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Autore: BedGirl_    27/08/2014    5 recensioni
Joël Dupuis,16enne francese,realizzerà finalmente il suo sogno:studiare inglese e vivere alle Hawaii per un anno intero avendo finalmente l'occasione di fare carriera con la sua piccola passione a quattro corde,l'ukulele
Ma c'era un piccolo dettaglio che non aveva considerato:un giovane surfista dalla Germania,Adrian Stein che lo farà letteralmente diventare matto
Riuscirà l'animo tranquillo e riservato di Joël a non farsi travolgere dalla personalità esplosiva e socievole di Adrien?
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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-Joël,lèves-toi! La colazione è pronta e oggi devi partire!-
-J'arrive,maman!-
"Alzati",facile a dirsi quando non sei stata tu a non aver dormito tutta la notte per l'emozione,madre.
Faccio un balzo in avanti per costringermi a stare seduto,scesi dal letto e ancora mezzo addormentato mi incamminai verso la cucina dove i miei genitori e la mia sorellina Margot avevano già cominciato a fare colazione 
-Non ci credo ancora che il mio bambino andrà a studiare alle Hawaii!- disse mia madre abbracciandomi da dietro la sedia
-Ma chérie,Joël ha sedici anni ormai e non è più un bambino- disse mio padre cercando di staccarla da me -Sicuramente quando tornerà in Francia per le vacanze avrà già trovato una ragazza!-
Margot,che stava seguendo la conversazione in silenzio,scoppiò a ridere rumorosamente
-Papa,s'il te plait...- mormorai imbarazzato
-Oppure un ragazzo!- s'intromise mia madre
Margot rise così forte che il latte col Nesquik le uscì dal naso
-Désolé!- si giustificò la ragazzina
-Maman,non ti ci mettere anche tu ora!- gridai arrossendo 
-Ma dai,Joël,mi hai detto tu stesso che hai cominciato ad essere attratto dai ragazzi- insistette lei -E poi che male ci sarebbe?-
Si esatto,mi piacciono i ragazzi da un po' di tempo però non mi piace definirmi omosessuale:mi sento ancora troppo giovane per tutto questo e parlarne con la gente m'imbarazza
-Per favore,non davanti a Margot!- non mi era venuta in mente una scusa migliore
-Margot ha 10 anni,certi discorsi non la turbano più ormai-
-Dai maman,lascialo in pace,forse si vergogna...- 
Grazie sorellina:grazie,grazie,grazie!
Sorrisi nella sua direzione per farle capire che aveva fatto centro e lei ricambiò 
-Hai ragione petite,forse è meglio non parlargliene...-
La colazione continuó pacificamente con solo poche chiacchiere sul lavoro di papà e sul materiale scolastico di Margot
-Vai a finire di preparare la valigia ora,Joël- mi disse mio padre -Preparati e metti tutte le cose mancanti dentro. Attento a non dimenticare nulla,un altro volo Tolosa-Honolulu non te lo paghiamo,hein?-
-Oui papa- dissi ridendo,mio padre rimaneva sempre l'uomo più tirchio dell'Aquitania,della Francia e forse anche dell'Europa intera
Non mi vestì particolarmente bene:un paio di pantaloncini e una maglietta a maniche corte con una stampa divertente,non sono proprio un genio in geografia ma sono sicuro che alle Hawaii faccia caldo. Mi lavai,mi pettinai e misi tutto quello che mancava nella mia valigia. 
