Lisa si è trasferita a Parigi tre anni prima per frequentare l'università. Si è creata una vita. Ha delle amiche e un bellissimo ragazzo. Ma deve tornare in Italia, dove l'aspettano gli amici e la famiglia. A casa, per sempre. Abbandonando tutto.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Tre anni. Sono già tre anni che abito qui a Parigi. Amo
tutto di questa città: i parchi, i monumenti, i musei
e… beh, naturalmente tutti i negozi di moda.
Le mie giornate sono così. Vado
all’università, pranzo con le mie amiche ed esco
con Eric, il mio splendido ragazzo.
Ma oggi è un giorno diverso dagli altri… oggi
è il 19 settembre.
Oggi io torno a casa. Sì, torno in Italia. A Modena per la
precisione, la città dove ho vissuto per diciannove
anni… dove i miei amici e la mia famiglia mi stanno
aspettando.
E così sono chiusa nel mio piccolo appartamento intenta a
fare le valige. Metto tutto, vestiti e cianfrusaglie, alla rinfusa
nella mia vecchia valigia beige e nei due trolley Louis Vuitton che mi
ha regalato Eric per lo scorso Natale. (Sì…
regalino poco costoso… ma che ci posso fare se la sua
famiglia è ricca sfondata?! Ah, per la cronaca lui
è in cucina che mi prepara un panino)
Controllo l’armadio e i cassetti. Vuoti. Il bagno
l’ho messo a posto ieri… quindi ho finito.
Operazione “svuota la tua camera” conclusa. Vado in
cucina e vedo il mio biondissimo ragazzo intento a mettere la maionese
nel panino… è troppo dolce…
-Eric?- lo chiamo
-Oui?- alza la testa e incrocio i suoi occhioni azzurri
-Ho finito… le valige sono pronte. Appena finito di mangiare
quel panino vado! …E non metterci i pomodori. Sai che li
odio.- aggiungo vedendo che ha preso in mano una fetta di
pomodoro
-Lisa? Tu credi che io ti voglia salutare qua e lasciarti andare
all’aereoporto da sola?!- mi guarda severo… ah
sì, gli ho insegnato a parlare italiano
-Non so… tu mi vuoi accompagnare?-
-Certo! Su, prendi il panino. Io intanto vado a portare giù
le valige. Prendiamo la mia macchina.- mi porge quella cosa che
dovrebbe essere il mio pranzo (non è bravo a
cucinare… nemmeno a fare i panini… ma a me va
benissimo anche così) e va in camera mia per portare
giù la roba
Mangio in fretta, prendo la mia Balenciaga (sempre regalo di Eric) e
cerco le chiavi… intanto vedo il mio ragazzo ammazzarsi per
portare le mie cose, ma non si lamenta… e non vedo
perché dovrei aiutarlo, è lui l’uomo.
Trovate! La chiave della porta è… questa. Bene!
Tiro le tende di tutte le camere ed esco. Il mio bel biondino ha
già caricato tutto e mi sta aspettando, così
salgo sul fuoristrada Mercedes e mentre partiamo lancio un ultima
occhiata alle finestre del terzo piano della casa.
Aereoporto. Eric mi scarica le valige e me le porta dentro, ma per
quanto lui cerchi di rinviare la cosa dobbiamo salutarci.
-Beh… Buon viaggio, mon petit…- si china e mi
bacia
-Ci sentiamo presto… e vieni a farmi visita appena puoi.-
sussurro
-Certo… mi mancherai. Au revoir.-
-Au revoir…- lo bacio e scappo via prima di piangere
Il pilota ci avverte che stiamo per arrivare… Da Bologna mi
aspetta poi un oretta in treno (prima classe… biglietto
prenotato da Eric… ho cercato di spiegargli che non era
necessario, ma non mi ha ascoltata…) e poi sono a casa. I
miei genitori mi hanno già detto che verranno alla stazione
e che starò da loro per un po’. Invece non sento i
miei amici da qualche giorno… chissà se si
ricordano che torno oggi…
Eccomi. Modena. Scendo dal treno trascinandomi dietro le
valige… beh, in verità io porto solo un trolley.
