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Autore: _MorMor_    26/08/2014    1 recensioni
[Dal testo]
Jim finalmente si svegliò e entrammo, io appena dietro a Sebastian. Lui era lì che guardava la parete bianco sporco di quella stanza d’ospedale.
“Jim…”
Provò a chiamarlo Sebastian ma Jim non si girò. Non ci guardò e ora capisco il perché: Non avrebbe avuto il coraggio di dirci quello che aveva da dirci se si fosse girato a guardarci.
“Ho un tumore.”
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, Nuovo, personaggio, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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BLACK. DO YOU LIKE THIS COLOR EH JAMES MORIARTY?

 
 
Un corpo inerme, freddo e sanguinante in quel vecchio appartamento polveroso. Ormai la polvere si è depositata anche su quel corpo che di sangue dentro di sé non ne avrà neanche più una goccia: è riversato tutto sul pavimento in una grande macchia sul pregiato tappeto persiano.
un corpo freddo, quando era in vita era stato caldo poche volte, giusto quando veniva sfiorato dal uomo che amava per il resto era sangue freddo e mira perfetta.
Sì, ormai avrete capito di chi sto parlando, Sebastian Moran il miglior cecchino e amate di James Moriarty.
Il suo corpo forma un quadro perfetto con l’ambiente circostante: un meraviglioso appartamento con mobili pregiati. La polvere ha preso il sopravvento e ora del vecchio appartamento se ne vede solo una vecchia immagine, come una fotografia d’epoca, perché mi sembra così lontano il periodo in cui quel appartamento risplendeva, e mi sto convincendo che lo era.
Mi avvicino lentamente al corpo di Sebastian mentre una lacrima mi solca il viso. I suoi occhi cobalto sono aperti ma spenti, avrei sperato di non vederli mai così. Ci poso una mano sopra e li chiudo.  
Piccola tigre, perché?
Lo tiro su e lo stringo un po’ al mio petto mentre la mia camicia bianca si sporca di qual liquido appiccicoso e scuro che è sangue. Ma cosa è successo?
Torniamo a qualche mese fa.

James Moriarty stava litigando con il suo cecchino come sempre, era appena uscito di prigione e non faceva altro che parlare di Sherlock, a Sebastian questo non andava certo a genio. Litigavano dalla mattina alla sera da quando era tornato.
“LO SAI CHE è IL MIO LAVORO?!”
“POTRESTI ANCHE STARE CON ME PER UNA CAZZO DI VOLTA!”
“HAI BISOGNO DI ATTENZIONI?! COSA SEI UNA DONNA?!”
“MA SENTILO! SEI SOLO UN BASTARDO JIM! TI DETESTO!”
“AL MASSIMO SONO IO CHE TI DETE-“
In quel istante James Moriarty cadde sul pavimento svenuto, subito Moran corse vicino a lui, lo prese in braccio e cercò di rianimarlo ma non ne voleva sapere, lo portammo al ospedale.


Eravamo entrambi preoccupati ma cercavo di tirargli su il morale come potevo anche se ufficialmente era lui che lo tirava su a me.
Jim finalmente si svegliò e entrammo, io appena dietro a Sebastian. Lui era lì che guardava la parete bianco sporco di quella stanza d’ospedale.
“Jim…”
Provò a chiamarlo Sebastian ma Jim non si girò. Non ci guardò e ora capisco il perché: Non avrebbe avuto il coraggio di dirci quello che aveva da dirci se si fosse girato a guardarci.
“Ho un tumore.”
Io non so come fu la prima reazione di Sebastian perché non avevo la forza di muovermi. Guardavo Jim con la bocca dischiusa e gli occhi fissi. Il mio corpo era immobile non riuscivo a muovere un solo muscolo se non per un lieve tremore. Le lacrime scendevano dai miei occhi senza nemmeno il bisogno che li sbattessi. Finalmente vidi la reazione si Sebastian, fu la prima volta che lo vidi piangere. Cadde sulle ginocchia e scoppiò in lacrime.
Volevo consolarlo ma non riuscivo nemmeno  muovermi. Non posso dire di non aver notato nulla di strano.
Lui aveva spesso la nausea e dormiva molto, cosa del tutto anormale per lui, per lo più talvolta dimenticava cose che non potevano essere dimenticate. Mi morsi il labbro. Avevo dato la colpa allo stress che gli causava quel periodo ma non era così. La soluzione era ovvia ma non la volevo vedere.
Con tutta la forza che avevo in corpo mi avvicinai a lui e gli presi la mano, gli baciai dolcemente la fronte.
“Si può curare no?”
“No.”
Rispose secco. Capivo ciò che pensava. Una sciocca ironia, lui era sempre stato un genio in tutto ciò che faceva, semplicemente il migliore grazie al suo intelletto e ora quello stesso cervello lo stava tradendo.
Gli diedi una altro bacio sulla fronte e parve sorridere. Feci un passo indietro e accarezzai la schiena di un Sebastian singhiozzante. Uscii dalla stanza e tutto ciò che potei udire qualche istante dopo era: “CAZZO JIM! HAI UN TUMORE E TUTTO Ciò  A CUI PENSI E VINCERE CONTRO SHERLOCK?! CAZZO STAI CON  ME UNA BUONA VOLTA!” Poi più un rumore.
Sopirai. Sapevo che quella storia non sarebbe finita bene.