Appena finii,sentii qualcuno bussare alla porta della mia stanza
-Avanti!-
Ero sicuro che fosse mia madre per fare un ultimo check ai bagagli,invece era Margot 
-Ehi,che ci fai qui,piccola peste?- dissi scompigliandole i capelli 
-Joël,so che ti mette a disagio parlarne- cominciò lei -Ma se ti fidanzi con un ragazzo vorrei che fosse giapponese,italiano o tedesco!-
Io mi misi a ridere per l'entusiasmo della piccola di casa:-E perché proprio giapponese,italiano o tedesco?-
-Perché se è giapponese potrà preparare a sua cognata il sushi,se è italiano la pizza e se è tedesco lo strudel di mele!-
-Intelligente la mia sorellina- risi io -Ma mi dispiace,io non mi fidanzerò alle Hawaii-
-Perché no?-
-Sono brutto.-
Ok non sono esattamente il Gobbo di Notre-Dame ma non ero mai stato fidanzato in tutta la vita:tutti i ragazzi (e le ragazze) di cui mi innamoravo mi trovavano solo simpatico e/o tenero perciò finivo sempre in friendzone
-Tu non sei brutto,un ragazzo con les "Yeux Dupuis" non è mai brutto!-
Quella ragazzina aveva ragione,i magici occhi di famiglia di un azzurro chiarissimo quasi grigio che andavano perfettamente in contrasto con i capelli neri scuri che avevano tutti i Dupuis erano sempre piaciuti a tutti.
-Hibou...- mia sorella mi affibiò questo soprannome quando era molto piccola perché diceva che,come un gufo,ero una creatura notturna a causa della mia insonnia
-Si?-
-Prima che te ne vai,mi suoni un'ultima canzone all'ukulele?-
-Ma certamente!- dissi prendendo lo strumento che era già nella sua custodia e cominciando a suonare Somewhere Over The Rainbow
Mentre io suonavo,Margot cantava la canzone che ormai conosceva a memoria grazie a tutte le volte che l'abbiamo cantata insieme:Somewhere Over The Rainbow è stata la prima canzone che ho imparato all'ukulele ed è anche la nostra canzone.
-Joël,mi mancherai tanto!- disse abbracciandomi 
-Anche tu,piccola peste-
Rimisi l'ukulele nella custodia e scesi in salotto dove i miei genitori mi stavano aspettando per accompagnarmi in aereoporto,feci mettere tutti le mie cose nel portabagagli tranne l'ukulele che ho preferito tenere vicino a me
Dopo un viaggetto in macchina di mezz'ora era ora per me di salutare la mia famiglia
-Mi raccomando Jo,comportati bene e non fare...cavolate!- disse papà guardandomi severo,poi piano piano il suo sguardo si addolcì e mi abbracciò -Mi mancherai figliolo!-
Dopo l'abbraccio mi voltai verso mamma che aveva già iniziato a piangere,io la abbracciai per provare a farla smettere ma non funzionò.
-Confermo tutto ciò che ha detto tuo padre- disse tra le lacrime -Fai buon viaggio Joël,e studia molto!- 
-Lo farò- dissi allontanandomi dai miei e trattenendo una lacrima
Margot aveva ricevuto il permesso di restare a casa da sola mentre i miei genitori mi accompagnavano perché,citando lei,"Se vedo Hibou partire poi mi metto a piangere" 
Entrando in aereoporto vidi subito il gruppo di francesi come me che stava vicino al check-in
-Excusez-moi,voi siete il gruppo che partirà alle Hawaii con AE?- chiesi alla donna che doveva probabilmente essere l'accompagnatrice
-Ah,tu devi essere Joël Dupuis!-
-Sono l'ultimo?- chiesi desolato
-Si,ma non ti preoccupare:sei perfettamente in orario. Ce li hai i tuoi documenti e la documentazione viaggio?-
Io annuí e li mostrai alla donna che sorrise
-Perfetto,allora possiamo partire.Étudiants,on va!-
Tutto il gruppo si spostò e si mise in fila al check-in.
Mi bastò sentire le prime conversazioni dei ragazzi del mio gruppo per capire che mi era toccata la "razza" di compagni di viaggio peggiore di tutti:ricchi,viziati,obbligati dai genitori (che credono che al ritorno i loro figli sapranno l'inglese come dei madrelingua nonostante i loro pessimi voti) e che hanno scelto le Hawaii solo per il mare,il sole e le ragazze.
