La Tristezza
Salve cari dolcissimi lettori! Chi è un appassionato di Final Fantasy, e soprattutto del nove, avrà sicuramente notato che questo titolo è ripreso dallo screen saver di Vivi…
Il
sole tramontava dietro le ultime montagne che si accingeva a toccare e lasciava,
su di sé, un banco di nubi rossastre, pronte a diradarsi istanti dopo…
Mi
sono sempre chiesto dove va il sole a dormire… Perché alle volte vorrei anche io
poter dormire senza la paura che qualcuno sfondi la porta del castello e venga a
prendermi, per uccidermi…
Sento
da dentro una finestra, un canto leggero che fa innalzare in alto uno stormo di
colombe, un canto che mi culla al sonno… Deve essere senz’altro Daga… starà
cantando quella melodia a Gidan, a lui piaceva tanto… Rimango sempre e solo io
fuori dal giro…
In
fondo ci sono abituato, nessuno vuole stare con me, il bambino con il cappello
da Merlino. Che male avrò fatto a questo mondo… Ma forse è giusto che io paghi
per i miei compagni… Loro non erano cattivi, erano solo impauriti, avevano
timore della morte… Quando uno di noi si addormenta, poi non si muove più, e a
vederlo in quel modo anche io avrei paura… Mi ricorderebbe il mio nonnino
adorato… Anche lui un giorno ha smesso di muoversi… E quella paura li ha portati
a seguire l’unico che gli avesse promesso che non si sarebbero mai più
addormentati; tante menzogne, ma ci hanno creduto, ed io non li biasimo… Per un
momento, anche io ebbi il desiderio di seguire Kuja, per smettere di avere
paura, per essere sicuro che non mi sarei addormentato anche io…
Ma
poi vedevo tutti i miei compagni, senza un’anima, senza uno scopo nella vita,
solo dei bambocci, li chiamavano tutti, buoni ad eseguire ordini… Quella voglia
mi è passata subito…
Eppure,
anche se ero dalla parte dei buoni, dovevo nascondermi quando andavo in giro…
Vedevo ovunque i miei compagni morire, cadere per mano degli uomini… O per mano
dei loro simili… Come quella volta sul Caroship… Tutti quei maghi neri che
cadevano, morivano, spegnevano per sempre la luce ardente dei loro occhi, e solo
per colpa di Valzer… Quella volta detti sfogo alla mia rabbia con la trance…
Ma
io continuo ad avere paura… La paura di svegliarmi la mattina e girovagare per
il castello, e vedere tutti seduti soli, li chiamo e non mi rispondono, non mi
vedono e solo dopo, capisco che sono morto… Ma nessuno su di me dice una parola,
nessuno dice che ero un amico, che mi volevano bene… Solo il silenzio, per uno
come me…
Paura…
Paura di ritrovarmi per le strade, mentre nessuno mi guarda, sotto la pioggia…
Nessuno mi porge un ombrello, e chi vede le lacrime che rigano il mio viso dice
solamente “ no, è l’acqua della pioggia! Un essere così non può piangere!”. Ma
loro come fanno a saperlo? Hanno visto più sangue e orrore questi due occhi che
loro nemmeno possono immaginarselo…
Piango,
piango sempre, ma nessuno mi ascolta…
E
così guardo il tramonto, che ormai è sparito e ha lasciato il posto alla
tenebra… Delle volte ho amato il buio, perché poteva nascondermi, nessuno mi
avrebbe visto nel buio… Ero felice, per poi capire che ero solo al punto di
partenza, solo, senza qualcuno che mi stava accanto e mi porgeva un fazzoletto,
una spalla su cui piangere… Ho odiato il buio… Odio, che parola dal suono aspro
e violento, provate a pronunciarlo, O-D-I-O… è orribile, eppure non c’è parola
migliore per esprimere questa rabbia, angoscia, tristezza che ho dentro…
Chissà
quanto durerà ancora questo buio, chissà per quanto ancora dovrò provare questo
lugubre sentimento… La luna medaglia mi sorride, ed io ad un momento le chiedo “
perché lo fai?”; ma lei mi guarda, continua a sorridermi, sorride a tutti… “ lei
sorride a tutti” come chi avesse letto nei miei pensieri, Gidan mi aveva fatto
da eco… “ Gidan…” “ che ci fai qui Vivi? È tardi ormai…” Abbasso gli occhi e non
rispondo… In fondo tu sei solo uno dei tanti altri… Eppure sei diverso… a tuo
modo sei diverso Gidan… “ Gidan, perché quando ci incontrammo tu mi portasti con
te?” “ perché eri solo… un po’ come me! E due soli possono fare una coppia no?”
“ ma non avevi paura di me?” “ paura?!” Lui si mette a ridere, una risata
fragorosa, che mi spinge a ridere anche a me… Ridiamo tutti e due… Quando sto
con Gidan, la mia tristezza svanisce, se ne va di colpo… Ora ho capito, Gidan è
davvero diverso! Forse perché anche lui a suo modo è diverso dagli altri… “ ei
Vivi, ti ricordi la poesia dell’eterna amicizia?” “ m?! si certo!” “
recitiamola!” Lui che vuole recitarla con me! Sempre e solo con me ho sentito
Gidan pronunciare i versi di quella poesia, forse lui vuole recitarla solo con
me!
“
dopo il giorno vien la sera
dopo l’inverno, la
primavera
e la vita in fondo, in fondo
è
un allegro girotondo!!”
“grazie Gidan, mi sento meglio!” “ visto che funziona sempre?!” un’altra risata! Al mondo, anche se gli altri non mi vogliono, io so di avere l’amicizia di Gidan! Lui starà sempre accanto a me!
“
ragazzi venite dentro, è ora di dormire!”
La
voce di Daga ci distrae dai nostri pensieri… Gidan si alza e si avvia,
guardandosi dietro e facendomi cenno con la mano di andare con lui… In quella
sera, finalmente avevo scacciato via la tristezza! Una stella, la prima stella
della notte era sorta sopra di me, ma non era sola, accanto c’era la luna!
“
grazie Gidan!”
Era
troppo lontano per sentirmi, ma sapevo bene, che in cuor suo, lo aveva sentito!
FINE
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