiato di aprirla e di commettere nuovamente lo stesso errore.
Non poteva più permetterselo, gli era andata anche di culo visto che Jerry aveva accettato una seconda volta di tornare ad amarlo apertamente, ma per nulla al mondo avrebbe più commesso lo stesso errore.
- Una volta basta ed avanza - disse, prima di tornare a baciare il suo compagno sorridente che giaceva al suo fianco, in quel letto sfatto che sapeva di loro e che avrebbe assistito per la seconda volta alla loro unione. 
Era più forte di loro, dovevano amarsi e adesso che si erano ritrovati, non perdevano altro tempo prezioso. 




--------------------------
Hola, Hola, Hola!!
A distanza di poco tempo, rieccomi con un'altra os. Ve l'avevo detto che ne stavo preparando un'altra, no? Che poi questa l'ho iniziata prima dell'altra ma l'ho pubblicata dopo... vabeh.
Il titolo spero sia tradotto in modo esatto visto che non sono particolarmente brava a maneggiare l'inglese... ci tenevo a specificare alcune cose: io e Carousel abbiamo cercato di capire di che colore fossero gli occhi di Jerry e siamo arrivate ad una conclusione: Grigio tendente al verde (o il contrario, boh). Dalle foto che abbiamo trovato si capisce meno di una cippa, non credo sia comunque il loro colore esatto. 

"mischiando la pelle, le anime e le ossa" è una frase contenuta nella canzone L'odore del sesso, di Ligabue. Mi è venuto spontaneo inserirla in questo contesto visto che si parla di sesso.
Non ho voluto descrivere una scena rossa (come avevo intenzione di fare) perchè mi sembrava di togliere importanza all'intera storia (che ho voluto rendere originale con la trovata dei bigliettini e dell'ammitarore segreto) e al discorso finale che se non capite, chiedetemi spiegazioni perchè so essere piuttosto contorto ahah

Mi è piaciuto inserire la metafora della gabbia e del corvo selvatico (Jerry) e voglio specificare che anche se può sembrare che Coby voglia tenerlo in gabbia contro il suo volere, non è così che io la vedo, assolutamente. C'è una frase che potrebbe far intendere male questa metafora ma alla fine ho scritto che Coby si chiuderebbe dentro con lui. Dovete vedere la gabbia come... come il suo cuore, credo.
Beh, interpretatela come meglio credete e nulla, spero sia di vostro gradimento! Ho scelto il corvo perchè è una animale che io trovo stupendo e affascinante anche se tenebroso sotto certi aspetti. 

Detto questo (ho parlato fin troppo), spero che qualcuno di voi legga questa storia e mi faccia sapere cosa ne pensa, commenti, consigli e critiche sono sempre ben accetti ^^




 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Papa Roach / Vai alla pagina dell'autore: TheScarecrow