Io ero praticamente il loro contrario:i miei genitori erano benestanti ma mi avevano mandato alle Hawaii con AE come premio per la pagella e ci sono voluto andare solo per perfezionare il mio inglese e per vedere (e magari anche comprare) degli autentici ukulele hawaiani 
Il check in e il controllo della polizia andarono benissimo e così ci avviammo al gate pronti per imbarcarci
L'accompagnatrice di cui scoprì il nome,Camille,ci contò e poi ci chiese di sederci:
-Ragazzi,mi raccomando,non fate troppo rumore in aereo e se ci riuscite dormite:il volo dura 20 ore e 12 ore in meno di fuso orario. Arriveremo e ci sembrerá notte fonda,ma da loro sará pomeriggio perciò dormite molto,ok?-
-Oui,Camille!- dicemmo insieme,una ragazza alzò la mano
-Lèa,hai una domanda?-
-Si Camille,i pasti ci verranno serviti sull'aereo?-
-Si,vi verranno serviti pranzo e cena-
-Secondo l'orario francese o hawaiano?-
-Francese,oppure volete aspettare altre 12 ore per il pranzo?-
-NO,NO!- gridammo tutti noi,dato che era mezzogiorno e di aspettare mezzanotte per mangiare di nuovo nessuno aveva voglia
La voce metallica che avvertiva i passeggeri di imbarcarsi ci riportò allaci mettemmo tutti in fila per l'imbarco
-Ehi tu! Ehm...Joël?- mi chiamò un ragazzo sconosciuto leggendo la mia targhetta col nome -Mi potresti dare una gomma per favore?-
-Perché vuoi una gomma ora...- mi sporsi un po' per vedere la sua targhetta -...Julien? Tra poco pranzeremo-
-Mi serve per l'atterraggio- disse lui -Per quando le mie orecchie si tapperanno,non sopporto quel dolore- 
-Allora perché non me le chiedi quando atterriamo?-
-E se non siamo vicini?-
-Esiste il passaparola-
-E se stai dormendo?-
-Mi sveglieranno-
-E se...-
-ASPETTA E BASTA,MON DIEU!-
Non mi ero reso conto di essere il primo della fila e tutta la gente presente aveva alzato gli occhi,anche quelli in fila al gate vicino si erano voltati verso di me
Grandioso,non sono neanche ancora salito sull'aereo e ho già fatto una figura di merda
Sotto gli occhi severi e spaventati di tutti mi scappò una risata nervosa
-Ecco a lei...- disse l'impiegata ridandomi la carta d'identità e la carta d'imbarco -...Pavarotti-
Alcuni ragazzi dietro di me ridacchiarono ma appena mi voltai verso di loro smisero subito
-Allora ci si vede in aereo,Julien!- dissi dandogli una pacca sulla spalla per tranquillizzare un po' il "pubblico"
Non mi sono mai sentito mai così in imbarazzo
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Il pranzo ci era appena stato servito dalle hostess,un panino abbastanza schifoso che mangiai lo stesso perché stavo morendo di fame
Ad un certo punto mi sentii toccare i capelli e mi voltai,era Julien
-Ehi fratello,scusa per averti fatto perdere il controllo e averti fatto fare una figura di merda-
-Non ti preoccupare,sono io che dovrei chiedere scusa,ma per favore non toccarmi i capelli e non chiamarmi "fratello",d'accordo?-
-Ok,fratello-
Mi arresi in partenza,i tipi come lui non cambiano
-Senti,fratello...- mi disse -Posso sedermi vicino a te? Se non c'è nessuno-
-Ehm,ok!- di solito non amavo molto la compagnia della gente ma almeno una volta potevo essere un po' meno asociale
-Comunque non mi sono presentato,mi chiamo Julien Petit-
-Beh,tanto "Petit" non sei!- dissi osservando la sua altezza 
-Ho avuto un acceleramento della crescita,in realtà...ho solo 14 anni-
-COSA? Io te ne davo minimo 18!- esclamai sorpreso
-Tu come ti chiami?-
-Joël Dupuis- dissi io -Ma molta gente che conosco mi chiama Jo-
-Tu quale preferisci tra i due?-
-Joël,lo trovo più orecchiabile ed elegante-
-Allora io ti chiamerò Joël-
Dentro di me tirai un sospiro di sollievo:odiavo quando le persone mi chiamavano Jo
-Vivi a Tolosa,Julien?-
-No,a Peyrehorade,un paesino lí vicino. Tu?-
-Io si,vivo a Tolosa-
Dopo un sacco di silenzio decisi di fargli la domanda decisiva
-Perché hai scelto le Hawaii?-
-I miei genitori mi hanno costretto a studiare all'estero per migliorare il mio inglese quindi tanto valeva farlo nella terra delle fighe in bikini!-
Come volevasi dimostrare.
