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Autore: Roly_chan    26/08/2014    5 recensioni
"Quegli occhi li avrebbe riconosciuti ovunque.
Erano di un azzurro particolare, quasi blu e lei conosceva ogni loro sfumatura.
Sapeva che al sole diventavano chiari come il cielo, e al buio scuri come le acque profonde del mare.
Aveva avuto la fortuna di leggerne dentro il dolore, la sofferenza, la lussuria, la spensieratezza, la gioia, la determinazione, il gioco, la vita… la morte."
L'ultima battaglia contro Peter Pan è andata a finire nei peggiori dei modi e Emma cerca di affrontare il proprio dolore, con scarsi risultati. Ma in città arriva un nuovo individuo che assomiglia in maniera impressionante alla persona per cui la Salvatrice si sta penando.
Intanto nella Foresta Incantata la principessa Charming incontra il pirata Killian Jones.
Spero di avervi incuriosito e grazie a chiunque leggerà questa mia storia CaptainSwan.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rotta, spezzata, devastata.
 

Distrutta.
 

Non c’era un termine giusto per descrivere il suo stato al momento. Forse perché non c’era niente di giusto.
 

Era una settimana che se ne stava rintanata nella sua camera.
 

Non voleva vedere nessuno.
Non voleva parlare con nessuno.
Non voleva sentire nessuno.
 

Le bastava il suo dolore.

Quello occupava tutto il suo tempo e energie, tanto da non concederle nessun attimo di sosta.
 

Ma andava bene così. Era il minimo che potesse fare perché tutto era colpa sua.
 

Se lui era morto, la colpa era solo la sua.


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Neal bussò alla porta verde dell’appartamento dei Charmings.
 

Aveva con sé un sacchetto di croissant. Si pentì di averli comprati subito dopo averli pagati.
 

Sicuramente Mary Margaret, la dolce e buona Snowwhite, preparava ogni mattina per la sua famiglia qualcosa di migliore dei suoi patetici croissant.
 

Quei pensieri gli tenevano la mente occupata.

Meglio pensare a quello, che a tutto il resto.
 

David aprì la porta, salutandolo con un cenno della testa e lo invitò ad entrare.
 

Henry corse subito fra le sue braccia e cercando di sbirciare cosa il padre avesse portato.
 

<< Hey campione. Come ti senti oggi? >> gli chiese, mollandogli in mano il sacchetto con i suoi acquisti.
 

<< Va tutto bene. Vorrei trascorrere più tempo con la mamma ma.. >> iniziò, per poi bloccarsi e incominciare a mangiare.
 

I suoi nonni gli avevano spiegato la situazione, non che ce ne fosse bisogno. Non era mica stupido.
 

Quel discorso doveva essere tabù con il padre. O almeno finché le cose non si fossero risolte.

E quelle erano questioni delicate e d’adulti.

Neal represse una smorfia, volendo aggiungere qualcosa.
 

Cosa avevano raccontato a suo figlio?
Che non era in grado di gestire la situazione?
 

<< E’ ancora di sopra? >> chiese.
 

Gli altri tre annuirono in sincrono.
 

<< Bene. >> commentò, per poi avviarsi al piano superiore.
 

<< Non credo che sia una buona idea.. >> iniziò Snow, cercando di fermarlo, ma Charming la bloccò.
 

Loro non erano riusciti a smuoverla, magari lui era in grado di fare qualcosa.

Difficile a dirsi, visto che nemmeno Henry ci era riuscito.
 

Neal bussò una volta alla porta di Emma, poi fece irruzione.
 

Si aspettava di tutto tranne quello.
 

La bionda aveva raccolti i capelli in una coda disordinata, il viso era bianco come un lenzuolo e gli occhi erano contornati da occhiaie profonde ed erano ancora arrossati.
 

Chi sa se aveva smesso di piangere almeno per un secondo.
 

Era seduta in mezzo al letto, circondata da tantissimi fogli e reggeva fra le mani un enorme libro.
 

Ecco, quello davvero non se l’aspettava.
 

Cosa stava combinando?
 

<< Ciao. >> azzardò, muovendo un passo verso di lei, per poi fermarsi.
 

<< Non mordo mica, sai. >> disse, non alzando lo sguardo dalle pagine ingiallite.
 

Incoraggiato da quella battuta, Neal si avvicinò, fino a sedersi sul bordo destro.
 

<< Chi te l’ha dato? >> chiese, riferendosi al libro.
 

<< Tuo padre. >>
 

<< Emma, so cosa vuoi fare e.. >>
 

<< No, non iniziare anche tu. Già la so tutta la storia. Non è possibile riportare in vita una persona. Vedi come è finita con Regina o Whale? Hai già sofferto abbastanza, perché vuoi infliggerti altro dolore con speranze inutili? So già tutto, grazie. Ma la situazione è diversa. >>
 

L’uomo rimase un attimo sconcertato dal tono usato dalla bionda.
 

