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Autore: Angels4ever    25/08/2014    1 recensioni
Era sola in una città immensa. Ed era minorenne. Abbandonata a se stessa.
Singhiozzò.
Dei passi, in lontananza, ticchettavano sull'asfalto, facendola sussultare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Neal Cassidy/Baelfire
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Emma camminava per le vie di Portland, sola, nonostante l'ora tarda.
Non aveva una meta delineata, proseguiva verso l'ignoto, lanciando sguardi circospetti e diffidenti alle sue spalle.
Le macchine le sfrecciavano accanto veloci, accecandola, e le luci notturne della città la riscaldavano quasi.
Per la prima volta, solo pochi istanti addietro, aveva dimenticato cosa significasse sentirsi sola.
Neal le aveva dimostrato che esistevano ancora persone buone, persone che sognavano, desideravano, speravano in un mondo migliore; anche lui, come lei, cercava casa, in senso metaforico e figurato.
Erano spiriti affini. Così simili...con l'unica differenza che lui aveva un passato, e qualcuno da poter chiamare "padre".
Tuttavia, nonostante la ragazza sentisse la pelle surriscaldarsi sotto lo sguardo dolce del giovane uomo, appena egli le si era fatto più vicino, troppo vicino, aveva fatto ciò che faceva sempre: era scappata.
Aveva desiderato trepidante un qualsiasi tipo di contatto con Neal per tutto il giorno, ma nel momento esatto in cui ciò stava per accadere, era tornata alla realtà.
Lei non era fatta per essere amata.
Nè da un ragazzo, nè da genitori, adottivi o biologici che fossero.
Lei era sempre stata la "bambina non voluta", e non poteva correre il rischio che quello sconosciuto la usasse e poi la gettasse via.
Lei doveva tutelare se stessa, e il suo cuore.
Entrò in un vicolo, e si accasciò sul pavimento portando le ginocchia al petto, poggiandovi sopra la testa, la quale doleva e pulsava insistentemente.
Lacrime solitarie scesero dalle sue guancie, copiose.
Era sola in una città immensa. Ed era minorenne. Abbandonata a se stessa.
Singhiozzò.
Dei passi, in lontananza, ticchettavano sull'asfalto, facendola sussultare.
Si alzò di scatto, con il cuore che le martellava in petto.
Cominciò a camminare a passo svelto, cercando di non destare l'attenzione di chiunque fosse dietro di lei.
Improvvisamente, il terrore le si dipinse in volto.
Non vi era alcuna possibilità di uscita.
Il vicolo era "cieco".
Si poggiò con le spalle al muro, sconfitta.
Le gambe le tremavano, ed il cuore sembrava cercare di uscirle fuori.
Si asciugò gli occhi per non farsi vedere debole da nessuno, alzando di nuovo una barriera tra lei ed il resto del mondo.
Si mise sulla difensiva, cercando di sembrare baldanzosa e sicura di sè, sperando con tutto il cuore che le lezioni di autodifesa apprese da uno dei suoi padri adottivi risultassero utili.
All'orizzonte, in penombra, una figura ormai familiare si fece avanti, sorridendo intenerito alla vista di una ragazzina terrorizzata, con il respiro mozzato ed il cuore che batteva veloce come quello di un piccolo colibrì, perfettamente udibile anche dalla sua postazione.
Emma rilassò i muscoli, sollevata.
<< Lezione numero uno, biondina, mai entrare in un luogo se non sai come uscirne... >>
Il sorriso di Neal si allargò, se possibile, ancora di più.
La ragazza lisciò la gonna a pieghe con fantasia scozzese, chinando il capo.
Arrossì, come ogni adolescente alla prima cotta.
Non sapeva cosa dirgli. Come giustificarsi.
Era fuggita dall'unica persona che era stata sincera con lei.
E si sentiva quasi in colpa.
Ma Neal non sembrava affatto arrabbiato o irritato, al contrario...i suoi occhi brillavano di una luce nuova. Intensa.
Non si avvicinò questa volta. Rimase a debita distanza con le mani infilate nelle tasche dei jeans, ed un'aria innocente.
Emma in quel momento ebbe un'unica grande certezza, quello sarebbe stato l'inizio di qualcosa, qualcosa di grande.