Nei giorni seguenti Jim tornò a casa, il tempo che Sebastian passava a dormire lui lo passava sul pc a lavorare per fare fuori Sherlock, io gli facevo compagnia per quello che potevo. Non gli parlavo, non volevo disturbarlo. Posavo la testa sul tavolo tra le braccia e gli davo semplicemente la mia presenza. Talvolta mi accarezzava la testa a malincuore, pensava dormissi ma non ci riuscivo proprio. Quando lui dormiva era Sebastian sul loro letto ad accarezzarlo. Non litigavano più, forse una resa da entrambe le parti.
Io facevo ricerche per lui sul conto di quel detective del cazzo.
Un giorno Jim si svegliò e sorrideva, circa, usci dalla camera vestito con dei semplici Jeans, una maglietta e una felpa. Sorrise a Sebastian e lo baciò teneramente.
“Passeggiata a Regents Park?”
“Sì, micio.”
Sebastian sorrise e si vestì. Vollero portarmi con loro nonostante le mie proteste, volevo lasciarli soli ma vinsero loro.
Passeggiammo a lungo per Regents Park finché Jim non propose di sedersi sul prato. Stesi la coperta che avevo portato e lui tirò fuori dei panini. Un pic-nic? Lo avevo sospettato, ce lo aveva promesso da tanto tempo. Poi io mi alzai con una scusa banale e mi diressi da qualche parte, avevano bisogno di stare in pace tra di loro. Li osservai da lontano, erano così belli assieme, sembrava che tutto andasse bene, sembrava che Jim non avesse un tumore.
Rimasero lì accoccolati a guardare le nuvole bianche e talvolta si scambiavano qualche bacio. Io piansi, piansi tanto. Mi sarebbero mancati.
Jim quella sera mi parlò del suo piano, era un ultimo desiderio. Si sarebbe ucciso sul tetto del Barths. Lo abbracciai forte e calde lacrime mi attraversarono il volto. Mi accarezzò la testa dolcemente per rassicurarmi.
“È solo nel caso Sherlock arrivi alla soluzione.”
Annuì piano ma piangevo.


Una settimana dopo Sebastian era appostato con il suo fucile davanti al Barths e Jim a momenti sarebbe salito su quel tetto. Lo vidi. Prima di salire andò da Sebastian, io ero sulle scale ma non mi potevano vedere. Lo baciò e notai la consapevolezza di Sebastian, quello sarebbe stato il suo ultimo bacio. Jim lo guardò a lungo: “Voglio memorizzare ogni linea del tuo volto. Io voglio ricordare tutto di te, così quando arriverà il mio momento io potrò chiudere gli occhi e pensarti. Voglio che tu sia l’ultima cosa che io veda.”
Mi sentivo morire, non tanto perché quelle cose non le aveva dette a me, lo capivo perfettamente, ma perché sapevo, sapeva che sarebbe morto. Lo baciò un ultima volta e scese le scale. Salì su quel tetto. Vidi Sebastian lacrimare. Volevo abbracciarlo ma non potevo. Rimasi lì in silenzio a singhiozzare. Il tutto si svolse nel giro di pochi minuti poi Sherlock volò, Sebastian smontò il fucile e io non avevo la forza di fermarlo.
Seppellimmo il corpo di Jim. Che ironia però, si era sparato un colpo in bocca che gli aveva attraversato il cranio. Lo doveva odiare proprio quel tumore.
Cercai a lungo Sebastian, dove poteva essere andato? Io non lo sapevo. Poi tornai semplicemente a quel appartamento polveroso e lì, ora, ci trovo il corpo di Sebastian.


Piango e le lacrime mi offuscano la vista. Li ho persi, sono sola in questo cazzo di mondo. Talvolta essere sua figlia porta svantaggi. Non lo biasimo per il padre che è stato, negli ultimi momenti della sua vita sembrava quasi volesse chiedermi scusa per non avermi dato una vita normale ma la vita con lui è stata bellissima. Mi ha sempre trattato come una principessa e per questo gli sono grata.
Cammino nel cimitero, passo davanti alla tomba di Sherlock e avrei l’insana tentazione sìdi scrivere sopra “FAKE!” Ma non lo faccio, non né ho voglia e né tempo.
Arrivo davanti alla tomba di James Moriarty la accarezzo dolcemente, sorrido triste al suo fianco c’è il suo braccio destro: Sebastian Moran. Ancora ho l’immagine polverosa di Sebastian e quella chiara di Jim, quel giorno c’era il sole. La luce la illumina nella mia testa fino a farla svanire.
Ora loro sono insieme e tutto ciò che provo è invidia. Voglio essere con loro. È l’unica cosa che desidero. Mi stendo sul erba al fianco sinistro di Jim, dalla parte opposta a quella di Sebastian. Mi faccio un piccolo taglio sul braccio e attendo finché la luce non sfoca.
Nero.
Ti piaceva questo colore eh James Moriarty?

Angolo dell'autrice:
Non ho molto da dire se non che:
1. Scritta da Sebbie^^
2. La mia Jim non me l'ha ancora perdonata.
3. La ragazza si chiama Shary e per chi non la conoscesse è di un altra nostra fan fiction che si chiama Daughter ^^
Un abbraccio 
Sebbie
*lancia scatole di fazzoletti* 

 
   
 
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