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Autore: The Campbells    27/08/2014    2 recensioni
Quella sera l'unica cosa che desiderava Melanie era un miracolo, qualcosa che la salvasse da quella situazione. Che le cambiasse la serata.
E qualcosa ci fù. Una semplice, dolce risata.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Salve a tutti, come già detto da Lux siamo un gruppo di amici che ha deciso di creare questo account. Io mi firmerò Raff.
Questa è la prima volta che mi cimento con la scrittura, di solito preferisco leggere, ma con l'ispirazione e una "spinta" ho deciso di provare.
Spero che vi piaccia, magari lasciate una recensione!
Grazie & Buona lettura :)



Feci il mio ingresso trionfale scendendo dalla lunghissima scala di marmo che portava dritta al centro della sala da ballo. Circondata tutt’intorno da ritratti e sculture disposte in modo sparpagliato che sembravano osservarmi passo dopo passo, come a controllare che facessi tutto correttamente. Intanto vedevo in pista coppie, duchi e duchesse, marchesi e marchese, che danzavano senza sosta. Mentre eccoli lì sull’altro lato dell’enorme salone tutti i pretendenti in cerca di moglie. Uno di loro sarebbe stato destinato a me. Purtroppo.
“Perché purtroppo?” Direte voi. Vorrei vedermi nei miei panni, cosa avreste fatto con una banda di vecchi sciattoni (da sottolineare senza moglie), che vi guardano come se foste neanche una coscia di pollo?
Nella discesa, gradino dopo gradino il mio nervosismo aumentava, dovendo contemporaneamente stare attenta al mio voluminoso abito da sera per non rischiare di inciamparvici dentro. Perché pur essendo una nobildonna, sono davvero goffa. Forse la più goffa.. O forse l’unica nobildonna goffa visto che le nobildonne dovrebbero essere eleganti e composte, giusto?
Tuttavia, arrivai alla fine della scala.
Appena poggiai piede sul bellissimo pavimento decorato del salone mi accorsi che i vecchi pretendenti stavano letteralmente gareggiando per chi doveva accaparrarsi l’onore di concedermi il primo ballo. Li vidi arrivare di fronte a me come una mandria di bisonti e devo aver fatto una faccia davvero strana e buffa di fronte a quella scena perché improvvisamente sentii una risata, era dolce, leggera, eppure era la risata di un uomo. Lo vidi di sfuggita in fondo alla sala, ma fu solo un attimo perché venne immediatamente coperto da uno dei vecchiacci che portava un orribile cappello.
Alla fine, un vecchio marchese con un repellente neo sul mento mi invitò a ballare e io, mio malgrado, accettai. D’altronde che altro potevo fare?
L’orchestra parti con un lento valzer, ma uno di quelli lenti proprio da farti venire la nausea, e il marchese comincio a muoversi pigramente e farmi girare.
Cercava di incontrare i miei occhi, ma invano perché al contrario io esploravo la sala. Fu in quel momento che, proprio affianco ad uno dei vecchiacci al limite della pista da ballo, incontrai gli occhi di lui, l’uomo che aveva riso di gusto alla mia faccia di fronte ai vecchiacci. Era meraviglioso, alto, occhi chiari come il cielo e capelli ricci e neri. Come l’avrò riconosciuto, vi starete chiedendo. 
L’ho riconosciuto perché… stava ancora ridendo!
Non faceva altro che guardarmi e ridere fragorosamente. Allora esausta gli mimai con le labbra “Se avete tanto da ridere, vienite al mio posto!” ma lui continuò a ridere e rispose toccandosi il petto con entrambe le mani “Mi dispiace ma non ho i requisiti” . Mi scappò un riso.
Il valzer continuava e il vecchiaccio mi girò, per un istante non vidi più il mio nuovo intrattenitore ma il tempo di un altro giro ed era di nuovo lì al suo posto le labbra incurvate in un sorriso.
Gli mimai nuovamente con le labbra un implorante “Salvatemi”. Il suo sorriso si allargò e poi mi rigirai.
Quando fui di nuovo in grado di guardarlo, lui non c’era più.

Suonarono le ultime note del depresso valzer e finalmente il vecchio marchese mi lasciò per voltarsi ed applaudire alla “fantastica orchestra” . 
Fu in quel momento che mi sentì afferrare la mano e una voce all’orecchio mi disse “Corri. Adesso”. Era lui.
Uscimmo correndo dal salone e ci ritrovammo sotto i porticati dell’immenso palazzo fu allora che ci fermammo ansimando per la corsa. Mi accorsi che eravamo ancora mano nella mano, ne ero felice.
- Non avete niente da dirmi?- domandò dopo aver ripreso fiato. - Bhè, grazie - gli risposi. - Suppongo che adesso può lasciarmi andare - non ero poi tanto sicura della mia affermazione, fortunatamente lui non mi lasciò anzi mi tirò per la mano così da avvicinarmi e stringermi a lui.
Rimanemmo così a guardarci per quelle che a me sembrarono ore intere, mi ero completamente persa nei suoi occhi. Mi accorsi lì per lì che aveva posato la mano sulla mia guancia e si era chinato per baciarmi. 
Fu un bacio leggero e dolce di quelli che ti riscaldano. Gli posai le mani dietro la nuca e cominciai a giocherellare con i suoi morbidi ricci, si stacco per un secondo, voleva dirmi qualcosa, io misi la mano attorno al suo collo e mi buttai in avanti per baciarlo ancora, volevo sentire ancora il sapore delle sue labbra, lo amavo.
Poi mi venne da pensare che non conoscevo neanche il suo nome, ma sapevo di amarlo.
Stavolta fui io a fermarmi per chiedergli -Non conosco neanche il vostro nome, come vi chiamate?
-Christoper - rispose lui, netto, per poi tornare a posare le sue labbra sulle mie.
Mi staccai di nuovo - Non sai neanche chi sono - sussurai. -Non importa- mi rispose. - Avremo tutto il tempo per scoprirlo..Melanie.
Aprì gli occhi, sorpresa, e lo guardai. - Come conosci il mio nome?
Lui scoppiò a ridere, poi riprese a baciarmi. La sua mano scese accarezzandomi lungo tutto il braccio per poi intrecciarsi nella mia.
Ci staccammo e, scambiandoci un sorriso, mano nella mano, ricominciammo a correre, diretti all’immenso giardino che contornava il palazzo, verso una notte che sarebbe diventata nostra, verso qualcosa che successivamente sarebbe diventato la mia vita.
Quella notte conobbi il mio futuro sposo.
  
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