Durante il viaggio ho fatto conoscenza con un ragazzo che si
è poi offerto di aiutarmi a portare le mie cose (Lo so, lo
so! Si potrebbe pensare un approfittatrice… ma ero in
difficoltà, perché non accettare una mano?!
Ok… forse un po’ approfittatrice lo
sono…). Ringrazio Paolo (mi sembra di aver capito che si
chiama così.) e mi dirigo verso l’uscita.
Sono quasi commossa (quasi perché io non mi commuovo
mai)… Mio padre, mia madre e perfino mio fratello sono
lì che mi aspettano. Mi fanno ciao ciao con la mano e poi mi
corrono incontro. Che accoglienza calorosa… non potevo
aspettarmi di meglio.
Mio padre e mio fratello caricano le valige sull’Honda e poi
partiamo.
Meno di un quarto d’ora ed ecco la mia vecchia casina con le
pareti di quel colore che odio. Ma quanto mi è mancata?!
I miei hanno preparato la vecchia stanza di mio fratello (che ora abita
con la sua ragazza) siccome la mia stanza è diventata uno
studio, come prima che nascessi.
Faccio giusto in tempo ad appoggiare le valige che la suoneria del mio
cellulare parte a palla. Sullo schermo leggo
“Alessia” e un sorriso nasce sulle mie labbra.
La mia migliore amica.
Cioè, in realtà ne ho due. Ma una delle due abita
a Parigi e la vedevo sempre. Lei invece vive ancora qui… e
non la vedo da tre anni! Anche se ci sentivamo almeno una volta a
settimana.
Rispondo.
-Ale?-
-Lisa!!! Sei arrivata?! Sei già a casa??- urla come una
matta, ma mi fa piacere di sentirla così euforica
-Sì, sono a casa!-
-Evvai!! Stasera usciamo?!- mi scappa da ridere, adoro questa ragazza
-Ok!! Dove?-
-Vieni da me dai! Alle 8?-
-Ok! A dopo Ale! Bacio.-
-Ciao Lisa! Mi sei mancata!-
Si prospetta una bella serata…
La sveglia segna le 7:30. Devo solo truccarmi e poi esco. Prendo il
beauty, mi fiondo in bagno, fondotinta, mascara, matita, rossetto ed
eccomi pronta. Prendo le chiavi, la Balenciaga e saluto i miei con un
“Ciao, ci vediamo domani.”, tanto so che molto
probabilmente mi faro prestare una maglietta dall’Ale e
dormirò da lei. E in caso contrario di sicuro quando
tornerò loro saranno già a letto.
Salgo sull’Honda di mio padre e mi avvio… ci
metterò dieci minuti buoni quindi metto su un Cd e mi metto
a cantare.
Ci ho messo meno del previsto. Sono le 8 in punto. Nemmeno un minuto di
ritardo, quando di solito almeno cinque ne faccio. Mah…
suono.
-Sì?- la sua voce è resa metallica dal citofono
-Ale, sono io. Mi apri?- rispondo
-Lisa?! Oh… sì! Vengo giù, si
è rotto il dispositivo e si apre solo
così…-
-Ok.- mi metto ad aspettare e intanto mi tolgo la giacca di pelle chiara
Poco dopo la vedo arrivare, apre e mi stringe in un abbraccio
soffocante che, dopo essermi ripresa, ricambio.
-Oddio!! Stai proprio bene sai?! Woooow!- sorride
-Grazie! Anche tu!! Woooow!- e scoppiamo a ridere
-Su, saliamo!-
Davanti alla porta socchiusa del suo appartamento mi fa cenno di
entrare. Le luci sono tutte spente. Boh…
-Ehi… Ale…- cerco di farglielo notare ma le luci
si accendono di colpo e vedo… tutti!
La Giada, la Marghe, l’Eli, la Luci, la Carol, la Vale,
Marco, Ste, Giorgio e Giuseppe. Tutti.
