Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: KimberStormer    25/08/2014    5 recensioni
Regina vuole scagliare un mojo su Snow ma Rumple per attuare il suo piano che conosciamo tutti modifica quel particolare incantesimo che molti anni dopo,a Storybrooke verrà scagliato per davvero...ma su Emma.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
 
Prima
 
-Rumplestiltskin! – Regina sfogliava freneticamente il vecchio libro di incantesimi che era appartenuto a sua madre e che lei aveva giurato di non utilizzare mai. C’era stato un tempo in cui aveva odiato la magia, ma ora era l’unica cosa che la faceva stare bene.

-Regina reginella quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello, con la fede e…

-Eccoti finalmente! Risparmiami le tue filastrocche da quattro soldi e aiutami!

-Veramente non è mia… -Il folletto le si avvicinò muovendo freneticamente le dita-Chi dobbiamo eliminare? – chiese.

-Che domande! Sto cercando quell’incantesimo del sonno eterno…

-E riprovare ancora con frutta avvelenata? Un Ananas questa volta forse…

-Ana che…?- finalmente trovò ciò che cercava. –Mojo – lesse - Eccolo! Non è quello della volta scorsa, questo è diverso! – sorrise trionfante.

-Ehi ehi ehi piccola fiamma di prorompente vitalità ferma!- Regina lo guardò alzando un sopracciglio. – Devi stare molto attenta con quell’incantesimo: il Mojo è magia forestiera…- spiegò- popoli antichi lo riportarono a noi e se non lo esegui bene, non sai davvero in quali rischi incapperai!

Mi servi ancora! Pensò preoccupato il folletto che Regina tra tutti avesse in mente di scagliare sulla sua nemica giurata Snow proprio quell’incantesimo. Come Cora era riuscita a trovare il Mojo e a scriverlo sul suo libro poi era un mistero: a quanto ne sapeva lui il popolo che lo aveva creato apparteneva ad una religione talmente tanto lontana dal loro mondo magico: l’ hoodoo…

-Non incorrerò in alcun rischio! – lo scansò in malo modo poggiando il libro sul suo tavolo da toeletta- Qui c’è scritto che un intero popolo sarà assoggettato al mio volere come fossero dei corpi senza anima! Ed è questo ciò che voglio!

Ma non io!E’ troppo presto!

Rumple rifletté alla svelta, se voleva farle lanciare il sortilegio oscuro non poteva permetterle di fare l’incantesimo letargico del Mojo o meglio conosciuto come Revenantium.

-Con questo incantesimo ruberò loro l’anima e mi obbediranno.- sorrise maligna.- un po’ più veloce che rubare loro i cuori ti pare?

D’improvviso qualcuno bussò forte alla porta entrando senza neanche aspettare gli venisse detto avanti: e il cacciatore Graham venne senza saperlo in suo aiuto:

-Mia Regina, Snow e il suo piccolo esercito di Nani è alle porte del castello. Vogliono rivendicare il regno, sono venuti a prenderti!

Con uno scatto d’ira, la regina chiuse il libro riponendolo in un ripostiglio dietro lo specchio che aveva visto svanire Cora, poi si voltò e corse nel salone principale senza degnare il folletto di un secondo sguardo.

-Ah, “Dio salvi la Regina” …- sussurrò Rumple, -e noi da lei! –passando una mano squamosa da destra a sinistra scostò lo specchio: non poteva lasciare che usasse quell’incantesimo la prossima volta che ne avrebbe avuta l’occasione.
 
 

StoryBrooke-Maine
 
Stanca! Era davvero stanca che quella Emma Swan si intromettesse in ogni singola cosa che lei faceva!

Storybrooke e tutti i suoi abitanti dipendevano da lei, era lei il sindaco nonché padrona assoluta di quel villaggio di perdenti!

Glie l’avrebbe fatta vedere!

