Rage

Non avevo mai chiesto nulla in particolare a Dio.
Mi domandavo sempre qual è la motivazione che spinge gli esseri umani ad affermare che la vita è bella.

Io, la mia, l'ho sempre odiata.

Senza una vera famiglia, senza una casa e soprattutto senz'amore.
Cosa poteva esserci di tanto fantastico in un'esistenza vuota ed inutile come questa?

Mello.

Già, Mello.
Quell'isterico schizzato che non sapeva far altro che inveirmi contro, dandomi dell'idiota, chiamandomi cane ingrato.

Sapete, mi chiedevo spesso per quale fottuto motivo dovessi essere riconoscente a quel maledetto biondo.
Per avermi preso a calci -metaforicamente e non- durante la maggior parte del tempo in cui abbiamo convissuto?
Per avermi mandato in piena notte a cercare delle dannatissime tavolette di cioccolata?
Per avermi sempre umiliato ed insultato?

Per avermi fatto irrimediabilmente innamorare?

Cazzo.

Il qui presente Mail Jeevas era diventato un perfetto sottomesso, un soldatino alla mercè di Mihael Keehl.
Triste, non è vero?

Ma la cosa più patetica è che mi piaceva esserlo.

Ho sempre pensato che avrei addirittura dato la vita per quel pazzo.
E così è stato.
Siamo morti proprio il giorno in cui, finalmente, ho scoperto che Mello mi voleva bene. Veramente bene.

Perché è così che ti frega la vita, ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata.
Quella lì era la felicità, ma lo scopri soltanto dopo, quando è troppo tardi.
Quando sei ormai alla deriva.

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Allora, senza falsa modestia devo ammettere che questa flashfic non mi soddisfa affatto ._.
E' diversa dalle solite cose -melense- che scrivo, forse è più cruda, chissà.
Non è esattamente ciò che desideravo scrivere, ma abbiate pazienza, son malaticcio ç.ç
Mi è venuta in mente dopo aver rivisto una persona, stamattina.
Quello che una volta era il mio Matt.
Che tristezza, eh?ç.ç
Però è uscita di getto, e anche se so che non è scritta proprio benissimo -e non è granchè scorrevole- mi farebbe piacere che qualcuno la leggesse ^^
Grazie a tutti <3
P.S. la frase finale prende spunto da un passo di 'Castelli di rabbia' di Alessandro Baricco.

Nicholas