Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: daisy68    25/08/2014    1 recensioni
Yuki e Nami sono due bambini colmi di speranze,nasce un'amore prematuro ma passionale però i due vengono divisi improvvisamente;sei anni dopo i ragazzi s'incontrano in una pomeriggio di primavera, tuttavia Yuki sembra essere diverso,tra loro insorge un muro indistruttibile per Nami,riuscirà a raggiungerlo di nuovo?
(vi chiedo gentilmente di lasciare qualche commento visto che è uno dei miei primi racconti vorrei sapere la vostra opinione,grazie in anticipo,buona lettura!)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sei anni prima
‘E’ nuovo questo ospedale sai?’
Pareti bianche e spente, quella clinica non dimostrava i suoi anni anzi quell’odore che persisteva nell’aria, le finestre chiuse con le sue grandi tende che non permettevano l’entrata della luce, il pavimento consumato faceva intuire che quell’edificio avesse all’incirca una cinquantina di anni.
‘Ti piace Nami-san?’
Il sorriso dell’infermiera fece innervosire la ragazzina, con occhi tremanti annuii costretta, stringendo fra le sue braccia un cucciolo di Akita che le aveva regalato la madre per farsi perdonare i continui viaggi all’ospedale.
‘Andiamo tuo padre è qui’
La ragazza premurosamente afferrò delicatamente la mano di Nami accompagnandola in una stanza, era buia, la serranda era quasi del tutto abbassata, erano presenti due letti distanti uno dei quali era vuoto, paurosa lei avanzò, scorse muovendo silenziosamente la testa una sagoma distesa su l’unico occupato, appena lo riconobbe corse raggiungendo la coperta bianca.
‘P-papà’
Aveva gli occhi chiusi, stava dormendo, Nami aveva le lacrime agli occhi, non riusciva a capire il motivo, sapeva solo di rivolere suo padre in casa, ma ormai erano mesi che non tornava nel loro piccolo appartamento.
‘N-nami’
La ragazzina sapeva che suo padre stava male, gli suoi occhi stanchi le trasmisero una scossa su tutta la schiena.
‘Papà’
‘Come stai tesoro?’
Tossi svariate volte prima di riprendere la sua voce.
‘B-bene te è papà?’
Aveva timore della sua futura risposta, le sue guance divennero rosee.
‘Bene il tuo papà è forte sai?’
Sorrise, da quello sguardo così premuroso scorse una speranza, il padre era stato sempre una persona coraggiosa e buona, e indubbiamente Nami credette ingenuamente a quelle parole.
‘Quando ritornerai a casa papà?’
Per lui era difficile mentire a sua figlia, però doveva farlo per il suo bene, per non distruggere il suo mondo.
‘Presto piccola’
Accarezzò scherzosamente la testa di Nami sorridente.
‘Nami-san?adesso tuo padre deve riposare’
L’infermiera sorrise allungando il braccio, lo strinse contro voglia.
‘Ciao papà’
‘Ci vediamo piccola’
La ragazza chiuse la porta sospirando, il cucciolo di akita abbaiò muovendo ripetutamente le zampe dopodiché Nami lo lasciò urlando, lei corse seguendolo.
‘Nami-san fermati!’
Dopo alcuni minuti e ripetute riprese degli infermieri il piccolo cucciolo raggiunse una stanza, la ragazzina entrò di soppiatto, i suoi movimenti furono bloccati da quella vista. La luce penetrava dalle tende alzate illuminando un ragazzino, la sua pelle chiara era risaltata dai suoi capelli neri che poggiavano sulla fronte, i suoi lineamenti erano delicati e regolari.
‘A-akita vieni’
Il cane corse fra le braccia della padrona, avanzò incerta, era curiosa. Voleva continuare a guardarlo , le sue guance divennero rosee quando si rese conto che avrebbe avuto la sua stessa età e che forse non era giapponese.
Poggiò la mano sul lettino porgendo il suo corpo in avanti dopo di che il bambino rise, quando aprii gli occhi Nami indietreggiò impacciatamente.
‘S-scusami!’
Chinò la testa imbarazzata i capelli lunghi castani coprirono la sua visuale. Lui ridacchiò felice.