-Grazie a voi ora la magia è tornata ed io…- aprì la piccola cassaforte dietro lo specchio in salotto. – posso finalmente tornare ad utilizzare i miei incantesimi!

Cercò quello più adatto, e alla fine lo trovò sorridendo. All’epoca voleva scagliarlo contro Snow, ora lo avrebbe gettato addosso alla sua cara e preziosa figlioletta, la salvatrice!

Lesse avidamente tutto quello che c’era da sapere anche se le parve molto strano: l’incantesimo, il mojo sembrava una specie di “ricetta”, ma Rumplestiltskin le aveva già detto a suo tempo che era magia forestiera.

-Con questo mojo Hoodoo sarai assoggettata al mio volere come se non avessi più volontà!

Ma doveva sbrigarsi, Henry sarebbe tornato di lì a poco! E lui non voleva che lei usasse la magia.

Corse in cucina, serviva una grande ciotola, ne doveva preparare più di due litri, il libro diceva chiaramente che la persona avrebbe dovuto berne parecchio per assoggettarsi quanto più tempo possibile all’incantesimo.

Sul come avrebbe fatto a farglielo bere se ne sarebbe occupata più tardi.

Avrebbe dovuto renderlo dolce e facile da bere, lo doveva riempire di zucchero e menta che insieme al succo di limone avrebbero dato alla bevanda un sapore decisamente gradevole. Come fosse stato un aperitivo.

-Ecco qui le foglie di hierba buena… -triturò e ne creò un impasto pestandole col mattarello, poi prese una bottiglia di liquido chiaro. – rhum…carta bianca - e lo mischiò al precedente succo che aveva preparato continuando a leggere la ricetta. Tutto quel rhum che ci avrebbe messo dentro sarebbe servito a renderla più docile in attesa che l’incantesimo revenantium facesse effetto.

Era una ricetta semplice ma efficace recitava il libro della madre, che aveva visto tempi migliori, era cancellata in più punti ma fortunatamente non nella parte relativa agli ingredienti ed il dosaggio.

-Ok, non conoscerò bene le parole da dire, ma ho pur sempre questo liquido magico. – lo alzò davanti a sé sorridendo. – la costringerò ad andarsene, ed il cuore di Henry sarà finalmente solo mio!

-Cosa dici mamma? – il ragazzino entrò in cucina allegramente, aprì il frigorifero e prese il succo d’arancia.

-Gia a casa? – Si allarmò la donna nascondendo in un cassetto aperto il libro di magia.

-Si, oggi uscivamo prima ricordi? C’è la riunione insegnanti… cos’hai lì cosa nascondi?

-Oh, questo? – Regina prese la bottiglia che aveva appena preparato. – questo è…un regalo! – cercò di salvarsi in corner. – un regalo che mi ha fatto… Abigail.

Sorrise mostrando al piccolo il liquido chiaro ed apparentemente frizzante. Minuscole bollicine si alzavano freneticamente fino ad arrivare alla superfice.

La chiuse con un tappo di sughero e la ripose in altro in un mobile.

-Cosa vuoi per cena?

-Mangio da Granny mamma! Oggi è il compleanno di Emma! Le hanno organizzato una festa.

Mise il bicchiere nel lavello sciacquandolo e riponendolo poi nell’armadio mentre Regina con le pupille dilatate iniziava a pensare che davvero non si sarebbe mai liberata di quella rovinafamiglie!

 
 
Erano gia le undici di sera, perché Henri non tornava a casa? Quella stupida e la sua festa di stupidi!

Regina era viola di rabbia quando suonarono alla porta, quindi aprì come una furia quasi tirando dentro chi aveva suonato:

-Dov’è mio figlio eh?

La persona dall’altra parte però non si lasciò intimorire:

-Calmati Regina, eccolo. Mi volevo assicurare tornasse dritto a casa quindi ha dovuto aspettare me perché lo accompagnassi…

Con la mano ancora artigliata alla giacca di pelle di Emma Swan, Regina ghignò all’indirizzo del figlio:

-Va dentro Henri. Con te faremo i conti dopo.