Sembrava quasi… una folle.
 

<< Perché tu pensi di riuscirci? >>
 

Emma chiuse il libro.

Così non riusciva a concentrarsi, quindi era meglio terminare quel supplizio al più presto.
 

<< Non avete fatto altro che ripetermi che sono l’essere magico più forte di sempre. Mai nessuno è stato come me. Ho tanto di quel potere che sono riuscita perfino a sconfiggere Peter Pan. Io so che posso farcela. >>
 

L’unica cosa che risplendeva in quelle parole era la sicurezza. Non c’era altro.
 

Neal si sentì un vile quando una fitta di gelosia lo colse in pieno.
 

Sapeva che lei avrebbe fatto di tutto.

Avrebbe lottato con le unghie e con i denti per riportalo indietro.
 

Per lui.
 

<< Perché? >> chiese semplicemente.
 

<< Davvero? C’è anche bisogno di chiedere? Tutti dovremmo farci in quattro per trovare una soluzione! Se lui è morto, è solo per salvare una persona che noi amiamo! Ma soprattutto lui l’ha fatto per me! Questo è il minimo. >>
 

Ora c’era rabbia. Tanta di quella rabbia da far venire un brivido di paura lungo la spina dorsale.

Ma Neal non demorse.
 

<< Quindi c’è solo gratitudine e senso di colpa dietro tutto questo? >> chiese, sapendo che così si sarebbe solamente fatto odiare.
 

Lei aveva scelto.

Forse non se ne rendeva ancora conto. Ma aveva fatto una scelta fin dall’inizio.
 

Meglio farsi odiare, allora.

Sarebbe stato tutto più semplice.
 

<< C’è anche una cosa che dovresti imparare: il rispetto. Per un uomo che ha vissuto ed è morto con onore. >>

Cassidy le battè una mano sul ginocchio, in modo bonario, disorientando un attimo Emma.
 

<< Tienimi informato sui tuoi progressi. >> disse, per poi alzarsi e uscire dalla stanza.
 

In un primo momento Swan prese quelle parole come una battuta molto cattiva.

Ma poi capì che Neal era sincero.

Su quello era stato sincero.

E per la prima volta l’appoggiava.
 

Aprì di nuovo il libro e ricominciò a leggere.



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Il vento fra i capelli, i raggi di sole che le scaldavano il viso e perfino il fiatone per la fatica.. quello rendeva le sue giornate migliori.
 

Scese dal cavallo, accarrezando la criniera e osservando come si abbeverasse.
 

L’acqua del ruscello era limpida e aveva un aspetto rinfrescante.
 

Si piegò in avanti, mettendo le mani a coppa, raccogliendo un po’ d’acqua.
 

Una cosa c’era però che stonava: le improvvise increspature nere che riflettevano l’ombra di qualcuno.
 

<< Ma guarda chi abbiamo qui! Niente che poco di meno che la nostra amata principessa! >> fece uno dei due bruti.
 

L’altra non si fece intimorire, sguaiando la sua spada e tuonando: << Andate via, prima che chiami le guardie. >>
 

<< Lo sappiamo che voi siete solita fare passeggiate nel bosco da sola. >> disse l’altra uomo, quello più basso e disgustoso.
 

La principessa valutò la fuga, ma sapeva che non avrebbe fatto in tempo a saltare sul suo cavallo.

Impossibile era per lei abbandonarlo, chi sa cosa ne avrebbero fatto… e poi era un regalo da lui.
 

Un segno che le ricordava di non fidarsi degli uomini.
 

In un secondo si fiodò su di loro, avendo anche la meglio all’inizio. Un graffio sul viso a quello più alto e uno sul braccio all’altro.
 

Ma non fu abbastanza.
 

Lo spilungone la prese da dietro, stritolandola in un “abbraccio”.

Cercò di liberarsi, ma alla fine la sua spada cadde per terra.
 

<< Ben fatto, Ron. Questa puttana fa la dura con noi, solamente perché il nostro faccino non le è di suo gradimento. Davvero ingiusto da parte sua, maestà. >>
 

<< Come ti permetti di parlarmi così?! Lasciami andare e ti faccio vedere io quanto renderò ancora più brutto il tuo viso! >>
 

L’altro rise, afferandò il volto della principessa in una mano, premendo con forza le sue dita grosse sulla sua pelle delicata.
 

<< Tuo padre non desiderebbe un altro erede? Non mi sembra molto sveglio qu… >> incominciò, per poi fermarsi quando lo sputo della ragazza lo colpì.
 

