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Autore: Prinzesschen    20/09/2008    4 recensioni
Bill Kaulitz...il bel vocalist dei Tokio Hotel. Attraente all'inverosimile con quel suo fascino androgino e quel suo visino delicato e angelico. Crede nei sogni e nel vero amore aspettando la ragazza giusta che gli farà girare la testa. Ma è davvero questo Bill Kaulitz? Cosa nasconde questa maschera ben congeniata?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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lyn

Bill Kaulitz e i Tokio Hotel non mi appartengono. La mia produzione non alcuno scopo di lucro ed è interamente frutto della mia fantasia.

Bene....Salve a tutti! Questa è una piccola one-shot che o scritto quest'estate quando, vedendo il dvd Zimmer 483 per l'ennesima volta, ho scorto nei comportamenti di Bill dei piccoli dettagli, anche solo una leggera sfumatura diversa dalle altre nello sguardo o un sorriso meno sincero degli altri, che mi hanno indotto a pensare, come d'altronde credevo già da tempo, che l'immagine del Bill Kaulitz angelico, dolce e inguaribilmente romantico è tutta una montatura. Secondo me è solo una maschera che si è plasmato con le sue mani sul volto, un alter ego che ogni tanto oscilla perdendo credibilità e lasciando intravedere cosa o meglio chi c'è sotto. Spero che la mia fanfic vi piaccia...aspetto le vostre opinioni! Alla prossima!

Via la maschera...

Lyn si mise a sedere sul bordo del letto, strisciando fuori dalle nere coperte di seta senza preoccuparsi di coprire il proprio corpo nudo.

Si guardò intorno.

La stanza era grande e tremendamente buia. Le serrande erano calate e la fioca luce dell’alba combatteva contro quei fini muri di plastica per entrare ad illuminare la stanza.

Quando posò la punta del piede sul pavimento freddo fu scossa dai brividi ma si alzò ugualmente.

Ad ogni passo il pavimento sembrava più freddo. Si voltò verso il letto, una volta allontanatasi di qualche passo.

Bill Kaulitz dormiva della grossa a pancia in giù con la testa affondata tra i  morbidi cuscini con il lenzuolo scompostamente adagiato sulle gambe fin sotto la schiena che candida e perfetta si stagliava in tutto quel nero.

I capelli neri erano arruffati e scomposti e gli ricadevano sul viso ancora truccato.

Nonostante la buffa ed infantile espressione che il sonno aveva dipinto sul suo volto e i capelli arruffati, sembrava un angelo. Un angelo fragile e delicato la cui pelle diafana ricordava tanto la porcellana.

Ma Bill Kaulitz era tutto fuorché un angelo…

 

 

La sera prima dopo il concerto, mentre Lyn stava portando sul tir un amplificatore lui le si era avvicinato, sicuro che nessuno li avrebbe visti e le aveva posato le mani sui fianchi facendo aderire i loro bacini accostandosi a lei da dietro.

-Che fai stasera?- le aveva sussurrato all’orecchio e lei era rabbrividita sentendo il sospiro caldo del cantante sul collo.

Era spiazzata, confusa e leggermente in imbarazzo.

Era una collaboratrice come le altre e non aveva mai avuto particolare confidenza con il bel vocalist.

-C-come signor Kaulitz?- aveva chiesto titubante fingendo di non aver capito sperando che questo lo avrebbe scoraggiato e spinto a desistere. Si era guardata intorno preoccupata che qualcuno potesse vederli. Il parcheggio del grande edificio dove i Tokio Hotel avevano tenuto il loro quarto concerto del tour era gremito di collaboratori intenti a caricare sui tir le attrezzature ma i due ragazzi erano completamenti nascosti da un tir più grande degli altri che sembrava volerli proteggere dagli sguardi indiscreti.

-Che-cosa-fai-stasera?

Aveva scandito ogni parola con aria annoiata stringendo la presa sui fianchi di lei.

-Ehm…non so, signor Kaulitz…avete bisogno di me?

Lyn tremava ma non aveva osato voltarsi a guardare il suo interlocutore.

-Diciamo di si…- aveva risposto lui sussurrando all’orecchio della ragazza e poi abbandonandosi ad una melodiosa e cristallina risata.-Avrei bisogno di…ehm…qualche aiuto…si….

Lei non aveva risposto, paralizzata dalla malizia sprigionata da quelle semplici parole e indecisa se scappare oppure restare ad ascoltare cos’altro aveva da dirle.

-Allora?- aveva chiesto ancora con evidente impazienza  Bill scostandole i capelli dal collo e posandovi sopra le labbra. –Non vorrai che io mi debba rivolgere a David perché non assolvi i tuoi doveri vero?

Lei aveva sentito le labbra morbide e calde di Bill muoversi sulla sua pelle e vibrare ad ogni sillaba.

-A…a sua disposizione signor Kaulitz….co-cosa le serve?

Bill l’aveva fatta voltare verso lui.

-Ho voglia di giocare!

Quel sorriso tutt’altro che ingenuo, quella nota di perversione nella voce avevano spaventato Lyn che tuttavia voleva evitare perdere il posto, guadagnato con il sudore della fronte e tanto tanto impegno, senza contare che da sempre era innamorata persa del bel vocalist.

Aveva infatti degludito rumorosamente, alzando gli occhi per incontrare quelli del ragazzo, animati da una strana luce.

