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Autore: At Sunrise_    26/08/2014    2 recensioni
"I muri che si era costruita, le persone a cui voleva bene che teneva distanti, le cupole che le permettevano di isolare i suoi sentimenti: tutto si stava sgretolando piano piano. Tutto si stava dissolvendo per un ragazzo."
Allison Shulder è una diciassettenne, troppo chiusa e con troppe paure per esporsi agli altri.
Tranne al suo migliore amico Ben: lui la conosce da quando era bambina e c'è sempre stato ogni volta che lei sprofondava. Ma come migliore amico? I muri di Allison si sgretoleranno per uno splendido e dolce ragazzo o per qualcuno sempre presente che fino ad allora non aveva notato da una diversa prospettiva?
La ragazza si ritroverà in un vortice di emozioni che la segneranno per sempre.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Autunno

 

Quella mattina di ottobre il cielo era di una tonalità più scura dell'argento. Grandi nuvoloni carichi di pioggia promettevano brutto tempo e Allison si ricordò di aver dimenticato l'ombrello a casa. In Inghilterra il tempo poteva riassumersi in una parola: imprevedibile. Un attimo prima il sole splendeva e l'aria era afosa e un attimo dopo pioveva a catinelle. La ragazza guardò l'orologio e imprecò piano. Era in ritardo e le dava fastidio far aspettare le persone, ma Ben avrebbe capito dato che due volte su tre arrivava a scuola con il fiatone per la corsa appena fatta. La strada era stranamente poco affollata, attraversò velocemente e fece una piccola corsa per arrivare al cancello dell'istituto. Ragazzi e ragazze sfrecciavano da tutte le parti, e riuscì a schivare un gruppo di ragazze sghignazzanti dirette anche loro all'edificio. Ben l'aspettava davanti all'entrata, affiancato da un gruppo di ragazze che continuavano a ridere e parlare ad alta voce come se fossero ad un km di distanza. Allison abbassò lo sguardo e arrivò davanti al gruppo con dieci minuti di ritardo.

“Allora ci sentiamo per sabato..” stava dicendo una ragazza a Ben. La ragazza lo chiamò e Allison alzò lo sguardo e fu felice di vedere che lui la stava guardando, ignorando la bionda che, impaziente, girò i tacchi e se ne andò seguita dalle altre tre ragazze.

“Alli sei in ritardo” brontolò Ben un attimo prima di abbracciarla. Allison si staccò e sbuffò con un mezzo sorriso sulle labbra.

“Se dovessi elencarti io tutte le volte che ti ho aspettato..” Ben con il sorriso sulle labbra le mise un braccio sulle spalle e si diresse insieme alla ragazza all'entrata della scuola.

“Hai sentito di cosa parlavo con quelle ragazze prima?” le chiese senza guardarla. Lei pensò a ciò che aveva detto la bionda e annuì lentamente. “Sabato c'è una festa” le disse con disinvoltura.

“Okay, perché me lo stai dicendo?” gli chiese Allison. Sapeva che Allison non partecipava volentieri alle feste, o semplicemente non le piacevano. A settembre ne avevano fatta una a cui Ben era andato, anche se voleva restare insieme a lei a casa ma Alli lo pregò di andare. Non voleva rimanesse a casa per colpa sua; se lei era asociale non lo doveva essere anche lui.

“Mi chiedevo se avevi voglia di venirci insieme a me.”
La ragazza abbassò lo sguardo e disse con voce pregante: “Ben..”

“No Allison, non cominciare. Non vieni più da nessuna parte, ti stai chiudendo in te stessa e non voglio” insistette con aria triste. Aveva voglia di allungare le braccia, come poco fa, e racchiuderlo in un secondo abbraccio dicendogli che sarebbe venuta volentieri, ma non voleva succedesse un'altra volta quello che era successo all'ultima festa a cui aveva partecipato. Non avrebbe commesso lo stesso errore.

“Alli..” continuò, ma lei proseguì senza guardarlo. Ormai erano entrati e adesso Allison doveva cercare l'aula di fisica da sola, visto che Ben aveva storia alla prima ora. Inoltre voleva abbandonare quel discorso. Lui la raggiunse e la fermò con una mano sulla spalla.

