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Autore: CharlieBb    19/09/2008    5 recensioni
Eppure... eppure era bella, quella sensazione. Rintanata nel suo petto, in un angolino vicino al cuore, e lo riscaldava di un dolce tepore. Era bello sentirla lì, ferma e pronta a risvegliarsi nei momenti in cui, magari, avrebbe dovuto restare sopita. E ora... doveva darsi una mossa...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Mikey Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: You and me [How about it?]
Fandom: Real People/ My Chemical Romance, Altri
Autrice: blaise_sl_tr07
Beta Reader: Will91
Raiting: verde/giallo
Avvertimenti: slash, poco e velato, niente di particolare.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono; ciò che scrivo non è a scopo di lucro e nessuno dei fatti che intendo proporre è vero.
Nota #1: Un ringraziamento in anticipo a tutti, in particolare alla mia meravigliosa beta Will91, perchè senza di lei sarei persa.
Nota #2: il titolo della shot e la frase finale di Brian (quella in inglese e in corsivo) appartengono alla canzone "Romeo and Juliet" dei Dire Straits, un pezzo che amo e continuava a darmi idee per delle shot.
Nota #3: questa shot è tutta, ma proprio tutta tutta!, per la mia da, senza il quale entusiasmo non potrei ormai vivere! Darling, l'ho scritta per te. Perchè ami la coppia (e mi hai traviata! xD), perchè sei la mia sis e ti adoro; per ringraziarti di tutto e della bellissima giornata passata insieme (la prima di molte altre!) e per poterti ricattare e convincerti a scrivere qualcosa con me, of course. Tnks sis, ti adoro! <33





You and me [How about it?]



Mikey non ci aveva mai veramente pensato, non sul serio.
Si era limitato ad accettare quella nuova sensazione, senza analizzarla. Per lui era diventata normale, quasi la dava per scontata. La sentiva accompagnarlo ogni giorno, in ogni istante, quando era in mezzo agli altri e quando era da solo. Semplicemente, quella sensazione era con lui.
Non ricordava esattamente come fosse arrivata, sapeva solo che un bel giorno si era alzato e se l'era trovata lì, accoccolata nel suo petto, e tutto gli era sembrato più bello. Era successo e basta, e a lui, in fondo, andava bene così.
Ma forse, forse, era arrivato il momento di capirci qualcosa di più.
Perchè quella sensazione era bella, d'accordo, ma a volte era anche piuttosto fastidiosa. Certe volte lo rendeva nervoso e lui, che già parlava poco di suo, si ritrovava chiuso in un silenzio stupido e insensato. Altre volte, quella sensazione s'intrufolava nel suo sangue e gli saliva prepotentemente alle guance, dando al suo viso il colorito di un peperone.
Per non parlare, poi, di ogni volta che vedeva lui.
La sensazione sembrava impazzire, perdere il controllo e prendere possesso del suo corpo. Lo faceva arrossire, per prima cosa. Lo faceva restare in silenzio (in realtà, iniziava a balbettare e poi, per evitare brutte figure, ricorreva al mutismo). Gli faceva tremare le gambe e le mani, la fronte gli si imperlava di sudore freddo e nello stomaco sentiva un branco di leoni rincorrere le gazzelle (le farfalle erano ormai superate da un pezzo, probabilmente le avevano sbranate i leoni, poverette).
E quindi forse, ma proprio forse, era arrivato il momento di fermarsi e riflettere.
Quando era cominciato? Non lo sapeva esattamente, sapeva solo che era da tanto, da alcuni mesi, probabilmente.
Come era successo? Quello era un mistero. Da un giorno all'altro si era ritrovato a guardarlo in modo diverso, con altri occhi. Era come se lo vedesse per la prima volta, sotto quella nuova luce. Era come trovarsi davanti ad un'altra persona, una tutta nuova, e non davanti all'amico di sempre. Era stato un cambiamento semplice e fluido, ma comunque inaspettato.
Perchè era successo, poi, era uno dei Grandi Misteri Della Vita. A Mikey piacevano le donne, gli piacevano molto, sin da quando era ancora un ragazzino alle prese con la tempesta ormonale. Gli piacevano perchè erano carine, perchè il loro corpo aveva delle belle forme, perchè erano esserini graziosi e fragili.
Ma allora perchè lui?