‘Non preoccuparti tu sei?’
Lei alzò il viso, appena fissò i suoi occhi azzurri le sue guance diventarono ancora più rosse di prima.
‘S-sono N-nami tanaka’
‘Io sono Yuki òta’
Il suo sorriso era smagliante, la ragazzina rimase a bocca aperta.
‘Come si chiama questo cane?’
Si sedette tenendo per mano una fiala.
‘N-non gli ho ancora dato il nome’
Rise.
‘Come non lo sai?’ Ti posso aiutare se vuoi’
Lei acconsentì contenta.
‘Posso accarezzarlo?’
Poggiò il cucciolo vicino a Yuki e l’accarezzò gioioso.
‘E’ una femmina sai?’
Il ragazzino incrociò le braccia toccandosi un ciuffo che cadeva sulla fronte. Nami rimase incantata da quel gesto così buffo, rise calorosamente.
‘Sto pensando ad un nome’
Lei annuii imitando il suo movimento.
‘Non è una cosa che devi fare adesso Yuki-kun’
Poggiò il mento sul bordo del lettino mentre l’akita giocava con il suo nuovo amico.
‘Sei qui da solo?’
Lui annuii.
‘I miei genitori dovrebbero venire a momenti’
Sorrise.
‘Yuki-kun?’
Il suo viso si voltò verso quello di Nami.
‘Cosa ci fai qui?’
‘Sto spesso male, i dottori dicono che ho una salute cagionevole’
Il ragazzino si mise a ridere come se tutto questo non lo tocasse,lei rimase sbalordita dalla sua forza di volontà.
‘Te invece?’
‘Mio padre sta male ma adesso sta migliorando’
Sorrise all’unisono.
‘Nami-san! Ecco dov’eri’
La giovane infermiera interruppe la loro conversazione afferrando la mano di Nami, il cucciolo la seguii saltando dalla barella.
‘V-Vengo domani Yuki-kun’
Lui ridacchiò facendo un piccolo ghigno compiaciuto.
‘A domani Nami-tan!’
Le sue guance divennero rosee, appena uscii dalla stanza la ragazzina sospirò contenta.
##
‘Allora hai deciso il nome Yuki-kun?’
Il sorriso di Nami era sempre più raggiante e forse il motivo era il ragazzo che era sdraiato sul letto, da quel primo incontro erano passati mesi.
‘S-si’
Il corpo di Yuki era debole tuttavia riuscii a prendere il piccolo cane.
‘Lo chiamerò Yukiko’
Nami era un po’ turbata, non riusciva a capire il motivo di quel nome, lo guardò curiosa, lui fece una risatina e con uno sguardo saputello si rivolse a lei, i suoi occhi azzurri non dimostrarono la stanchezza di un anno in quell’ospedale.
‘P-perché?’
Giocò con il piccolo ciuffo che poggiava sulla fronte aveva le braccia conserte, la sua aura era così seriosa che fece scalpitare il cuore di Nami.
‘Un giorno te lo dirò va bene?’
Lei sbuffò incrociando le braccia e giocando con l’orlo della gonna.
‘Sei fastidioso’
Yuki la guardò mostrando tutti i suoi denti bianchi, quel sorriso aveva fatto innervosire la ragazzina, era innamorata di Yuki?  Non sapeva nemmeno cosa potesse significare amare, come faceva a intuire un’amore così giovane? L’unica cosa che riusciva a sentire era il suo corpo fremere ogni volta che quel viso angelico rideva.
‘Yuki tesoro’
Quel momento fu interrotto dall’arrivo di due signori, avevano uno sguardo stanco ma si dimostrarono affettuosi verso quel ragazzo malato, non assomigliavano minimamente a Yuki comunque li chiamò ‘mamma e papà’. Per tutto il tempo rimase seduta in disparte accarezzando il cucciolo, li fissava bramante anche lei voleva suo padre accanto, nel loro vecchio appartamento,sbuffava muovendo incessantemente le gambe. Avvicinò il suo viso alle piccole orecchie dell’akita.
‘Va bene se ti chiamo come dice Yuki?’
