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Autore: La Figlia Della Luna    27/08/2014    2 recensioni
Bill Kaulitz, leader dei Tokio hotel, insoddisfatto della sua vita monotona da star, decide dopo un tour concluso da poco, di partire in giro per l’Europa. Il suo intento è quello di sfuggire al problema da cui l’essere umano è spesso tormentato: l’amore. Ma per il giovane uomo, l’impresa non sarà facile, a causa della sua notorietà e del suo conflitto interiore. Sino ad imbattersi nella conoscenza di una ragazza londinese, e in una amicizia ritrovata, per le quali Bill inizierà a riflettere sulla sua posizione sentimentale e psicologica.
Genere: Angst, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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1) Departure

«Danke Shön!» Gridai alla folla in delirio.
L’ultima nota di “An Deiner Seite” risuonava ancora tra le mura del palazzetto e, come ad ogni concerto, tutti i fan urlavano, entusiasti: sapevo che difficilmente avrebbero dimenticato momenti come questo.
Gustav fece, insieme al pubblico, la sua solita Ola, poi ci abbracciammo con la band sulla passerella, e ci inchinammo di fronte a quelle migliaia di persone che, ancora una volta, erano lì per sostenerci.
E fu così che chiudemmo il tour: tra sorrisi e lacrime di fan, già impazienti di rivedere un nostro concerto.

Io sono Bill Kaulitz. L'idolo e il sogno proibito di milioni di ragazze, un cantante di successo internazionale, nonché uno dei ragazzi più ricchi e conosciuti di tutto il mondo. Non mi manca nulla, se non l’amore. Sono circondato da ragazze che darebbero tutto pur di essere le mie fidanzate, eppure, conoscerne anche solo una è diventata un’impresa impossibile.

Mi sono sempre limitato a rapporti mai più lunghi di una settimana, e l’unico vero problema è che non riesco a fidarmi di nessuna delle ragazze che incontro. Mi soffermo sempre a pensare che, probabilmente, siano interessate solo ai miei soldi.

Eppure, sono considerato un dio, la perfetta metà per ragazze romantiche in cerca di un uomo sensibile. Ma non sarei mai stato quella metà, e le fan lo sapevano bene.
La cosa che non sapevano, invece, era che, durante il tour, di ragazze ne avevo avute parecchie, ma che nel giro di pochi giorni avevo troncato immediatamente con ognuna di loro. Ero troppo egoista, troppo meschino, perfino troppo spaventato dalle delusioni che, prima o poi, giungevano in ogni rapporto. Per questo inventavo scuse su scuse, pur di mandare via la sfortunata di turno.

Tuttavia, il mio più grande desiderio era di trovare qualcuno in grado di farmi abbandonare all’amore.

Era un problema che avevo in comune con mio fratello, Tom. Lui, però, non ci badava troppo, lasciava semplicemente che le cose gli scivolassero addosso, e se un giorno gli fosse capitata la ragazza giusta, l’avrebbe capito.

Durante le interviste, le domande sulle mie relazioni amorose non mancavano mai, ed ogni volta era una sofferenza dover mentire così spudoratamente, solo per non far innervosire le fan. Tutte le bugie che raccontavo sull’amore, sull’anima gemella, erano una maschera costruita a pennello sul mio volto angelico; una maschera così perfetta che io stesso facevo fatica a ricordare se ciò che dicevo fosse veramente ciò che pensavo. Mi sentivo tremendamente confuso, stanco; ero intrappolato in un limbo dal quale ero del tutto intenzionato ad uscire.

Dovevo ritrovare il Bill che si era smarrito. Dovevo capire chi ero, e chi sarei diventato.

Fu per questo motivo che, concluso il tour, mi presi tre mesi di vacanza. Lontano da tutto, e da tutti.

Non fu una decisione facile da prendere, rivivevo spesso il momento in cui mi ero dovuto separare da Tom, quasi fosse una tortura. Le parole che pronunciò poco prima della mia partenza ancora mi tornavano alla mente, come un chiodo fisso:

«Da cosa scappi, Bill?» Mi chiese affacciandosi all’interno del taxi, affannato e in preda al panico. Non c’eravamo mai divisi, in fondo. Lo guardai sorridendo, e gli risposi con tono calmo e controllato: «Dall’amore».

Nei suoi occhi leggevo una profonda sofferenza, ma sapevamo entrambi che era la cosa migliore da fare. Ci guardammo negli occhi per un eterno istante, sentivo che mi avrebbe voluto implorare di restare, ma le sue suppliche continuarono a fluttuare nello spazio che ci divideva, senza mai arrivare alle mie orecchie.

«Possiamo ripartire?» Mi chiese il tassista, che, evidentemente, aveva fretta. Gli feci cenno di sì con la testa e l’ultima cosa che vidi fu mio fratello, in mezzo alla strada, con un’espressione incredula stampata sul volto.
“Mi dispiace, Tom…” Pensai con un filo di dolore, prima di svoltare l’angolo.

Tell me
How can it be boy?
You're still a runaway
You chase the dreams from heaven above
Where in this world will you find a place to stay?
Runaway from love*




Avvertenze: Questa è una storia molto datata, anno 2008. I capitoli in tutto saranno 15, ma molto brevi e spero intensi. Ogni mercoledì ne pubblicherò uno nuovo. E' consono specificare anche nel corso della pubblicazione che probabilmente ci saranno degli errori logistici, pochi, ma ci saranno. E a riguardo mi prodigherò a spiegarne il perché e a motivarne la loro presenza che non andranno a giustificare il contenuto della storia ma piuttosto uno status emotivo della sottoscritta, per il quale le modifiche non avverranno, non sarebbe giusto. La buona notizia è che questi errori logistici non andranno a minare in maniera invadente la storyline. Probabilmente potreste non accorgervene, ma per meticolosità, qualora sarà necessario, li farò presente nelle note finali.
Beta Editor: Federica Romanini di TH Die Besten Fan Fiction.
Copertina: Valentina Russo.
* song-fiction, la storia prende spunto dal testo dei Cascada, Ranaway.
   
 
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