“Mi stai ascoltando? Non succederà quello che è successo all'ultima festa” sussurrò serio. “Ci sarò io.”

“Non puoi saperlo, e io non voglio..” ma lui gli posò una mano sulla guancia e fece di no con il capo.

“Pensaci, non chiedo altro.” Si spostò e la salutò con un cenno della mano. Lei percorse il lungo corridoio dalle pareti vecchie e ammuffite dal tempo e passò davanti a numerose aule fino a quando non trovò la sua. Lesse i nomi dei suoi nuovi compagni, ma erano sconosciuti per lei. Aveva cambiato corso e aveva lasciato l'eccentrico e bizzarro professore di astronomia, che non era certamente una materia in cui andava bene, e aveva scelto fisica. Allison guardò l'orologio: era decisamente in ritardo e i banchi erano tutti occupati da ragazzi chiassosi che ridevano e parlavano fra di loro. Entrò nell'aula e si fermò davanti a un banco nelle ultime file dove era seduta una ragazza mora.

“Ciao, scusami è occupato?” le chiese Allison esitante, mentre la ragazza alzava lo sguardo.

“No, puoi sederti” le rispose gentilmente. “Sono Cristina, è la tua prima volta a questo corso?” continuò mentre Allison prese posto.

“Io sono Allison. Già” Cristina sorrise leggermente. Entrò il professore, un uomo alto e calvo che indossava una cravatta a scacchi bianchi e neri. Allison parve di vedere Cristina accennare un sorriso, forse per lo strano abbinamento del professore, forse per il fatto che anche altri ragazzi stavano discutendo dello strano look dell'uomo.

“Ragazzi” irruppe il professore con aria stanca e fin troppo gentile per il baccano che c'era in classe. “Oggi assegnerò un compito per la prossima volta che dovrete svolgere a coppie di tre ragazzi” annunciò poi l'uomo scarabocchiando qualcosa alla lavagna. Nell'aula calò il silenzio e Allison ricopiò ciò che aveva appena scritto e disegnato il professore anche se sapeva con certezza di non conoscere quei simboli e quei nomi. Non era più così certa che lo spostamento fosse servito a qualcosa; fisica era nuovamente arabo per lei come lo era stato astronomia.

Cristina le parlò ma la ragazza non capì così si voltò con aria assente verso la compagna di banco.

“Possiamo farlo insieme noi” le disse Cristina con un interrogativo sul volto. Il compito era da svolgere in tre, perciò anche se le due ragazze fossero state assieme serviva una terza persona a formare il gruppo e né Allison, né la compagna avevano la più pallida idea a chi chiedere.

“Certo.” Mi voltai verso il resto della classe, soffermandomi sui gruppi che si stavano creando. Ormai erano tutti formati: chi discuteva come procedere, chi chiedeva spiegazioni ai compagni ma ogni gruppo era già stato formato.

“Ci manca una persona però.” In quell'istante la porta si aprì ed entrò un ragazzo che ansimava per la corsa appena fatta. Era alto, con i capelli castani ambrati che finivano con un ciuffo troppo lungo che riusciva a domare portandolo all'indietro con del gel per capelli e con un viso fin troppo bello per essere vero, pensò Allison. Il professore borbottò qualcosa che la ragazza non comprese e fece segno al ragazzo di accomodarsi nell'unico posto rimasto al fondo dell'aula. Appena superò il banco delle due ragazze, Allison fu sorpresa nel sentire un odore che lei stessa amava da quando era bambina. Menta. Menta mischiata all'odore di sapone. Allison si chiese perché mai fosse finita a pensare al profumo del ragazzo sconosciuto o a prestare attenzione a parti del suo corpo che trovava sorprendentemente attraenti. Quei pensieri andarono dissolversi quando Cristina le chiese del ragazzo appena entrato.

“È l'unico a cui chiedere” si giustificò Cristina. Ci fu un breve silenzio ed Allison capì cosa intendeva la compagna; lei non glielo avrebbe mai chiesto.

“No io non lo faccio.”