Perchè solo con lui quella sensazione si risvegliava?
Perchè, ogni volta che lo vedeva, non riusciva a staccare gli occhi dal suo viso, dai muscoli del petto e delle braccia, dal collo possente (totalmente diverso da quello gracile e carino di una donna, inutile dirlo)?
Perchè non riusciva a smettere di pensare a come sarebbe stato avere quelle braccia strette attorno a lui, alla sensazione di sentire i muscoli sotto alla maglietta?
Perchè non riusciva a smettere di sognarlo, di sognare le sue labbra sulla propria pelle, il calore del suo corpo nudo sopra di lui?
Davvero, era assurdo.
Eppure... eppure era bella, quella sensazione. Rintanata nel suo petto, in un angolino vicino al cuore, e lo riscaldava di un dolce tepore. Era bello sentirla lì, ferma e pronta a risvegliarsi nei momenti in cui, magari, avrebbe dovuto restare sopita. E ora... doveva darsi una mossa.
Non poteva mica continuare a starsene con le mani in mano e rimanere ad aspettare che lui se ne accorgesse. Doveva fare qualcosa. Ma cosa?
Andare a parlargli. Ma cosa dirgli?
"Ciao, scusa se ti disturbo, volevo dirti che mi piaci"? Oppure: "Ho scoperto che sei l'unico uomo che mi piace e vorrei sbatterti sulla prima superficie piana disponibile"?
No, non andava, non andava proprio bene.
Gli serviva qualcosa di semplice ma al tempo stesso efficace, qualcosa che gli facesse chiaramente capire la situazione. Be', ci avrebbe pensato strada facendo.
Mise il cappotto nero, prese le chiavi e uscì di casa, mentre la sua testa godeva di vita propria e cercava qualcosa di sensato da dire. A piedi si diresse verso la sua casa, stringendosi di più nella sciarpa e nel cappotto nero per coprirsi dal freddo di New York.
Pensò a lui, a cosa potesse star facendo in quel momento. Di sicuro era al lavoro, quell'uomo era uno stacanovista. Il solo pensiero lo fece sorridere e gli imporporò le guance, ed eccola di nuovo lì, la sensazione. Al solo pensarlo era tornata a farsi viva, mescolandosi al sangue che affluiva al viso e incarnandosi nel famoso branco di leoni a caccia di gazzelle.
Svoltò un angolo e si ritrovò davanti a una caffetteria, dove ormai era solito andare. Entrò e ordinò due caffè neri da portar via, e la cameriera eseguì balbettando e inciampando nei suoi stessi piedi per l'emozione di trovarselo davanti (Proprio Mikey Way, il bassista dei My Chemical Romance!, avrebbe raccontato in seguito alla sua migliore amica).
Pochi minuti dopo Mikey pagò e uscì, attraversando l'unico isolato che lo separava da lui. Si fermò davanti al portone, suonò e subito dopo quella voce così familiare gli rispose.
Il portone scattò e Mikey lo spinse, impaziente di salire. Attese l'ascensore e quando arrivò corse dentro, pigiando il pulsante dell'ultimo piano.
Glielo avrebbe detto, finalmente.
"Ti prenderà a calci nel sedere", sussurrò una vocina nella sua testa. Dannazione. Poteva anche avere ragione. Dopotutto, che ne sapeva di come avrebbe potuto reagire? Nella sua immaginazione si era figurato la scena, e lì ogni cosa andava per il verso giusto.
Ma avrebbe anche potuto andare diversamente, magari lui lo avrebbe preso a calci e pugni (e di muscoli ne aveva, gli avrebbe facilmente rotto le ossa, se solo avesse voluto... meglio non pensarci), o lo avrebbe gentilmente rifiutato, o...
Le porte dell'ascensore si aprirono, e Mikey fu lì lì per pigiare un pulsante e tornarsene da dove era venuto. Ma poi sentì la sua voce chiamarlo, e la sensazione tornò, forte, impazzita. Con un profondo sospiro Mikey uscì dall'ascensore e attraversò la soglia del bellissimo loft in cui la sua ossessione viveva (sì, certo, ossessione: lo sognava ogni notte, ci pensava ogni istante, voleva sempre vederlo e osservarlo -sì che era un bell'uomo, ma insomma, contegno!- e non poteva fare a meno di lui... ossessione), richiudendosi la porta alle spalle.