<< Cosa scrivi? >>
Neal si sollevò su di un gomito, di lato, per poter puntare i suoi occhi sulla figura alta e snella di Emma.
Lei lo ignorò, aggrottando la fronte, e tenendo lo sguardo fisso su di un taqquino. La piccola mano di lei guizzava da un lato all'altro delle pagine bianche, scrivendo chissà quali parole.
Neal sbuffò e si mise a sedere, le gambe incrociate.
<< Voglio saperlo. >>
Emma soffocò una risata, ma continuò a non curarsi di lui.
A volte Neal sembrava un bambino troppo cresciuto.
Era testardo, capriccioso, irritante...e adorabile. Bellissimo. Dolcissimo...proprio come un bambino, e la biondina, colei restia ad ogni tipo di relazione, si era innamorata persa.
Ovviamente non glielo avrebbe detto mai. Ovviamente.
L'amore era per i deboli. E lei era forte. Sopravvissuta alla solitudine e ad una vita ingiusta.
Neal le si "lanciò" addosso delicatamente, bloccandola con il suo peso e afferrandole le mani.
Le intrecciarono in un gesto meccanico.
<< Neal così non respiro. >>
Sorrise.
Lui allentò la presa ma non la lasciò andare.
Non l'avrebbe lasciata andare via mai più.
Loro si appartenevano.
<< Potrei leggere tranquillamente. >>
Neal lanciò uno sguardo al taqquino poco distante, ormai dimenticato, accatastato sull'erba soffice.
<< ...ma preferirei fossi tu ad aprirmi il tuo cuore.  >> le sussurrò in un orecchio, cominciando a morderlo appena.
Emma trattenne il respiro, sentendo un improvviso calore pervaderle ogni parte del corpo.
La bocca di Neal fu velocemente sulla sua, impedendole di replicare.
Le loro lingue si intrecciarono, bramando un contatto più profondo.
Fu inatteso.
Non era il loro primo bacio, ma di certo era il loro primo incontro intenso.
Le mani di Neal si spostarono sul viso della ragazza, partendo dall'attaccatura dei capelli, accarezzandole poi le guancie, il collo, gli zigomi, ripassando il contorno delle labbra che poco prima lui aveva "posseduto".
Neal riprese da dove aveva interrotto, continuando a baciarla con passione. Le sue mani scivolarono più in basso, sui fianchi di lei.
Emma si irrigidì.
Non era pronta per un passo così importante. Non era pronta per concedergli qualcosa di così...fondamentale. Ma sapeva che lui, essendo di sei anni più grande, aveva delle esigenze diverse. Non l'avrebbe aspettata per sempre.
Neal notò subito lo sguardo pieno di panico che balenò alla sua compagna per un lungo interminabile istante.
Si scostò dal corpo di lei, senza smettere di sorriderle.
Vi era qualcosa nel suo sorriso che la rassicurava.
Ogni giorno, ogni volta che lui le sorrideva, lei dimenticava quanto il mondo in realtà fosse bastardo.
<< Stavo solo scrivendo un elenco di tutte le cose che devo fare prima di morire... >> ammise Emma, con nonchalance.
<< Del tipo? >>
<< Essere in due posti contemporaneamente, fare un tatuaggio, trovare i miei genitori... >>
Lo sguardo di Emma si incupì.
Neal rimase a fissarla per alcuni secondi.
Quel giorno, per la prima volta, ella aveva i capelli sciolti che le ricadevano in boccoli disordinati sulla schiena.
Il giovane uomo non potè far a meno di pensare a quanto fosse bella, perfetta nella sua imperfezione.
Neal si alzò e le prese la mano tirandola su e cingendola con le braccia.
<< Vieni con me! >>
<< Dove? >>
Non ottenne risposta.


Emma era bendata, seduta accanto a Neal sul maggiolino giallo.
<< Dove andiamo? >>
<< Sii paziente, biondina! >>
Emma sbuffò.
Ormai erano ore che il suo ragazzo, se così poteva definirlo, guidava senza un attimo di tregua.
Ad un certo punto, la macchina accostò bruscamente, facendo trepidare la ragazza.
Finalmente!
Non vedeva l'ora di sapere dov'erano, se erano ancora nell'Oregon o dispersi per l'America.
La portiera dell'automobile si aprì velocemente, facendo entrare aria gelida.
Emma rabbrividì.
Neal le fu accanto, tenendola stretta tra le braccia, aiutandola ad uscire dalla macchina e guidandola chissà dove.
<< Pronta? >>
La bionda cacciò il suo sorriso "sghembo", come Neal lo definiva spesso.
<< Io sono nata pronta. >>
Neal si accucciò, divaricando le gambe di Emma in una posizione alqanto buffa.
<< Che fai? >>
<< Rilassati piccola... >>
Era difficile, con le mani di lui sul suo corpo.
Stava andando a fuoco.
Egli le tolse dolcemente la benda, sorridendo sornione.
La ragazza si guardò intorno, confusa.
Si trovavano praticamente in mezzo al nulla, su di una strada fiocamente illuminata.
<< In questo preciso istante sei in due posti contemporaneamente. >> spiegò Neal, sorridendo.
Emma guardò il cartello che annunciava la fine dell'Oregon e l'inizio dello stato di Washington.
Automaticamente scoppiò a ridere, serena.