“Per favore..” la pregò l'altra con l'aria più dolce che avesse nel repertorio. Allison si lamentò sottovoce e poi prese coraggio e si girò. Non poteva continuare a discutere con Cristina; la ragazza sarebbe stata ferma sulla sua decisione. Lui era dietro il loro banco, che osservava il professore spiegare il metodo scientifico che avrebbero dovuto eseguire per il compito.

“Ciao” esordì Allison guardando la reazione del ragazzo che si girò verso di lei con un paio di occhi color dell'ambra. “Scusami, io e la mia compagna” e nel dirlo accennò col capo a Cristina che prendeva appunti “ci chiedevamo se potessi unirti al nostro gruppo visto che siamo solo in due.”

Lui accennò un sorriso imbarazzato. “Forse dovrei sapere a cosa ti riferisci.”

“Ah.” Era entrato in ritardo e non sapeva del compito. “Ti spieghiamo dopo, va bene?” gli chiese frettolosamente per paura di disturbare la lezione che stava tenendo il professore.

“Okay.”

La lezione continuò, ma il tempo volò e dopo poco la campanella suonò. Allison si alzò seguita da Cristina, ma il ragazzo dietro loro le bloccò la strada.

“A proposito del compito..” cominciò, così Cristina si presentò e gli spiegò brevemente in cosa consisteva. Allison aveva avuto fin troppo coraggio nel chiederglielo prima, così non aggiunse nient'altro alla spiegazione della compagna. Era successo così tutto velocemente: aveva conosciuto una ragazza nel giro di un ora e si era messa a parlare con un ragazzo sconosciuto che le aveva persino sorriso. Aveva paura; quell'anno si sarebbe esposta troppo e poi sarebbe stata ferita nuovamente. Non poteva permetterlo.

“Ci sto, quindi come ci organizziamo?” la riscosse dai suoi pensieri il ragazzo. Cristina assunse un'aria pensosa.

“Ci vediamo domani da Starbucks?” domandò infine ed entrambi i ragazzi annuirono. “Allora domani alla quattro là.” Afferrò la cartella e si diresse alla porta, e anche Allison provò a dirigersi alla porta, ma si bloccò sentendo la voce del bel ragazzo alle sue spalle.

“Non mi hai detto il tuo nome” annunciò con voce profonda e allegra.

“Allison” rispose lei ancora di spalle. Lui la superò e si girò sorridente.

“Davvero un bel nome, Allison.”

“Il tuo?” domandò troppo curiosa lei, ma non si pentì della domanda perché lo avrebbe scoperto prima o poi, e doveva sapere come si chiamava dato che avrebbe svolto il compito con lui.

“Alex.” Che bel nome, pensò Allison ma non disse nulla.

Alex superò la porta con il sorriso ancora sulle labbra e la salutò. “Allora, a domani Allison.”

“Già, a domani ritardatario.” Senza pensarci le scappò quella parola dalle labbra e si maledisse. Non poteva aver scherzato così semplicemente; non l'aveva mai fatto se non con Ben. Fa finta di niente, non hai mica detto niente di male, si auto convinse. Intanto lui stava già sorridendo persino con gli occhi, e Allison non aveva mai visto una visione più bella.

“Scoprirai presto le mie fantastiche doti” disse lui scherzando “e ti ricrederai.” Si voltò e continuò a camminare lungo il corridoio prima di entrare in una nuova classe. La ragazza si ritrovò a sorridere a sua volta con le guance leggermente arrossate. Le parole dolci di Alex le risuonarono nella mente, mentre si dirigeva all'aula di arte.

SPAZIO SCRITTRICE Ciao a tutti!♡ Ecco il mio primo capitolo della storia che sto scrivendo. Sono nuova qui, e questa sarà la mia prima storia su efp. La sto scrivendo e al più presto uscirà il secondo capitolo ma sarei davvero contenta se mi diceste cosa ne pensate, se vi è piaciuto oppure se cambiereste qualcosa. Consigli utili e vostre domande o curiosità. Sarò lieta di rispondervi, perciò fatevi sentire ragazzi. Grazie, fatemi sapere cosa ne pensate. Un abbraccio, Virginia
   
 
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