Fece pochi passi verso l'angolo della cucina e se lo ritrovò davanti, bello come un dio greco o forse anche di più, coi jeans a vita un po' bassa e una canottiera bianca e aderente che non lasciava nulla all'immaginazione. Aveva i capelli in disordine e un accenno di barba incolta -e gli occhi blu più belli del mondo, certo.
-Ciao Mikes! Vedo che hai portato il caffè... grazie, ne avevo bisogno- disse con un sorriso perfetto e bellissimo.
-D-di niente-. Ecco, stava ricominciando a balbettare, dannazione.
Si tolse cappotto e sciarpa e li appese al gancio nell'ingresso, rimanendo così in t-shirt a maniche lunghe. Ma avrebbe avuto caldo, probabilmente, dato che il loft era riscaldato alla perfezione.
L'altro gli prese il caffè dalle mani e iniziò a sorseggiarlo, sedendosi sul ripiano della cucina. Anche Mikey sorseggiò il caffè, ma si concentrò più che altro sul quel profilo bellissimo, sulla linea del collo, sul tatuaggio di quel buffo omino, sulla curva ben delineata e muscolosa della schiena...
-Allora... come sta tuo fratello? E gli altri? E' un po' che non li sento-. Mikey annuì, poi si ricordò che avrebbe anche dovuto rispondere e per poco non riprese a balbettare.
-Gee sta bene, per ora sta lavorando- disse perdendosi nei suoi occhi blu, -Ray è a casa con Christa, e lavora anche lui. Frank è in tour, e si fa sentire praticamente ogni giorno. E Bob è a casa sua, a Chicago, e so per certo che ha ricominciato a suonare, anche se dovrebbe rimettersi del tutto prima di farlo-
-E tu, Mikes? Che mi dici di te?- domandò ancora l'altro, invitandolo a sedersi. Mikey si issò sul ripiano della cucina e lo guardò qualche istante prima di rispondere.
-Io... be', io e Alicia ci siamo lasciati- disse a bassa voce, -è meglio così, davvero. Adesso sono a New York, come sai, e sto cercando di mettere ordine nella mia vita-
-Mi dispiace, Mike...-
Mikey fece un cenno con la testa per dire che era tutto a posto, e lo era davvero. Lui voleva bene ad Alicia, ma aveva capito troppo tardi di non esserne innamorato. Così le aveva detto la verità -omettendo il nome e l'identità della sua "ossessione"- e lei lo aveva accettato. Aveva sofferto, era vero, ma lo aveva accettato. Aveva fatto le valigie, gli aveva dato un bacio ed era andata via.
In quel momento Mikey si voltò verso di lui, e i loro nasi quasi si sfiorarono, tanto erano vicini. Si perse ancora una volta in quelle profondità del colore dell'oceano e dimenticò persino di essere in possesso della facoltà di parola. Fu allora che lo fece.
Si sporse e poggiò le labbra sulle sue, sempre guardandolo negli occhi blu, adesso spalancati per lo stupore.
-Mike...- mormorò l'altro non appena interruppero il contatto -ma non si spostò affatto, e la sensazione fece capriole e salti mortali nel suo stomaco (in mezzo ai leoni, sì) per la gioia.
-Brian solo... tu e io, che ne pensi?- disse allora Mikey, o meglio, la sensazione che parlò per lui, dato che le parole gli rotolarono fuori dalla bocca senza che lui se ne accorgesse.
Il manager lo guardò, in silenzio, e non disse nulla per alcuni istanti. Chissà, forse stava cercando un modo gentile di rifiutarlo, oppure lo avrebbe picchiato furiosamente di lì a un paio di secondi...
-And I dreamed your dream for you, and now your dream is real...- canticchiò invece alla fine, sorridendo e attirandolo a se' per un nuovo bacio -uno vero, finalmente, con tanto di lingua e palpatine annesse.
Be', pensò Mikey, alla fine era andata bene.






***
Questa è una shot, come dire, pisana, nel senso che è la prima shot che ho scritto nella mia nuova casa a Pisa (Ispirazione mi ha graziata! *-*). Emozionante (come aspettare che un pomodoro si lavi e tagli da solo, penserete voi. E mi sa che avete ragione. Ma tant'è). Spero vi piaccia!
xoxo
   
 
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