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Autore: HandfulOfDust    25/08/2014    3 recensioni
Era andato a dormire con Ian, ma il ragazzo non si era alzato l'indomani mattina, nè il pomeriggio o la sera... Qualcosa non andava, chiaramente, e l'unica soluzione sembrava chiamare i Gallagher, che purtroppo gli avevano dato la notizia peggiore che potesse ricevere in quel momento.
[Song-fic | Mickey x Ian | Post 4x12]
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: In my veins
Pairing: Gallavich
Disclaimer: No, non mi appartiene neppure questa splendida coppia purtroppo!
Note: song-fic ambientata dopo la 4x12
Canzone: In my veins – Andrew Belle


 

Tanti auguri a teee, tanti auguri a teee, tanti auguri a Giulia con quasi un mese di ritardo, tanti auguri a teee!
Questo è il mio regalo – in ritardissimo - di compleanno, spero non sia venuta una cosa orrenda e ti piaccia visto che non ho mai scritto nulla su di loro!


 

In my veins

 

Nothing goes as planned
Everything will break
People say goodbye
In their own special way


Soltanto la sera prima, tutto sembrava andare finalmente per il verso giusto.
Aveva fatto quello che temeva di fare da una vita: esporsi, far vedere agli altri chi realmente fosse, senza più maschere... Ed era andata dannatamente bene. Sì, suo padre aveva cercato di picchiarlo a sangue, ma la polizia lo aveva riportato in carcere, mentre agli altri la novità non aveva cambiato un bel niente. A nessuno fregava un cazzo se fosse gay o meno.
Avrebbe finalmente vissuto senza più nascondersi: beh, non sarebbe andato mano nella mano a sbaciucchiarsi in giro con Ian, non era nel suo carattere, però non avrebbe più dovuto tenersi dentro quel peso. Okay, era sposato con una donna che non amava e aveva un figlio che non aveva desiderato, la vita era un maledetto casino, ma lui era riuscito a trovare un equilibrio. O meglio, per qualche ora aveva creduto di averlo fatto.
Era andato a dormire con Ian, ma il ragazzo non si era alzato l'indomani mattina, nè il pomeriggio o la sera... Qualcosa non andava, chiaramente, e l'unica soluzione sembrava chiamare i Gallagher, che purtroppo gli avevano dato la notizia peggiore che potesse ricevere in quel momento.
Sindrome bipolare.
C'era il rischio che potesse tentare il suicidio, motivo per cui Fiona avrebbe preferito portarlo in ospedale, ma Mickey non era in grado di dirgli addio un'altra volta. Non poteva e non voleva farlo, perché la prima volta, quando si era arruolato, era stato dannatamente difficile e neppure stavano insieme. Non voleva immaginarsi come sarebbe stato ora.
Dopo che Ian lo aveva aiutato ad uscire fuori dal suo guscio, prendersi cura di lui era il minimo che poteva fare.


Everything will change
Nothing stays the same
Nobody here's perfect
Oh, but everyone's to blame


Se ti distrai un attimo, se credi di aver trovato la pace e allenti la corda la vita ti travolge senza pietà: vivere nei sobborghi glielo aveva insegnato bene, ed aveva imparato a stare sempre in allerta.
Poi però si era innamorato e tutto era cambiato all'improvviso.
Dall'essere rassegnato ad un'esistenza ai limiti della sopravvivenza era passato al volersi impegnare per essere migliore. Per Ian. Vederlo così fragile non faceva altro che far divampare la rabbia dentro di lui, rabbia che non poteva sfogare su nessuno, perché a chi poteva dare la colpa di tutto ciò? A Monica, per avergli trasmesso i geni sbagliati? A Frank, per non essersi comportato come un padre e non essersi accorto immediatamente, dato che ci era già passato?
Era inutile cercare di incolpare qualcuno, che fosse una persona o Dio o il destino. Era successo ormai, l'unica cosa che si poteva fare era cercare di arginare i danni. Proteggerlo e soprattutto farlo sentire amato: Mickey avrebbe fatto di tutto per riuscirci.
Avrebbe iniziato con il mettere sotto chiave l'arsenale di armi del padre, avrebbe nascosto i coltelli, le forbici e qualunque altra cosa affilata presente in cucina e avrebbe chiesto aiuto a Mandy e a Svetlana per controllarlo e non farlo sentire mai solo.
Sarebbe andato tutto bene.
Doveva andare tutto bene.


Oh, you're in my veins
And I cannot get you out
Oh, you're all I taste
At night inside of my mouth
Oh, you run away
'Cause I am not what you found
Oh, you're in my veins
And I cannot get you out


Sin da bambino, guardandosi intorno, si era convinto che l'amore non esistesse e crescendo era giunto alla conclusione che tutto si riducesse alla mera fisicità, al semplice sesso. Per anni era stato fermamente convinto di ciò, poi era arrivato Ian a mettere in dubbio tutto quello in cui aveva creduto. Quello che sembrava l'ennesimo tizio da chiamare quando gli andava una sveltina era diventata la persona più importante della sua vita e gli aveva insegnato che l'amore esisteva, cazzo se esisteva. E come la vita, l'aveva travolto senza pietà, ed il dimenarsi contro di esso lo aveva portato a fondo: soltanto quando si era abbandonato alla sua immane potenza aveva cominciato a risalire.
Ian era come il sangue che scorreva nelle sue vene, era come l'aria che respirava, era l'unica persona che gli aveva fatto capire quanto fossero vere quelle dannate frasi fatte e un tempo lo avrebbe odiato per questo, ma non ora. Ora stava imparando a sputare fuori i suoi sentimenti e ad accettarli una volta per tutte e non poteva essergliene più grato.
Il moro entrò nella stanza avvolta dalla penombra e si avvicinò a Ian, ancora disteso e avvolto nelle lenzuola come era dalla mattina precedente, dandogli un bacio sulla testa e distendendosi accanto a lui. Non era sicuro se stesse dormendo o meno, ma decise di sussurargli ugualmente quello che sentiva, per quanto sciocco potesse sembrare.
- Affronteremo anche questo, te lo giuro. Insieme.

 

  
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