Sembrava così ingenuo dalle interviste, durante i concerti, davanti alle telecamere. Sembrava così smaliziato e dolce.

Come poteva una maschera essere così ben costruita?

Ipnotizzata da quegli occhi nocciola aveva annuito.

-Come vuole lei signor Kaulitz…

-Chiamami Bill, ti prego…e non essere così timida…

Aveva posato le labbra su quelle della ragazza leccandone piano i contorni e si era allontanato, strizzandole l’occhio.

-All’una nella 483 dell’albergo devo alloggeremo, tesoro….

Ed era scomparso dietro l’angolo.

Lyn aveva lasciato cadere l’amplificatore con un rumore sordo.

-Ehy! Piano con quell’aggeggio tu! E’ costoso!- l’aveva ripresa Jost ma lei era troppo sconvolta per curarsi di lui.

 

 

Quella sera aveva percorso a grandi passi il corridoio del paino dove alloggiava Bill Kaulitz con il cuore in gola.

478

479

480

481

482

483

Aveva scorto i numeri delle stanze facendo danzare con falsa disinvoltura l’indice in aria e il corridoio sembrava non finire mai e così, una volta trovata la 483 si era lasciata sfuggire un sospiro di sollievo.

Aveva bussato piano e il cuore le era saltato in gola quando, dopo pochi secondi, Bill le aveva aperto, sorridente come non mai. Ma il sorriso si era leggermente incrinato quando, analizzando la ragazza, aveva notato il normale abbigliamento.

Aveva sperato in qualcosa di più provocante.

Tuttavia aveva ricomposto quel suo sorriso di circostanza e l’aveva lasciata entrare nella lussuosa stanza.

-E così sei venuta….che brava che sei…- le aveva detto prendendole il mento fra le dita e alzandolo in modo che i loro occhi si incrociassero.

Lei era arrossita violentemente prendendo a fremere, tremando visibilmente.

-Cos’è? Hai paura di me?- aveva chiesto quasi divertito il cantante.

-No…è solo la situazione a farmi paura…- aveva risposto sinceramente lei senza abbassare lo sguardo, come incatenata da quei bellissimi occhi nocciola.

-Sai che esiste un metodo infallibile per far passare la paura?- le aveva chiesto avvicinando il proprio viso al suo.

Lei gli aveva rivolto un’occhiata confusa ma le intenzioni del ragazzo furono più che chiare quando le aggredì le labbra con un bacio potente, passionale e pieno di trasporto.

Lei inizialmente non era riuscita a rispondere a quella passionalità quasi violenta ma, pian piano, sentendo la lingua del ragazzo intrecciarsi alla sua, si era rilassata e si era lasciata andare.

Aveva afferrato la nuca del vocalist per tirarlo ancora più a sé e lui si era scostato leggermente, sorridendo soddisfatto.

-Così ti voglio…ti va di giocare?

Lei l’aveva baciato di nuovo, drogata da quelle labbra troppo dolci, troppo morbide, troppo belle, troppo calde per poterne fare a meno.

Lui l’aveva stretta a sé facendo aderire i loro corpi e sentendo così il calore emanato dal corpo della ragazza, emozionata come non mai.

L’aveva spinta lentamente verso il letto e l’aveva fatta sdraiare, sovrastandola.

Quella notte lui aveva avuto ciò che voleva e lei aveva amato l’uomo di cui era segretamente innamorata da tempo.

 

Adesso lui dormiva fra quelle lenzuola che li avevano avvolti una volta che, sfiniti, erano crollati l’una al fianco dell’altro. Niente coccole, niente dolcezza. Si era voltato dandole le spalle e non le aveva più rivolto la parola.

Lyn andò in bagno a sciacquarsi il viso e poi lo immerse nel morbido asciugamano bianco.

Si guardò allo specchio.

Le occhiaie si stagliavano violacee e profonde sul suo viso candido e le labbra erano più rosse del solito.

“Questa non sono io…” pensò abbassando lo sguardo verso il lavandino al quale si reggeva con entrambe le mani.

Lei non sarebbe mai andata a letto con un ragazzo con il quale aveva parlato si e no due volte in cui più che altro era stato lui a parlare, dandole ordini su ordini. e poi si ricaricò accanto al vocalist, prendendogli la mano fra le sue.

Era un’inguaribile romantica e voleva che quel momento fosse perfetto.

Gli posò delicatamente le labbra sulla fronte. Le palpebre del ragazzo vibrarono e piano piano si sollevarono, mostrandole ancora quell’oceano color nocciola.

Sembrò sorpreso di vederla li e si tirò stancamente su.

-Sei ancora qui?- le chiese senza lasciar trapelare alcuna emozione.

Lei lo guardò confusa.

-Vai, prima che qualcuno se ne accorga!- la rimproverò guardandola severo.

Lei si era scostata da lui  guardandolo tristemente.

-Ma….cosa..?

-Non vorrai che qualcuno scopra che me la sono fatta con una collaboratrice? E a proposito, preferirei che non ne facessi parola con nessuno sai com’è…e adesso vai…- la liquidò ricaricandosi e dandole le spalle.

Lei si alzò dal letto mentre lacrime silenziose le solcavano il viso.

Si rivestì e uscì dalla stanza. Prima di richiudere la porta guardò ancora una volta Bill Kaulitz, sonnecchiare tra le coperte.

Quello era Bill Kaulitz. Il vero Bill Kaulitz senza alcuna maschera.

  
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