-Ma cosa…-
-Ben tornata!!!- urlano in coro
-Oh…- è l’unica cosa che riesco a dire
perché tutte le ragazze (più Giorgio e Ste)
vengono ad abbracciarmi e Giuseppe mi da un bacio sulla
guancia… sempre espansivo.
L’unico che si limita a sorridere come un beota è
Marco. Diciamo che è l’opposto di Beppe. In ogni
caso, questa volta mi sto davvero commuovendo! Mi hanno preparato una
festa!! Oddio che carini…
Mi volto verso l’Ale che mi fa un sorriso che le parte da un
orecchio e le arriva all’altro. Ricambio. E’ il mio
dirle grazie.
La Marghe, la più pazza di noi (anche se io e
l’Ale le facciamo concorrenza a volte), si schiarisce la voce
e dichiara la festa iniziata ufficialmente.
Hanno pensato proprio a tutto. Festoni, stuzzichini (che
mangerò sicuramente in quantità esagerate, dato
che il panino di oggi a pranzo non mi ha riempita molto)…
c’è perfino un pacchetto regalo!
Quanto mi sono mancati?! Troppo!!
Mi metto a chiaccherare allegramente con tutti, rispondendo
accuratamente a tutte le domande che mi pongono.
-E con Eric? Come fate ora?- la Giada… perché
doveva proprio ricordarmi che mi sono appena separata dal mio ragazzo?!
Uff!!
-Non lo so. Mi ha detto che verrà a trovarmi il prima
possibile, speriamo…-
-Aspetta! Io di questo Eric non ne sapevo niente!!- salta su
Giorgio… beh, gli avevo accennato di avere una
storiella… un anno fa… ma poi non gli ho spiegato
che ci eravamo messi insieme seriamente
-Anch’io non lo sapevo!- Beppe
-Ma sì che te lo avevo detto!- non ne sono proprio sicura,
ma fa niente. E poi perché devo sbandierare la mia vita
privata ai quattro venti?
-Io ti ho sempre raccontato tutto! Tipo di quando sono andato a Maratea
quest’estate! Però forse non ti ho detto
che…- no… non può partire subito a
parlare, se no non tace più!
-Sì, le hai già raccontato tutto! Ci vai ogni
anno da una vita poi!- l’Ale mi salva, facciamola santa per
favore
-Verissimo…- e intanto mi squilla il cellulare
-Scusate…-
Vado sul balcone a rispondere.
-Petit? Sono io.- Eric!!
-Ciao!!-
-Tutto bene il viaggio?-
-Sì, tutto benissimo! Tu? Tutto a posto?- gli domando
-Sì. Volevo darti una notizia.- ha un tono di voce piatto
-Bella o brutta?-
-Me lo dirai tu. Mi trasferisco lì.- risponde
-Cosa?!- grido
-Mi trasferisco lì a Modena. Io non riesco a stare senza di
te. Mi manchi già…- il tono diventa
incredibilmente dolce
-Oh… anche tu… quindi vieni?!-
-Sì… tra una settimana.-
-Fantastico… Eric?-
-Oui?- adoro il modo in cui dice “oui”
-Ti amo.-
-… Anch’io Lisa.-
Rientro felice come una Pasqua. Tutti mi guardano e si zittiscono
-Giada?- la chiamo
-Sì?-
-So come faremo. Io ed Eric intendo. Si trasferisce qui.-
Buongiorno! Volevo spiegarvi il perchè ho scritto questa
storia. Sotto richiesta di una mia amica (dedico a te Ally il mio
racconto) ho deciso di scrivere qualcosa che avesse per protagonisti me
e i miei amici. I nomi sono diversi, l'età anche. Ma il
carattere è lo stesso. Storia puramente di fantasia
comunque... Chi narra in prima persona sono io! ^__^
Vi ringrazio perchè avete letto e, se vi va di farmi
contenta, lasciatemi un commentino... solo per sapere se la storia vi
è piaciuta o no!
Ah, per chi non lo sapesse Modena è una città
dell'Emilia (dove abito!).
Un bacio.
Lalla