-Ma…

-Niente ma, il coprifuoco è alle nove lo sapevi!

Emma fece un gesto col capo ad Henry che entrò mogio in casa salendo le scale per filare in camera sua, quel semplice gesto così simile ad un ordine che aveva fatto a suo figlio fece davvero andare su tutte le furie Regina.

Lasciò la presa però e tentò di sorridere nel modo più convincente che conoscesse: era arrivato il momento dell’attuazione del suo piano.

-Prego, entra a bere un…caffè?! Vorrei parlarti…

Emma scrollò le spalle passandole accanto. Non aveva paura di lei o per lo meno così sembrava… dopo che aveva promesso ad Henry ed alla comunità che li avrebbe lasciati in pace e che non avrebbe più fatto uso di magia, nessuno la temeva più, e sebbene questo la facesse innervosire ora poteva essere la spinta giusta verso la risoluzione del suo geniale piano. La sua vendetta!

-Solo se smetti di ghignare, somigli a Gold in quel modo…

Regina alzò esterrefatta un sopracciglio:

-Di tutte le offese che mi sono state rivolte… questa è la peggiore signorina Swan.

Entrando in salotto Emma ridacchiò, a quanto pareva la terribile regina cattiva sapeva anche essere ironica. Si tolse il giacchetto poggiandolo sulla spalliera della sedia li accanto. Aveva voluto accompagnare il figlio per evitare che la sua seconda madre andasse in escandescenza: dopo tutto era ancora presto per fidarsi delle promesse di non belligeranza che aveva fatto a StoryBrooke Regina, ma andarle incontro se voleva fare un  tentativo le sembrava una buona idea. Avrebbe giovato ad Henry.

-Gli amici mi chiamano Emma…e anche le persone che condividono un figlio con me – le sorrise sedendosi sul divanetto.

Sbruffona! Ma tra poco vedrai cosa ti combino!

Cercando di apparire più calma del solito, Regina fece un respiro profondo, si tolse i tacchi rimanendo scalza e si diresse in cucina.

Prima di qualsiasi cosa, prese il telefono componendo alla svelta il numero del negozio di antiquariato che lei soleva definire robaccia vecchia. Rispose una segreteria telefonica, la voce allegra e sdolcinata di quella servetta che lui si divertiva a compiacere.

-Non perché mi importi ma volevo lo sapessi. Sono passata all’azione quindi fai bene i tuoi calcoli che io farò i miei. – sorrise tra sé e sé. – ricordi l’incantesimo? Il Mojo…?

-E’ tutto a posto Regina? – chiamò Emma con voce stranita.

La donna riattaccò immediatamente presa alla sprovvista. Non poteva essere scoperta e perdere così quell’occasione!

-Si! - lsua voce ovattata giunse dall’altra stanza. -Quindi oggi era il tuo compleanno…- disse quasi senza pensare. – quanti anni hai compiuto? -era passato già un anno da quando quella donna era arrivata a rompere le uova nel paniere?

-Ventinove … senti ma cosa stai facendo?

Regina prese due bicchieri molto larghi, vi mise dentro tre cubetti di ghiaccio ognuno e riempì il proprio con della cedrata e quello dell’altra con il mojo da lei preparato.

Poi prese il vassoio poggiandoveli sopra con la bottiglia e tornò in salotto sorridente. Non aveva avuto il bisogno di fingere un sorriso che ora le arrivava alle orecchie: presto avrebbe avuto la sua vendetta!

-Volevo proporti una tregua, - poggiò le bevande sul tavolino basso davanti all’altra, e non le sfuggì lo sguardo sorpreso e guardingo della ragazza mentre prendeva in mano il bicchiere e ne osservava il liquido bianco.

-Che cos’è?

Regina sbuffò un sorriso:

-Non ti fidi?

-No. – rispose semplicemente Emma rimettendo il bicchiere sul tavolo.