<< Farà male? >> Emma impallidì, davanti all'ingresso di un negozio di Tatoo.
Neal le sorrise rassicurante. << Ma no...sentirai appena qualche pizzico. >>
La bionda aggrottò la fronte, esasperata. << Stiamo parlando di un ago enorme... >>
<< Oddio Emma! E' sulla lista. Non puoi rifiutarti! >>
<< Scordatelo. Ho troppa paura! Fallo tu se ci tieni tanto. >>borbottò, prima di allontanarsi il più possibile da quel luogo.
Sorrise nel sentire Neal seguirla ridendo.




<< Dove eri finito? >> domandò Emma, lievemente scocciata, seduta sotto una quercia, al fresco.
<< A cercare questo. >>
Neal cacciò dalla sua giacca di pelle rosso scuro un pennarello verde.
<< Allora...cosa vuoi tatuarti? >> chiese curioso.
La ragazza rise, meravigliata. << Tu sei pazzo. Non è la stessa cosa. >>
Neal le cinse le spalle con un braccio, stringendola a se. << Ehi! Sei tu quella che ha la fobia degli aghi... >>
Emma gli lasciò un bacio a fior di labbra, lasciandolo interdetto per un secondo.
Si fece più vicina, pensando quale rappresentazione avrebbe potuto immortalare tale momento.
<< Un fiore. >>rispose infine.
<< Perché un fiore? >> il lato più curioso, "infantile" ed ingenuo di Neal ebbe il sopravvento.
La ragazza gli scompigliò dolcemente i capelli, facendosi improvvisamente seria.
<< Perché tu hai avuto la capacità di farmi rifiorire... >> spiegò semplicemente, arrossendo.
Neal si perse nei suoi occhi.
Tacque.
Era la prima cosa di veramente romantico, dolce e...da innamorata, che Emma gli diceva; non voleva rischiare di rovinare quel momento così magico dicendo qualcosa di stupido ed inopportuno.
Neal tolse il tappo dal pennarello ed iniziò a disegnare con attenzione sul polso della mano sinistra della persona che amava di più al mondo.
Emma dovette riconoscere che aveva un certo talento.
Nella sua semplicità, quella "creazione" era armoniosa e dai lineamenti perfetti.
Fu veloce, e le fece quasi il solletico.
Non vi era segno di imperfezioni. Era un fiore grazioso.
Emma lo fissò incupita.
<< Un paio di docce e andrà via... >>
<< E noi lo rifaremo ogni volta...per tutti i giorni della nostra vita. >> disse sorridendo.
<< ...Io ti prometto, Emma Swan, che un giorno non molto lontano ti aiuterò a raggiungere i tuoi genitori. >> proruppe il ragazzo, pensando all'ultimo elemento della lista, suggellando tale promessa con un bacio.
Lui aveva lei. E lei aveva lui. Il resto del mondo l'avevano dimenticato.
Nulla contava oltre loro due e l'amore che piano piano andava sbocciando sempre più, ogni ora, ogni giorno, ogni mese...proprio come quel fiore dipinto lì per caso, che rappresentava i loro sogni, le loro speranze, le loro gioie e paure.
Ma Emma e Neal, insieme, stavano imparando una cosa fondamentale per la vita: l'amore non è debolezza, è forza!



THE END


Angolo autore:

Un ringraziamento speciale va alla mia piccola Alessandra <3, che ha ispirato questa storia ^^
Ci tengo a precisare che l'elenco che Emma scrive, l'ho preso dal film "i passi dell'amore", un film che io personalmente ho amato. Non mi stancherò mai di vederlo!!!!
So che qui su Efp ci sono poche Swanfire...ma spero comunque che apprezzerete la storia e lascerete una piccola recensione :3, di modo che io possa migliorare!

A presto Oncers!

  
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