Il cane scodinzolò mostrando la sua felicità, Nami bisbigliò quelle parole presentando un sorriso che non dimostrava affatto il suo stato d’animo attuale.
Non riusciva a capire il motivo, perché lei poteva vedere il padre solo per pochi minuti? Voleva stargli accanto a dargli conforto in qualche modo,ma qualcosa più grande di lei le impediva tutto ciò.
I due visitatori se ne andarono, lo sguardo distrutto della donna colpì l’anima di Nami, si nascondeva un amore smisurato in quei due occhi neri che probabilmente lei non avrebbe mai capito.
‘S-sono i tuoi genitori?’
Mi fissò sorridente.
‘Non sono quelli naturali ma si lo sono’
Si grattò la testa, la leggerezza che era incastonata in quelle parole stupii Nami, quel ragazzo ne aveva passate tante, era questo quello che pensava di lui,il suo ottimismo era il contrario di lei, Nami non era mai stato un tipo sempre sorridente pur non essendo ampiamente grande e non riusciva a  capire tutto ciò che le circondava lei non era mai vissuta in un mondo tutto suo.
‘I miei genitori dicono che sono dell’inghilterra ma io non so neanche dov’e’
Ridacchio fissando Nami, dopotutto lei invidiava quella parte di se stesso, questo suo lato così spensierato e maledettamente euforico, come faceva ad essere così? Anche lei voleva vedere il mondo dalla sua prospettiva, ma forse quel sorriso era una maschera. Una stupida maschera.
‘A-anche io non sono di qua, sono europea’
‘Davvero?’
‘I miei genitori soni venuti qui per trovare lavoro quando eri giovani, m-mi hanno detto solo questo’
Sbadigliò rumorosamente coprendo la bocca con la mano, il suo sguardo si dilungò alla finestra impulsivamente si alzò raggiungendo le tende.
‘Hai bisogno di prendere un po’ di sole non credi?’
Yuki rimase sbalordito dalla sua uscita, Nami alzò le serrande e scostò le tende polverose, aprii le finestre appena lo fece il vento primaverile scompigliò i suoi capelli castani.
‘Dai guarda! Ci sono i fiori di ciliegio alzati!’
Si girò osservando Yuki, la sua testa era china, i pugni erano serrati.
‘H-hai ragione oggi è il primo Maggio’
Sorrise tra se e se, i suoi occhi erano stranamente angosciati, forse era questo il suo vero stato d’animo tuttavia a lei non importò infatti allungò il braccio verso di lui.
‘Dai andiamo’
‘Non posso’
‘Certo che puoi ‘
Il sorriso di Nami fece arrossire il ragazzo, era intimorito da quella vista comunque lui afferrò la sua mano alzandosi faticosamente. Il suo braccio cinse  le sue spalle quel tocco fece arrossire la ragazzina, sentiva il petto scoppiare.
‘S-scusa non ho molte forze’
‘Non preoccuparti’
Giunsero alla finestra, quei petali cadevano dai rami ondeggiando nell’aria fresca di quella giornata di sole, i suoi raggi riscaldavano la loro pelle e illuminava specialmente quella di Yuki.
‘Tra poco inizierò piscina sai?’
Lei si voltò entusiasta della sua domanda.
‘Davvero che bello!’
Abbassò la testa allontanandosi da Nami.
‘S-secondo te sarò bravo quanto gli altri?’
La ragazzina sorrise annuendo.
‘Certo che lo sarai, diventerai fortissimo e farai gare su gare’
Lui strinse la mano di Nami, dal suo gesto lei rimase sconvolta,i due riuscivano a percepire il calore altrui, in quel momento si sentivano tranquilli, rimasero in quella posizione sentendo che le temperature dei loro corpi raggiunsero la stessa calura.
‘Lo pensi davvero?’
Lei annuii.
‘Sai mi piaci troppi Nami-tan’
Alzò il suo sguardo, ancora quelle parole dette in quel modo così sottile, in quel momento Nami si senti per la prima volta in sintonia con qualcuno, forse era un’amore stupido e banale di due ragazzini ma avevano una cosa in comune, quel qualcosa costruiva un legame che si sarebbe distrutto difficilmente, erano due cuori ingenui in cerca di un briciolo di speranza.