La donna si sedette accanto a lei raccogliendo i piedi sotto di sé.

-E’ Rhum e…è un regalo di Abigail. – mentì di nuovo riprendendo il bicchiere che stava facendo condensa sul suo prezioso tavolino di mogano poggiandolo sul vassoio.

-Abigail eh? E come sta? Non era andata a Boston?

-Ah bene, pare stia molto bene li e…

-Menti. – prese di nuovo il bicchiere e glie lo porse. – Abigail ha dimenticato tutto, come poteva spedirti un regalo? Bevi.

Livida di rabbia perché aveva sottovalutato quella sciocca apparendo così ancor più stupida di lei, Regina le strappò dalle mani il bicchiere e ne bevve una buona sorsata.

-Contenta?

Emma sorrise e prese l’altro brindando ad Henry e bevendo anche lei.

Ce l’aveva fatta! Sapeva che non si sarebbe fidata di lei e quindi aveva dato ad Emma il bicchiere con la cedrata sin dall’inizio. Era vero che la faceva infuriare essere scoperta a mentire ma dopotutto lei era più vecchia di quella ragazzina di almeno cinquanta anni e certi trucchetti quella sciocca non sapeva nemmeno dov’erano di casa.

 
 
-Allora, di cosa volevi parlarmi?

Regina le riempì di nuovo il bicchiere ed Emma diede un’altra lunga sorsata.

-Buono…è particolare… - sorseggiò ancora rilassandosi sullo schienale del divano.

Oh, non hai idea quanto!

-Sai, sono contenta tu abbia dichiarato una tregua, ad essere sincera non so se sarei mai riuscita a contrastarti…

-Beh non è da tutti saper usare la magia come me e di certo non mi sarei risparmiata per Henri.

-Esatto, è proprio questo, vedi…non è di te versione “Strega cattiva” che ho paura. Sin da bambina ho imparato a cavarmela da sola in ogni circostanza e certo non ho paura di sporcarmi le mani.

Sorrise triste riflettendo su qualcosa nel proprio passato. Regina si domandò se i suoi ricordi riguardassero qualcuno in particolare o semplicemente se stessa.

-Da bambina…avrei pagato chissà che cosa per avere una mamma. Ed Henri non solo ne ha due ora, ma una di loro non si fermerebbe mai davanti a niente pur di stargli accanto, qualsiasi cosa accada! – asserì finendo il terzo bicchiere.

-Beh non sono certo da meno di te, anche io per lui farei qualsiasi cosa… - glie lo riempì di nuovo svuotando la bottiglia sino all’ultima goccia.

-E’ esattamente di te che parlavo infatti... – sbadigliò stanca poggiando la testa sullo schienale del divano.

-Di me? – chiese in un sussurro stupita.

Chi avrebbe immaginato che quella sbruffona senza un minimo di stile e raffinatezza potesse pensare di lei che fosse un’ottima madre.

-Sei una brava madre Regina, anche se forse non sono la persona più adatta a dirlo visto che non ne ho mai avita una… accidenti come sono in vena di complimenti, non è che mi hai drogata per caso?- ridacchiò sentendo la testa leggera come un palloncino.

Regina si alzò sentendosi a disagio, non le piaceva la piega che stava prendendo quel discorso, perché per odiare Emma Swan anche Emma Swan doveva necessariamente odiare lei. Non ci sarebbe stata parità altrimenti, non le sembrava giusto!

-Quando ti ho incontrata la prima volta non credevo che lo amassi sai? – rise sentendosi ebra. – ma poi ti ho conosciuta meglio e so che se non fossi mai arrivata a StoryBrooke tu saresti comunque stata una buona madre per mio figlio… Ehi ma, dove vai? – Aprì un occhio rossa in viso allungando una mano verso la donna.

