Ogni giorno lo guardo,lo scruto;noto sempre più quanto la sua depressione,il suo senso di colpa,il suo non riuscire a dimenticarsi di me,gli facciano male.
Il suo viso fisso lì,su quei fiori,nella mia chiesa,la nostra chiesa,quella che tutti e due abbiamo sempre amato,piena di mille ricordi,
il nostro incontro…quando i nostri occhi si incrociarono e videro nell’uno l’anima dell’altro. Quanto dolore ci vidi,quanta sofferenza,quanta forza…
No, non era fisica,proveniva dalla parte più interna di se,un fuoco che non si sarebbe mai spento; alimentato da milioni di volti,milioni di motivi che gli davano la forza per seguire il suo percorso. Ma eccolo qui,stanco più che mai,stanco di sentirsi male,di non riuscire a dormire sapendo quello che avrebbe sognato,un incubo;
sempre lo stesso: una ragazza inginocchio,una spada e in un attimo tutto svanito.