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Autore: Petit_fantome    25/08/2014    3 recensioni
Un’immaginaria intervista alla band.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizio con il dire che nulla di ciò che è scritto è a scopo di lucro, i Tokio Hotel non mi appartengono soprattutto Bill Kaulitz e lo scritto non coincide necessariamente con il suo pensiero.
Alias tutto frutto della mente pazza del fantasmino.
 
 
Compromessi
 
 
 
Oggi è giorno di intervista per la band e come al solito a me è stato dato il compito di ripetere a pappagallo le solite parole di rito.
Eppure oggi proprio non mi va.
Ma devo pur lavorare no?
Bene, si va in scena.
Atto primo, intervista insulsa numero… e chi se lo ricorda?
Entro nella stanza con calma, tanto figuriamoci se si alzano e se ne vanno.
Eccoli qui, sempre gli stessi e sempre le solite del domande.
Mi accomodo su una sedia scomodissima tra Tom e Georg.
Si, signori vi vedo tutti benissimo.
Eccolo, comincia il solito con la domanda “Come state ragazzi?”.
Ma guarda fino a dieci minuti fa ero a letto a farmi i fatti miei e stavo da Dio, ora per colpa tua e di tutti gli altri, sto uno schifo.
Ma sono troppo bravo a fare il pappagallo e rispondo in modo egregio tanto che il nostro adoratissimo manager mi fa cenno che sono stato bravo.
Dopo avanzo una caramella.
Altro giornalista ed eccola, la domanda fatidica.
“Bill sei riuscito a trovare una fidanzata?”
Sorrido beffardo abbassando il capo, vedo il carissimo manager sbiancare.
Mi sto per giocare la caramella ma pazienza.
Alzo lo sguardo e con il sorriso più finto del mondo trafiggo con lo sguardo il giornalista.
Nulla di personale cocco, sono solo fatti miei.
"Sto pensando ad una cosa.
Ai compromessi.
Compromessi.
Che schifo di parola.
Undici lettere insignificati che messe insieme in quest’ordine formano la piaga dell’umanità.
Ma da dove sono venuti fuori?
Che vita da schifo doveva avere il tizio che ha creato sto termine?
Che bastardo era? Ci ha condannato tutti a questo schifo.
Perché devono esistere? Perché parliamoci chiaro, la vita non è una passeggiata già di suo, se poi ci aggiungiamo i compromessi siamo all’apice.
Mettiamoci i compromessi e abbiamo l’inferno in terra.
Ma chi me lo fa fare di scendere a sti compromessi?
Credo che esista un girone dell’inferno apposta per chi scende a compromessi, soprattutto in amore.
Dante non ne avrà parlato sennò lo staremmo ancora maledicendo per la lunghezza di quel suo capolavoro che è La Divina Commedia.
Già non è esattamente il libro più facile e immediato del mondo, se poi aggiungeva la descrizione di quel girone doveva parlare della maggior parte dell’umanità morta.
Ora io non voglio girare il dito nella piaga ma, spiegatemi come riuscite a vivere con l’inutile illusione di amare e di essere amati, se poi in ogni insulso momento partono insulse e sterili discussioni? Per finire a letto poi?
Fidatevi io finisco a letto con qualcuno anche se non faccio finta di amare tutto e tutti.
E fidatevi anche che stare per qualche tempo senza qualcuno non significa morire, non significa essere sfigati o non significa essere delle brutte persone.
Anzi, si dimostra di essere persone forte, che non scendono al compromesso pure di far vedere al resto della mandria che non è single.
No signori, single non è una patologia psichiatrica da Trattamento Sanitario Obbligatorio, camicia di forza e psicofarmaci a nastro.
Quindi no, io non voglio scendere a questo compromesso solo per rendere felici voi giornalisti o per ingrossare le case editrici di stupidi giornali con me e qualche anima pia di passaggio e il titolone “Bill Kaulitz finalmente fidanzato”.
Io non scendo a questo compromesso per poi guardarmi allo specchio o vedere negli occhi di chi legge dentro, lo schifo di vedermi debole, fragile, insignificante e vedere la mia anima in pasto a una persona che magari nemmeno sa che cosa sia il rispetto e mi insulta di continuo per cavolate.
IO non scenderò mai a un compromesso così inutile e deleterio.
Io se amerò, lo farò davvero e voi sarete invidiosi perché magari la maggior parte di voi non capirà mai cosa significa l’amore vero.
Io preferisco stare da solo, ma conservare la dignità e il rispetto per me stesso.
A farvi fottere l’anima continuate pure voi."
Detto questo mi alzo e me ne esco dalla stanza soddisfatto.
Tom e Georg hanno gli occhi sbarrati, non hanno la minima idea di cosa fare o dire.
Gustav da minimi cenni di vita mentre gli assistenti assistono il nostro ammmore di manager in piena crisi di panico.
Meglio se chiamano un dottore prima del suo infarto.
Mi riprendo il mio piccolo angioletto peloso e salgo in macchina, direzione casa.
 
 
 
  
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