Quel mojo aveva un effetto strano sulle persone, rifletté Regina passandole davanti. Sentendosi prendere per la gonna si girò e vide la sua letale nemica con le guance rosse, accaldata e sorridente, con gli occhi lucidi. Le venne da ridere, non sapeva neanche più se voleva la vendetta adesso. -Vado a controllare Henri…

-Ah buona idea… - Cercando di tenersi ritta sulle proprie gambe con la mano sinistra ancora attorcigliata alla gonna del completo grigio di Regina, Emma si alzò prendendo male le misure e barcollando in avanti. – vengo anche io…

-Attenta! Ferma!

Appena Regina ebbe pronunciato quelle parole Emma si arrestò di colpo guardandola.

-Funziona anche senza che io abbia formulato l’incantesimo…-sussurrò.

Emma strizzò gli occhi per metterla bene a fuoco. La luce della lampada del salotto rendeva tutto più soffuso, ed la ragazza si ritrovò a specchiarsi negli occhi nocciola di Regina quasi incantata.

-Mi hai…stregata…

-Si lo ammetto. – chinò la testa. – Vedi, ti ho fatto un incantesimo e… me ne vergogno. Non solo perché ho mentito a mio figlio dicendo che non avrei più usato la magia, ma, anche perché…-era così difficile da dire che adesso si rendeva davvero conto di che vita infernale avesse dovuto passare quella ragazza sin da piccola? – non voglio che nessuno mi porti via Henri… ma questa sera ho capito che forse ti ho giudicata un tantino peggio di come in realtà sei.

-Mi hai davvero stregata… -le calcò una mano sul braccio camminando in avanti.

-Si te l’ho detto ti ho fatto un incantesimo , un Mojo… è magia forestiera, una specie di schiavo e padrone.

-No, no TU! – calcò sul pronome e mettendole entrambe le mani sulle spalle si sbilanciò. Vedeva tutto offuscato ma per una stranezza era come se i suoi sensi invece fossero acuiti. Sentiva la stoffa liscia della giacca costosa di Regina sotto i polpastrelli e alzando una mano su quel viso sentì la pelle calda e morbida sotto il palmo. Era un afrodisiaco? – tu mi hai stregata! – E senza aggiungere altro la avvicinò a sé baciandola.

Dopo un secondo durante il quale Regina cercò di capire se tutto quello le stava davvero accadendo o meno, si divincolò.

-Cosa stai facendo? – la apostrofò senza fiato sfiorandosi le labbra.

-Ti bacio. – rispose semplice Emma tornando a fare ciò che in quel momento considerava una priorità assoluta: impossessarsi di quelle labbra rosse e voluttuose.

La strinse a sé senza darle il minimo spazio. Non si sentiva così da anni. Era come se tutto quello che aveva sempre cercato, la sicurezza e l’amore ora fossero lì davanti a lei pronti ad essere colti, come una mela dall’albero.

Con un gesto teatrale si chinò prendendola in braccio. Regina lanciò un gridolino di paura e sorpresa mentre Emma si avvicinava alle scale barcollando.

-Mettimi giù! Te lo ordino!- sibilò.

Ma la ragazza salì tremolante uno ad uno gli scalini che portavano alla camera da letto del sindaco di StoryBrooke senza dare segno di averla neanche sentita.

Regina era nel panico, ad ogni scalino che quella pazza faceva si sentiva dondolare pericolosamente, e vedeva la balaustra e il pavimento avvicinarsi ed allontanarsi. Si sarebbero ammazzate! Possibile che quel dannato Mojo non avesse effetto? Eppure era chiaro: la persona lo beveva e diventava un automa obbediente.

-Fermati è un ordine Swan! -chiese ancora a bassa voce non volendo rischiare di svegliare Henri che le avrebbe viste ammazzarsi, una cadendo dalle scale e l’altra dalla balaustra. Sarebbe stato il primo caso di figlio orfano di due madri.

L’assurdità le fece scappare una risatina isterica, mentre Emma alla fine era riuscita a portarla “in salvo” in camera sua.