-Che voto hai in inglese?-
-Quest'anno sono riuscito finalmente a prendere...-
Dieci?
-...la sufficienza! Sono felicissimo! E tu?-
-Io ho nove-
Julien mi guardò come se fossi un extraterrestre appena sceso da un'astronave
-Ma allora che ci fai qui?-
-È un premio che mi hanno fatto i miei genitori,io non vedevo l'ora di studiare all'estero-
-Tu sei tutto matto...- disse scuotendo la testa
In quel momento una coppia gay stava tornando mano nella mano dal bar della stazione,purtoppo i due teneroni non si erano accorti di un piccolo foro nel lato destro del bicchiere di carta di uno dei due ragazzi così,appena l'altro fece una una battuta piuttosto divertente,il ragazzo con il bicchiere rise stringendo il bicchiere e tutto il milkshake finí sulla faccia del povero Julien
-Oddio scusami- gli disse il ragazzo -Tutto a posto?-
Julien in quel momento aveva un'espressione che mi faceva paura:i capelli neri modellati con il gel si stavano rizzando sempre più,i suoi occhi del medesimo colore stavano diventando rossi e la sua fronte si stava increspando sempre di più
-Era la mia maglietta preferita...- disse guardando giù per poi urlare -SPARITE DALLA MIA VISTA,FROCI DI MERDA!-
A quelle parole il mio cuore perse un pezzo,come ogni volta che i miei amici usano quella stupida parola per insultarsi tra loro 
Forse sono un frocio di merda anch'io? 
Non ci tengo a saperlo comunque 
I due ragazzi scapparono terrorizzati e Julien si calmó
-Julien,per favore,potresti tornare al tuo posto?-
-Perché? Ho fatto qualcosa di sbagliato?-
-No- mentii -Ma ora vorrei stare un po' da solo,sai,a riflettere...-
-Afferrato.- disse allontanandosi anche se si vedeva chiaramente dal suo volto che non aveva "afferrato" neanche una pallina da baseball
Presi il cellulare e ascoltai un po' di musica a tutto volume perdendomi nei miei pensieri e dopo un'oretta mi addormentai
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 -Joël! Joël!-
-5 minutes,maman...-
-Joël,svegliati,stiamo per atterrare!- 
Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti Julien 
-Ah ok,buon...beh in Francia notte!-gli dissi -Ecco la gomma- 
-Grazie,ora vado che sta per scattare il segnale delle cinture-
Mi godetti l'atterraggio guardandolo dal finestrino,l'una di notte con il sole era parecchio strana ma molto bella
-"Informiamo i signori passeggeri che siamo appena atterrati a Honolulu,Hawaii. Speriamo abbiate fatto un buon viaggio e vi ringraziamo per aver scelto Air France"-
Dopo qualche commento cretino da parte dei miei compagni come "Prego,non c'è di che" oppure "Non abbiamo scelto noi" cominciamo piano piano a scendere dall'aereo e ci rechiamo a prendere i bagagli da stiva
-Ehi,Joël,guarda!- disse Julien indicando un gruppo con un accompagnatore AE al nastro vicino al nostro -Sono arrivati anche gli studenti tedeschi! Mi hanno detto che le tedesche sono gnocche,vado a dare un occhiata...-
Ma non sapeva che stava parlando al vuoto
La mia attenzione era stata rubata da qualcun'altro
E no,non era una ragazza.
____________
Hey ya~
Questa è la mia prima originale,per favore siate buoni
Se vi danno fastidio gli omosessuali evitate questa storia al posto di dare recensioni negative
Invece se siete slashers accaniti/e come me e la mia storia vi piace abbastanza oppure volete semplicemente darmi suggerimenti,recensioni e commenti brevi sono sempre ben accetti^^
Grazie per aver letto e ci si vede al prossimo aggiornamento,
BG_  
   
 
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