Quel vile aveva osato non solo definirla una poco di buono, ma anche screditare suo padre e il suo adorato figlio.
 

No, non l’avrebbe passata liscia.
 

D’altro canto era lei quella bloccata, e niente potè fare per evitare lo schiaffo che la colpì la guancia sinistra.
 

<< Hey voi, ignobili! Vi sembra questo il modo di trattare una lady? >> disse d’un tratto una voce.
 

La principessa non riusciva a vedere da chi provenisse, ma sperò che l’uomo fosse più vecchio di quanto la sua voce giovanile dimostrasse.

Non lo voleva sulla coscienza.
 

<< Un eroe! >> esclamò Ron, ridendo insieme al suo compagno, ma ben presto la sua espressione si trasformò in una smorfia di dolore e poi, finalmente, la ragazza si sentì libera da quelle braccia che la tenevano intrappolata.
 

Vide il sangue scorre e deturpare le acque limpide di quel bel ruscello, e altro se ne aggiunse, dopo un breve duello di spade fra il suo salvatore e quell’omaccio.
 

Nonostante l’età, ebbe la meglio l’uomo sconociuto.
 

Una mano riempì il suo campo visivo, facendole alzare lo sguardo e guardare per la prima volta.. lui.
 

<< Allontaniamoci da qui, non è un posto per una lady come voi. >> fece con voce vellutata l’altro, porgendole la mano.
 

Lei però non l’accettò, ma fece come le era stato detto, allontandosi un po’ da quella scena orribile.
 

Lui la seguì, senza dire niente, ma non togliendole un attimo gli occhi di dosso.
 

<< Vorrei ringraziarla per avermi salvato la vita. >> disse la ragazza, accennando un sorriso.
 

Almeno quello glielo doveva, nonostante non sorridesse da tempo ormai.
 

L’uomo sembrava il suo opposto invece. Decisamente un tipo più allegro di lei.
 

Subito mostrò la sua dentatura bianca e splendente.

Il suo viso, contornato da una barba corta e con una piccola cicatrice sulla guancia destra, si illuminò.

E i suoi occhi.. i suoi occhi così azzurri, quasi blu, sembravano gioiosi.. eppure lei vi lesse tanta sofferenza.
 

Era sicuramente bellissimo, ma sembrava che indossasse una maschera.
 

Fece un inchino, esagerato, che però riuscì a farla divertire, poi con un gesto estramamente elegante, prese un fazzoletto da una tasca del suo lungo giaccone, e si avvicinò pericolosamente a lei.
 

<< Cosa.. >>
 

<< Quel bastardo ha deturpato il suo viso. >> disse lui, premendo un po’ il fazzoletto sul labbro inferiore.
 

Per un attimo la principessa rimase immobile, paralizzata da quel gesto, poi si discostò.
 

<< Non ci metterò molto ad arrivare a casa, non rischio di morire disanguata. >>

L’altro però le mise comunque in mano quel fazzoletto. Lei l’accettò, sapendo che avrebbe perso solo tempo per fargli cambiare idea, e poi salì sul suo cavallo.
 

<< Il mio nome è Killian Jones. >> aggiunse, un secondo prima che lei andasse via.
 

<< Io sono Emma Charming. >> disse l’altra, per poi dare al suo destriero il segno di partire e dirigendosi verso casa.


 

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Non era mai stata così stanca, esausta e felice come in quel momento.
 

Non appena gli occhi del suo Henry si riaprirono, lei riprese a vivere.
 

Era stato difficile, ma era riuscita a riprendersi il cuore del suo bambino da Pan e rimetterlo al suo posto.
 

Emma si sentì tremare e non sapeva dire se era per l’adrenalina che stava scemando o per la Jolly Roger che si stava alzando in aria.
 

Neal imprecò per il mancato avviso del pirata, ma la bionda non ci badò, troppo impegnata ad abbracciare il suo ragazzino.
 

<< Mi dispiace >> mormorò lui, prossimo alle lacrime.
 

<< Shh, non ti preoccupare. A tutti i più grandi eroi capita sbagliare qualche volta, no? >> cercò di rassicurarlo.
 

Il suo gesto, il non credere pienamente ai suoi genitori, l’aveva fatta riflettere.
 

C’era da riflettere.
 

Il bambino, per quanto si sforzasse di accettare tutto e voler bene a tutti, avrebbe avuto sempre dentro di sé quel vuoto. Quella mancanza di fiducia.
 

Tutti l’avevano tradito in qualche modo.
 

Ma Emma non era mai stata così ottimista come in quel momento.
 

Se anche lei stava riuscendo a fronteggiare quel problema, ce l’avrebbe fatta anche il suo ometto.
 