La lanciò sul letto, e Regina emise un gridolino rizzandosi a sedere. Se il mojo non funzionava l’avrebbe fermata lei con la magia: alzò entrambe le mani verso la donna per scagliarle addosso una magia, ma fu troppo lenta: Emma le prese entrambe intrecciando le dita alle sue allargandole le braccia, si avvicinò chinandosi sopra di lei e la baciò di nuovo zittendo ogni protesta.

-Ti voglio… - le sussurrò poi all’orecchio mordendolo piano.

Il respiro caldo ed i baci sensuali di Emma le lasciarono davvero poco spazio a qualsiasi pensiero che non fosse il rimanere in silenzio ed assoggettarsi a quegli assalti. Certo non era così che avrebbe voluto andasse a finire, ma neanche le stava dispiacendo poi troppo. Muovendo solo un dito verso la porta la fece chiudere e girò la chiave con un piccolo scatto, sospirò e si sdraiò meglio stretta tra le braccia di quella ragazza che non era riuscito a fermare neanche un incantesimo.

 
 
Esausta e con i capelli in disordine Regina si alzò bruscamente sentendo il telefono squillare come impazzito.

-Arrivo! – s’indispose. Dov’era Henri? Guardò l’orologio: erano le dieci del mattino!

Scese veloce le scale stringendosi nella vestaglia che aveva trovato ripiegata sul letto, e si diresse in cucina dove si accorse con sgomento che regnava il caos più totale: briciole di pane bruciato sparse ovunque, marmellata sul bancone in marmo e sul tavolo il liquido del succo di frutta rappreso…

-Cos’è successo qui, la guerra?

Si accorse di un foglietto accanto al telefono che imperterrito continuava a reclamare la sua attenzione:

-Chi parla? – rispose prendendo la cornetta in mano con la voce rauca mentre nel contempo apriva il bigliettino:
 
“Se volevi farmi ubriacare per provarci con me sappi che ci sei riuscita benissimo! Ho cucinato qualcosa ad Henri e lo accompagno a scuola stamani prima di andare a lavoro.
Stasera passo, dobbiamo parlare di noi due.
Emma.
P.S.Il Mojito si fa con il lime non con il limone…comunque ti è riuscito bene ugualmente, ho un tale mal di testa!
A stasera…tesoro!” 

-Regina? Ho ascoltato il tuo messaggio in segreteria questa mattina. Li per lì non ho davvero capito a cosa ti riferissi poi ho ripensato…al tiro mancino che ti feci per evitare tu scagliassi il revenantium contro Snow quel giorno. Preso dal panico cercai tra i miei pensieri e le mie visioni del futuro e scrissi al posto del vero mojo la ricetta di un coctail che non esisteva se non in questo mondo senza magia. Sai, per essere sicuro che tu non saresti riuscita a capire che si trattava di un falso e tantomeno a prepararlo…

La voce di Rumple fece da sottofondo a ciò che era scritto in quel bigliettino, mentre Regina lo leggeva e si lasciava cadere sulla sedia capendo all’improvviso come mai la sera prima Emma si era comportata in quel modo, non capendo affatto invece il proprio di comportamento!

Si mosse a disagio sulla sedia: era seduta su qualcosa, si scostò prendendo da sotto di se un cucchiaio sporco di marmellata.

-…nei guai…proprio nei guai…

-Oh andiamo era uno scherzo innocente – chiese Gold non riuscendo a trattenere una risatina – in che guai mi sarei cacciato?

-Non tu … io…
FINE
 

La ff si basa sul gioco di parole: Mojo che vuol dire Magia, incantesimo, e Mojito il coctail xD pare infatti che il nome Mojito derivi dal termine della religione voodoo "Mojo" e voglia significare quindi piccolo incantesimo. Ho invece usato il termine Hoodoo per classificare il revenantium perché la magia nera tratta dal voodoo è appunto l’hoodoo. La ricetta del mojito l’ho presa qui :3
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: KimberStormer