‘S-senti..’
Yuki si mise davanti a lei, chiuse i pugni mentre il suo viso cominciò a prendere un colore diverso dal bianco,nervosamente avanzò, era la prima volta che Nami vedeva il suo corpo eretto.
‘V-Vuoi e-essere la mia r-ragazza?’
I loro corpi tremavano in sintonia, si sentiva nel loro petto un piccolo tamburo che faceva un rumore assordante, i battiti si dimostrarono rumorosi. A lei piaceva Yuki,era quella la verità ma lei si sentiva così piccola, era così giovane,forse quell’amore non era neanche un vero sentimento, cosa doveva fare? Come doveva rispondergli? Con coraggio e forza avanzò congiungendo il suo sguardo con quello di Yuki.
‘A-anche tu’
‘Eccoti Nami-san, dobbiamo andare’
La solita infermiera interruppe quell’importante conversazione, prese la mano della bambina.
‘Vengo domani Yuki-kun!’
‘Promettimelo’
Si fermò sulla soia della porta usando un po’ delle sue energie si voltò sorridente.
‘Te lo prometto’
Quel sorriso fece scombussolare i pensieri di Nami,sarebbe andata a trovarlo il giorno dopo e avrebbe risposto alla sua domanda con un bel si.
##
‘T-Tuo padre è non c’è più’
Quelle furono le dolenti parole della madre di Nami, quella notte, quella terribile notte che aveva portato via una delle persone più importanti,com’era possibile tutto questo?Non riusciva neanche a piangere, per lei era uno shock, un incubo da cui voleva svegliarsi, se lui fosse andato via lei non avrebbe mai più visto quel sorriso, non avrebbe più trovato rifugio fra le sue braccia dopotutto era il suo eroe.
‘Ora dobbiamo andare via, quella casa non è più nostra’
La madre l’abbracciò  piangendo mentre Yukiko leccava le gambe della bambina sconvolta, chiuse i pugni.
‘Dove andiamo?’
‘A Tokyo’
Tutto questo significava che lei non avrebbe più visto Yuki e che i ricordi del padre sarebbero rimasti a Osaka, non voleva lasciarli non voleva dimenticare il loro sorriso.
‘P-papà’
Le sue lacrime scesero senza fretta, il suo pianto ormai era una pioggia d’autunno impossibile fermarla, voleva sfogare tutto ciò che aveva provato.
‘D-Devo dirlo a Yuki’
‘Non puoi tesoro adesso dobbiamo andarcene a casa dei nonni a Tokyo’
Il suo viso si seppellì fra le braccia della madre bagnandole la maglietta.
‘Non voglio! No!’
‘T-tesoro è la cosa giusta da fare’
Era davvero coretto tutto questo? Lasciare il passato alle spalle senza neanche prendere una pausa? E poi Nami doveva dare una risposta a Yuki non voleva lasciarlo come aveva fatto il padre con lei, all’improvviso distruggendole il cuore, però non poteva fare nulla, i suoi pensieri non erano stati esauditi dalla madre.
Presero le valigie raggiungendo l’unico mezzo per dimenticare tutto, un treno un odioso treno.
‘Yuki perdonami’
Bisbigliò quelle parole stringendo la corda che era legata al collare del cucciolo, appena arrivò il treno altre lacrime bagnarono il suo viso, aveva promesso a Yuki che sarebbe venuta da lui, una promessa era una promessa giusto? Glielo aveva sempre detto a quel ragazzo dal cuore forte, non voleva lasciare qui il padre, i suoi ricordi, il suo appartamento,non voleva dimenticare quella città e le persone che ci vivevano.
Quel momento fu l’ultimo ad Osaka, quel treno li portò via, via dal dolore, dall’angoscia, era solo una forma superficiale di affrontare quella perdita, tuttavia Nami non poteva dare la colpa a sua madre, era l’unica persona che le stava accanto, come sarebbe andata la sua vita da quel momento? Cosa avrebbe fatto?
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: daisy68