Si fece da parte per dare la possibilità anche a Regina e Neal di abbracciare loro figlio. Poi c’erano i nonni.
 

Emma sorrise ai suoi genitori, che ricambiarono.
 

Lanciò un altro sguardo a Henry e fu quasi sul punto di piangere, poi si permise di guardare lui.
 

L’altro, come se le avesse letto nella mente, staccò gli occhi dal cielo e intercettò lo sguardo di lei.
 

Lo vide mormorare qualcosa a Trilly, che prese il suo posto al timone, e incominciò a raggiungerla.
 

Emma non ci pensò due volte a farsi spazio fra i ragazzini che avevano invaso la nave, convinti da Snow che avrebbero potuto trovare la loro felicità a Storybrooke.
 

Non mollava gli occhi di lui.
 

Non sapeva bene cosa stava facendo o cosa stava per fare, aveva solo urgenza di andargli in contro.
 

Spero che nessuno avesse notato che quasi si era lanciata fra le braccia del pirata.
 

Gli circondò il collo, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo e stringendo gli occhi.
 

Non voleva vedere le facce che gli altri stavano facendo,
non voleva vedere quella luce che brillava in quelle due pozze d’acqua,
non voleva vedere riflesso quella stessa luce nei suoi occhi.
 

Significava troppo e lei non era ancora in grado di affrontare certi argomenti. Certi sentimenti.
 

Le bastava la sua vicinanza, il suo buon profumo e la sua comprensione.
 

Lui la strinse per la vita, sollevandola da terra e stringendola ancora più forte.
 

Emma si chiese come facesse a sopportare il suo peso, ma le andava bene così.
 

Le piaceva anche questo di lui: la faceva sentire di nuovo giovane. Come quella ragazzina che fu, prima di essere sbattuta in carcere.
 

<< Avevo o non ragione, amore? >> chiese Hook, non nascondendo il suo tono allegro e malizioso.
 

<< Non darti arie. >> rispose lei, ringranziando al cielo che non potesse vederle nascere quel sorriso sincero.
 

Quando la rimise a terra si staccarono, rimanendo però nello spazio personale dell’altro.
 

Come sempre d’altronde.
 

Continuarono a guardarsi, con quei lievi sorrisi e quella voglia di dirsi tante cose.
 

Questo finché non furono interrotti bruscamente.


 

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Erano passate ben tre settimane quando finalmente Emma uscì di casa.
 

Henry aveva insistito che lo accompagnasse a scuola e lei non riuscì a dirgli di no.
 

Una volta lasciato lì non seppe che fare.
 

Decise che sarebbe potuta passare all’ufficio dello sceriffo, ormai gestito dal padre.
 

Sarebbe stata quella la sua vita da ora in avanti?

Un continuo cercare di rendersi utile senza riuscirci?
 

Non che prima ci fosse qualcosa di diverso. Infondo, da sola non era stata capace di portare a termine un compito. E l’ultima cosa che aveva provato a fare era fallita miseramente.
 

Forse era il caso di tornare a casa.

Non voleva piangere davanti al padre.

Il suo letto era più discreto.
 

Incominciò a incamminarsi quando vide una macchina passarle affianco.
 

Istintivamente sbirciò chi ci fosse dentro.
 

Due occhi incrociarono il suo sguardo e lì Emma ebbe la sicurezza che qualcuno lassù la volesse davvero male.. o bene?
 

Quegli occhi li avrebbe riconusciti ovunque.
 

Erano di un azzurro particolare, quasi blu e lei conosceva ogni loro sfumatura.
 

Sapeva che al sole diventavano chiari come il cielo, e al buio scuri come le acque profonde del mare.
 

Aveva avuto la fortuna di leggerne dentro il dolore, la sofferenza, la lussuria, la spensieratezza, la gioia, la determinazione, il gioco, la vita… la morte.
 

Ne era certa, sarebbe stata in grado di giocarsi suo figlio!
 

Quegli occhi potevano appartenere solo una persona: Killian Jones.

 













Salve a tutti! Prima di tutto ringrazio tutti coloro che hanno letto e inserito nelle varie categorie la mia ultima shot.
E ringrazio tutti coloro che hanno inziato questa mia ultima storia che sarà di massimo 4 capitoli.
Era nata come one-shot dopo aver visto un video su youtube (Soulmates never die, vedetelo è bellissimo!), ma poi scrivendo scrivendo è uscita fuori questa cosa.
Ovviamente ho dovuto modificare un po' le cose su come sia finita lo scontro con Peter Pan, ma fino all'episodio 8/9 le cose non sono cambiate.
Grazie ancora a tutti e alla prossima! :) 

 

  
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